Scrutatio

Giovedi, 16 maggio 2024 - San Simone Stock ( Letture di oggi)

Lettera agli Ebrei 12


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DIODATIBIBBIA MARTINI
1 PERCIÒ, ancor noi, avendo intorno a noi un cotanto nuvolo di testimoni, deposto ogni fascio, e il peccato che è atto a darci impaccio, corriamo con perseveranza il palio propostoci,1 Per la qual cosa noi pure avendo d'ogni parte sì gran nugolo di testimoni, sgravatici d'ogni incarco, e del peccato, che ci sta d'intorno, corriamo per la pazienza nella carriera, che ci è proposta:
2 riguardando a Gesù, capo, e compitor della fede; il quale, per la letizia che gli era posta innanzi, sofferse la croce, avendo sprezzato il vituperio; e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio.2 Mirando all'autore, e consumatore della fede Gesù, il quale propostosi il gaudio sostenne la croce, non avendo fatto caso dell'ignominia, e siede alla destra del trono di Dio.
3 Perciocchè, considerate attentamente chi è colui che sostenne una tal contradizione de’ peccatori contro a sè; acciocchè, venendo meno nell’animo, non siate sopraffatti3 Imperocché ripensate attentamente a colui, che tale contro la sua propria persona sostenne contraddizione da' peccatori: affinchè non vi stanchiate, perdendovi d'animo.
4 Voi non avete ancora contrastato fino al sangue, combattendo contro al peccato.4 Dappoiché non avete per anco resistito fino al sangue, pugnando contro il peccato:
5 Ed avete dimenticata l’esortazione, che vi parla come a figliuoli: Figliuol mio, non far poca stima del castigamento del Signore, e non perdere animo, quando tu sei da lui ripreso.5 E vi siete scordati di quella esortazione, la quale a voi parla come a' figliuoli, dicendo: figliuol mio, non trascurare la disciplina del Signore: e non ti venga a noia, quando da lui s'è ripreso.
6 Perciocchè il Signore castiga chi egli ama, e flagella ogni figliuolo ch’egli gradisce.6 Imperocché il Signore corregge quei che ama: e usa la sferza con ogni figliuolo, cui riconosce per suo.
7 Se voi sostenete il castigamento, Iddio si presenta a voi come a figliuoli; perciocchè, quale è il figliuolo, che il padre non castighi?7 Siate perseveranti sotto la disciplina. Dio si diporta con voi come con figliuoli: imperocché qual è il figliuolo, cui il padre non corregge?
8 Che se siete senza castigamento, del qual tutti hanno avuta la parte loro, voi siete dunque bastardi, e non figliuoli.8 Che se siete fuori della disciplina, alla quale tutti hanno parte: siete adunque bastardi, e non figliuoli.
9 Oltre a ciò, ben abbiamo avuti per castigatori i padri della nostra carne, e pur li abbiam riveriti; non ci sottoporremo noi molto più al Padre degli spiriti, e viveremo?9 Di più i padri nostri secondo la carne abbiamo avuti per precettori; e gli abbiam rispettati: e non saremo molto più ubbidienti al padre degli spiriti, per aver vita?
10 Poichè quelli, per pochi giorni, come parea loro, ci castigavano; ma questo ci castiga per util nostro, acciocchè siamo partecipi della sua santità.10 Imperocché quelli per il tempo di pochi giorni ci facevano i pedagoghi, secondo che lor pareva: ma questi in quello, che giova a divenir partecipi della di lui santità.
11 Or ogni castigamento par bene per l’ora presente non esser d’allegrezza anzi di tristizia; ma poi rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati per esso esercitati.11 Or qualunque disciplina pel presente non sembra apportatrice di gaudio, ma di tristezza: dopo però, tranquillo frutto di giustizia rende a coloro, che in essa siano stati esercitati.
12 PERCIÒ, ridirizzate le mani rimesse, e le ginocchia vacillanti.12 Per la qual cosa rinfrancate le languide mani, e le vacillanti ginocchia,
13 E fate diritti sentieri a’ piedi vostri; acciocchè ciò che è zoppo non si smarrisca dalla via, anzi più tosto sia risanato.13 E fate diritta carreggiata co' vostri piedi: affinchè alcuno zoppicando non esca di strada, ma piuttosto si ammendi.
14 Procacciate pace con tutti, e la santificazione, senza la quale niuno vedrà il Signore.14 Cercate la pace con tutti, e la santità, senza di cui nissuno vedrà Dio:
