Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Mishlei (משלי) - Proverbi 6


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1 Allora lo re Antioco cercava le regioni (e le contrade) di sopra, e intese che in Persia era una nobilissima cittade, e copiosa d'oro e d'ariento, la quale avea nome Elimaide.
2 E avea uno tempio molto ricco; e avea veli d'oro e loriche (cioè panziere) e scudi, i quali avea lasciati Alessandro del re Filippo di Macedonia, il quale prima regnò in Grecia.
3 Di che ello venne ivi, e cercava di prendere la cittade, e di rubarla; ed egli non potèo, imperciò che quegli della cittade se n'accorsono.
4 E si levarono contro a lui a battaglia; ed egli se ne fuggì, e andossene con grande tristizia, e tornòe in Babilonia.
5 E fugli annunziato in Perside, come l' oste sua, ch' era nella terra Giudaica, era stata sconfitta e cacciata;
6 e come Lisia v'era andato in prima con grande potenza, e come era istato cacciato da' Giudei; e come loro erano fatti potenti d'arme e di forze e di molte prede, le quali loro aveano guadagnate nell' oste che loro aveano sconfitto;
7 e che loro aveano fatte radunare l'abominazioni, le quali loro aveano edificato sopra l'altare di Ierusalem, e aveano circondato il santuario d' alte mura, sì come era in prima, e come loro aveano preso Betsura sua propria cittade.
8 E quando lo re ebbe intese queste novelle, molto si spaventò, e fu commosso (fortemente a grande ira e dolore); e puosesi a giacere nel letto, e cadde in grande infermità per la grande tristizia, però che non era avvenuto com' egli si pensava.
9 E quivi stette molti dì; però che grande tristizia si rinnovò in lui, (e aggravando forte di sua malattia) e pensò di morire.
10 E chiamò a sè tutti i suoi amici, e disse loro: il sonno s'è partito dagli occhi miei, e sono caduto e venuto meno nel mio cuore per la sollecitudine.
11 E dissi nel mio animo: in quanta tribulazione sono io scorso, e in quante tempestadi (di tribulazioni e) di tristizia mi ritrovo io ora, il quale era lieto (e avea diletto nello animo) ed era amato nella mia podestade!
12 Veramente ora mi ricordo io de' mali i quali io feci in Ierusalem, onde io trassi tutte le spoglie dell' oro e dell' ariento che v' erano, e sanza cagione io comandai che ne fussono cacciati li suoi abitanti.
13 Certo io conosco (apertamente) che per ciò tanti mali m' hanno ritrovato; onde ecco ch' io ne muoio in terra strana con grande tristizia.
14 Allora chiamò Filippo, uno de' suoi amici, e ordinollo sopra tutto il suo regno.
15 E diedegli la corona dell' oro, e la sua stola e lo anello, acciò ch' egli traesse inanzi il suo figliuolo Antioco, e allevasselo, e facesselo regnare.
16 E così quivi morì lo re Antioco ne' CXLVIIII anni (del regno de' Greci).
17 E Lisia seppe che il re (Antioco) era morto, e ch' egli avea lasciato che regnasse il suo figliuolo Antioco, il quale Lisia aveva allevato di giovane; e chiamò il nome suo Eupatore.
18 E (avvenne adunque che) quegli ch' erano nella ròcca aveano rinchiuso il popolo d' Israel nel cerchio de' santi, e desideravano di fare sempre male a quegli del popolo d' Israel per fortificamento delle genti.
19 Ma Giuda pensò di consumargli; e radunò tutto il popolo per assediargli.
20 E così tutti insieme gli attorniarono nelli CL anni (del regno de' Greci), e sì gli assediarono, facendo fare balestri e ingegni.
21 Ma alquanti degli assediati (sì partirono e) andòronsene fuori, e alquanti perfidi della gente giudea si se ne andorono insieme con loro.
22 a quello ch' era novello re, e sì gli dissono: perche non fai tu giudicio, e vendichi i nostri fratelli?
23 Noi sì deliberammo di servire al tuo padre, e di seguire li suoi comandamenti, e d' ubbidire alle. sue leggi.
24 Onde i figliuoli del nostro popolo si straniavano da noi; e chiunque era trovato di noi, era morto, e le nostre ereditadi erano tolte.
25 E non solamente hanno distesa la loro potenza insino a noi, ma eziandio in tutti li nostri confini.
26 Ed ecco che oggi sono posti a campo alla ròcca di Ierusalem, e credonla occupare, e sì hanno armata la (ròcca e la) fortezza di Betsura.
27 E se tu subitamente non ci soccorri, loro faranno maggiori cose che queste, e non gli potrai raffrenare.
28 Molto si conturbò lo re, udito ch' ebbe queste cose; e convocòe tutti li suoi amici, e prìncipi di suo oste, e quelli ch' erano principi de' cavalieri.
29 Ancora degli altri reami, e delle isole (e de' confini e di quelli delle) marine sì vennono a lui grande oste di gente soldata.
30 E fue il numero de' pedoni dell' oste C milia, e de' cavalieri XX milia; e furonvi XXXII elefanti, i quali erano ammaestrati a battaglia.
31 E vennero per lo paese di Idumea, e posaronsi a Betsura, e combatteronla per molti dì, e feciono molti ingegni; ma (quegli di dentro del popolo d'Israel) uscirono fuori, e combatterono valentemente, e misono fuoco negl' ingegni.
