Scrutatio

Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

Genesi 37


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DIODATIBIBBIA RICCIOTTI
1 OR Giacobbe abitò nel paese dove suo padre era andato peregrinando, nel paese di Canaan.1 - Giacobbe dunque abitò nella terra di Canaan, nella quale suo padre era stato pellegrino.
2 E le generazioni di Giacobbe furono quelle. Giuseppe, essendo giovane, d’età di diciassette anni, pasturava le gregge, coi suoi fratelli, co’ figliuoli di Bilha, e coi figliuoli di Zilpa, mogli di suo padre. Ed egli rapportava al padre loro la mala fama che andava attorno di loro.2 E questa è la serie dei suoi figliuoli. Giuseppe, ancor giovinetto, essendo di sedici anni, pasceva il gregge co' suoi fratelli, e si trovava coi figli di Bala e Zelfa mogli del padre suo, ed accusò al padre i fratelli di un peccato gravissimo.
3 Or Israele amava Giuseppe più che tutti gli altri suoi figliuoli; perciocchè gli era nato nella sua vecchiezza, e gli fece una giubba vergata.3 Ora Israele amava Giuseppe più che tutti gli altri figliuoli, avendolo generato da vecchio, e gli aveva fatto una veste di vari colori.
4 E i suoi fratelli, veggendo che il padre loro l’amava più che tutti i suoi fratelli, l’odiavano, e non potevano parlar con lui in pace4 I fratelli poi, vedendo che era amato dal padre più di tutti i figliuoli, lo odiavano, e non potevano parlar con lui senz'adirarsi.
5 E Giuseppe sognò un sogno, ed egli lo raccontò a’ suoi fratelli; ed essi l’odiarono vie maggiormente.5 Accadde ancora ch'egli raccontò ai fratelli un sogno di lui avuto; il che fu seme in essi d'un odio anche più grande.
6 Egli adunque disse loro: Deh! udite questo sogno che io ho sognato.6 Disse a loro: «Udite il sogno che ho avuto.
7 Ecco, noi legavamo i covoni in mezzo di un campo; ed ecco, il mio covone si levò su, ed anche si tenne ritto; ed ecco, i vostri covoni furon d’intorno al mio covone, e gli s’inchinarono.7 Mi pareva che noi legassimo i manipoli nel campo, e che il manipolo mio s'alzasse e stesse su, e che i manipoli vostri intorno adorassero il mio».
8 E i suoi fratelli gli dissero: Regneresti tu pur sopra noi? signoreggeresti tu pur sopra noi? Essi adunque l’odiarono vie maggiormente per i suoi sogni, e per le sue parole.8 Risposero i suoi fratelli: «Sarai tu forse re nostro? O saremo noi sottoposti al tuo dominio?». Questa cosa dunque dei sogni e dei discorsi fomentò l'invidia e l'odio tra loro.
9 Ed egli sognò ancora un altro sogno, e lo raccontò a’ suoi fratelli, dicendo: Ecco, io ho sognato ancora un sogno: ed ecco, il sole, e la luna, ed undici stelle, mi s’inchinavano.9 Ebbe ancora un altro sogno, e lo raccontò ai fratelli, dicendo: «Ho visto in sogno come se il sole e la luna ed undici stelle mi adorassero».
10 Ed egli lo raccontò a suo padre, e a’ suoi fratelli. E suo padre lo sgridò, e gli disse: Quale è questo sogno che tu hai sognato? avremo noi, io, e tua madre, e i tuoi fratelli, pure a venire ad inchinarci a te a terra?10 Il che avendo riportato al padre ed ai fratelli, il padre lo ammonì e gli disse: «Che cosa significa questo tuo sogno? Forse io e la madre tua ed i tuoi fratelli dovremo adorarti fino a terra?».
11 E i suoi fratelli gli portavano invidia; ma suo padre riserbava appo sè queste parole11 Lo invidiarono dunque i suoi fratelli, ed il padre tacendo ripensava a queste cose.
12 Or i suoi fratelli andarono a pasturar le gregge del padre loro in Sichem.12 Stando ora i suoi fratelli in Sichem, a pascere i greggi del padre,
13 Ed Israele disse a Giuseppe: I tuoi fratelli non pasturano essi in Sichem? Vieni, ed io ti manderò a loro. Ed egli disse: Eccomi.13 gli disse Israele: «I tuoi fratelli pascolano le pecore in quel di Sichem; vieni, ti manderò a loro». Avendo egli risposto:
14 Ed esso gli disse: Or va’, e vedi se i tuoi fratelli, e le gregge, stanno bene, e rapportamelo. Così lo mandò dalla valle di Hebron; ed egli venne in Sichem.14 «Son pronto», gli disse: «Va', e vedi se tutte le cose vanno bene riguardo ai tuoi fratelli ed ai greggi, e poi riferiscimi che cosa fanno». Uscito dalla valle di Hebron, venne in Sichem;
15 Ed un uomo lo trovò ch’egli andava errando per li campi; e quell’uomo lo domandò, e gli disse: Che cerchi?15 un uomo lo trovò errante alla campagna, e gli domandò che cercasse.
16 Ed egli disse: Io cerco i miei fratelli; deh! insegnami dove essi pasturano.16 Rispose: «Cerco i miei fratelli, insegnami dove pascolano i greggi».
17 E quell’uomo gli disse: Essi son partiti di qui; perciocchè io li udii che dicevano: Andamocene in Dotain. Giuseppe adunque andò dietro a’ suoi fratelli, e li trovò in Dotain.17 Quell'uomo gli disse: «Sono andati via di qui, e li ho sentiti che dicevano: - Andiamo in Dotain -». Partì dunque Giuseppe sull'orme de' suoi fratelli, e li ritrovò in Dotain.
