SCRUTATIO

Sabato, 21 giugno 2025 - San Luigi Gonzaga ( Letture di oggi)

Ecclesiaste 5


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA CEI 1974
1 Non favellare disavvedutamente (nelle cose di Dio); il tuo cuore non si affretti a proferire alcuna cosa inanzi a Iddio; per che Iddio sì è in cielo, (e tutti ode, e sempre ti puote udire,) e tu se' in terra; per ciò ti guarda, e fa che sieno (picciole e) poche le parole tue.1 Non essere precipitoso con la bocca e il tuo cuore non si affretti a proferir parola davanti a Dio, perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra; perciò le tue parole siano parche, poiché

2 Molti sogni consèguitano a molte faccende, e nella moltitudine del parlare si trova stoltizia.2 Dalle molte preoccupazioni vengono i sogni
e dalle molte chiacchiere il discorso dello stolto.

3 Se tu ti votasti a Dio, non t' indugiare di dare il voto; imperò che a lui dispiace la involontaria e indiscreta promissione; onde ciò che tu promettesti, rendilo (migliore; non promettere per non attendere).3 Quando hai fatto un voto a Dio, non indugiare a soddisfarlo, perché egli non ama gli stolti: adempi quello che hai promesso.
4 Egli è molto meglio non promettere, che dopo la promessa non attendere.4 È meglio non far voti, che farli e poi non mantenerli.
5 Non dire, quando tu pecchi: la carne mia mi sforza, e non dire dinanzi al prete: non me ne avvidi, acciò che Iddio non si corrucci teco, e per le tue parole distrugga l' opere delle mani tue.5 Non permettere alla tua bocca di renderti colpevole e non dire davanti al messaggero che è stata una inavvertenza, perché Dio non abbia ad adirarsi per le tue parole e distrugga il lavoro delle tue mani.
6 Ove sono molti sogni, ivi sono molte vanitadi, e molte parole sanza misura; ma temi Iddio.6 Poiché dai molti sogni provengono molte delusioni e molte parole. Abbi dunque il timor di Dio.

7 E se tu vedrai biasimare li poveri, e fare loro forza (non ti maravigliare tu), e se tu vedi la giustizia (de' men possenti) travolgere per le provincie, non ti maravigliare tu di queste cose; imperò che sopra di quello che è grande, egli è un altro più grande (sopra tutti); e sopra di questo egli è degli altri maggiori.7 Se vedi nella provincia il povero oppresso e il diritto e la giustizia calpestati, non ti meravigliare di questo, poiché sopra un'autorità veglia un'altra superiore e sopra di loro un'altra ancora più alta:
8 E lo re di tutto il mondo sì è Iddio, (il quale farà giustizia per li servi suoi).8 l'interesse del paese in ogni cosa è un re che si occupa dei campi.

9 L'avaro mai non si puote empire di pecunia, e chi ama le ricchezze non averae frutto di loro; e ancora in questo sì è vanitade.9 Chi ama il denaro, mai si sazia di denaro e chi ama la ricchezza, non ne trae profitto. Anche questo è vanità.
10 Dove sien molte ricchezze, sono molti mangiatori; or che prode è adunque a coloro che le possedono, se non che le vedono cogli occhi?10 Con il crescere dei beni i parassiti aumentano e qual vantaggio ne riceve il padrone, se non di vederli con gli occhi?

11 Dolce cosa pare il dormire a colui che s'è affaticato, o poco o assai ch' elli manuchi; e il ricco non lascia dormire il suo saturamento.11 Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi;
ma la sazietà del ricco non lo lascia dormire.

12 Ed è un' altra pessima infermità, la quale io vidi sotto il sole, cioè che ricchezze radunate sono per danno e per vergogna del signore loro.12 Un altro brutto malanno ho visto sotto il sole: ricchezze custodite dal padrone a proprio danno.
13 Onde spesse volte sono distrutte con grande dolore; il figliuolo suo campa in grande mendicitade.13 Se ne vanno in fumo queste ricchezze per un cattivo affare e il figlio che gli è nato non ha nulla nelle mani.
14 E come uscie ignudo del ventre della sua madre, così (campa della morte) quando muore, non ne porta seco alcuna cosa della sua fatica.14 Come è uscito nudo dal grembo di sua madre, così se ne andrà di nuovo come era venuto, e dalle sue fatiche non ricaverà nulla da portar con sé.
15 È maravigliosa infirmitade; e come egli vive, così se ne va via; or dunque che giova, che s' affatica in vento?15 Anche questo è un brutto malanno: che se ne vada proprio come è venuto. Qual vantaggio ricava dall'aver gettato le sue fatiche al vento?
16 E tutto tempo di sua vita mangia in tribulazione e infirmità, e in tristizia e in obbrobrio.16 Inoltre avrà passato tutti i suoi giorni nell'oscurità e nel pianto fra molti guai, malanni e crucci.
17 Questo adunque pare al mio animo, ch' elli manuchi e beva, e lieto stii della fatica sua, la quale ebbe sotto il sole, e questo faccia, quanto elli vive, de' beni che Iddio gli ha dati; e questo averà per sua parte.17 Ecco quello che ho concluso: è meglio mangiare e bere e godere dei beni in ogni fatica durata sotto il sole, nei pochi giorni di vita che Dio gli dà: è questa la sua sorte.
18 Ogni uomo a cui diede Iddio ricchezze e possessione, e balìa che loro possano godere e usare [in] allegrezza, questo avviene di grande dono da Dio.18 Ogni uomo, a cui Dio concede ricchezze e beni, ha anche facoltà di goderli e prendersene la sua parte e di godere delle sue fatiche: anche questo è dono di Dio.
19 Però che Iddio tiene occupato il suo cuore in diletti, e però non si ricorda del tempo della vita sua.19 Egli non penserà infatti molto ai giorni della sua vita, poiché Dio lo tiene occupato con la gioia del suo cuore.