SCRUTATIO

Domenica, 22 giugno 2025 - San Tommaso Moro ( Letture di oggi)

Ieremia 18


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1 La parola la quale disse Iddio a Ieremia, dicente:1 Parola detta a Geremia dal Signore, che disse:
2 Lèvati suso, e discendi in quella casa di quello artefice......2 Sorgi, e va a casa del vasaio, ed ivi udirai le mie parole.
3 [E discesi in quella casa di quello artefice], ed ecco, egli faceva una opera sopra la rota.3 Ed io andai a casa del vasaio, ed egli lavorava alla ruota.
4 E lo vaso, ch' egli faceva, tutto si (ruppe e) dissipoe, lo quale egli faceva di loto con le sue mani; e rivolto fece di quello vaso uno altro, sì come piaceva alli occhii suoi di fare.4 E il vaso, ch'egli faceva di creta, si sciolse nelle sue mani: e subitamente fece di quello un altro vaso della forma, che a lui parve.
5 E parlommi Iddio, e disse:5 E il Signore parlommi, dicendo:
6 Or non potrò io fare, come fa questo artefice, a voi, casa d' Israel?6 Non potrò io forse fare a voi, casa d'Israele, come ha fatto questo vasaio, dice il Signore? Siccome la terra è in mano del vasaio, così voi, casa d'Israele, nella mano mia.
7 E subitamente io parlerò incontro alla gente e incontro allo regno, acciò che lo divella dalle radici e distruggalo e faccialo disperso.7 Io repentinamente minaccerò una nazione, ed un regno di sradicarlo, distruggerlo, ed annichilarlo.
8 Ma se quella gente averà fatta penitenza del suo male, il quale io ho parlato contro a lei, e io anche farò penitenza sopra lo male lo quale io penIsai di fare a lei.8 Se quella nazione farà penitenza del suo male, che io le rimproverai, mi ripentirò io pure del mal, che pensava di farle.
9 E subitamente parlerò della gente e del regno, acciò ch' io edifichi e pianti quello.9 Repentinamente ancora parlerò io di felicitare, e fondare una nazione, od un regno.
10 Se averà fatto male, nelli occhi miei, che non oda la voce mia, farò penitenza sopra lo bene lo quale io parlai di fare a lei.10 Se questa farà il male sugli occhi miei, e non udirà la mia voce, io mi ripentirò del bene, che avea detto di farle.
11 Or dunque di' allo uomo di Giuda e allo abitatore di Ierusalem, dicente: questo dice Iddio: ecco io infingo male tra voi, ritorni ciascuno dalla sua via rea, e dirizzate le vostre vie e li vostri studii.11 Tu dunque adesso dì agli uomini di Giuda, e agli abitatori di Gerusalemme: Queste cose dice il Signore: Ecco, che io vo formando per voi un male, ed ho de' pensieri contro di voi: si converta ognuno di voi dalla sua mala vita, raddirizzate le vostre vie, e le vostre inclinazioni.
12 Li quali dissono: noi ci siamo disperati; noi andaremo secondo le nostre cogitazioni, e ciascuno farà la reità del suo cuore.12 Quelli hanno detto: Non abbiam più speranza: perocché anderem seguendo i nostri pensieri, e farem ciascheduno quel, che gli suggerisce la depravazione del cattivo suo cuore.
13 Però (che) questo dice Iddio: domandate la gente: chi udì cotali cose orribili, le quali ha fatte troppo la vergine Israel?13 Quindi il Signore parla cosi: Domandate alle nazioni: chi mai udì cose tali, e sì orrende, quali purtroppo ha fatte la vergine d'Israele?
14 O verrà in difetto della pietra del campo la luce del Libano? o possonsi divellere le acque erompenti, fredde e discorrenti?14 Può ella mancare la neve del Libano nei massi della pianura? o può ella esaurirsi la scaturigine di fresca acqua corrente?
15 Però che lo mio populo m' ha dimenticato, sacrificanti indarno e impingenti nelle loro [vie] e nelle loro sommitadi (cioè andamenti) del secolo, acciò che andassono per quello (comandamento e) con andamento non diritto;15 Ma il popolo mio si è scordato di me, facendo libagioni alla vanità, e trovando inciampo nelle sue vie, nelle vie antiche, facendo per esse non piano, né facil viaggio.
16 acciò che la loro terra fosse fatta (e venisse) in desolazione e in sufolamento sempiterno; ogni uomo, il quale preterirà per quella, sarà stupefatto, e moverà lo suo capo.16 Per ridurre la loro terra in desolazione, ed in ischerno sempiterno: il passaggiero, che la vedrà, rimarrà stupefatto, e scuoterà la sua testa.
17 Sì come vento ardente, così farò loro dispersi innanzi a' loro inimici; non mostrerò loro la faccia, ma le reni, nel dì della loro perdizione.17 Qual vento ardente io gli spergerò davanti al nemico: volgerò loro le spalle, e non la faccia nel dì della lor perdizione.
18 E dissono venite, e pensiamo contro a Ieremia cogitazioni; e non perirà la legge dallo sa cerdote, nè il consiglio dal savio, nè il sermone dal profeta; venite e percotiamlo colla lingua, e non intendiamo alli universi suoi sermoni.18 Ma quegli dissero: Venite; pensiam seriamente contro Geremia: perocché non resterà senza legge il sacerdote, senza consiglio il sapiente, senza parola il profeta: venite, trafiggiamolo colla lingua, e non badiamo a tutti, i suoi sermoni.
19 O Signore, attendi a me, e odi la voce delli miei avversarii.19 Volgi, o Signore, lo sguardo verbo di me, e ascolta le voci de' miei avversari.
20 O rendesi per bene male? e perche hanno cavata la fossa all' anima mia? Ricòrdati ch' io sono stato nel tuo conspetto, acciò ch' io parlassi bene per loro, e rivolgessigli la tua indignazione.20 Così adunque rendesi mal per bene, dappoiché costoro hanno scavata una fossa per la mia vita? Ricordati com'io mi presentava al tuo cospetto per parlarti a loro favore, e per allontanare da essi il tuo sdegno.
21 Perciò poni li suoi figliuoli in fame, e menali in mano di coltello; e siano fatte le loro mogli senza figliuoli e vedove; li uomini siano morti di morte; li loro giovani siano sbudellati col coltello. nella battaglia.21 Per questo abbandona tu i loro figli alla fame, e rimettili in balia della spada: le loro mogli si restino senza figli, e i loro mariti sian messi a morte: la gioventù sia trafitta dalla spada nella battaglia.
22 Sia udito lo rumore delle case loro. Adducerai sopra loro subitamente lo ladrone, però che cavarono la fossa acciò che pigliassono me, e nascosono li lacciuoli alli miei piedi.22 Le case loro rimbombino di clamori. Imperocché tu manderai sopra di loro improvvisamente il ladrone, perchè eglino han cavata la fossa per prendermi, ed han teso lacciuoli a' miei piedi.
23 E tu, Signore, sai tutto lo consiglio loro contra di me nella morte; or non consentire alla loro iniquitade, e lo peccato loro dalla faccia tua non sia ispento; siano fatti cadenti nel tuo conspetto, e nel tempo del tuo furore usa di loro in mala parte.23 Ma a te, o Signore, noti sono tutti i loro mortali disegni contro di me. Non perdonare alle loro iniquità, non si cancelli dinanzi a te il loro peccato; rovinino per terra al tuo cospetto, nel tempo del tuo furare consumali.