Scrutatio

Domenica, 2 giugno 2024 - Santi Marcellino e Pietro ( Letture di oggi)

Jeremiæ 4


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Si reverteris, Israël, ait Dominus,
ad me convertere :
si abstuleris offendicula tua a facie mea,
non commoveberis.
1 Israel, se tu tornerai a me, or ti converti; se tu removerai quello che tu hai offeso contro a me, non sarai commosso.
2 Et jurabis : Vivit Dominus in veritate, et in judicio, et in justitia :
et benedicent eum gentes,
ipsumque laudabunt.
2 E giurerai: vive Iddio in veritade e in giudicio e in giustizia; e le genti lo benediranno, e darannoli lode.
3 Hæc enim dicit Dominus viro Juda et Jerusalem :
Novate vobis novale,
et nolite serere super spinas.
3 Questo dice Iddio all' uomo di Giuda, e a chiunque abita in Ierusalem: rinnovatevi cosa nuova, e non seminate sopra la spina.
4 Circumcidimini Domino,
et auferte præputia cordium vestrorum,
viri Juda, et habitatores Jerusalem :
ne forte egrediatur ut ignis indignatio mea,
et succendatur, et non sit qui extinguat,
propter malitiam cogitationum vestrarum.
4 Circoncidetevi a Dio, e togliete le nature dei vostri cuori, uomini di Giuda e abitatori di Ierusalem, acciò che forse la mia indignazione non esca fuori come fuoco, e sia accesa, e non sia chi la spenga per la malizia delle vostre cogitazioni.
5 Annuntiate in Juda, et in Jerusalem auditum facite :
loquimini, et canite tuba in terra,
clamate fortiter, et dicite :
Congregamini, et ingrediamur civitates munitas.
5 Annunciatelo in Giuda, e in Ierusalem fatelo udire; parlate e cantate colla tromba in terra; gridate forte e dite: raduniamci, ed entriamo nelle città armate.
6 Levate signum in Sion ;
confortamini, nolite stare :
quia malum ego adduco ab aquilone,
et contritionem magnam.
6 Levate lo segno in Sion; confortatevi, e non istate; però ch' io adduco lo male d' aquilone, e grande contrizione.
7 Ascendit leo de cubili suo,
et prædo gentium se levavit :
egressus est de loco suo ut ponat terram tuam in solitudinem :
civitates tuæ vastabuntur,
remanentes absque habitatore.
7 Lo leone è asceso dello suo letto, e lo predatore delle genti si levò; egli è uscito del suo luogo, acciò che ponga la tua terra in desolazione; le tue cittadi saranno guastate, rimanendo sanza abitatore.
8 Super hoc accingite vos ciliciis ;
plangite, et ululate :
quia non est aversa ira furoris Domini a nobis.
8 Sopra queste cose accignetevi de' cilicii e piangete e urlate; però che non è rivolto il furore e l'ira del Signore da noi.
9 Et erit in die illa, dicit Dominus :
peribit cor regis, et cor principum,
et obstupescent sacerdotes,
et prophetæ consternabuntur.
9 E in quello di sarà, dice Iddio; perirà lo cuore dello re, e li cuori delli prìncipi; e (in quello dì) saranno li sacerdoti stupefatti, e li profeti saranno ispaventati.
10 Et dixi : Heu ! heu ! heu ! Domine Deus,
ergone decepisti populum istum et Jerusalem,
dicens : Pax erit vobis :
et ecce pervenit gladius usque ad animam ?
10 E io dissi: guai, guai, guai, Signore Iddio, adunque hai tu ingannato questo populo e Ierusalem, e dicevi: la pace sarà con voi; ed ecco che ci è venuto lo coltello insino all' anima?
11 In tempore illo dicetur populo huic et Jerusalem :
Ventus urens in viis quæ sunt in deserto viæ filiæ populi mei,
non ad ventilandum et ad purgandum.
11 In quel tempo sarà detto a questo popolo e a Ierusalem: lo vento ardente (divampante) nelle vie le quali sono nel deserto, le vie delle figliuole del mio populo, non è a ventolare e a purgare.
12 Spiritus plenus ex his veniet mihi,
et nunc ego loquar judicia mea cum eis.
12 Lo spirito pieno di queste cose verrà a me; e ora io parlerò li miei giudicii con loro.
13 Ecce quasi nubes ascendet,
et quasi tempestas currus ejus :
velociores aquilis equi illius.
Væ nobis, quoniam vastati sumus.
13 E ascenderae come lo nuvolo, e lo suo carro quasi come tempesta; li suoi cavalli più veloci che l'aquile; guai a noi, per che siamo guasti.
14 Lava a malitia cor tuum, Jerusalem, ut salva fias :
usquequo morabuntur in te cogitationes noxiæ ?
14 Leva lo tuo cuore dalla malizia, o Ierusalem, acciò che tu sia salva; insino a quando dimoreranno in te le cogitazioni nocevoli?
15 Vox enim annuntiantis a Dan,
et notum facientis idolum de monte Ephraim.
15 La voce dello annunciante da Dan, e facente manifesto l'idolo del monte di Efraim.
