Scrutatio

Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Re 5


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DIODATIBIBBIA RICCIOTTI
1 OR Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, era uomo grande appo il suo signore, e molto onorato; perciocchè per lui il Signore avea date delle vittorie a’ Siri; ma quest’uomo, possente e prode, era lebbroso.1 - Naaman capo dell'esercito del re di Siria, era uomo di grande autorità presso il suo signore e tenuto in molta considerazione, poichè per mezzo suo il Signore aveva salvata la Siria. Era anche uomo forte e ricco, ma lebbroso.
2 Or alcune schiere de’ Siri uscirono per fare una correria, e menarono prigione dal paese d’Israele una piccola fanciulla; ed ella, essendo al servigio della moglie di Naaman,2 Ora dalla Siria erano usciti dei predoni e avevano condotta prigioniera della terra d'Israele una piccola fanciulla, che stava al servizio della moglie di Naaman.
3 disse alla sua signora: Piacesse a Dio che il mio signore fosse appresso del profeta, ch’è in Samaria; egli l’avrebbe tosto liberato dalla sua lebbra.3 Costei disse alla sua padrona: «Oh, se il mio padrone andasse dal profeta che è in Samaria, senza dubbio sarebbe guarito dalla lebbra che ha!».
4 E Naaman venne al suo signore, e gli dichiarò la cosa, dicendo: Quella fanciulla, ch’è del paese d’Israele, ha parlato così e così.4 Naaman allora si portò dal suo signore e gli disse: «Così e così ha parlato una fanciulla della terra d'Israele».
5 E il re di Siria gli disse: Or su, vacci; ed io ne manderò lettere al re d’Israele. Egli adunque andò, e prese in mano dieci talenti d’argento, e seimila sicli d’oro, e dieci mute di vestimenti.5 Il re della Siria gli rispose: «Va', ed io manderò una lettera al re d'Israele». Naaman se ne partì e prese seco dieci talenti d'argento e seimila sicli d'oro e dieci mute di vestiti;
6 E portò le lettere al re d’Israele, il cui tenore era questo: Ora, come queste lettere saranno pervenute a te, sappi che io ti ho mandato Naaman, mio servitore, acciocchè tu lo liberi dalla sua lebbra.6 e portò al re d'Israele la lettera concepita in questi termini: «Quando riceverai questa lettera, sappi che ho mandato a te Naaman, mio servo, affinchè procuri di guarirlo dalla sua lebbra».
7 E quando il re d’Israele ebbe lette le lettere, stracciò i suoi vestimenti, e disse: Sono io Dio, da far morire, e da tornare in vita, che costui mi manda che io liberi un uomo dalla sua lebbra? ma del certo sappiate ora, e vedete ch’egli cerca occasione contro a me.7 Quando il re d'Israele ebbe letta questa lettera, si stracciò le vesti e disse: «Son io forse Dio, da poter uccidere e ridonare la vita, per indirizzare a me quest'uomo, affinchè lo guarisca dalla sua lebbra? Ponete ben mente e vedete che costui cerca pretesti contro di me».
8 Ma come Eliseo, uomo di Dio, ebbe inteso che il re d’Israele avea stracciati i suoi vestimenti, gli mandò a dire: Perchè hai stracciati i tuoi vestimenti? venga pur Naaman a me, e conoscerà che vi è un profeta in Israele8 Avendo Eliseo, l'uomo di Dio, udito ciò, che cioè il re si era stracciato le vesti, mandò a dirgli: «Perchè ti sei stracciato le vesti? Venga egli da me e saprà che vi è un profeta in Israele».
9 Naaman adunque venne, co’ suoi cavalli, e col suo carro, e si fermò alla porta della casa di Eliseo.9 Naaman dunque venne coi cavalli e coi carri e si fermò alla porta della casa di Eliseo;
10 Ed Eliseo mandò a dirgli per un messo: Va’, lavati sette volte nel Giordano, e la carne ti ritornerà sana e netta.10 ed Eliseo gli mandò un messo a dirgli: «Va', lavati sette volte nel Giordano e la tua carne riacquisterà la sanità e tu sarai mondato».
