Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Ecclesiasticus 38


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Honora medicum propter necessitatem :
etenim illum creavit Altissimus.
1 Onora il medico per la necessitade; certo Iddio il creoe.
2 A Deo est enim omnis medela,
et a rege accipiet donationem.
2 Ogni medicina è da Dio, e dal re riceverà dono.
3 Disciplina medici exaltabit caput illius,
et in conspectu magnatorum collaudabitur.
3 La disciplina del medico, esaltoe il capo del medico, e nel cospetto de' grandi uomini fia laudato.
4 Altissimus creavit de terra medicamenta,
et vir prudens non abhorrebit illa.
4 L' Altissimo creoe le medicine di terra, e il savio uomo non averà quelle medicine in orrore.
5 Nonne a ligno indulcata est aqua amara ?
5 Or non è l'acqua amara fatta dolce dal legno?
6 Ad agnitionem hominum virtus illorum :
et dedit hominibus scientiam Altissimus,
honorari in mirabilibus suis.
6 E fu data al conoscimento delli uomini la virtude delle medicine (di quelle cose s' appartiene); e l' Altissimo diede la scienza alli uomini, per essere onorato nelle sue maraviglie.
7 In his curans mitigabit dolorem :
et unguentarius faciet pigmenta suavitatis,
et unctiones conficiet sanitatis :
et non consummabuntur opera ejus.
7 Con queste cose il medico mitiga la doglia, e l' unguentario farà (d' esse) unguenti di soavitade, e comporranne unzioni di sanitade; e non si finiranno l' opere sue.
8 Pax enim Dei super faciem terræ.
8 La pace di Dio sopra la faccia della terra.
9 Fili, in tua infirmitate ne despicias teipsum :
sed ora Dominum, et ipse curabit te.
9 Figliuolo, nella tua infermitade non dispregiare te medesimo; ma adora Iddio, acciò ch' egli ti guarisca.
10 Averte a delicto, et dirige manus,
et ab omni delicto munda cor tuum.
10 Partiti dal peccato, e dirizza le tue mani, e monda il cuore tuo da ogni peccato.
11 Da suavitatem et memoriam similaginis,
et impingua oblationem, et da locum medico :
11 Dà soavitade e memoria di oblazione, e ingrassa l'offerta, e dà luogo al medico;
12 etenim illum Dominus creavit, et non discedat a te,
quia opera ejus sunt necessaria.
12 però che Iddio il creoe; e non si parta da te, però che le opere sue sono necessarie.
13 Est enim tempus quando in manus illorum incurras :
13 Egli è tempo, che tu corri nelle mani loro.
14 ipsi vero Dominum deprecabuntur, ut dirigat requiem eorum,
et sanitatem, propter conversationem illorum.
14 E loro pregheranno Iddio, che ti dirizzi il riposo loro, e la sanitade (tua) per la loro conversazione (teco).
15 Qui delinquit in conspectu ejus qui fecit eum,
incidet in manus medici.
15 Chi pecca nel cospetto di colui che il fece, caderae nelle mani del medico.
16 Fili, in mortuum produc lacrimas,
et quasi dira passus incipe plorare :
et secundum judicium contege corpus illius,
et non despicias sepulturam illius.
16 Figliuolo, produci lacrime verso il morto, e sì come tu avessi infermitade comincia a piangere; e secondo la condizione cuopri il corpo di colui, e non disprezzare la sua sepoltura.
17 Propter delaturam autem amare fer luctum illius uno die,
et consolare propter tristitiam :
17 Per lo suo partimento amaramente porta il dolore di colui uno die, e consòlati per la tristizia.
18 et fac luctum secundum meritum ejus
uno die, vel duobus, propter detractionem :
18 E fa pianto, secondo il merito suo, uno die o due, per rimuover la mormorazione.
19 a tristitia enim festinat mors, et cooperit virtutem,
et tristitia cordis flectit cervicem.
19 Dalla tristizia viene tosto la morte, (e impedisce) e cuopre la virtù (vitale); e la tristizia del cuore ripiega la testa dell' uomo.
20 In abductione permanet tristitia,
et substantia inopis secundum cor ejus.
20 La tristizia dimora nel ricusamento della consolazione; e la sostanza del povero sì è secondo il cuore suo.
21 Ne dederis in tristitia cor tuum,
sed repelle eam a te, et memento novissimorum.
21 Non darai in tristizia il cuore tuo; ma cacciala da te, e stiati a mente del fine.
22 Noli oblivisci, neque enim est conversio :
et huic nihil proderis, et teipsum pessimabis.