32 Ma Giuda (sentendo queste cose e la grande oste del re incontanente) si partì dallo assedio della ròcca, e colla sua gente passò [a Betzacara] al campo del re.
33 E levando il re inanzi dì, (venne colla saa gente a Betzacara, e) concitòe l'oste allo assalimento contro a Betzacara; e quegli dello esercito (del re, vedendosi de' loro avversarii) s' apparecchiarono a combattere, e sonarono le trombe.
34 E mostrarono agli elefanti il sangue dell' uve e delle more, per fargli più arditi nella battaglia.
35 E divisono le dette bestie per legioni; e a ciascuno elefante fue assegnato mille fanti armati di lorica, e aveano cappelli di rame nel loro capo; e a ciascuna bestia furono deputati cinquecento cavalieri eletti.
36 I quali continuamente erano colli elefanti, andandogli inanzi dovunque loro andavano; e non si partivano da loro.
37 E sopra ciascuno elefante era una torre di legname, fermata in defensione dell' oste, e sopra ciascuna erano ingegni; ed eranvi XXXII uomini armati in ciascuna torre, i quali combattevano di sopra (contra li nimici); e dentro v'era il maestro. (degli ingegni e) dell' elefante.
38 E tutta l'altra oste de' cavalieri ordinò il re in due parti; e ordinò che si movessono a suono di trombe, e che ordinatamente si strignessono insieme a legioni.
39 E quando il sole risplendette nelli loro scudi (d'essi) coperti d' oro e di rame, negli monti risplendevano; e (nelli campi) rilucevano a modo di lampane.
40 E l' una parte dell' oste del re fu divisa ad andare su per gli monti alti, e gli altri andavano per i luoghi bassi; e andavano saviamente e con ordine.
41 E loro commossono tutti gli abitatori di quelle contrade per la voce della loro moltitudine, e per lo viaggio della turba, e per lo rumore dell' arme; per ciò ch' ella era grande oste e molto forte.
42 Allora Giuda e la sua gente s' aggiunsono alla battaglia; e caddono (cioè furono morti) di quegli del re secento uomini.
43 E (in quell' ora) Eleazaro, figliuolo di Saura, vidde uno delli elefanti, il quale avea l'insegna della panciera del re, il quale elefante era maggiore d'altezza di tutti gli altri; e parve a lui che quivi fosse lo re.
44 E disposesi alla morte, per liberare il suo popolo, e per acquistarsi (onore e glorioso) nome in eterno.
45 E corse allo elefante arditamente per mezzo la legione, uccidendo li nimici a destra e a sinistra, e gittavali per terra di qua e di là.
46 E andò sotto allo elefante, e sè medesimo sottopuose a lui, e sì lo uccise; e cadde la bestia in terra sopra lui, e così morì quivi (Eleazaro).
47 E allora veggendo (Giuda e la sua gente) la potenza del re e della sua grande oste, per lo meglio si spartirono da loro.
48 Ma l'oste dello re sì andò dietro a loro in Ierusalem, ponendo lo re il campo in Giudea nel monte Sion.
49 E fece pace con quelli di Betsura; e per la carestia della vittuaglia di quelli ch' erano nella cittade rinchiusi, se n' uscirono fuori, però che le terre in quello anno non si seminarono.
50 E allora lo re prese (la città) Betsura, e puosevi sua gente a guardia.
51 E puose il campo al luogo della santificazione per molti dì; e puosevi balestri e ingegni e gittamenti di fuoco e artificii da gittare pietre e lance e dardi, e per gittare saette e manganelle.
52 E quelli dentro feciono ingegni similmente contro alli loro ingegni, e combatterono molti dì.
53 Ma lo fornimento della vittuaglia non era nella città, imperò che già era il settimo anno (della guerra); e gli uomini della gente pagana, ch' erano rimasi in Giudea aveano consumato l'avanzo di · quelle cose ch' erano riposte.
54 E rimasono nelli santi luoghi pochi uomini, però che la fame gli avea molto occupati; e dispersonsi tutti, chi in uno luogo e chi in uno altro.
55 E udì Lisia, che Filippo, il quale il re Antioco, mentre ch' era vivo, ordinò che nutrisse Antioco suo figliuolo, acciò che regnasse,
56 era ritornato di Persia e di Media, e anco lo esercito il quale era con lui andato, e ch' egli cercava di prendere il governo del reame.
57 Ora Lisia si studiò di andare (verso il re), e dire al re e agli (suoi) principi dello esercito: noi sì vegnamo meno continuamente, e abbiamo mancamento di vittuaglia, e lo luogo che noi assediamo armato e fornito, e a noi bisogna di ordinare i fatti del reame.
58 E accordiamci con questi uomini, e facciamo pace con loro e con tutta la loro gente.
59 E concediamo loro, ch' egli vivano secondo la legge loro, secondo che loro sì facevano in prima; imperciò che loro sono adirati incontro a noi per le loro leggi, che noi aviamo dispregiate, e perciò hanno fatto tutte queste cose.
60 E piacque allo re il detto sermone, e mandòe a fare pace con loro, e ricevetterla.
61 E giurolla lo re e li suoi principi; e uscirono della fortezza.
62 E lo re entrò nel monte di Sion, e vidde la fortezza del luogo; e ruppe a loro tostamente il sacramento che avea fatto, e comandò che le mura si disfacessono d' intorno.
63 E poi incontanente si partì, e ritornossi ad Antiochia, e trovò che Filippo signoreggiava nella terra; di che combattè contro a lui, e (per forza) acquistòe la cittade.