Genesi 27
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BIBBIA CEI 2008 | VULGATA |
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1 Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi». | 1 Senuit autem Isaac, et caligaverunt oculi ejus, et videre non poterat : vocavitque Esau filium suum majorem, et dixit ei : Fili mi ? Qui respondit : Adsum. |
2 Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. | 2 Cui pater : Vides, inquit, quod senuerim, et ignorem diem mortis meæ. |
3 Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia per me della selvaggina. | 3 Sume arma tua, pharetram, et arcum, et egredere foras : cumque venatu aliquid apprehenderis, |
4 Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire». | 4 fac mihi inde pulmentum sicut velle me nosti, et affer ut comedam : et benedicat tibi anima mea antequam moriar. |
5 Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa. | 5 Quod cum audisset Rebecca, et ille abiisset in agrum ut jussionem patris impleret, |
6 Rebecca disse al figlio Giacobbe: «Ecco, ho sentito tuo padre dire a tuo fratello Esaù: | 6 dixit filio suo Jacob : Audivi patrem tuum loquentem cum Esau fratre tuo, et dicentem ei : |
7 “Portami della selvaggina e preparami un piatto, lo mangerò e poi ti benedirò alla presenza del Signore prima di morire”. | 7 Affer mihi de venatione tua, et fac cibos ut comedam, et benedicam tibi coram Domino antequam moriar. |
8 Ora, figlio mio, da’ retta a quel che ti ordino. | 8 Nunc ergo, fili mi, acquiesce consiliis meis : |
9 Va’ subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io preparerò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto. | 9 et pergens ad gregem, affer mihi duos hædos optimos, ut faciam ex eis escas patri tuo, quibus libenter vescitur : |
10 Così tu lo porterai a tuo padre, che ne mangerà, perché ti benedica prima di morire». | 10 quas cum intuleris, et comederit, benedicat tibi priusquam moriatur. |
11 Rispose Giacobbe a Rebecca, sua madre: «Sai bene che mio fratello Esaù è peloso, mentre io ho la pelle liscia. | 11 Cui ille respondit : Nosti quod Esau frater meus homo pilosus sit, et ego lenis : |
12 Forse mio padre mi toccherà e si accorgerà che mi prendo gioco di lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una benedizione». | 12 si attrectaverit me pater meus, et senserit, timeo ne putet me sibi voluisse illudere, et inducam super me maledictionem pro benedictione. |
13 Ma sua madre gli disse: «Ricada pure su di me la tua maledizione, figlio mio! Tu dammi retta e va’ a prendermi i capretti». | 13 Ad quem mater : In me sit, ait, ista maledictio, fili mi : tantum audi vocem meam, et pergens, affer quæ dixi. |
14 Allora egli andò a prenderli e li portò alla madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di suo padre. | 14 Abiit, et attulit, deditque matri. Paravit illa cibos, sicut velle noverat patrem illius. |
15 Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; | 15 Et vestibus Esau valde bonis, quas apud se habebat domi, induit eum : |
16 con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. | 16 pelliculasque hædorum circumdedit manibus, et colli nuda protexit : |
17 Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato. | 17 deditque pulmentum, et panes, quos coxerat, tradidit. |
18 Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». | 18 Quibus illatis, dixit : Pater mi ? At ille respondit : Audio. Quis es tu, fili mi ? |
19 Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Àlzati, dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica». | 19 Dixitque Jacob : Ego sum primogenitus tuus Esau : feci sicut præcepisti mihi : surge, sede, et comede de venatione mea, ut benedicat mihi anima tua. |
20 Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l’ha fatta capitare davanti». | 20 Rursumque Isaac ad filium suum : Quomodo, inquit, tam cito invenire potuisti, fili mi ? Qui respondit : Voluntas Dei fuit ut cito occurreret mihi quod volebam. |
21 Ma Isacco gli disse: «Avvicìnati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no». | 21 Dixitque Isaac : Accede huc, ut tangam te, fili mi, et probem utrum tu sis filius meus Esau, an non. |
22 Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù». | 22 Accessit ille ad patrem, et palpato eo, dixit Isaac : Vox quidem, vox Jacob est : sed manus, manus sunt Esau. |
23 Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo benedisse. | 23 Et non cognovit eum, quia pilosæ manus similitudinem majoris expresserant. Benedicens ergo illi, |
24 Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?». Rispose: «Lo sono». | 24 ait : Tu es filius meus Esau ? Respondit : Ego sum. |
25 Allora disse: «Servimi, perché possa mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve. | 25 At ille : Affer mihi, inquit, cibos de venatione tua, fili mi, ut benedicat tibi anima mea. Quos cum oblatos comedisset, obtulit ei etiam vinum. Quo hausto, |
26 Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicìnati e baciami, figlio mio!». | 26 dixit ad eum : Accede ad me, et da mihi osculum, fili mi. |
27 Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli abiti di lui e lo benedisse: «Ecco, l’odore del mio figlio come l’odore di un campo che il Signore ha benedetto. | 27 Accessit, et osculatus est eum. Statimque ut sensit vestimentorum illius fragrantiam, benedicens illi, ait : Ecce odor filii mei sicut odor agri pleni, cui benedixit Dominus. |