18 Ed essi lo videro da lungi; ed avanti che si appressasse a loro, macchinarono contro a lui, per ucciderlo.18 Quelli, vistolo da lontano, prima che giungesse a loro pensaron d'ucciderlo,
19 E dissero l’uno all’altro: Ecco cotesto sognatore viene.19 e si dicevano l'un l'altro: «Ecco il sognatore che viene;
20 Ora dunque venite, ed uccidiamolo; e poi gittiamolo in una di queste fosse; e noi diremo che una mala bestia l’ha divorato; e vedremo che diverranno i suoi sogni.20 venite, uccidiamolo, e gettiamolo in una cisterna vecchia, e poi diremo che una bestia feroce l'ha divorato; allora si vedrà a che gli hanno servito i suoi sogni».
21 Ma Ruben, udendo questo, lo riscosse dalle lor mani, e disse: Non percotiamolo a morte.21 Ciò udito, Ruben si sforzava di liberarlo dalle loro mani, e diceva:
22 Ruben ancora disse loro: Non ispandete il sangue; gittatelo in quella fossa ch’è nel deserto, ma non gli mettete la mano addosso; per riscuoterlo dalle lor mani e per rimenarlo a suo padre22 «Non lo uccidete, nè versate il suo sangue; ma calatelo in questa cisterna che è nel deserto, e serbatevi monde le mani». Questo diceva, volendo cavarlo dalle loro mani, e renderlo al padre.
23 E, quando Giuseppe fu venuto a’ suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua giubba, di quella giubba vergata ch’egli avea indosso.23 Appena dunque fu giunto fra i suoi fratelli, lo spogliarono della veste talare a colori,
24 Poi lo presero, e lo gittarono in quella fossa: or la fossa era vota, e non vi era acqua alcuna dentro.24 e lo misero in una vecchia cisterna senz'acqua.
25 Poi si assettarono per prender cibo, ed alzarono gli occhi, e videro una carovana d’Ismaeliti che veniva di Galaad, i cui cammelli erano carichi di cose preziose, di balsamo e di mirra; ed essi andavano per portar quelle cose in Egitto.25 Or mentre seduti mangiavano il pane, videro dei viandanti Ismaeliti che venivano da Galaad, ed i loro cammelli che portavano aromi, resina e mirra in Egitto.
26 E Giuda disse a’ suoi fratelli: Che guadagno faremo, quando avremo ucciso il nostro fratello, ed avremo occultato il suo sangue?26 Disse allora Giuda ai fratelli: «Che ci giova l'uccidere il nostro fratello, e nascondere la sua morte?
27 Venite, vendiamolo a cotesti Ismaeliti, e non mettiamogli la mano addosso; perciocchè egli è nostro fratello, nostra carne. E i suoi fratelli gli acconsentirono.27 È meglio venderlo agli Ismaeliti, e non macchiarci le mani; è poi nostro fratello, e carne nostra». Accettarono i fratelli le sue proposte.
28 E come que’ mercatanti Madianiti passavano, essi trassero e fecero salir Giuseppe fuor di quella fossa, e per venti sicli d’argento lo vendettero a quegl’Ismaeliti; ed essi lo menarono in Egitto.28 E quando passarono i mercanti Madianiti, lo cavarono dalla cisterna, e lo venderono per venti monete d'argento agl'Ismaeliti, che lo condussero in Egitto.
29 Or Ruben tornò alla fossa, ed ecco, Giuseppe non v’era più; ed egli stracciò i suoi vestimenti.29 Tornato Ruben alla cisterna, non trovò il ragazzo,
30 E tornò a’ suoi fratelli, e disse: Il fanciullo non si trova; ed io, dove andrò io?30 e, strappatesi le vesti, corse ai suoi fratelli e disse: «Non v'è più il ragazzo, ed io che farò?».
31 Ed essi presero la giubba di Giuseppe; e scannarono un becco, e tinsero quella col sangue.31 Quelli presero la veste di lui, la tinsero col sangue d'un capro da loro ucciso,
32 E mandarono a portar quella giubba vergata al padre loro, ed a dirgli: Noi abbiam trovata questa giubba: riconosci ora se è la giubba del tuo figliuolo, o no.32 ed inviarono chi la portasse al padre, e gli dicesse: «Abbiamo trovato questa veste; vedi se è quella del tuo figliuolo, o no».
33 Ed egli la riconobbe, e disse: Questa è la giubba del mio figliuolo; una mala bestia l’ha divorato; Giuseppe per certo è stato lacerato.33 Il padre avendola riconosciuta, disse: «E' proprio la veste del figlio mio; un animale feroce lo ha ucciso, una bestia ha divorato Giuseppe».
34 E Giacobbe stracciò i suoi vestimenti, e si mise un sacco sopra i lombi, e fece cordoglio del suo figliuolo per molti giorni.34 E strappatesi le vesti, si coprì di cilicio, piangendo per gran tempo il figlio suo.
35 E tutti i suoi figliuoli, e tutte le sue figliuole, si levarono per consolarlo; ma egli rifiutò di esser consolato, e disse: Certo io scenderò con cordoglio al mio figliuolo nel sepolcro. E suo padre lo pianse.35 Riunitisi poi tutti i suoi figliuoli per alleviare il dolore del padre, non volle ricevere consolazioni, e disse: «Discenderò piangendo nel soggiorno dei morti, al figlio mio». Intanto, mentre egli perseverava nel pianto,
36 E que’ Madianiti, menato Giuseppe in Egitto, lo vendettero a Potifarre, Eunuco di Faraone, Capitan delle guardie36 i Madianiti venderono Giuseppe in Egitto a Putifar eunuco del Faraone, capo delle milizie.