Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 12


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA VOLGARE
1 - Conchiusi questi patti, Lisia, ritornò ai re, ed i Giudei attèndevano a coltivare i loro campi.1 Fatti questi accordi, (patti e convenzioni), Lisia se n' andava al re; e i Giudei si esercitavano circa i loro campi e vigne.
2 Ma quelli [de' Siri] che eran rimasti, Timoteo ed Apollonio figlio di Genneo, come anche Girolamo e Demofonte, ed inoltre Nicanore prefetto di Cipro, non li lasciavano stare tranquilli ed in pace.2 Ma coloro che aveano governato dopo, cioè Timoteo e Apollonio figliuolo di Genneo, e anco Ieronimo e Demofonte (superbo) e Nicanore, ch' erano principi in Cipro, non li lasciavano vivere pacifica e quietamente.
3 Quelli poi di Joppe commisero questa scelleratezza: invitarono i Giudei che abitavano con loro a salire su delle barche da essi preparate, con le mogli ed i figli, come se con loro non vi fosse inimicizia alcuna.3 E quelli di Ioppe fecero una grande iniquità; pregorono i Giudei, con i quali abitavano, di entrare dentro di alcune navicelle (ovvero baracche) con le loro mogli e figliuoli, le quali loro aveano preparate, come se fra loro non vi fosse alcuna inimicizia.
4 I Giudei, così invitati per decreto di tutta la città, acconsentirono, non avendo alcun sospetto, e per amor di pace; ma quando furono al largo, quelli ne annegarono non meno di duecento.4 E secondo il comune statuto della città, loro condiscendendo per cagione di pace, non avendo alcuno sospetto, (essendo adunque entrati i Giudei e partiti), andorono alquanto da lontano, e ivi furono sommersi non meno di ducento.
5 Quando Giuda seppe di questa crudeltà fatta ad uomini della sua nazione, dette gli ordini a' suoi soldati, e, invocato Dio giusto giudice,5 La qual crudelità udita Giuda esser fatta contro alla gente della sua patria, comandò agli uomini ch' erano con lui; e invocato Iddio giusto giudice,
6 piombò sugli uccisori de' suoi fratelli, e di notte mise fuoco al forte, incendiò le barche, e finì con la spada quelli che sfuggirono all'incendio.6 venne contro a coloro che aveano uccisi li suoi fratelli, e mise fuoco nel porto di notte, e arse le barche; e quelli ch' erano fuggiti dal fuoco, gli uccisero con le coltella.
7 Dopo questo, se ne partì con l’intenzione di tornare di nuovo, e sterminare tutti i Joppiti.7 E avendo fatto questo, partissi quasi come per dover ritounare un' altra volta, e per eradicare tutti quelli di Ioppe.
8 Ma avendo saputo che anche quelli di Jamnia macchinavano di far altrettanto con quei Giudei che abitavan fra loro,8 Ma avendo conosciuto questo, e anco quelli ch' erano in Iamnia volere fare similmente alli Giudei, i quali abitavano con loro,
9 sorprese nella notte anche i Jamnlti, ed incendiò il porto con le navi, sicché il chiarore delle fiamme si vedeva da Gerusalemme, a duecentoquaranta stadii.9 sopravenne di notte alla terra de' Iamniti, puose fuoco nel porto e nelle navi, e arsele per tal modo che il fuoco fu veduto per insino a Ierusalem, la qual era distante per spazio di ducento e quaranta stadii.
10 Di lì, incamminatosi contro Timoteo, fatti che ebbe nove stadii, lo assalirono cinquemila fanti e cinquecento cavalieri Arabi.10 Ed essendo partiti quindi già per spazio di nove stadii, e andando contro a Timoteo, furo alle mani con lui cinque milia Arabi a piedi, e cinquecento cavalli.
11 Dopo un accanito combattimento ben riuscito con l’aiuto di Dio, i superstiti Arabi vinti chiedevano a Giuda che facesse pace con loro, promettendo di dargli armenti, e di aiutarlo in altra maniera.11 Ma facendosi la battaglia molto aspra, mediante lo ausilio di Dio la cosa successe bene alla parte di Giuda; e gli Arabi vinti, quelli che rimasero, addimandarono accordo a Giuda, e che li dovesse mandare per fede a toccare la mano diritta, promettendogli di dare li pascoli, ed esser loro favorevoli nell' altre cose.
