Scrutatio

Venerdi, 23 maggio 2025 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Apocalissi 14


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1 E vidi; ed ecco, l' agnello stava sopra il monte Sion, e con quello cento quarantaquattro milia, che avevano il nome suo il nome del Padre suo, scritto nel fronte suo.1 Poi guardai ed ecco l'Agnello stava sul monte Sion circondato da centoquarantaquattromila che portavano scritto sulla loro fronte il nome di lui e il nome del Padre suo.
2 E udii una voce dal cielo, come voce di molte acque, e come voce grande di tuoni; e la voce ch' io udii, come di molti citaredi che citarizzavano nelle citare sue.2 Udii una voce dal cielo, simile al fragore di acque copiose e al rimbombo di un tuono possente; mi pareva di udire come il suono di arpisti che arpeggiavano sulle loro arpe.
3 E cantavano quasi uno cantico nuovo dinanzi la sede, e dinanzi i quattro animali e li antiqui; e niuno poteva dire il cantico (nuovo), salvo quelli cento quarantaquattro milia, li quali sono comperati della terra.3 Cantavano, davanti al trono e ai quattro Viventi e ai Seniori, come un cantico nuovo, che nessuno poteva comprendere se non i centoquarantaquattromila, quelli cioè che sono stati riscattati dalla terra.
4 Questi sono quelli li quali con le femine non sono imbrattati, ma sono vergini. Questi sèguitano l'agnello, là dove elli va. Questi sono comperati di tutte primizie a Iddio e all' Agnello.4 Questi sono coloro che non si sono contaminati con donne; sono, infatti, vergini. Costoro sono quelli che seguono l'Agnello dovunque egli va. Essi sono stati riscattati dagli uomini quali primizia per Dio e per l'Agnello.
5 E nella bocca sua non è trovata bugia; senza macula sono avanti il trono di Dio.5 Nella loro bocca non s'è trovata menzogna: sono integri.
6 E vidi un altro angelo, volante per mezzo il cielo, che aveva l' evangelio eterno, acciò che lui evangelizzasse alli sedenti sopra la terra, e sopra ogni gente e tribù, e lingua e popolo;6 Poi vidi un altro angelo che, volando nel mezzo del cielo, recava un vangelo eterno per annunciarlo agli abitanti della terra: ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo.
7 dicendo con grande voce: temete Dio, e date a lui onore, per che vegnirà l'ora del giudicio suo; e adorate quello il quale fece il cielo e la terra, e il mare (e quelle cose che sono in quello) e le fontane delle acque.7 Diceva a gran voce: "Temete Dio e dategli gloria, poiché giunta è l'ora del suo giudizio. Adorate Colui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e le sorgenti d'acqua".
8 E uno altro angelo seguitò quello, dicendo: egli è cascata Babilonia, città grande, la quale dal vino dell' ira della fornicazione sua ha fatto bevere tutte le genti.8 Quindi un altro angelo seguì dicendo: "E' caduta, è caduta Babilonia, la grande, quella che con il vino dell'ardore della sua prostituzione ha abbeverato tutte le genti".
9 E il terzo angelo seguitò quelli, con voce grande dicendo: se alcuno adorerà la bestia e la imagine sua, e riceverà il carattere nel fronte suo, ovver nella mano sua;9 Ancora un altro angelo, un terzo, seguì a loro, dicendo a gran voce: "Se qualcuno adora la bestia e la sua immagine e accetta il marchio sulla sua fronte o sulla mano,
10 colui beverà del vino dell' ira di Dio, il quale è messedato nel calice dell' ira di Dio, e sarà cruciato con il fuoco e sulfore, nel conspetto de' angeli santi, e dinanzi al cospetto dell' agnello.10 berrà egli il vino del furore di Dio, che puro sta versato nel calice della sua ira e fuoco e zolfo saranno il suo tormento davanti ai santi angeli e davanti all'Agnello. Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli.
11 E il fumo de' tormenti suoi ascenderà in secula seculorum; e non hanno riposo nè dì nè notte chi adorarono la bestia e la imagine sua, e chi riceverà il carattere del nome suo.11 Giorno e notte non avranno riposo quanti adorano la bestia e la sua immagine e chiunque riceve il marchio del suo nome".
12 Qui è pazienza de' santi li quali servano li comandamenti di Dio e la fede di Iesù.12 Sta qui la pazienza dei santi, che conservano i divini precetti e la fede di Gesù.
13 E udii una voce del cielo, la quale a me disse scrivi: beati i morti, li quali muoiono nel Signore. Da qui avanti disse il Spirito acciò che riposinsi dalle sue fatiche; le sue opere sèguitano loro.13 Quindi udii una voce dal cielo che diceva: "Scrivi: Beati i morti che muoiono nel Signore, sin da ora. Sì, dice lo Spirito, poiché si riposeranno dalle loro fatiche; li accompagnano, infatti, le opere loro".
14 E vidi; ed ecco, una nebula bianca, e sopra la nebula sedente uno simile al Figliuolo dell' uomo, il quale aveva nel suo capo una corona d'oro, nella sua mano una falce aguzza.14 Poi guardai ed ecco una nuvola bianca, e sopra la nuvola uno stava seduto, simile a figlio d'uomo, con in capo una corona d'oro e una spada affilata nella mano.
15 E uno altro angelo usciva del tempio, gridando con voce grande a colui che sedeva sopra la nebula: manda la falce tua, e mieti, per che viene l'ora da mietere, conciosia che è seccata la messe della terra.15 Dal tempio uscì un altro angelo che gridò a gran voce a colui che stava sulla nuvola: "Getta la tua falce e mieti, ché giunto è il tempo di mietere; disseccata è la messe della terra".
16 E colui che sedeva sopra la nebula mandò la falce sua in terra, e mietette quella.16 Allora colui che stava sulla nuvola gettò la falce sulla terra e fu mietuta la terra.
17 E un altro angelo uscì del tempio, il quale è in cielo, che aveva ancora lui una falce aguzza.17 Un altro angelo uscì dal tempio celeste; anch'egli aveva nella mano una falce affilata.
18 E uno altro angelo uscì dell' altare, il quale aveva potenza sopra il fuoco; e gridava con voce grande a quello il quale aveva la falce aguzza, dicendo: manda la tua falce, e vendemmia li grappi di uva della vigna della terra, conciosia che le uve sono mature.18 E un altro angelo, quello che ha potere sul fuoco, uscì dalla parte dell'altare e gridò a gran voce a colui che aveva la falce affilata: "Getta la tua falce affilata e taglia i grappoli della vigna della terra, giacché mature sono ormai le sue uve".
19 E mandò l'angelo la falce sua aguzza in terra, e vendemmiò la vigna della terra, e mandò nel lago grande dell' ira di Dio.19 Allora l'angelo gettò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra, gettandone l'uva nel grande tino del furore di Dio.
20 E fu calcato il lago fuora della città, e uscì fuori sangue del lago insino alli freni de' cavalli per stadii mille seicento.20 Il tino fu pigiato fuori della città e ne uscì sangue che salì fino al morso dei cavalli, per una distanza di milleseicento stadi.