Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 12


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LA SACRA BIBBIABIBBIA VOLGARE
1 Conclusi questi accordi, Lisia se ne tornò presso il re, mentre i Giudei ripresero il lavoro dei campi.1 Fatti questi accordi, (patti e convenzioni), Lisia se n' andava al re; e i Giudei si esercitavano circa i loro campi e vigne.
2 Ma tra i comandanti locali, Timoteo e Apollonio, figlio di Gennèo, nonché Girolamo e Demofonte e, oltre a questi, Nicànore, comandante dei Ciprioti, non li lasciavano vivere tranquilli né stare in pace.2 Ma coloro che aveano governato dopo, cioè Timoteo e Apollonio figliuolo di Genneo, e anco Ieronimo e Demofonte (superbo) e Nicanore, ch' erano principi in Cipro, non li lasciavano vivere pacifica e quietamente.
3 Gli abitanti di Giaffa, poi, compirono un'empietà di questo genere: invitarono i Giudei che abitavano con essi a salire, insieme alle loro donne e ai figli, su alcune barche da loro stessi preparate, come se non vi fosse stata alcuna animosità contro di essi.3 E quelli di Ioppe fecero una grande iniquità; pregorono i Giudei, con i quali abitavano, di entrare dentro di alcune navicelle (ovvero baracche) con le loro mogli e figliuoli, le quali loro aveano preparate, come se fra loro non vi fosse alcuna inimicizia.
4 In conformità a una decisione pubblica della città, questi accettarono, perché desideravano fare la pace e non avevano alcun sospetto; ma quando furono al largo, quelli ne fecero affondare non meno di duecento.4 E secondo il comune statuto della città, loro condiscendendo per cagione di pace, non avendo alcuno sospetto, (essendo adunque entrati i Giudei e partiti), andorono alquanto da lontano, e ivi furono sommersi non meno di ducento.
5 Giuda, pertanto, appresa la notizia della crudeltà commessa contro i suoi connazionali, diede ordini ai suoi uomini5 La qual crudelità udita Giuda esser fatta contro alla gente della sua patria, comandò agli uomini ch' erano con lui; e invocato Iddio giusto giudice,
6 e, invocato Dio, giusto giudice, marciò contro gli uccisori dei suoi fratelli; incendiò di notte il porto, bruciò le barche e passò a fil di spada quanti vi si erano rifugiati.6 venne contro a coloro che aveano uccisi li suoi fratelli, e mise fuoco nel porto di notte, e arse le barche; e quelli ch' erano fuggiti dal fuoco, gli uccisero con le coltella.
7 Poi, siccome la città era stata chiusa, ripartì con l'intenzione di tornare di nuovo e di estirpare tutti gli abitanti di Giaffa.7 E avendo fatto questo, partissi quasi come per dover ritounare un' altra volta, e per eradicare tutti quelli di Ioppe.
8 Intanto, avendo appreso che anche quelli di Iamnia volevano fare la stessa cosa ai Giudei che abitavano con loro,8 Ma avendo conosciuto questo, e anco quelli ch' erano in Iamnia volere fare similmente alli Giudei, i quali abitavano con loro,
9 piombò di notte anche sugli Iamniti e incendiò il porto con la flotta, in modo tale che i riflessi dello splendore apparivano fino a Gerusalemme, distante duecentoquaranta stadi.9 sopravenne di notte alla terra de' Iamniti, puose fuoco nel porto e nelle navi, e arsele per tal modo che il fuoco fu veduto per insino a Ierusalem, la qual era distante per spazio di ducento e quaranta stadii.
10 Allontanatisi di lì nove stadi, mentre marciavano contro Timoteo, non meno di cinquemila Arabi con cinquecento cavalieri si lanciarono su di lui.10 Ed essendo partiti quindi già per spazio di nove stadii, e andando contro a Timoteo, furo alle mani con lui cinque milia Arabi a piedi, e cinquecento cavalli.
11 Vi fu una violenta battaglia, ma gli uomini di Giuda, grazie all'aiuto di Dio, ebbero la meglio e perciò i nomadi battuti supplicarono Giuda di dar loro la destra in segno di pace, promettendo di donargli del bestiame e di essergli utili in altre cose.11 Ma facendosi la battaglia molto aspra, mediante lo ausilio di Dio la cosa successe bene alla parte di Giuda; e gli Arabi vinti, quelli che rimasero, addimandarono accordo a Giuda, e che li dovesse mandare per fede a toccare la mano diritta, promettendogli di dare li pascoli, ed esser loro favorevoli nell' altre cose.