12 Giuda, pertanto, giudicando che potessero davvero essergli utili in molte cose, promise la pace, e quelli, ricevutala, tornarono alle loro tende.12 Udito questo, Giuda considerò che questo partito li era molto utile; li promesse la pace, e date loro le mani diritte in segno di fede, si partirono e andoronsi alle loro abitazioni.
13 Assalì anche una città fortificata, guarnita intorno di ponti, e di mura, abitata da gente di diverse nazioni, chiamata Casfin.13 Dopo questo assaltò una città forte, intorniata di ponti e di mura, la quale era abitata da turbe delle genti mescolate (dell' uno e l' altro sesso), lo nome della quale era Casfin.
14 Ma quelli che vi erano dentro, fidandosi della solidità delle mura, e delle provviste di vettovaglie, sì difendevano fiaccamente, ricoprendo Giuda d’Ingiurie, bestemmiando, e dicendo cose da non ripetersi.14 Quelli veramente ch' erano di dentro, si confidavano nella fortezza delle mura e nella abbondanza delle vittuarie; e facevano poca defensione, provocando Giuda con parole scelerate, e bestemmiando, [e dicendo] quello che non è lecito.
15 Laonde il Maccabeo, invocato il grande Signore del mondo, che senza arieti e macchine a tempo di Giosuè aveva abbattuto Gerico, irruppe furiosamente contro le mura,15 E Maccabeo, avendo invocato il grande principe del mondo, il quale senza bastie, macchine e ingegni al tempo di Iesu precipitò Gerico, andò con grande impeto verso le mura.
16 e presa per volontà di Dio la città vi fece immensa strage, così che il vicino stagno, largo due stadii, pareva scorrere del sangue degli uccisi16 E salito su mediante la volontà del Signore, pigliò la città, e fece una grande uccisione, per tal modo che uno lago, ch' era appo la citta, largo due stadii (cioè la quarta parte di uno miliaro), fu tutto infetto di sangue.
17 Di lì proseguirono per settecentocinquanta stadii, e vennero in Caraca, a que' Giudei che son detti Tubianel.17 E partiti indi per spazio di settecento cinquanta stadii (che sono ottantatre miliara, e tre quarti di miliaro), vennero in Caraca a quelli Giudei li quali si chiamavano Tubianei.
18 Ma non trovarono in que' luoghi Timoteo, il quale, senza nulla aver concluso, se n’era venuto via, lasciando in un certo luogo una fortissima guarnigione.18 E non potero ritrovare Timoteo in quelli luoghi; però che non avendo potuto fare alcuna cosa (in quello luogo), si parti lasciando in quello luogo una fortezza molto bene armata.
19 Ora, Dositeo e Sosipatro, capitani al seguito del Maccabeo, uccisero diecimila di quelli lasciati a guardia da Timoteo.19 Ma Dositeo e Sosipatro, li quali erano duchi con Maccabeo, uccisero dieci milia uomini, li quali erano stati lasciati nella fortezza da Timoteo.
20 Ed il Maccabeo, messi in ordine intorno a sè seimila uomini, e divisili in coorti, proseguì incontro a Timoteo che aveva seco centoventimila fanti e duemllacinquecento cavalieri.20 E Maccabeo, ordinati con sè sei milia uomini, e divisi per squadre, contro a Timoteo se n' andò, il quale avea seco cento venti migliaia di pedoni, e due milia cinquecento cavalieri.
21 Quando seppe della venuta di Giuda, Timoteo mandò avanti le donne, i ragazzi, ed il rimanente bagaglio in una fortezza chiamata Carnion, la quale era inespugnabile e di difficile accesso per la ristrettezza dei passi.21 Avendo dunque conosciuto lo avvenimento di Giuda, Timoteo antimandò le donne e li figliuoli, e il residuo dell' apparecchio, in una fortezza la quale si chiama Carnion; però ch' era (fortissima e) inespugnabile, per cagione che le vie per le quali si andava alla fortezza erano molto strette, dispiacevoli e pericolose.
