Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Primo libro dei Maccabei 10


font
LA SACRA BIBBIABIBBIA VOLGARE
1 L'anno 160 Alessandro Epifane, figlio di Antioco, s'imbarcò e occupò Tolemaide, dove fu ben accolto e incominciò a regnare.1 E nelli CLX anni (del regno de' Greci) si levò suso Alessandro, figliuolo di Antioco, il quale fu chiamato Il nobile, e prese (la città di) Tolemaide; e riceveronlo (quelli della terra), e quivi regnava.
2 Avendolo saputo, il re Demetrio radunò forze in grande quantità e uscì per combattere contro di lui.2 E quando lo re Demetrio il seppe, radunò grande oste, e vennegli incontro a battaglia.
3 Allo stesso tempo Demetrio inviò lettere a Gionata in termini pacifici per esaltarlo.3 E poi il detto Demetrio mandò lettera a Ionata con parole di pace, per magnificarlo,
4 Pensava, infatti: "Affrettiamoci a concludere la pace con costoro, prima che egli la concluda con Alessandro contro di noi.4 dicendo (egli colli suoi): facciamo con lui pace (e rechiamlo dalla nostra parte), inanzi ch' egli s'acconci (e appacifichi) con Alessandro, e sia contro a noi;
5 Poiché egli si ricorderà di tutti i mali che abbiamo compiuto contro di lui, i suoi fratelli e la sua nazione".5 e ch' egli non si ricordi delle ingiurie, che inverso lui e in verso li suoi fratelli e sua gente fatto aviamo.
6 Pertanto gli diede il potere di radunare truppe, di fabbricarsi armi e di considerarsi suo alleato; inoltre comandò che gli fossero consegnati gli ostaggi che erano nell'Acra.6 E diedegli autorità di radunare gente (e grande oste), e di far fare armadure, e ch' egli fusse suo compagno; e comandò che gli fussono renduti gli ostaggi ch' erano nella rocca.
7 Gionata, allora, venne a Gerusalemme e lesse le lettere davanti a tutto il popolo e a quelli dell'Acra,7 Allora venne Ionata in Ierusalem, e lesse le lettere del re dinanzi a tutto il popolo, e dinanzi a tutti quegli ch' erano nella rocca.
8 i quali furono presi da gran timore all'udire che il re gli aveva dato il potere di arruolare un esercito.8 Ed ebbono grande paura, udendo la grande signoria che lo re gli avea data di radunare oste.
9 Quelli dell'Acra perciò consegnarono a Gionata gli ostaggi ed egli li restituì ai loro genitori.9 E renderono gli ostaggi, e Ionata gli donò agli loro padri e madri.
10 Gionata, pertanto, stabilitosi a Gerusalemme, cominciò a ricostruire e a rinnovare la città,10 E così abitò Ionata in Ierusalem, e cominciò a rinnovare e a riedificare Ierusalem.
11 ordinando a quelli che eseguivano i lavori di costruire le mura e la cinta muraria del monte Sion con pietre quadrate come per una fortezza. Quelli fecero così.11 E comandò agli maestri, che facessono le mura intorno al monte di Sion di pietre quadrate a fortezza; e così fu fatto.
12 Allora gli stranieri che erano nelle fortezze costruite da Bàcchide fuggirono12 E fuggironsi li forestieri, li quali v' erano dentro per le fortezze, le quali avea fatto (fare ed) edificare Bacchide.
13 e abbandonarono ciascuno il suo posto per far ritorno alla propria terra,13 E ciascuno lasciò il suo luogo, e andossene a casa.
14 ad eccezione di alcuni di quelli che avevano abbandonato la legge e i comandamenti, i quali rimasero a Bet-Zur e ne fecero il loro rifugio.14 E solamente in Betsura rimasono alquanti di quelli che aveano abbandonato la legge e li comandamenti di Dio; però che (solamente) questa fortezza era il loro rifugio.
