Scrutatio

Mercoledi, 15 maggio 2024 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Qoelet 9


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BIBBIA TINTORIDIODATI
1 Tutte queste cose ho io agitate nella mia mente, ed ho cercato di chiarirle: vi sono dei giusti e dei sapienti, e le loro opere sono nelle mani di Dio, eppure l'uomo non sa se sia degno di amore o di odio.1 PERCIOCCHÈ io mi ho recate tutte queste cose al cuore, eziandio per chiarir tutto questo: come i giusti e i savi, e i fatti loro, essendo nella man di Dio, gli uomini non conoscono nè l’amore, nè l’odio: tutto è davanti a loro.
2 Tutto è incerto nel futuro, perchè tutto avviene ugualmente al giusto e all'empio, al buono e al cattivo, al puro e all'impuro, a chi immola vittime e a chi disprezza i sacrifizi; l'onesto e il peccatore, lo spergiuro e chi giura il vero (sono trattati ugualmente).2 Tutte le cose avvengono simigliantemente a tutti; un medesimo avvenimento avviene al giusto, ed all’empio; al buono e puro, ed all’immondo; a chi sacrifica, ed a chi non sacrifica; quale è il buono, tale è il peccatore; tal chi giura, qual chi teme di giurare.
3 Questa è la cosa peggiore di quelle che avvengono sotto il sole: l'accadere a tutti le medesime cose; per questo i cuori degli uomini si riempiono di malizia, di disprezzo nel tempo della vita, e dopo sono precipitati nell'inferno.3 Quest’è una cosa molesta, fra tutte quelle che si fanno sotto il sole, che un medesimo avvenimento avviene a tutti; ed anche, che mentre i figliuoli degli uomini sono in vita, il cuor loro è pien di male, ed hanno delle follie al cuore; e dopo ciò, vanno a’ morti
4 Non v'è nessuno che possa viver sempre, e che ne abbia la speranza. E' meglio un cane vivo che un leone morto.4 Perciocchè, chi è che faccia eccezione? Vi è qualche speranza per tutti quelli che sono in vita; conciossiachè la condizione d’un can vivo sia migliore che quella d’un leone morto.
5 Infatti quelli che vivono sanno di dover morire; ma i morti non san più nulla, non han più nulla da guadagnare, ed anche il loro ricordo è messo in oblìo.5 Perciocchè i viventi sanno che morranno; ma i morti non sanno nulla, e non vi è più alcun premio per loro; perciocchè la lor memoria è dimenticata.
6 Anche il loro amore, odio, invidie son finiti con loro, non ne hanno più che fare con questo secolo e colle cose che si fanno sotto il sole.6 Già e il loro amore, e il loro odio, e la loro invidia è perita; e non hanno giammai più parte alcuna in tutto quello che si fa sotto il sole.
7 Va dunque e mangia con gioia il tuo pane, e bevi con allegria il tuo vino, perchè ciò che fai piace a Dio.7 Va’, mangia il tuo pane allegramente, e bevi il tuo vino di cuore lieto; se pure Iddio gradisce le tue opere.
8 In ogni tempo sian candide le tue vesti, e non manchi l'unguento al tuo capo.8 Sieno in ogni tempo i tuoi vestimenti bianchi; e l’olio odorifero non venga meno in sul tuo capo.
9 Godi la vita colla tua moglie diletta, per tutto il tempo della tua vita fugace, per quei giorni che ti sono dati sotto il sole, per tutto il tempo della tua vanità: questa è la tua sorte nella vita e nelle tue fatiche che ti affannano sotto il sole.9 Godi della vita con la moglie che tu ami, tutti i giorni della vita della tua vanità, i quali Iddio ti ha dati sotto il sole, tutto il tempo della tua vanità; perciocchè questa è la tua parte nella tua vita, e il frutto della tua fatica, che tu duri sotto il sole.
10 Tutto quello che puoi fare coi tuoi mezzi, fallo presto, perchè nè attività, nè pensiero, nè sapienza, nè scienza ha luogo nella regione dei morti dove tu corri.10 Fa’ a tuo potere tutto quello che avrai modo di fare; perciocchè sotterra, ove tu vai, non vi è nè opera, nè ragione, nè conoscimento, nè sapienza alcuna
11 Mi volsi a considerare altre cose e vidi come sotto il sole la corsa non è dei veloci, nè la guerra dei forti, nè il pane dei sapienti, nè le ricchezze dei dotti, nè il favore degli artisti, ma che in tutto domina il tempo e il caso.11 DI nuovo, io ho veduto sotto il sole, che il correre non è in poter de’ leggieri, nè il far la guerra in poter de’ prodi, nè l’aver del pane in poter de’ savi, nè l’acquistar ricchezze in poter de’ prudenti, nè d’essere in grazia in poter degl’intendenti; conciossiachè ad essi tutti avvengano tempi e casi.
12 L'uomo non conosce il suo fine, e come i pesci son presi all'amo e gli uccelli al laccio, così son presi gli uomini dal tempo cattivo, quando all'improvviso piomba loro addosso.12 Perciocchè l’uomo non pur conosce il suo tempo. Come i pesci, che son presi con la mala rete; e come gli uccelli, che son colti col laccio; così sono allacciati i figliuoli degli uomini, al tempo dell’avversità, quando cade loro di subito addosso
13 Vidi ancora sotto il sole della sapienza che io stimo grandissima:13 Pure ancora ho veduta questa sapienza sotto il sole, che mi è paruta grande:
14 v'era una piccola città con poca popolazione; andò contro di essa un gran re e l'assediò, costruì dei forti all'intorno, e l'assedio fu completo.14 vi era una piccola città con pochi uomini dentro; ed un gran re venne contro ad essa, e l’intorniò, e fece di gran bastie contro ad essa;
15 Or in essa si trovò un uomo povero, ma saggio, il quale liberò la città col suo sapere: e nessuno poi si ricordò di quel povero uomo.15 e in essa si trovò un povero uomo savio, il qual liberò la città con la sua sapienza, benchè niuno si ricordasse di quel povero uomo.
16 Ma io concludevo che la sapienza vai più della fortezza. E come mai la sapienza del povero è disprezzata, e non sono ascoltate le sue parole?16 Allora io dissi: Meglio val sapienza che forza; benchè la sapienza del povero sia sprezzata, e che le sue parole non sieno ascoltate.
17 Le parole del sapiente si ascoltano in silenzio più che le grida di uno che regna tra gli stolti.17 Le parole de’ savi devono esser più quietamente ascoltate, che la grida d’un signore fra gli stolti.
18 La sapienza vai più delle armi da guerra, e chi sbaglia in una sola cosa perderà molti beni.18 La sapienza val meglio che gli strumenti bellici; ma un sol peccatore fa perire un gran bene