22 Ma quando la prima coorte di Giuda si mostrò, i nemici furon presi da spavento per la presenza di Dio che tutto vede, e furon messi in fuga gli uni dagli altri, così che venivan travolti da loro medesimi, e colpiti dalle spade del compagni.22 Ed essendo apparita la prima squadra di Giuda, gl' inimici ebbero una grande paura, per cagione della presenza di Dio il quale risguarda tutte cose; e l'uno dall' altro fu posto in fuga, per modo che più dalli suoi furono scacciati, e con le ferite de' suoi coltelli furono debilitati.
23 Giuda poi vigorosamente li inseguiva ; per far punizione di quei pagani, de' quali ne uccise trentamila.23 Ma Giuda grandemente instava puniendo li scelerati, e gittò a terra trenta milia uomini di loro.
24 Lo stesso Timoteo cadde nelle mani di quelli di Dositeo e di Sosipatro, e con molte preghiere si raccomandava d'esser rimandato vivo, perchè aveva in suo potere molti, genitori e fratelli de’ Giudei che alla sua morte verrebbero maltrattati.24 Di che esso Timoteo ricorse nelle parti di Dositeo e di Sosipatro; e pregava con molte preci, che fosse lasciato vivo, conciò sia ch' egli avea li padri e le madri e li fratelli di molti delli Giudei, li quali intraverrebbe essere quelli fraudati per la sua morte.
25 Avendo egli dato fede che li restituirebbe secondo il patto, lo rilasciarono incolume per la salvezza de’ fratelli.25 Ma avendo data la fede di restituirli secondo li constituti, lasciorlo senza alcuna offensione, per la salute de' fratelli.
26 Giuda poi assalì Camion, uccidendovi ventlcinquemila uomini.26 Poscia che Giuda ebbe ucciso venticinque milia uomini, partissi di Carnion.
27 Dopo aver messi in fuga ed uccisi quelli, mosse l’esercito contro Efron, piazza forte, dove abitava una popolazione di genti diverse, e forti giovani a difesa delle mura tenevano testa accanitamente. Ivi anche erano macchine molte, e gran quantità di dardi.27 Dopo adunque la fuga e la uccisione di questi, movette l'esercito contra Efron, città fortificata, nella quale abitava una moltitudine di diverse genti; e li robusti giovani, stanti per le mura, combattevano fortemente; onde in questa erano molte macchine, e apparati di battaglie.
28 Ma [i Giudei], Invocato l’Onnipotente che con la sua potenza spezza le forze de' nemici, presero la città, e, di quelli che v’eran dentro, ne abbatterono ventlcinquemila.28 Ma invocato lo Onnipotente, con la cui potenza confringèro le forze delli inimici, presero la città; e uccisero di quelli che v'erano dentro, venti milia.
29 Di lì, marciarono sulla città degli Sciti, distante da Gerusalemme seicento stadii.29 Partiti quindi, andorono alla città de' Sciti, la quale distava da Ierusalem seicento stadii.
30 Ma siccome i Giudei dimoranti in Scitopoli attestavano d’esser stati benignamente trattati da quelli abitanti, i quali, anche nei tempi della calamità si erano condotti con loro con moderazione,30 Onde li Giudei ch' erano appresso li Scitopoliti, contestandoli come da loro sarebbeno accettati benignamente, e ne' tempi infelici, che si portorono modestamente;
31 li ringraziarono, esortandoli ad esser anche per l’avvenire benevoli alla loro gente; indi vennero a Gerusalemme, essendo vicino il giorno solenne delle Settimane.31 quelli referendoli grazie, ed esortati che da quindi innanzi che sarebbero benigni contro la sua generazione, vennero in Ierosolima, instante il dì solenne delle settimane.
32 Fatta la Pentecoste, mossero contro Gorgia condottiere degl’Idumei,32 E dopo le pentecoste andorono contra Gorgia, preposito di Idumea.
33 il quale s’era avanzato con tremila fanti e quattrocento cavalieri.33 Il che con tremilia uomini da piede e quattrocento da cavallo.
