SCRUTATIO

Venerdi, 4 luglio 2025 - Sant´Elisabetta di Portogallo ( Letture di oggi)

Iob 31


font
BIBBIA VOLGAREDIODATI
1 Feci io patto cogli occhi miei, acciò ch' io in verità non pensassi della vergine.1 Io avea fatto patto con gli occhi miei; Come dunque avrei io mirata la vergine?
2 Adunque che parte avrebbe Iddio di sopra a me, e la ereditade all' Onnipotente di cose eccelse?2 E pur quale è la parte che Iddio mi ha mandata da alto? E quale è l’eredità che l’Onnipotente mi ha data da’ luoghi sovrani?
3 Or non è perdizione al malvagio, e alienazione a coloro che òperano la ingiustizia?3 La ruina non è ella per lo perverso, E gli accidenti strani per gli operatori d’iniquità?
4 Or non considera elli le mie vie, e tutti li andamenti miei annumera?4 Non vede egli le mie vie? E non conta egli tutti i miei passi?
5 Se io andai nella vanitade, e affrettossi lo piede mio in inganno;5 Se io son proceduto con falsità, E se il mio piè si è affrettato alla fraude,
6 pona me nella giusta statera, e sappia Iddio la mia simplicitade.6 Pesimi pure Iddio con bilance giuste, E conoscerà la mia integrità.
7 Se si partì l'andamento mio della via, se seguitò l'occhio mio il cuore, e nelle mie mani s'appiccò macchia;7 Se i miei passi si sono stornati dalla diritta via, E se il mio cuore è ito dietro agli occhi miei, E se alcuna macchia mi è rimasta attaccata alla mano;
8 seminarò, e uno altro mangerà; e la mia schiatta sarà deradicata.8 Semini pure io, e un altro se lo mangi; E sieno diradicati i miei rampolli
9 Se ingannato è lo cuore mio sopra la femina, e se io assediai l'uscio dell' amico mio;9 Se il mio cuore è stato allettato dietro ad alcuna donna, E se io sono stato all’agguato all’uscio del mio prossimo;
10 meretrice sia di un altro la moglie mia, e sopra quella si distendano gli. altri.10 Macini pur la mia moglie ad un altro, E chininsi altri addosso a lei.
11 Certo questo è fellonia, e massima iniquitade.11 Perciocchè quello è una scelleratezza, Ed una iniquità da giudici.
12 Fuoco è, devorante insino alla perdizione, e deradicante ogni generazione (mia).12 Conciossiachè quello sarebbe stato un fuoco Che mi avrebbe consumato fino a perdizione, E avrebbe diradicata tutta la mia rendita.
13 Se disprezzai di sottoporre me allo giudicio col servo mio e l' ancilla mia, quando contendevano contro a me;13 Se io ho disdegnato di comparire in giudicio col mio servitore, E con la mia servente, Quando hanno litigato meco;
14 che adunque faroe, quando si leverae Iddio a giudicare? e quando addomanderae, che responderò a lui?14 E che farei io, quando Iddio si leverà? E quando egli ne farà inchiesta, che gli risponderei?
15 Or non fece me nel ventre, il quale e quello fece, e formò me uno nella vulva?15 Colui che mi ha fatto nel seno non ha egli fatto ancora lui? Non è egli un medesimo che ci ha formati nella matrice?
16 Se io negai alli poveri quello che vole ano, e feci aspettare l'occhio della vedova;16 Se io ho rifiutato a’ poveri ciò che desideravano, Ed ho fatti venir meno gli occhi della vedova;
17 se io mangiai la mia fetta solo, e non mangioe lo pupillo di quella;17 E se ho mangiato tutto solo il mio boccone, E se l’orfano non ne ha eziandio mangiato;
18 perciò che dalla mia fanciullezza crescè meco la miserazione, e del ventre della madre mia venne meco;18 Conciossiachè dalla mia fanciullezza esso sia stato allevato meco, Come appresso un padre; Ed io abbia dal ventre di mia madre avuta cura della vedova;
19 se disprezzai colui che passava, per ch' elli non avea il vestire, e lo povero sanza coprimento;19 Se ho veduto che alcuno perisse per mancamento di vestimento, E che il bisognoso non avesse nulla da coprirsi;
20 se non benedissero me li lati suoi, e della lana delle pecore mie s'è riscaldato;20 Se le sue reni non mi hanno benedetto, E se egli non si è riscaldato con la lana delle mie pecore;