12 Giuda, comprendendo che davvero gli sarebbero stati utili in molte cose, accondiscese a fare la pace con essi. Perciò, ricevuta la destra, si ritirarono nelle loro tende.12 Udito questo, Giuda considerò che questo partito li era molto utile; li promesse la pace, e date loro le mani diritte in segno di fede, si partirono e andoronsi alle loro abitazioni.
13 Giuda assalì anche una città, fortificata con argini e circondata da mura, che era abitata da gente di ogni genere e aveva nome Casfin.13 Dopo questo assaltò una città forte, intorniata di ponti e di mura, la quale era abitata da turbe delle genti mescolate (dell' uno e l' altro sesso), lo nome della quale era Casfin.
14 Quelli che erano dentro, fidando nella robustezza delle mura e nella provvista di viveri, insultavano in modo triviale gli uomini di Giuda, schernendoli, bestemmiando e dicendo cose sconvenienti.14 Quelli veramente ch' erano di dentro, si confidavano nella fortezza delle mura e nella abbondanza delle vittuarie; e facevano poca defensione, provocando Giuda con parole scelerate, e bestemmiando, [e dicendo] quello che non è lecito.
15 Gli uomini di Giuda, allora, invocato il grande Dominatore del mondo, che senza arieti e macchine da guerra fece crollare Gerico al tempo di Giosuè, assalirono furiosamente il muro.15 E Maccabeo, avendo invocato il grande principe del mondo, il quale senza bastie, macchine e ingegni al tempo di Iesu precipitò Gerico, andò con grande impeto verso le mura.
16 Divenuti, per volontà di Dio, padroni della città, vi fecero una strage indescrivibile, sicché il lago vicino, che ha la larghezza di due stadi, pareva scorrere ripieno di sangue.16 E salito su mediante la volontà del Signore, pigliò la città, e fece una grande uccisione, per tal modo che uno lago, ch' era appo la citta, largo due stadii (cioè la quarta parte di uno miliaro), fu tutto infetto di sangue.
17 Allontanatisi poi di lì settecentocinquanta stadi, raggiunsero Caraca, presso i Giudei chiamati Tubiani.17 E partiti indi per spazio di settecento cinquanta stadii (che sono ottantatre miliara, e tre quarti di miliaro), vennero in Caraca a quelli Giudei li quali si chiamavano Tubianei.
18 Ma in quei luoghi non trovarono Timoteo, il quale, senza avervi fatto alcunché, se ne era allontanato, dopo aver lasciato in un certo posto una guarnigione, ben equipaggiata.18 E non potero ritrovare Timoteo in quelli luoghi; però che non avendo potuto fare alcuna cosa (in quello luogo), si parti lasciando in quello luogo una fortezza molto bene armata.
19 Allora Dositeo e Sosipatro, che erano tra i comandanti degli uomini del Maccabeo, fecero una sortita e annientarono gli uomini lasciati da Timoteo nella fortezza, che erano più di diecimila.19 Ma Dositeo e Sosipatro, li quali erano duchi con Maccabeo, uccisero dieci milia uomini, li quali erano stati lasciati nella fortezza da Timoteo.
20 Il Maccabeo, a sua volta, disposto il suo esercito in schiere, pose costoro a capo delle schiere e si lanciò su Timoteo, che aveva con sé centoventimila fanti e duemilacinquecento cavalieri.20 E Maccabeo, ordinati con sè sei milia uomini, e divisi per squadre, contro a Timoteo se n' andò, il quale avea seco cento venti migliaia di pedoni, e due milia cinquecento cavalieri.
21 Informato dell'avanzata di Giuda, Timoteo mandò avanti le donne, i bambini e ogni altro bagaglio verso la località detta Carnion. Era, infatti, un posto inespugnabile e di difficile accesso, a causa della strettezza di tutti i suoi passaggi.21 Avendo dunque conosciuto lo avvenimento di Giuda, Timoteo antimandò le donne e li figliuoli, e il residuo dell' apparecchio, in una fortezza la quale si chiama Carnion; però ch' era (fortissima e) inespugnabile, per cagione che le vie per le quali si andava alla fortezza erano molto strette, dispiacevoli e pericolose.