11 Ma Naaman si adirò, e se ne andò, e disse: Ecco, io diceva fra me stesso: Egli del tutto uscirà fuori, e si fermerà, ed invocherà il Nome del Signore Iddio suo, e menerà la mano sopra il luogo, e libererà il lebbroso.11 Naaman, sdegnato, se ne andava, dicendo: «Io pensavo che egli sarebbe uscito incontro a me e stando in piedi avrebbe invocato il nome del Signore Dio suo, e avrebbe toccato con la sua mano il luogo della lebbra, e mi avrebbe curato.
12 Abana e Parpar, fiumi di Damasco, non vagliono essi meglio che tutte le acque d’Israele? non mi potrei io lavare in essi, ed esser nettato? Egli adunque si rivolse indietro, e se ne andava via tutto cruccioso.12 Forse non sono migliori i fiumi di Damasco, l'Abana, e il Farfar, di tutte le acque d'Israele, perchè io m'abbia a lavare in esse ed essere mondato?». Mentre adunque si era voltato per andarsene pieno di collera,
13 Ma i suoi servitori si accostarono, e gli fecero motto, e dissero: Padre mio, se il profeta ti avesse detta qualche gran cosa, non l’avresti tu fatta; quanto più devi tu far ciò ch’egli ti ha detto: Lavati, e sarai netto?13 gli si accostarono i suoi servi e gli dissero: «Padre, se il profeta ti avesse ordinato di fare qualsiasi cosa difficile, tu senza dubbio l'avresti fatta; quanto più ora che ti ha detto: - Lavati e sarai mondato -?».
14 Egli adunque scese, e si tuffò sette volte nel Giordano, secondo la parola dell’uomo di Dio; e la carne gli ritornò simile alla carne di un piccol fanciullo, e fu netto14 Discese quindi e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e la sua carne divenne la carne di un fanciullo, e fu mondato.
15 Allora egli ritornò all’uomo di Dio, con tutto il suo seguito, e venne, e si presentò davanti a lui, e disse: Ecco, ora io conosco che non vi è alcun Dio in tutta la terra, se non in Israele; ora dunque, ti prego, prendi un presente dal tuo servitore.15 Ritornato poi dall'uomo di Dio con tutto il seguito, venne alla presenza di lui e disse: «Veramente capisco che non vi è altro Dio su tutta la terra all'infuori del Dio d'Israele. Ed ora, te ne prego, accetta un regalo dal tuo servo».
16 Ma Eliseo disse: Come il Signore, al quale io servo, vive, io nol prenderò. E benchè Naaman gli facesse forza di prenderlo, pure lo ricusò.16 Ma egli rispose: «Viva il Signore innanzi al quale io sto! io non accetterò nulla». E benchè Naaman lo sforzasse egli non volle assolutamente piegarsi.
17 E Naaman disse: Or non potrebbesi egli dare al tuo servitore il carico di due muli di terra? conciossiachè il tuo servitore non sia più per fare olocausto, nè sacrificio, ad altri dii, ma solo al Signore.17 Disse allora Naaman: «Sia come vuoi, ma, ti prego, permetti a me tuo servo di prendere tanta terra quanta ne portano due muli, poichè il tuo servo non offrirà più olocausti o vittime agli dèi stranieri, ma solo al Signore.
18 Il Signore voglia perdonar questa cosa al tuo servitore, se io m’inchino nel tempio di Rimmon, quando il mio signore entrerà in esso per adorare, e si appoggerà sopra la mia mano; il Signore perdoni al tuo servitore questa cosa, se io m’inchino nel tempio di Rimmon.18 Questa sola cosa tu domanderai pel servo tuo al Signore, che quando il mio padrone entrerà nel tempio di Remmon per adorarlo e si appoggerà alla mia mano, se io adorerò nel tempio di Remmon nell'atto in cui egli adorerà in quello stesso luogo, il Signore perdoni a me suo servo per questa cosa».