15 Il re Alessandro venne a sapere delle promesse che Demetrio aveva fatto a Gionata. Gli parlarono pure delle guerre e degli atti di valore compiuti da lui e dai suoi fratelli, nonché delle pene che essi avevano sopportato.15 E quando lo re Alessandro ebbe intese le promissioni, le quali promise lo re Demetrio a Ionata, e furongli dette le grandi battaglie (che avea fatte Ionata) e le belle virtudi ch' egli avea adoperate, e anche li suoi fratelli, e le grandi fatiche che avea sostenute;
16 Allora disse: "Troveremo forse un altro uomo siffatto? Faremo perciò di lui un nostro amico e alleato".16 allora disse: or dove troveremo noi un cotale uomo? adunque facciamolo nostro amico compagno.
17 Scrisse pertanto una lettera e gliela inviò, esprimendosi in questi termini:17 E così gli scrisse una lettera, e mandogliela, la quale così conteneva, dicendo:
18 "Re Alessandro al fratello Gionata, salute!18 Lo re Alessandro al suo fratello Ionata salute.
19 Abbiamo saputo di te che sei un uomo valoroso e che sei disposto ad essere nostro amico.19 Noi abbiamo inteso di te, che tu se' uomo potente e di grande forza; e piacciati che ti disponghi d' essere amico nostro.
20 Perciò ti costituiamo oggi sommo sacerdote della tua nazione e amico del re -- e gli inviò la porpora e una corona d'oro -- affinché tu pensi alle nostre cose e conservi con noi amicizia".20 E però sappi che noi oggi t' ordiniamo che tu sii sommo sacerdote della tua gente, e che tu sii amico dello re; e mandato ti ho lo panno di rosato, e la corona dell' oro, acciò che tu senti delle cose nostre, e conservi con noi l'amicizia.
21 Gionata incominciò a rivestirsi delle sacre vesti il settimo mese dell'anno 160, nella festa delle Capanne. Radunò truppe e si fabbricò armi in quantità.21 E (allora) Ionata si vestì la santa stola nelli solenni dì di quella pasqua di scenofegia, nel settimo mese degli anni CLX (del regno de' Greci); e radunò l'oste, e fece moltitudine d' arme.
22 Avendo saputo queste cose, Demetrio se ne rattristò e disse:22 Onde molto s' attristò Demetrio, quando intese le parole di quello che lo re Alessandro avea fatto, dicendo:
23 "Che cosa abbiamo fatto! Alessandro ci ha prevenuti nello stringere amicizia con i Giudei a suo vantaggio.23 Che abbiamo noi fatto, che Alessandro ci hae avanzato in prendere l'amistà de' Giudei a sua fortezza?
24 Scriverò loro anch'io parole di incitamento con promesse di onori e di doni, affinché mi prestino aiuto".24 Adunque io scriverò ancora loro parole di prieghi, e proferrò loro dignitadi e doni, acciò che siano meco in mio aiuto.
25 Inviò loro una lettera con queste parole: "Il re Demetrio alla nazione dei Giudei, salute!25 E scrisse loro (lo re Demetrio) a questo modo; lo re Demetrio) alla gente Giudea salute.
26 Abbiamo sentito con gioia che avete osservato i patti stabiliti con noi, che siete rimasti fedeli alla nostra amicizia e che non siete passati dalla parte dei nostri nemici.26 Noi sì aviamo inteso (e veduto) che voi ci avete osservati i patti (avuti con voi), e siete stati fermi nella nostra amistade, e non vi siete congiunti con li nostri nimici; onde molto ne siamo allegri.
27 Perseverate, dunque, ancora nel conservarci fedeltà; noi in contraccambio a quanto fate per noi, vi beneficheremo,27 E però piacciavi ancora (di perseverare e) di mantenere la fede, e renderemo a voi buone retribuzioni per quelle cose che fatto avete a noi.
28 vi concederemo molte immunità e vi invieremo doni.28 E rimetteremo a voi molte prestanze, e daremovi donamenti.
