Scrutatio

Sabato, 1 giugno 2024 - San Giustino ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 25


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1E giungendo il predetto Porzio nella provincia di Cesarea, dopo tre di andò in Ierusalem.2Dove (incontanente) andorono a lui li prìncipi de' sacerdoti, con altri molti seniori e scribi, per informarlo di Paulo; e pregoronlo,3che facesse loro grazia di farlo ritornare in Ierusalem; e questo dissero a malizia, perchè ordinavano di farlo uccidere per la via, (quando venisse).4Ma il predetto Porzio Festo (come savio) rispose (che pur voleva) che per allora si servasse in Cesarea; ed egli tosto v' anderebbe (e terrebbe ragione).5E (però) disse loro: vegnano là quelli che vogliono (de' principi e) de' più potenti, e accusinlo se (hanno o) trovano alcuna colpa contra a lui.6E (dopo queste parole) poi che fu stato in Ierusalem VIII ovvero X dì, tornò in Cesarea; e poi il secondo dì sedette per tribunale (in giudicio), e fecesi venire Paulo inanzi.7E allora il circondarono (e intorniarono) molti iudei ch' erano venuti da Ierusalem, apponendoli molte e gravi accuse, le quali provare non potevano.8Però che Paulo d'ogni cosa (e accusa) rendea loro ragione, provando che nè contra alla legge nè contra al tempio nè contra all' imperatore aveva peccato.9Ma pure il predetto Porzio Festo, volendo (e credendo) piacere a giudei, sì tentò Paulo e disse: vorresti tornare in Ierusalem, e quivi io ti darò audienza?10Al quale Paulo (arditamente) rispose: io (sono e) sto (qui fermo) al tribunale di Cesare, dove fa di bisogno che debba essere giudicato; li iudei non ho offeso, come tu puoi e dèi oggi mai (vedere e) sapere.11Ma se pure (ti pare o) trovi che io gli abbia offesi, e sia degno di morte, non ricuso di morire; ma se non trovi vero quello di che m' accusano, niuno mi può donare a loro; e però mi appello a Cesare (cioè all' imperatore di Roma).12La quale appellazione Porzio Festo udendo, ragionò (in disparte con li suoi savii e) col concilio, e risposeli (e disse): a Cesare hai appellato? e tu a Cesare anderai.13E dopo alquanti dì il re Agrippa (figliuolo che fu di Erode Agrippa) con Bernice (sua mogliere) venne in Cesarea a (visitare e) salutare (il predetto Porzio) Festo.14E stando più di in quello luogo, Porzio Festo manifestò al re di Paulo, dicendo: uno uomo (iudeo, chiamato Paulo) fu lasciato in prigione dal mio predecessore Felice.15Contra al quale, incontanente che io pervenni in Ierusalem, li principi de' sacerdoti e seniori vennero a me, pregandomi che io come malefattore l'uccidessi.16Alli quali io risposi, che non è usanza dei romani di condannare alcuno uomo, insino che gli accusatori non sono presenti all' accusato, e non gli è dato (tempo nè) luogo di fare sua scusa.17E venendomi poi qua, incontanente lo dì seguente sedei per tribunale, e fecemi menare Paulo inanzi.18Ed essendo presenti gli accusatori, (e dicendo contra a lui ciò che potevano), io non potei per loro accuse (comprendere nè) trovare contra a lui alcuna. colpa (grave),19se non che mi pare ch' elli abbiano con lui (differenza e) questione di certe superstizioni della legge loro, e d' uno Iesù, ch' elli crucifissero, e Paulo dice ch' egli è ancora vivo.20Onde dubitando io della detta questione, domanda'lo se egli voleva andare in Ierusalem, e quivi essere (esaminato e) giudicato.21La quale cosa elli per niuno modo volse, anzi incontanente appellossi a Cesare; onde però il faccio guardare insino che (io trovi come sicuramente) il possa mandare a Roma.22Le quali parole lo re udendo, disse che voleva udire Paulo; e Porzio Festo gli rispose che bene li piaceva.23Onde il seguente dì, venendo il detto re Agrippa con (la sua donna) Bernice, ed entrando con molta pompa nell' auditorio con li tribuni e co' prìncipi e maggiori della terra, Porzio Festo fece venire Paulo (dinanzi al re).24E disse: Agrippa re, e voi altri che siete congregati (a vedere), vedete; ecco, questo è quello Paulo, il quale li giudei m' accusorono, incontanente che io venni in Ierusalem, domandando e gridando che il condannassi a morte.25Ma (esaminando io le loro accuse) non trovai (nè trovo) ch' elli sia degno di morte. (Tuttavia volendone loro piacere, dimandailo se elli voleva andare in Ierusalem, e quivi essere giudicato; la quale cosa) elli (non volendo) appellò a Cesare; onde volendolo io mandare,26non so che cagione mi scriva contra a lui certa all' imperatore; e però avemolo fatto venire dinanzi, e massimamente a te, re Agrippa, a ciò che esaminandolo (insieme con noi) abbia che scrivere del suo fatto.27Chè molto mi pare cosa fuori di ragione di mandarlo per modo di pregione, e non significare la cagione.