34 Venuti alle mani, caddero alcuni pochi Giudei;34 Li quali assaltati, avvenne poi che rovinorono pochi Giudei.
35 ed un certo Dositeo, cavaliere di quei di Bacenore, uomo valoroso, aveva preso Gorgia, e voleva farlo prigioniero; ma un cavaliere dei Traci gli fu addosso e gli tagliò il braccio, e così Gorgia fuggì in Maresa.35 Onde Dositeo, uomo forte, cavaliere di Bacenore, teneva Gorgia; e volendolo pigliarlo vivo, uno cavaliere de' Tracii corse sopra lui, e tagliolli la spalla; e così Gorgia fuggitte in Maresa.
36 Quelli della coorte di Esdrin essendo stanchi dal lungo combattere, Giuda pregò il Signore che si facesse egli aiuto e capo della battaglia,36 Onde combattenti longamente quelli che erano con Esdrin (messe in fuga), Giuda invocò il Signore aiutore, e che egli fusse il guidatore dello esèrcito.
37 ed intonati degl' inni nella lingua nazionale, e levato un grido, mise in fuga i soldati di Gorgia.37 Incominciando con patria voce, ed estollendo il grido con li inni (e lode), pose in fuga li cavalieri di Gorgia.
38 Messo allora insieme il suo esercito, venne Giuda nella città di Odollam, e sopravvenendo il giorno settimo, ivi si purificarono secondo la legge, e celebrarono il sabato.38 Ma Giuda, raunato lo esercito, venne nella città di Odollam; ed essendovi sopravenuto il settimo dì, secondo la consuetudine (del) purificati, fecero il sabbato in quello medesimo luogo.
39 Il giorno di poi venne co’ suoi Giuda, per prendere i corpi degli uccisi, e porli co’ loro padri ne' sepolcri paterni,39 E nel seguente giorno venne Giuda con li suoi, per togliere le corpora di uccisi, e con loro parenti ponerli nelli sepolcri paterni.
40 Ora, sotto le tuniche dei morti trovarono degli oggetti idolatrici, presi già in Janima, proibiti ai Giudei dalla legge. Fu dunque a tutti manifesto che per cagione di questo eran essi caduti.40 Di che ritrovorono sotto le vestimenta delli uccisi delle cose donate delli idoli, li quali erano stati appresso Iamnia, dalle quali inibisce la legge alli Giudei; adunque fu manifesto che loro erano periti per questa cagione.
41 Tutti allora benedissero il giusto giudizio del Signore che aveva palesate le cose occulte,41 Onde tutti benedicettero il giusto giudicio del Signore, il quale fece le cose occulte essere manifeste.
42 e messisi in orazione pregarono perchè il peccato da quelli commesso fosse dimnticato. Ed il fortissimo uomo Giuda esortava il popolo a mantenersi senza peccato, avendo sott'occhio che cos’era accaduto per i peccati di quelli uccisi.42 Ed etiam convertiti alle preci pregorono che fusse dimenticato il perpetrato delitto. Ma il fortissimo Giuda confortava il popolo a conservarsi senza peccato, vedendo con li occhi quelle cose che sono fatte per le peccata di quelli che sono periti.
43 Fatta poi una colletta, mandò a Gerusalemme dodicimila dramme d’argento, perchè s’ofTrisse un sacrifizio per i peccati di que’ morti, bene e santamente pensando intorno alla resurrezione43 E fatta la ricolta di duodeci milia dramme d'argento, mandolle a Ierosolima a offerire il sacrificio per li peccati de' morti, pensando bene e religiosamente della ressurrezione.
44 (poiché, se non avesse sperato che quei caduti risorgerebbero, superfluo e vano parrebbe il pregare pel morti,44 Imperò che se egli non sperasse resuscitare quelli ch' erano morti, apparerebbe superfluo e vano a pregare per li morti.
45 e perchè giudicava che a quelli i quali piamente avevan ricevuto la morte, sarebbe preparata una grande misericordia.45 E conciosia ch' egli considerava come quelli che con pietà aveano ricevuta la dormizione, arebbeno l'ottima reposita grazia.
46 È dunque santo e salutare il pensiero di pregar pei defunti, acciò siano sciolti da’ loro peccati.46 Santo adunque e salutifero è il pensiero a pregare per li defunti, acciò siano assoluti da' loro peccati.