Numeri 22
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1Mi metterò di sentinella,
in piedi sulla fortezza,
a spiare, per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.
2Il Signore rispose e mi disse:
"Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette
perché la si legga speditamente.
3È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà".
4Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede.
5La ricchezza rende malvagi; il superbo non sussisterà;
spalanca come gli inferi le sue fauci
e, come la morte, non si sazia,
attira a sé tutti i popoli,
raduna per sé tutte le genti.
6Forse che tutti non lo canzoneranno,
non faranno motteggi per lui?
Diranno:
Guai a chi accumula ciò che non è suo,
- e fino a quando? -
e si carica di pegni!
7Forse che non sorgeranno a un tratto i tuoi creditori,
non si sveglieranno i tuoi esattori
e tu diverrai loro preda?
8Poiché tu hai spogliato molte genti,
gli altri popoli spoglieranno te,
a causa del sangue umano versato,
della violenza fatta alla regione,
alla città e ai suoi abitanti.
9Guai a chi è avido di lucro, sventura per la sua casa,
per mettere il nido in luogo alto,
e sfuggire alla stretta della sventura.
10Hai decretato il disonore alla tua casa;
hai soppresso popoli numerosi,
hai fatto del male contro te stesso.
11La pietra infatti griderà dalla parete
e dal tavolato risponderà la trave.
12Guai a chi costruisce una città sul sangue
e fonda un castello sull'iniquità.
13Non è forse volere del Signore degli eserciti
che i popoli fatichino per il fuoco
e le nazioni si stanchino per un nulla?
14Poiché, come le acque colmano il mare,
così la terra dovrà riempirsi
di conoscenza della gloria del Signore.
15Guai a chi fa bere i suoi vicini
versando veleno per ubriacarli
e scoprire le loro nudità.
16Ti sei saziato di vergogna, non di gloria.
Bevi, e ti colga il capogiro.
Si riverserà su di te il calice della destra del Signore
e la vergogna sopra il tuo onore,
17poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te
e il massacro degli animali ti colmerà di spavento,
a causa del sangue umano versato,
della violenza fatta alla regione,
alla città e a tutti i suoi abitanti.
18A che giova un idolo
perché l'artista si dia pena di scolpirlo?
O una statua fusa o un oracolo falso,
perché l'artista confidi in essi,
scolpendo idoli muti?
19Guai a chi dice al legno: "Svegliati",
e alla pietra muta: "Alzati".
Ecco, è ricoperta d'oro e d'argento
ma dentro non c'è soffio vitale.
20Il Signore risiede nel suo santo tempio.
Taccia, davanti a lui, tutta la terra!
Note:
Ab 2,1:sulla fortezza: con il TM; BJ con lQp Ab presenta: «sulla mia fortezza». risponderà: jashib, conget. (cf. sir.); il TM legge: 'ashib, «risponderò». - Il profeta veglia sul suo popolo come la sentinella sui bastioni (cf. Os 9,8+; Is 21,6-12; Ger 6,17; Ez 3,17; Ez 33,1-9; Sal 5,4).
Ab 2,3:un termine: da ciò l'ordine di scrivere. La rivelazione si avvererà «nel tempo fissato» (cf. Dn 8,19; Dn 8,26; Dn 10,14; Dn 11,27; Dn 11,35) e il documento scritto impegna per questo tempo la parola del Signore (cf. 2Pt 3,2), dimostrandone a suo tempo la veracità (cf. Is 8,1; Is 8,3; Is 30,8). - parla di una scadenza: alla lettera «e aspira a una scadenza». La visione è dotata d'una energia propria, in quanto esprime una parola di Dio tesa a realizzarsi (cf. Is 55,10-11). La liturgia di avvento utilizza questo versetto, in base alla traduzione greca che qui diverge, per esprimere l'attesa del Messia. Vedi anche Eb 10,37 .
Ab 2,4:soccombe colui (`ullap zû) che non ha l'animo retto: conget., il TM ha: «è tronfia (`uppelah), non è retta, la sua anima in lui»; volg. traduce: «chi è incredulo, la sua anima non sarà retta in lui»; i LXX leggono: «se egli diserta, la mia anima non si compiace in lui; ma il giusto vivrà della fede in me». - mentre i giusto vivrà per la sua fede, o «fedeltà» (BJ): questa sentenza, formulata in termini universali (cf. Is 3,10-11), esprime il contenuto della visione. La «fedeltà» (cf. Os 2,22; Ger 5,1; Ger 5,3; Ger 7,28; Ger 9,2 , ecc.) a Dio, cioè alla sua parola e alla sua volontà, caratterizza il «giusto» e gli assicura quaggiù sicurezza e vita (cf. Is 33,6; Sal 37,3; Pr 10,25 , ecc.). L'empio, che manca di questa «rettitudine», va alla rovina. In tale contesto (Ab 1,2-4; Ab 1,12-17; Ab 2,5-18) si tratta qui rispettivamente del caldeo e di Giuda. Il giusto Giuda vivrà, l'oppressore perirà. Nel testo dei LXX, dove «fedeltà» diventa «fede», san Paolo leggerà la dottrina della giustificazione per mezzo della fede.