22 Apparsa la prima schiera di Giuda e caduto lo spavento sui nemici, a causa anche del timore suscitato dalla sopravvenuta apparizione di colui che tutto vede, quelli incominciarono a fuggire, condotti chi da una parte e chi dall'altra, al punto che spesso venivano travolti dai propri compagni e trafitti dalle punte delle loro spade.22 Ed essendo apparita la prima squadra di Giuda, gl' inimici ebbero una grande paura, per cagione della presenza di Dio il quale risguarda tutte cose; e l'uno dall' altro fu posto in fuga, per modo che più dalli suoi furono scacciati, e con le ferite de' suoi coltelli furono debilitati.
23 Giuda allora ne fece un vigoroso inseguimento, trafiggendo questi scellerati e uccidendone circa trentamila.23 Ma Giuda grandemente instava puniendo li scelerati, e gittò a terra trenta milia uomini di loro.
24 Timoteo stesso, caduto nelle mani degli uomini di Dositeo e Sosipatro, chiedeva con molta astuzia di essere rilasciato sano e salvo, poiché di molti deteneva i genitori e di altri i fratelli, ai quali altrimenti sarebbe successo di essere tenuti in nessun conto.24 Di che esso Timoteo ricorse nelle parti di Dositeo e di Sosipatro; e pregava con molte preci, che fosse lasciato vivo, conciò sia ch' egli avea li padri e le madri e li fratelli di molti delli Giudei, li quali intraverrebbe essere quelli fraudati per la sua morte.
25 Quando perciò egli si fu ripetutamente impegnato al patto che avrebbe restituito quegli uomini incolumi, lo lasciarono libero in considerazione della salvezza dei propri fratelli.25 Ma avendo data la fede di restituirli secondo li constituti, lasciorlo senza alcuna offensione, per la salute de' fratelli.
26 Quindi Giuda, assalito Carnion e l'Atargatèo, uccise venticinquemila persone.26 Poscia che Giuda ebbe ucciso venticinque milia uomini, partissi di Carnion.
27 Dopo la disfatta e distruzione di questi, marciò anche contro Efron, città fortificata, nella quale abitava Lisia con una moltitudine di ogni genere. Giovani robusti, disposti davanti alle mura, combattevano vigorosamente, mentre all'interno vi era una grande provvista di macchine e di proiettili.27 Dopo adunque la fuga e la uccisione di questi, movette l'esercito contra Efron, città fortificata, nella quale abitava una moltitudine di diverse genti; e li robusti giovani, stanti per le mura, combattevano fortemente; onde in questa erano molte macchine, e apparati di battaglie.
28 Ma, invocato il sovrano che con potenza abbatte le forze dei nemici, presero la città nelle loro mani e di quelli che vi erano dentro ne abbatterono venticinquemila.28 Ma invocato lo Onnipotente, con la cui potenza confringèro le forze delli inimici, presero la città; e uccisero di quelli che v'erano dentro, venti milia.
29 Partiti di lì, mossero alla volta di Beisan, città che è a seicento stadi da Gerusalemme.29 Partiti quindi, andorono alla città de' Sciti, la quale distava da Ierusalem seicento stadii.
30 Ma i Giudei che ivi risiedevano resero testimonianza della benevolenza che gli abitanti di Beisan avevano avuto verso di essi e dell'accoglienza cortese riservata loro anche in tempi di sventura,30 Onde li Giudei ch' erano appresso li Scitopoliti, contestandoli come da loro sarebbeno accettati benignamente, e ne' tempi infelici, che si portorono modestamente;
31 e questi li ringraziarono e, esortatili ad essere benigni anche in avvenire verso la loro stirpe, raggiunsero Gerusalemme, essendo ormai vicina la festa delle Settimane.31 quelli referendoli grazie, ed esortati che da quindi innanzi che sarebbero benigni contro la sua generazione, vennero in Ierosolima, instante il dì solenne delle settimane.
32 Dopo la festa detta di Pentecoste, mossero contro Gorgia, stratega dell'Idumea.32 E dopo le pentecoste andorono contra Gorgia, preposito di Idumea.
33 Questi uscì in campo con tremila fanti e quattrocento cavalieri.33 Il che con tremilia uomini da piede e quattrocento da cavallo.