28 Dio ti conceda rugiada dal cielo, terre grasse, frumento e mosto in abbondanza. | 28 Det tibi Deus de rore cæli et de pinguedine terræ abundantiam frumenti et vini. |
29 Popoli ti servano e genti si prostrino davanti a te. Sii il signore dei tuoi fratelli e si prostrino davanti a te i figli di tua madre. Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto!». | 29 Et serviant tibi populi, et adorent te tribus : esto dominus fratrum tuorum, et incurventur ante te filii matris tuæ : qui maledixerit tibi, sit ille maledictus, et qui benedixerit tibi, benedictionibus repleatur. |
30 Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando tornò dalla caccia Esaù, suo fratello. | 30 Vix Isaac sermonem impleverat, et egresso Jacob foras, venit Esau, |
31 Anch’egli preparò un piatto, lo portò al padre e gli disse: «Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, per potermi benedire». | 31 coctosque de venatione cibos intulit patri, dicens : Surge, pater mi, et comede de venatione filii tui, ut benedicat mihi anima tua. |
32 Gli disse suo padre Isacco: «Chi sei tu?». Rispose: «Io sono il tuo figlio primogenito, Esaù». | 32 Dixitque illi Isaac : Quis enim es tu ? Qui respondit : Ego sum filius tuus primogenitus Esau. |
33 Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: «Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l’ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu giungessi, poi l’ho benedetto e benedetto resterà». | 33 Expavit Isaac stupore vehementi : et ultra quam credi potest admirans, ait : Quis igitur ille est qui dudum captam venationem attulit mihi, et comedi ex omnibus priusquam tu venires ; benedixique ei, et erit benedictus ? |
34 Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime grida. Disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». | 34 Auditis Esau sermonibus patris, irrugiit clamore magno : et consternatus, ait : Benedic etiam et mihi, pater mi. |
35 Rispose: «È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la benedizione che spettava a te». | 35 Qui ait : Venit germanus tuus fraudulenter, et accepit benedictionem tuam. |
36 Riprese: «Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato già due volte? Già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la mia benedizione!». E soggiunse: «Non hai forse in serbo qualche benedizione per me?». | 36 At ille subjunxit : Juste vocatum est nomen ejus Jacob : supplantavit enim me en altera vice : primogenita mea ante tulit, et nunc secundo surripuit benedictionem meam. Rursumque ad patrem : Numquid non reservasti, ait, et mihi benedictionem ? |
37 Isacco rispose e disse a Esaù: «Ecco, io l’ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l’ho provveduto di frumento e di mosto; ora, per te, che cosa mai potrei fare, figlio mio?». | 37 Respondit Isaac : Dominum tuum illum constitui, et omnes fratres ejus servituti illius subjugavi ; frumento et vino stabilivi eum : et tibi post hæc, fili mi, ultra quid faciam ? |
38 Esaù disse al padre: «Hai una sola benedizione, padre mio? Benedici anche me, padre mio!». Esaù alzò la voce e pianse. | 38 Cui Esau : Num unam, inquit, tantum benedictionem habes, pater ? mihi quoque obsecro ut benedicas. Cumque ejulatu magno fleret, |
39 Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse: «Ecco, la tua abitazione sarà lontano dalle terre grasse, lontano dalla rugiada del cielo dall’alto. | 39 motus Isaac, dixit ad eum : In pinguedine terræ, et in rore cæli desuper, |
40 Vivrai della tua spada e servirai tuo fratello; ma verrà il giorno che ti riscuoterai, spezzerai il suo giogo dal tuo collo». | 40 erit benedictio tua. Vives in gladio, et fratri tuo servies : tempusque veniet, cum excutias et solvas jugum ejus de cervicibus tuis. |
41 Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: «Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe». | 41 Oderat ergo semper Esau Jacob pro benedictione qua benedixerat ei pater : dixitque in corde suo : Venient dies luctus patris mei, et occidam Jacob fratrem meum. |
42 Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore, ed ella mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse: «Esaù, tuo fratello, vuole vendicarsi di te e ucciderti. | 42 Nuntiata sunt hæc Rebeccæ : quæ mittens et vocans Jacob filium suum, dixit ad eum : Ecce Esau frater tuus minatur ut occidat te. |
43 Ebbene, figlio mio, dammi retta: su, fuggi a Carran da mio fratello Làbano. | 43 Nunc ergo, fili mi, audi vocem meam, et consurgens fuge ad Laban fratrem meum in Haran : |
44 Rimarrai con lui qualche tempo, finché l’ira di tuo fratello si sarà placata. | 44 habitabisque cum eo dies paucos, donec requiescat furor fratris tui, |
45 Quando la collera di tuo fratello contro di te si sarà placata e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto, allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un solo giorno?». | 45 et cesset indignatio ejus, obliviscaturque eorum quæ fecisti in eum : postea mittam, et adducam te inde huc : cur utroque orbabor filio in uno die ? |
46 E Rebecca disse a Isacco: «Ho disgusto della mia vita a causa delle donne ittite: se Giacobbe prende moglie tra le Ittite come queste, tra le ragazze della regione, a che mi giova la vita?». | 46 Dixitque Rebecca ad Isaac : Tædet me vitæ meæ propter filias Heth : si acceperit Jacob uxorem de stirpe hujus terræ, nolo vivere. |