29 Già da ora sciolgo ed esento tutti i Giudei dai tributi, dalla tassa del sale e dalle corone.29 Infino a ora io vi delibero, e con voi tutti i Giudei, de' tributi; e perdonovi i prezzi del sale, e lasciovi le corone (dell' oro) e la terza parte del seme.
30 Rinunzio anche da oggi alla terza parte del seminato e alla metà dei frutti degli alberi che mi toccherebbe, lasciando di prendere tutto ciò dalla terra di Giudea e dai tre distretti che le sono stati annessi, dalla Samaria e dalla Galilea, a partire dal giorno di oggi e per sempre.30 E la metà del frutto dello legno, il quale mi toccava in parte, (e questo) vi lascio oggi e da quinci inanzi, sì che non si tolga dalla terra de' Giudei e dalle tre cittadi, che vi sono congiunte, di Samaria e di Galilea, da oggi inanzi e per tutto il futuro tempo.
31 Gerusalemme con il suo territorio sia santa ed esente dalle decime e dai tributi.31 E Ierusalem sia franca e santa con tutti li suoi confini; e a lei torni le sue decime e tributi, e sieno suoi.
32 Rinunzio ad ogni potestà sull'Acra che è in Gerusalemme e la cedo al sommo sacerdote affinché vi ponga gli uomini che vorrà scegliere per custodirla.32 E ancora vi rilascio la signoria della ròcca di Ierusalem, e dolla al sommo sacerdote, ch' egli vi metta dentro quegli uomini che gli piaceranno, che la guardino.
33 Infine, rendo la libertà gratuitamente a qualunque persona giudea, condotta in schiavitù dalla terra di Giudea in qualunque parte del mio regno, e tutti siano esenti dai tributi, anche da quello sul loro bestiame.33 E (che) ogni Giudeo, il quale è in prigione della terra di Giuda in tutto il mio reame, io lo delibero in tutto e dono, sì che sieno liberi da' loro tributi, e ancora di quegli del bestiame loro.
34 Tutte le feste, i sabati, le neomenie, i giorni stabiliti, i tre giorni prima della festa e i tre dopo la festa, siano tutti giorni di esenzione e di remissione per tutti i Giudei che sono nel mio regno;34 E tutti li dì solenni e gli sabbati e le nove lune e li decreti, e gli tre dì che sono inanzi allo di solenne, e tre dì poi, tutti sieno a franchigia, e di remissione a tutti li Giudei che sono nel mio reame.
35 e nessuno abbia autorità di intentare causa o di molestare qualcuno di loro per qualunque motivo.35 E alcuno non averae potenza di fare alcuna cosa, e di muovere di fatto incontro ad alcuno di loro in ciascuno piato.
36 Saranno reclutati tra i Giudei per gli eserciti del re circa trentamila uomini, ai quali sarà pagato il soldo che è dovuto a tutte le truppe del re.36 E (vogliamo che) siano scritti infino in XXX milia Giudei nell' oste del re, e sarà loro dato soldo e doni, sì come si conviene (come) a gente del re; e di loro si eleggeranno alquanti, acciò che sieno grandi, i quali guarderanno le fortezze del re.
37 Alcuni di essi saranno posti nelle maggiori fortezze del re ed altri saranno preposti agli affari di fiducia del regno. I loro superiori e comandanti siano scelti fra essi e possano vivere secondo le loro leggi, come il re ha prescritto anche nella terra di Giudea.37 E ancora di loro si eleggeranno certi i quali sieno sopra li fatti del re, i quali si debbiano fare in fede; e di loro sieno fatti principi, e viveranno secondo le loro leggi, sì come comandò il re nella terra di Giudea.
38 I tre distretti, che dalla regione di Samaria sono stati annessi alla Giudea, siano annessi alla Giudea in modo da essere considerati dipendenti da uno solo e che non ubbidiscano ad altra autorità che a quella del sommo sacerdote.38 E le tre cittadi, le quali sono aggiunte alla (provincia di) Giudea del paese di Samaria, sieno riputate con Giudea; sì che siano pure sotto a uno signore, e non ubbidiscano se non la signoria del sommo sacerdote.