15 Prendendo guardia che niuno scada dalla grazia di Dio; che radice alcuna d’amaritudine, germogliando in su, non vi turbi; e che per essa molti non sieno infetti.15 Ponendo mente, che nissuno manchi alla grazia di Dio: che nissuna amara radice spuntando fuora, non rechi danno, e per essa molti restino infetti.
16 Che niuno sia fornicatore, o profano, come Esaù, il quale, per una vivanda, vendette la sua ragione di primogenitura.16 Che non (siavi) alcuno fornicatore, o profano, come Esaù, il quale per una pietanza vendè la sua primogenitura:
17 Poichè voi sapete che anche poi appresso, volendo eredar la benedizione, fu riprovato; perciocchè non trovò luogo a pentimento, benchè richiedesse quella con lagrime17 Imperocché sapete, come ancor poi bramando di essere erede della benedizione, fu rigettato; conciossiaché non trovò luogo a penitenza, quantunque con lagrime la ricercasse.
18 Imperocchè voi non siete venuti al monte che si toccava con la mano, ed al fuoco acceso, ed al turbo, ed alla caligine, ed alla tempesta;18 Imperocché non vi siete appressati al monte palpabile, e al fuoco ardente, e al turbine, e alla caligine, e alla bufera,
19 ed al suon della tromba, ed alla voce delle parole, la quale coloro che l’udirono richiesero che non fosse loro più parlato.19 E al suon della tromba, e al rimbombo delle parole, per cui que', che l'udirono, domandarono, che non fosse fatta lor più parola.
20 Perciocchè non potevano portare ciò che era ordinato: che se pure una bestia toccasse il monte, fosse lapidata o saettata.20 Imperocché non reggevano a quella intimazione: se anche una bestia toccherà il monte, sarà lapidata.
21 E tanto era spaventevole ciò che appariva Mosè disse: Io son tutto spaventato e tremante.21 E tanto era terribile quel, che vedeasi, che Mosé disse: sono spaurito, e tremante.
22 Anzi voi siete venuti al monte di Sion, ed alla Gerusalemme celeste, che è la città dell’Iddio vivente; ed alle migliaia degli angeli;22 Ma vi siete appressati al monte di Sion, e alla citta di Dio vivo, alla Gerusalemme celeste, e alla moltitudine di molte migliaja di Angeli,
23 all’universal raunanza, ed alla chiesa de’ primogeniti scritti ne’ cieli; e a Dio, giudice di tutti; ed agli spiriti de’ giusti compiuti.23 E alla Chiesa de' primogeniti, i quali sono registrati nel cielo, e a Dio giudice di tutti, e agli spiriti de' giusti perfetti,
24 Ed a Gesù mediatore del nuovo patto; ed al sangue dello spargimento, che pronunzia cose migliori che quello di Abele.24 E al mediatore della nuova alleanza Gesù, e all'aspersione di quel sangue, che parla meglio, che Abele.
25 Guardate che non rifiutiate colui che parla; perciocchè, se quelli non iscamparono, avendo rifiutato colui che rendeva gli oracoli sopra la terra; quanto meno scamperemo noi, se rifiutiamo colui che parla dal cielo?25 Badate di non rifiutare colui, che parla. Imperocché se per aver rifiutato colui, che loro parlava sopra la trini, quelli non ebbero scampo: molto più noi, volgendo le spalle a lui, che ci parla dal cielo:
26 La cui voce allora commosse la terra; ma ora egli ha dinunziato, dicendo: Ancora una volta io commoverò, non sol la terra, ma ancora il cielo.26 La voce del quale scosse allora la terra: e adesso fa promessa, dicendo i ancora una volta; e io sommoverò non solo la terra, ma anche il cielo.
27 Or quello: Ancora una volta, significa il sovvertimento delle cose commosse, come essendo state fatte; acciocchè quelle che non si commovono dimorino ferme.27 Or dacché egli dice: ancor una volta: dichiara la traslazione delle cose instabili come fattizie, affinchè quelle rimangano, che sono immobili.
28 Perciocchè, ricevendo il regno che non può esser commosso riteniamo la grazia, per la quale serviamo gratamente a Dio, con riverenza, e timore.28 Per la qual cosa attenendoci al regno immobile, abbiamo la grazia, per la quale accetti a Dio lo serviamo con timore, e riverenza.
29 Perciocchè anche l’Iddio nostro è un fuoco consumante29 Imperocché il nostro Dio è un fuoco divoratore.