19 Ed Eliseo gli disse: Vattene in pace. Ed egli si partì da lui. Ed era già camminato un miglio di paese19 Eliseo gli disse: «Va' in pace». Egli adunque se ne partì da lui nella migliore stagione dell'anno.
20 E Ghehazi, servitore di Eliseo, uomo di Dio, disse: Ecco, il mio signore si è astenuto di prendere di mano di questo Naaman Siro ciò ch’egli avea portato; come vive il Signore, io gli correrò dietro, e prenderò da lui qualche cosa.20 Giezi, il servo dell'uomo di Dio, disse: «Il mio signore fu troppo indulgente con questo Naaman Siro, non accettando da lui quello che gli aveva portato. Viva il Signore! io gli correrò dietro e mi farò dare qualche cosa da lui».
21 Ghehazi dunque corse dietro a Naaman; e come Naaman vide ch’egli gli correva dietro, si gittò giù dal carro incontro a lui, e disse: Va ogni cosa bene?21 E Giezi corse dietro a Naaman, il quale, vedendo che gli correva dietro, discese dal carro, gli mosse incontro e chiese: «Va bene tutto?».
22 Ed egli disse: Bene. Il mio signore mi ha mandato a dirti: Ecco, pure ora son venuti a me dal monte di Efraim due giovani, de’ figliuoli de’ profeti; deh! da’ loro un talento d’argento, e due mute di vestimenti.22 Ed egli rispose: «Benissimo. Il mio padrone mi manda a dirti: - Son venuti da me dal monte di Efraim due giovani dei figli di profeti; dà loro un talento d'argento e due mute di vesti -».
23 E Naaman disse: Prendi pur due talenti; e gliene fece forza; e fece legare due talenti di argento in due sacchetti, e piegar due mute di vestimenti; e diede queste cose a due suoi servitori, che le portassero davanti a lui.23 Gli rispose Naaman: «È meglio che tu prenda due talenti», e l'obbligò e legò due talenti d'argento in due sacchi e diede le due mute di vesti e ne caricò due suoi servi che li portarono dinanzi a lui.
24 E quando egli fu giunto alla rocca, tolse quelle cose di man di coloro, e le ripose in una casa; poi rimandò quegli uomini, ed essi se ne andarono.24 Essendo già sera quando arrivarono, Giezi prese il tutto dalle loro mani e se lo mise in casa e congedò i due uomini, i quali se ne andarono.
25 Ed egli venne, e si presentò al suo signore. Ed Eliseo gli disse: Onde vieni, Ghehazi? Ed egli rispose: Il tuo servitore non è andato nè qua nè là.25 Egli poi entrato, si presentò al suo padrone. Eliseo gli domandò: «Donde vieni, o Giezi?». Questi rispose: «Il tuo servo non è andato in verun luogo».
26 Ma egli gli disse: Il cuor mio non era egli andato là, quando quell’uomo ti si voltò incontro d’in sul suo carro? È egli tempo di prender danari, e vestimenti, e ulivi, e vigne, e pecore, e buoi, e servi, e serve?26 Ma Eliseo gli disse: «Non era forse presente il mio spirito allorchè quell'uomo ha lasciato il suo carro per venirti incontro? Tu ora dunque hai ricevuto dell'argento e hai ricevuto delle vesti per comperarti oliveti e vigne, pecore e buoi, servi e ancelle;
27 Perciò, la lebbra di Naaman si attaccherà a te, e alla tua progenie, in perpetuo. Ed egli se ne uscì dalla presenza di esso, tutto lebbroso, bianco come neve27 ma anche la lebbra di Naaman s'attaccherà a te, e alla tua discendenza in perpetuo!». E Giezi uscì di là, lebbroso [bianco] come la neve.