Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Giobbe 31


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA VOLGARE
1 Avevo stretto con gli occhi un patto
di non fissare neppure una vergine.
1 Feci io patto cogli occhi miei, acciò ch' io in verità non pensassi della vergine.
2 Che parte mi assegna Dio di lassù
e che porzione mi assegna l'Onnipotente dall'alto?
2 Adunque che parte avrebbe Iddio di sopra a me, e la ereditade all' Onnipotente di cose eccelse?
3 Non è forse la rovina riservata all'iniquo
e la sventura per chi compie il male?
3 Or non è perdizione al malvagio, e alienazione a coloro che òperano la ingiustizia?
4 Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
4 Or non considera elli le mie vie, e tutti li andamenti miei annumera?
5 Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
5 Se io andai nella vanitade, e affrettossi lo piede mio in inganno;
6 mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconoscerà la mia integrità.
6 pona me nella giusta statera, e sappia Iddio la mia simplicitade.
7 Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguito i miei occhi,
se alla mia mano si è attaccata sozzura,
7 Se si partì l'andamento mio della via, se seguitò l'occhio mio il cuore, e nelle mie mani s'appiccò macchia;
8 io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
8 seminarò, e uno altro mangerà; e la mia schiatta sarà deradicata.
9 Se il mio cuore fu sedotto da una donna
e ho spiato alla porta del mio prossimo,
9 Se ingannato è lo cuore mio sopra la femina, e se io assediai l'uscio dell' amico mio;
10 mia moglie macini per un altro
e altri ne abusino;
10 meretrice sia di un altro la moglie mia, e sopra quella si distendano gli. altri.
11 difatti quello è uno scandalo,
un delitto da deferire ai giudici,
11 Certo questo è fellonia, e massima iniquitade.
12 quello è un fuoco che divora fino alla
distruzione
e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
12 Fuoco è, devorante insino alla perdizione, e deradicante ogni generazione (mia).
13 Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
13 Se disprezzai di sottoporre me allo giudicio col servo mio e l' ancilla mia, quando contendevano contro a me;
14 che farei, quando Dio si alzerà,
e, quando farà l'inchiesta, che risponderei?
14 che adunque faroe, quando si leverae Iddio a giudicare? e quando addomanderae, che responderò a lui?
15 Chi ha fatto me nel seno materno, non ha fatto
anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel seno?
15 Or non fece me nel ventre, il quale e quello fece, e formò me uno nella vulva?
16 Mai ho rifiutato quanto brama il povero,
né ho lasciato languire gli occhi della vedova;
16 Se io negai alli poveri quello che vole ano, e feci aspettare l'occhio della vedova;
17 mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
senza che ne mangiasse l'orfano,
17 se io mangiai la mia fetta solo, e non mangioe lo pupillo di quella;
18 poiché Dio, come un padre, mi ha allevato fin
dall'infanzia
e fin dal ventre di mia madre mi ha guidato.
18 perciò che dalla mia fanciullezza crescè meco la miserazione, e del ventre della madre mia venne meco;
19 Se mai ho visto un misero privo di vesti
o un povero che non aveva di che coprirsi,
19 se disprezzai colui che passava, per ch' elli non avea il vestire, e lo povero sanza coprimento;
20 se non hanno dovuto benedirmi i suoi fianchi,
o con la lana dei miei agnelli non si è riscaldato;
20 se non benedissero me li lati suoi, e della lana delle pecore mie s'è riscaldato;
21 se contro un innocente ho alzato la mano,
perché vedevo alla porta chi mi spalleggiava,
21 s' io levai sopra lo pupillo la mia mano, eziandio quando vedeva[mi] superiore nella porta;
22 mi si stacchi la spalla dalla nuca
e si rompa al gomito il mio braccio,
22 l'omero mio delle sue giunture caggia, e lo mio braccio colle sue ossa sieno contrite.
23 perché mi incute timore la mano di Dio
e davanti alla sua maestà non posso resistere.
23 Certo sempre, sì come onde di mare gonfiate sopra me, temetti Iddio, e lo suo carico non potei portare.
24 Se ho riposto la mia speranza nell'oro
e all'oro fino ho detto: "Tu sei la mia fiducia";
24 S' io pensai che l'oro fosse mia fortezza, e all' oro ottimo e risplendente dissi: tu sei la fidanza mia;
25 se godevo perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano;
25 s' io mi rallegrai sopra le molte mie ricchezze, e perciò che più cose trovò la mia mano;
26 se vedendo il sole risplendere
e la luna chiara avanzare,
26 s' io vidi lo sole quando risplendea, e la luna andante chiaramente;
27 si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
27 e rallegrato è in ascoso lo mio cuore, e basciai la mia mano colla mia bocca;
28 anche questo sarebbe stato un delitto da tribunale,
perché avrei rinnegato Dio che sta in alto.
28 la quale è massima iniquitade, e negazione contro a Dio altissimo;
29 Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico
e ho esultato perché lo colpiva la sventura,
29 S' io mi rallegrai della rovina di colui che mi odiava, e rallegra'mi di colui, che li fosse venuto male;
30 io che non ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurando la sua morte con imprecazioni?
30 in veritade io non diedi al peccare la mia gola, acciò ch' io addomandassi maledicente l' anima sua;
31 Non diceva forse la gente della mia tenda:
"A chi non ha dato delle sue carni per saziarsi?".
31 se non dissero gli uomini del mio tabernacolo chi ci darae della carne sua acciò che noi ci saziamo?
32 All'aperto non passava la notte lo straniero
e al viandante aprivo le mie porte.
32 di fuori non stette lo peregrino; l'uscio mio si manifestò allo viandante;
33 Non ho nascosto, alla maniera degli uomini, la mia
colpa,
tenendo celato il mio delitto in petto,
33 s'io nascosi, quasi come uomo, lo mio peccato, e celai nello seno mio la mia iniquitade;
34 come se temessi molto la folla,
e il disprezzo delle tribù mi spaventasse,
sì da starmene zitto senza uscire di casa.
34 se io mi spaventai alla troppo moltitudine, e lo disprezzo delli più prossimi spaurì me; e non maggiormente tacetti, e non uscii fuori dell' uscio;
35 Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
35 chi darà a me auditore, acciò che l' Onnipotente oda il mio desiderio; e lo libro scriva colui che giudica;
36 vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
36 acciò che collo mio omero lo porti, e poni intorno a quello, sì come corona a me?
37 Il numero dei miei passi gli manifesterei
e mi presenterei a lui come sovrano.
37 Per tutti li miei gradi pronunzierò quello, e sì come a principe io offerirò lui.
38 Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono con essa;
38 Se contro a me la mia terra grida, e con lei gli solchi suoi piangono;
39 se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare dalla fame i suoi coltivatori,
39 se li frutti suoi mangiai sanza pecunia, l'anima delli lavoratori tormentai;
40 in luogo di frumento, getti spine,
ed erbaccia al posto dell'orzo.
40 per lo grano naschi a me lo tribolo, e per l'orzo la spina.