21 s' io levai sopra lo pupillo la mia mano, eziandio quando vedeva[mi] superiore nella porta;21 Se io ho levata la mano contro all’orfano, Perchè io vedeva chi mi avrebbe aiutato nella porta;
22 l'omero mio delle sue giunture caggia, e lo mio braccio colle sue ossa sieno contrite.22 Caggiami la paletta della spalla, E sia il mio braccio rotto, e divelto dalla sua canna.
23 Certo sempre, sì come onde di mare gonfiate sopra me, temetti Iddio, e lo suo carico non potei portare.23 Perciocchè io avea spavento della ruina mandata da Dio, E che io non potrei durar per la sua altezza
24 S' io pensai che l'oro fosse mia fortezza, e all' oro ottimo e risplendente dissi: tu sei la fidanza mia;24 Se ho posto l’oro per mia speranza; E se ho detto all’oro fino: Tu sei la mia confidanza;
25 s' io mi rallegrai sopra le molte mie ricchezze, e perciò che più cose trovò la mia mano;25 Se mi son rallegrato perchè le mie facoltà fosser grandi, E perchè la mia mano avesse acquistato assai;
26 s' io vidi lo sole quando risplendea, e la luna andante chiaramente;26 Se ho riguardato il sole, quando risplendeva; E la luna facendo il suo corso, chiara e lucente;
27 e rallegrato è in ascoso lo mio cuore, e basciai la mia mano colla mia bocca;27 E se il mio cuore è stato di nascosto sedotto, E la mia bocca ha baciata la mia mano;
28 la quale è massima iniquitade, e negazione contro a Dio altissimo;28 Questa ancora è una iniquità da giudici; Conciossiachè io avrei rinnegato l’Iddio disopra.
29 S' io mi rallegrai della rovina di colui che mi odiava, e rallegra'mi di colui, che li fosse venuto male;29 Se mi son rallegrato della calamità del mio nemico, Se mi son commosso di allegrezza, quando male gli era sopraggiunto,
30 in veritade io non diedi al peccare la mia gola, acciò ch' io addomandassi maledicente l' anima sua;30 Io che non pure ho recato il mio palato a peccare, Per chieder la sua morte con maledizione;
31 se non dissero gli uomini del mio tabernacolo chi ci darae della carne sua acciò che noi ci saziamo?31 Se la gente del mio tabernacolo non ha detto: Chi ci darà della sua carne? Noi non ce ne potremmo giammai satollare….
32 di fuori non stette lo peregrino; l'uscio mio si manifestò allo viandante;32 Il forestiere non è restato la notte in su la strada; Io ho aperto il mio uscio al viandante
33 s'io nascosi, quasi come uomo, lo mio peccato, e celai nello seno mio la mia iniquitade;33 Se io ho coperto il mio misfatto, come fanno gli uomini, Per nasconder la mia iniquità nel mio seno…
34 se io mi spaventai alla troppo moltitudine, e lo disprezzo delli più prossimi spaurì me; e non maggiormente tacetti, e non uscii fuori dell' uscio;34 Quantunque io potessi spaventare una gran moltitudine, Pure i più vili della gente mi facevano paura, Ed io mi taceva, e non usciva fuor della porta.
35 chi darà a me auditore, acciò che l' Onnipotente oda il mio desiderio; e lo libro scriva colui che giudica;35 Oh! avessi io pure chi mi ascoltasse! Ecco, il mio desiderio è Che l’Onnipotente mi risponda, O che colui che litiga meco mi faccia una scritta;
36 acciò che collo mio omero lo porti, e poni intorno a quello, sì come corona a me?36 Se io non la porto in su la spalla, E non me la lego attorno a guisa di bende.
37 Per tutti li miei gradi pronunzierò quello, e sì come a principe io offerirò lui.37 Io gli renderei conto di tutti i miei passi, Io mi accosterei a lui come un capitano.
38 Se contro a me la mia terra grida, e con lei gli solchi suoi piangono;38 Se la mia terra grida contro a me, E se parimente i suoi solchi piangono;
39 se li frutti suoi mangiai sanza pecunia, l'anima delli lavoratori tormentai;39 Se ho mangiati i suoi frutti senza pagamento, E se ho fatto sospirar l’anima de’ suoi padroni;
40 per lo grano naschi a me lo tribolo, e per l'orzo la spina.40 In luogo del grano nascami il tribolo, E il loglio in luogo dell’orzo. Qui finiscono i ragionamenti di Giobbe