Scrutatio

Giovedi, 22 maggio 2025 - Santa Rita da Cascia ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 28


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1 Allora essendo così campati, conoscemmo che quella isola si chiamava Melita; e quelli barbari (dell' isola) benignamente ci ricevettero.1 Scampati finalmente dal pericolo, venimmo a sapere che l'isola si chiamava Malta.
2 E accesero il fuoco, per la grande freddura ch' era, e per che pioveva, e diedenci mangiare.2 Gli indigeni ci mostrarono una benevolenza non comune. Accesero un falò e ci raccolsero tutti intorno, poiché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo.
3 E raunando Paulo alquanti sermenti per mettere nel fuoco, una vipera (cioè uno serpente ch' era fra essi) sentendo il caldo del fuoco, uscinne e gittossi alla mano di Paulo.3 Paolo aveva raccolto una bracciata di legna e la stava buttando nel fuoco, quando una vipera, uscita fuori per il calore, gli si attaccò alla mano.
4 La quale cosa vedendo quelli barbari, cioè quella biscia pendere della mano di Paulo, (credendo pure ch' elli ne morisse, incontanente) dissero insieme veramente questo era uomo reo e omicidiale, però ch' essendo liberato dal pericolo del mare, la sentenza di Dio non vuole che (campi e) viva.4 Gli indigeni, come videro l'animale pendere dalla sua mano, si misero e dirsi l'un l'altro: "Certamente è un assassino quest'uomo, poiché, essendosi salvato dal mare, la vendetta divina non gli ha permesso di sopravvivere".
5 Allora Paulo, scorlando la mano, gittò (e scosse) quella vipera nel fuoco, e niuno male sentì.5 Ma egli scosse la bestia sul fuoco e non ne risentì alcun male.
6 E quelli barbari, aspettando ch' elli subitamente enfiasse e morisse, poi che pur viddero che Paulo niuno male ne sentiva, maravigliandosi molto, (ebberlo in tanta reverenza, che) dicevano (e credevano) ch' elli fusse uno Dio.6 Quelli si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto all'improvviso. Ma dopo aver atteso a lungo e aver visto che non gli accadeva niente di straordinario, cambiato parere, cominciavano a dire che egli era un dio.
7 E in quello luogo erano (certi prati e grandi) possessioni del signore dell' isola, che avea nome Publio; il quale ricevendoci tre dì con seco, ci usò molta benignità.7 In quei dintorni aveva i suoi poderi il "primo" dell'isola, di nome Publio. Egli ci accolse e ci ospitò cordialmente per tre giorni.
8 Or avvenne che (in quelli dì) il padre del detto Publio infermò gravemente di febbre e dissenteria (cioè flusso). Al quale entrando Paulo (e trovandolo in molti tormenti) posesi in orazione per lui; e poi (levandosi di orazione) li pose le mani in capo, e incontanente quelli fu sanato (perfettamente).8 Ora il padre di Publio giaceva a letto con accessi di febbre e dissenteria. Paolo andò a visitarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì.
9 La quale cosa essendo saputa (e sparta) per tutta quella isola, chiunque aveva niuno infermo, sì gliel menavano, e Paulo il sanava.9 In seguito a questo fatto anche gli altri dell'isola che avevano delle malattie incominciarono a venire da lui e venivano guariti.
10 Per la quale cosa ci fecero molto onore; e (poi volendoci noi partire) ci fornirono la nave di ogni cosa necessaria.10 Essi ci colmarono di onori e quando salpammo ci provvidero del necessario.
11 E stati che furono tre mesi, entrammo in una nave Alessandrina, che v' era stata quello verno.11 Dopo tre mesi salpammo con una nave di Alessandria, che aveva svernato nell'isola, e portava per insegna i Dioscuri.
12 E (quindi ci partimmo, e) venendo in Siracusa (di Sicilia), stemmovi III giorni.12 Approdati a Siracusa, vi rimanemmo tre giorni.
13 E partendoci quindi, venimmo poi alla città di Reggio (nella detta isola); e poi avendo vento per noi, dopo uno di venimmo a(l' isola di) Pozzuolo.13 Di là, costeggiando, giungemmo a Reggio. Dopo un giorno si levò il vento del sud e così in due giorni giungemmo a Pozzuoli.
14 Nel quale luogo, trovandosi certi cristiani, stemmovi per loro preghi VII giorni; e (partendoci) quindi pervenimmo a Roma.14 Ivi trovammo dei fratelli e avemmo la consolazione di rimanere con loro sette giorni. E così arrivammo a Roma.
15 E udendo li cristiani ( ch' erano in Roma) la nostra venuta, vennonci incontro insino... al luogo che si chiama TRE TAVERNE; li quali Paulo vedendo, ringraziò (molto) Dio, e prese fidanza.15 Di là i fratelli, che avevano sentito delle nostre peripezie, ci vennero incontro fino al Foro Appio e alle Tre Taverne. Quando li vide, Paolo ringraziò Dio e prese coraggio.
16 E pervenuti che fummo a Roma, l'imperatore concedette a Paulo di rimanere (e stare con noi e con gli altri cristiani) con una sola guardia.16 Entrati poi in Roma fu permesso a Paolo di dimorare per conto suo, con un soldato a guardia.