Ab 2,5:rende malvagi: BJ rende: «tradisce» con IQp Ab; il TM legge: «il vino (è) traditore».
Ab 2,6:Non faranno motteggi: ûmelicah jahûdû, conget.; il TM legge: dmelfcah hfdof «e un motteggio, enigmi». - Diranno: con 1Qp Ab e LXX; il TM legge: «dirà». - La satira mashal, è una strofa canzonatoria che si serve della metafora. Il motteggio, melicah, è un enigma, che deve essere interpretato. Questi termini caratterizzano il genere letterario delle cinque imprecazioni: in forma solenne di profezie, si hanno minacce proferite in termini velati. - Guai a chi accumula: è contro l'avidità del conquistatore. Il pensiero ha la sottigliezza dei discorsi parabolici. Il caldeo che s'impadronisce dei beni altrui ne diventa debitore. A questo titolo, sarà a sua volta preda dei popoli spogliati, divenuti suoi creditori. E la legge del taglione (Es 21,25+).
Ab 2,9:Guai a chi è avido: il caldeo avrà la sorte dell'uomo che si è arricchito con guadagni illeciti: non gli resterà nulla.
Ab 2,10:hai soppresso: con le versioni; il TM legge: «sopprimere».
Ab 2,11:«Casa» costruita con guadagni illeciti: pietra e legno gridano vendetta contro l'ingiusto possessore.
Ab 2,12:Guai a chi costruisce: contro la politica di violenza.
Ab 2,13:Non è forse: con le versioni; il TM legge: «ecco», formula di citazione (cf. 2Cr 25,26) che introduce una parola del Signore negli stichi seguenti.
Ab 2,15:Guai a chi fa bere: cinismo del conquistatore, visto come un uomo che in un'orgia fa bere i suoi vicini per avvilirli; la loro ignominia sarà la sua. Su questo ruolo attribuito a Babilonia, cf. Ger 51,7 ; a Ninive, cf. Na 3,4-7 . - i suoi vicini: con lQp Ab; il TM legge: «il suo vicino». - versando: senso incerto. - veleno: BJ, con lQp Ab, Simmaco e volg., ha «il suo veleno» (cf. Dt 32,24; Dt 32,33; Sal 58,5; Sal 140,4 ; o «la sua collera»); il TM legge: «il tuo veleno».
Ab 2,16:Bevi: orgia e vergogna del caldeo non circonciso, a sua volta ubriaco.
Ab 2,17:al Libano: il Libano devastato (cf. Is 37,24), i cui cedri Nabucodònosor sfruttò per le sue costruzioni (cf. Is 14,8), può essere anche simbolo d'Israele (cf. Is 33,9; Ger 21,14; Ger 22,6-7; Ger 22,20-23).
Ab 2,18:Questo v è trasferito da BJ dopo il v 19, come sembra esigerlo il senso.
Ab 2,19:Guai a chi dice: è contro l'idolatria insensata del caldeo. - Dopo «àlzati» (dal sonno), BJ inserisce: «è l'oracolo», glossa forse proveniente dal v 18b.
Ab 2,20:santo tempio: il tempio di Gerusalemme, ma soprattutto il palazzo celeste, da cui il Signore sta per uscire (cf. Ab 3,3s). - Taccia... tutta la terra: questo silenzio prepara la teofania di Ab 3,3-15 (cf. Is 41,1; Sal 76,9-10).
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Gen Es Lv Nm Dt Gs Gdc Rt 1Sam 2Sam 1Re 2Re 1Cr 2Cr Esd Ne Tb Gdt Est 1Mac 2Mac Gb Sal Pr Qo Ct Sap Sir Is Ger Lam Bar Ez Dn Os Gl Am Abd Gn Mi Na Ab Sof Ag Zc Ml Mt Mc Lc Gv At Rm 1Cor 2Cor Gal Ef Fil Col 1Ts 2Ts 1Tm 2Tm Tt Fm Eb Gc 1Pt 2Pt 1Gv 2Gv 3Gv Gd Ap