34 Schieratisi in battaglia, caddero alcuni tra i Giudei.34 Li quali assaltati, avvenne poi che rovinorono pochi Giudei.
35 Un certo Dositeo, valoroso cavaliere dei Tubiani, aveva afferrato Gorgia e tenendolo per la clamide lo conduceva a forza col proposito di catturare vivo quel maledetto. Ma uno dei cavalieri traci gli si lanciò contro e gli mozzò il braccio. Così Gorgia se ne fuggì verso Marisa.35 Onde Dositeo, uomo forte, cavaliere di Bacenore, teneva Gorgia; e volendolo pigliarlo vivo, uno cavaliere de' Tracii corse sopra lui, e tagliolli la spalla; e così Gorgia fuggitte in Maresa.
36 Poiché gli uomini di Esdrin combattevano da tempo ed erano affaticati, Giuda invocò il Signore a mostrarsi loro alleato e guida nel combattimento.36 Onde combattenti longamente quelli che erano con Esdrin (messe in fuga), Giuda invocò il Signore aiutore, e che egli fusse il guidatore dello esèrcito.
37 Quindi, intonato nella lingua paterna il grido di guerra per mezzo di inni, improvvisamente assalì gli uomini di Gorgia e li costrinse alla fuga.37 Incominciando con patria voce, ed estollendo il grido con li inni (e lode), pose in fuga li cavalieri di Gorgia.
38 Giuda poi, radunato l'esercito, raggiunse la città di Odollam. Sopraggiunto il settimo giorno, si purificarono secondo l'uso e vi trascorsero il sabato.38 Ma Giuda, raunato lo esercito, venne nella città di Odollam; ed essendovi sopravenuto il settimo dì, secondo la consuetudine (del) purificati, fecero il sabbato in quello medesimo luogo.
39 Il giorno seguente gli uomini di Giuda, quando ormai la necessità lo esigeva, andarono a raccogliere i corpi dei caduti per deporli insieme ai parenti nei sepolcri dei loro padri.39 E nel seguente giorno venne Giuda con li suoi, per togliere le corpora di uccisi, e con loro parenti ponerli nelli sepolcri paterni.
40 Trovarono però, sotto le tuniche di ciascuno dei morti, oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge interdice ai Giudei. Così fu a tutti palese per quale causa costoro erano morti.40 Di che ritrovorono sotto le vestimenta delli uccisi delle cose donate delli idoli, li quali erano stati appresso Iamnia, dalle quali inibisce la legge alli Giudei; adunque fu manifesto che loro erano periti per questa cagione.
41 Tutti, perciò, dopo aver benedetto il Signore, giusto giudice, che rende manifeste le cose occulte,41 Onde tutti benedicettero il giusto giudicio del Signore, il quale fece le cose occulte essere manifeste.
42 si diedero a fare una supplica, chiedendo che il peccato commesso fosse completamente cancellato. Il nobile Giuda allora esortò la sua gente a conservarsi senza peccati, poiché avevano visto coi propri occhi quanto era avvenuto a causa del peccato dei caduti.42 Ed etiam convertiti alle preci pregorono che fusse dimenticato il perpetrato delitto. Ma il fortissimo Giuda confortava il popolo a conservarsi senza peccato, vedendo con li occhi quelle cose che sono fatte per le peccata di quelli che sono periti.
43 Quindi, fatta una colletta a tanto per uomo, inviò a Gerusalemme circa duemila dramme d'argento per far offrire un sacrificio per il peccato, agendo così molto bene e nobilmente, nel pensiero della risurrezione.43 E fatta la ricolta di duodeci milia dramme d'argento, mandolle a Ierosolima a offerire il sacrificio per li peccati de' morti, pensando bene e religiosamente della ressurrezione.
44 Infatti se egli non avesse sperato che i caduti risorgeranno, sarebbe stato superfluo e sciocco pregare per i morti.44 Imperò che se egli non sperasse resuscitare quelli ch' erano morti, apparerebbe superfluo e vano a pregare per li morti.
45 Ma se egli pensava alla magnifica ricompensa riservata a quelli che si addormentano nella loro pietà, il suo pensiero era santo e pio. Per questo egli fece compiere il sacrificio di espiazione per quelli che erano morti, affinché fossero assolti dal peccato.45 E conciosia ch' egli considerava come quelli che con pietà aveano ricevuta la dormizione, arebbeno l'ottima reposita grazia.
46 Santo adunque e salutifero è il pensiero a pregare per li defunti, acciò siano assoluti da' loro peccati.