17 E dopo il terzo giorno Paulo fece congregare li principi de' iudei, e disse loro: fratelli miei, (voglio sappiate che senza mia colpa) non facendo. io contra al popolo (de' iudei) nè contra a' costumi (nè statuti) de' nostri padri, fui (da' iudei) preso e messo in mano de' (signori) romani.17 Tre giorni dopo egli convocò i principali fra i Giudei. Quando si furono radunati disse loro: "Io, o fratelli, pur non avendo fatto nulla contro il mio popolo o contro gli usi dei nostri padri, sono stato messo in catene a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani.
18 Li quali esaminandomi (assai), e niuna colpa trovando, volevanmi lasciare liberamente.18 Essi, dopo aver fatto un'inchiesta, volevano rilasciarmi, perché non c'era in me nulla che meritasse la morte.
19 Ma contraddicendo a ciò li iudei, fui costretto ad appellare a Cesare, (e questo feci) non per accusare li iudei, (li quali sono e reputo miei frategli, ma per campare dal pericolo della morte).19 Ma poiché i Giudei si opponevano, fui costretto ad appellarmi a Cesare, non però come se avessi qualcosa da rimproverare al mio popolo.
20 Onde, per che non m' abbiate a sospetto, [vi] ho voluto vedere e parlare; e sappiate che non per altra (colpa o) cagione, se non per che prèdico la resurrezione, sono così (preso e) incatenato.20 Per questo motivo io vi ho fatti chiamare per vedervi e parlarvi: poiché è a motivo della speranza d'Israele che io porto questa catena".
21 Allora li iudei (risposero e) dissero: di questa materia nulla ne sappiamo, nè per lettera che ci sia scritta, nè per altro messo che di là sia venuto, sì che contra a te nulla abbiamo.21 Ma essi gli dissero: "Noi non abbiamo ricevuto alcuna lettera dalla Giudea riguardo a te, né alcuno dei fratelli è venuto a raccontarci o a dirci qualcosa di male sul tuo conto.
22 Ma preghiamoti che tu stesso ci dichi la tua opinione; chè quanto è di questa setta (de' Nazareni), noi (pure udiamo e) sappiamo che da ogni lato (e da ogni gente) è impugnata e perseguitata.22 Ma riteniamo opportuno sentire da te ciò che pensi: infatti riguardo a questa setta ci è noto che in ogni luogo trova opposizione".
23 E assegnandoli uno certo dì (a rispondere, partironsi, e poi) tornando a lui il dì determinato, Paulo (arditamente) predicava loro la fede di Cristo e il regno di Dio, (ma provando e) mostrando loro la verità della fede per gli detti di Moisè e degli altri profeti, della mattina insino a vespero.23 In un giorno prefissato molti si recarono presso di lui nel suo alloggio. Nella sua esposizione egli rendeva testimonianza del regno di Dio e cercava di convincerli riguardo a Gesù, partendo dalla legge di Mosè e dai profeti, dal mattino fino alla sera.
24 Alcuni credevano quello diceva Paulo; alcuni non credevano.24 Alcuni si lasciarono convincere dalle cose dette, altri restavano increduli.
25 Onde così discordandosi insieme, Paulo (ac-. ceso di grande zelo, propose ed) espose (per sè e contra) a loro quella profezia, per la quale dice Dio per Isaia:25 Non riuscendo a mettersi d'accordo tra loro, si separarono, mentre Paolo diceva una sola parola: "Bene a ragione lo Spirito Santo ha parlato ai vostri padri per mezzo del profeta Isaia, dicendo:
26 Va a questo popolo, e di' loro: con li vostri occhi vederete, e non conoscerete; e con le vostre orecchie udirete, e non intenderete.26 Va' da questo popolo e di': Udrete con gli orecchi e non capirete, guarderete con gli occhi e non vedrete:
27 Perciò che il cuore di questo popolo è ingrassato (e indurato); e studiosamente chiudono gli occhi per non vedere, e le orecchie per non udire, e il cuore per non intendere, a ciò che non si convertano, e io non gli sani (della sua infirmità).27 si è indurito infatti il cuore di questo popolo, e con gli orecchi hanno udito male, e hanno chiuso i loro occhi; per non vedere con gli occhi né udire con gli orecchi e non comprendere con il cuore e convertirsi, ed io non li guarisca!
28 E però sappiate, che (poi che voi giudei non ricevete) questo salutare (e questa salute) ci manda [Iddio] ad annuuziarlo (e a proferirlo) alle genti pagane, ed elle il riceveranno.28 Sia noto dunque a voi che ai pagani è stata inviata questa salvezza di Dio: ed essi ascolteranno!".
29 La quale parola li giudei non intendendo, (turbati e scandalizzati) si partirono, molto fra sè stessi (cercando e) disputando di questo fatto.
30 E Paulo per spazio di due anni fu lasciato stare in certo albergo (senza molestia); e riceveva (graziosamente) chiunque a lui veniva.30 Rimase due anni interi in un ambiente preso a pigione e riceveva tutti quelli che andavano a visitarlo,
31 E predicava loro del regno di Dio, e ammaestravagli della fede di Cristo arditamente, e niuno a ciò li contrastava.31 annunciando il vangelo del regno e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo con piena libertà e senza ostacoli.