16 Dicite gentibus : Ecce auditum est in Jerusalem
custodes venire de terra longinqua,
et dare super civitates Juda vocem suam :
16 Commovete le genti: ecco egli è udito in Ierusalem venire le guardie di terra lontana, e dare sopra le cittadi di Giuda la loro voce.
17 quasi custodes agrorum facti sunt super eam in gyro,
quia me ad iracundiam provocavit, dicit Dominus.
17 Sono fatte come guardie di campo sopra quella nel circuito, però che m'ha provocato a iracondia, dice Iddio.
18 Viæ tuæ et cogitationes tuæ fecerunt hæc tibi :
ista malitia tua, quia amara,
quia tetigit cor tuum.
18 Le tue vie e le tue cogitazioni hanno fatto a te queste cose; la tua malizia, però ch' è amara, però che hae toccato lo tuo cuore.
19 Ventrem meum, ventrem meum doleo ;
sensus cordis mei turbati sunt in me.
Non tacebo, quoniam vocem buccinæ audivit anima mea,
clamorem prælii.
19 Lo mio ventre mi duole, e li sensi del mio cuore sono turbati in me; non tacerò, però che l'anima mia ha udita la voce della buccina, (che pare) romore di battaglia.
20 Contritio super contritionem vocata est,
et vastata est omnis terra :
repente vastata sunt tabernacula mea ;
subito pelles meæ.
20 La contrizione è chiamata sopra la contrizione, e (subitamente) è guastata tutta la terra; e sùbito guastati sono tutti i miei tabernacoli, subitamente le mie pelli.
21 Usquequo videbo fugientem ;
audiam vocem buccinæ ?
21 Insino a quando vederò io la gente fuggendo, e udirò la voce della buccina?
22 Quia stultus populus meus me non cognovit :
filii insipientes sunt et vecordes :
sapientes sunt ut faciant mala,
bene autem facere nescierunt.
22 Però [che] lo stolto popolo mio non m' ha conosciuto; e sono figliuoli sciocchi e pazzi; e sono savi acciò che facciano male, ma bene fare non hanno saputo che si sia.
23 Aspexi terram, et ecce vacua erat et nihili ;
et cælos, et non erat lux in eis.
23 Io riguardai la terra, ed ecco che era vuota, e non ci era nulla; e riguardai lo cielo, e non ci era luce.
24 Vidi montes, et ecce movebantur :
et omnes colles conturbati sunt.
24 Vidi li monti, ed ecco si movevano; tutti li colli sono conturbati.
25 Intuitus sum, et non erat homo :
et omne volatile cæli recessit.
25 Ed io guardai, e non ci era uomo; e ogni uccello del cielo se n' era andato.
26 Aspexi, et ecce Carmelus desertus,
et omnes urbes ejus destructæ sunt a facie Domini,
et a facie iræ furoris ejus.
26 Riguardai (la terra, e io vidi), ed ecco Carmelo deserto: (Carmelo si è uno monte, che si chiama così, dove stette Elia profeta); e tutte le sue cittadi sono distrutte dalla faccia di Dio, e dalla faccia dell' ira del furore suo.
27 Hæc enim dicit Dominus :
Deserta erit omnis terra,
sed tamen consummationem non faciam.
27 ... ma io pure non farò la consumazione.
28 Lugebit terra, et mœrebunt cæli desuper,
eo quod locutus sum.
Cogitavi, et non pœnituit me,
nec aversus sum ab eo.
28 Piagnerà la terra, e dorrannosi li cieli di sopra, però che io ho parlato; ho pensato, e non mi sono pentuto, nè rivolto da quello proposito.
29 A voce equitis et mittentis sagittam fugit omnis civitas :
ingressi sunt ardua, et ascenderunt rupes :
universæ urbes derelictæ sunt,
et non habitat in eis homo.
29 Dalla voce del cavaliere e del mandante la saetta fuggio tutta la cittade; ed entrati sono nelli luoghi stretti, e salirono le rupi; tutte le cittadi sono abbandonate, e niuno uomo abita in quelle.
30 Tu autem vastata, quid facies ?
cum vestieris te coccino,
cum ornata fueris monili aureo,
et pinxeris stibio oculos tuos,
frustra componeris :
contempserunt te amatores tui ;
animam tuam quærent.
30 E tu, guastata, che farai? Conciosia cosa che tu sia vestita di coccino (cioè d' uno colore rosso), e sia adornata d'ornamento d' oro, e abbi dipinti li tuoi occhi con (ungento chiamato) stibio, invano componendo, li tuoi amadori ? hanno disprezzata; richiederanno la tua anima.
31 Vocem enim quasi parturientis audivi,
angustias ut puerperæ :
vox filiæ Sion intermorientis,
expandentisque manus suas :
Væ mihi, quia defecit anima mea propter interfectos !
31 La voce udii come di quella che parturisce, e le angustie come di quella ch' è nel parto; la voce della figliuola di Sion, come la voce delli angusti grandemente, espandente le sue mani; guai a me, però che l' anima mia sì è venuta in difetto. per li morti (di mala morte).