22 E non lo ti dimenticare; però che non deve ritornare chi muore; e a costui non gioveresti niente, e te medesimo peggioreresti.
23 Memor esto judicii mei : sic enim erit et tuum :
mihi heri, et tibi hodie.
23 Ricorditi della sentenza mia; però che così sarà di te; a me fu jeri, e a te fia oggi.
24 In requie mortui requiescere fac memoriam ejus,
et consolare illum in exitu spiritus sui.
24 (Al fine) fa riposare la memoria del morto nel riposo suo; e consola lui nello suscitamento della sua anima.
25 Sapientia scribæ in tempore vacuitatis,
et qui minoratur actu sapientiam percipiet,
qua sapientia replebitur.
25 Nota la sapienza nel tempo che tu starai in ozio; e chi scema nell' operare apprenderae la sapienza: però ch' elli si riempierae di sapienza
26 Qui tenet aratrum,
et qui gloriatur in jaculo, stimulo boves agitat,
et conversatur in operibus eorum,
et enarratio ejus in filiis taurorum.
26 chi tiene l'aratro, e chi si gloria nello lanciotto, col pungitoio tocca i buoi, e conversa nell'opera di quelli, e il suo parlare è ne' figliuoli de' buoi.
27 Cor suum dabit ad versandos sulcos,
et vigilia ejus in sagina vaccarum.
27 Il cuore suo darae a volgere gli solchi, il suo vegliare nello ingrassare delle vacche.
28 Sic omnis faber et architectus,
qui noctem tamquam diem transigit :
qui sculpit signacula sculptilia,
et assiduitas ejus variat picturam :
cor suum dabit in similitudinem picturæ,
et vigilia sua perficiet opus.
28 Così ogni maestro di legname e artefice, il quale lavora la notte come il die; colui che intaglia figure rilevate, e la sua sollecitudine è in variare dipinture; darae il cuore suo nella similitudine della pittura, e nella sua vigilia compie l'opera.
29 Sic faber ferrarius sedens juxta incudem,
et considerans opus ferri :
vapor ignis uret carnes ejus,
et in calore fornacis concertatur.
29 Così è il fabbro, tenendosi presso all' incudine, e considerando il lavoro del ferro; il vapore del fuoco arderae le carni sue, e nel calore della fornace combatte.
30 Vox mallei innovat aurem ejus,
et contra similitudinem vasis oculus ejus.
30 La voce del martello innuova li suoi orecchi, e l'occhio suo (intende e) cerca la somiglianza del vasello.
31 Cor suum dabit in consummationem operum,
et vigilia sua ornabit in perfectionem.
31 Il cuore suo darae nel compimento dell' opera, e la vigilia sua adornerae il difetto.
32 Sic figulus sedens ad opus suum,
convertens pedibus suis rotam,
qui in sollicitudine positus est semper propter opus suum,
et in numero est omnis operatio ejus.
32 Così è il pentolaio, sedendo all' opera sua, volgendo co' piedi suoi la ruota; il quale sta sempre in luogo solitario per l'opera sua, e sanza numero è ogni sua operazione.
33 In brachio suo formabit lutum,
et ante pedes suos curvabit virtutem suam.
33 Col braccio suo formerae il luto, e dinanzi a' piedi suoi chinerae la forza sua.
34 Cor suum dabit ut consummet linitionem,
et vigilia sua mundabit fornacem.
34 Il cuore suo darà per comperare le limature, e la sua vigilia monderae la fornace.
35 Omnes hi in manibus suis speraverunt,
et unusquisque in arte sua sapiens est.
35 Tutti questi sperano nelle loro mani, e ciascuno è savio nell'arte sua.
36 Sine his omnibus non ædificatur civitas,
36 Sanza tutti questi non si edificherae la cittade.
37 et non inhabitabunt, nec inambulabunt,
et in ecclesiam non transilient.
37 E non persevereranno, e non anderanno dentro, e non translateranno nella chiesa.
38 Super sellam judicis non sedebunt,
et testamentum judicii non intelligent,
neque palam facient disciplinam et judicium,
et in parabolis non invenientur :
38 Non sederanno sopra la sedia del giudice, e non intenderanno il testamento del giudicio; manifestamente [non] faranno disciplina e giudicio, e non saranno trovati nelli proverbii.
39 sed creaturam ævi confirmabunt :
et deprecatio illorum in operatione artis,
accomodantes animam suam,
et conquirentes in lege Altissimi.
39 Ma confermeranno la creatura del mondo; il priego di quelli si è nella operazione dell' arte, i quali prestano l'anima sua, agguadagnando nella legge dello Altissimo.