39 Faccio dono di Tolemaide e delle sue dipendenze al tempio di Gerusalemme per le spese necessarie del santuario.39 Ancora Tolemaida, con tutti li suoi confini, i quali io diedi in dono a' santi che sono in Ierusalem, per le necessarie spese de' santi.
40 Da parte mia dono ogni anno quindicimila sicli d'argento, da prendersi dalle casse del re sui proventi dei luoghi più confacenti.40 E ancora ciascuno anno io donerò XV milia sicli d'ariento delle ragioni del re, li quali mi toccano in parte,
41 Tutto il sovrappiù che i preposti ai negozi non hanno consegnato negli ultimi anni, da questo momento lo daranno per le opere del tempio.41 e ancora tutto l' altro avanzo, il quale loro non renderono quegli ch' erano sopra i fatti regali negli anni passati di prima; e questi si daranno nell'opere della casa di Dio.
42 Oltre a ciò, i cinquemila sicli d'argento che venivano riscossi sui proventi del santuario dal conto di ogni anno, siano rimessi anch'essi perché appartengono ai sacerdoti che prestano servizio.42 E sopra questo, XV milia sicli d'ariento, i quali ricevevano della ragione de' santi ciascuno anno; queste cose s' appartengano a' sacerdoti i quali usano al servigio di Dio.
43 Tutti quelli che si rifugiano nel tempio di Gerusalemme e dentro tutte le sue dipendenze, perché gravati da debiti verso il re o da qualunque altra obbligazione, siano lasciati liberi con tutti i beni che possiedono nel mio regno.43 E chiunque fuggirae nel tempio ch' è in Ierusalem, e tutti i suoi confini, pogniamo che siano colpevoli, ioro in ciascuno fatto siano liberati, e tutto quello che hanno nel regno mio sia suo liberamente.
44 Anche per i lavori di ricostruzione e di restauro del santuario si provvederà alla spesa a conto del re.44 E ancora siano date le spese della ragione del re, per edificare e per fare l'opere de' santi,
45 Similmente per ricostruire le mura di Gerusalemme e per le fortificazioni all'intorno si provvederà alla spesa a conto del re, come pure per ricostruire le altre mura in Giudea".45 e per rifare le mura di Ierusalem, e per fortificarle d'intorno, e per rifare le mura in Giudea.
46 Quando Gionata e il popolo ebbero udito queste parole, non vi prestarono fede né le accettarono, poiché si ricordavano del grande male che egli aveva fatto in Israele e come li aveva oppressi fortemente.46 E avendo adunque Ionata e il popolo intese queste parole, non le credettono, e non ricevettono loro proferte; imperò che si ricordarono della grande malizia, che aveano operata nel popolo Giudeo, e com' egli gli aveano fortemente tormentati.
47 Si decisero, invece, in favore di Alessandro, perché egli si era loro rivolto per primo con parole pacifiche e divennero suoi alleati per tutti i giorni.47 E piacque loro di tenere con Alessandro, però che primo era istato porgitore di pace; e a lui da indi inanzi continuamente davano aiuto.
48 Allora il re Alessandro radunò grandi forze e marciò contro Demetrio.48 Allora lo re Alessandro radunoe grande gente, e menò sua oste contro a Demetrio.
49 I due re attaccarono battaglia, ma l'armata di Demetrio si diede alla fuga e Alessandro l'inseguì, prevalendo su di essi.49 E combatterono insieme i due re; ma la gente dell' oste del re Demetrio si fuggì, e Alessandro tenne loro dietro, e sopragiunsegli nel cammino.
50 La battaglia si fece aspra fino al tramonto del sole e anche Demetrio cadde ucciso in quel giorno.50 Allora la battaglia induroe infino che il sole tramontò; e in quel dì fu morto Demetrio, (e sconfitta la gente sua, e lo re Alessandro ebbe vittoria).
51 Alessandro mandò ambasciatori a Tolomeo, re d'Egitto, per dirgli:51 Dond' egli mandò ambasciatori a Tolomeo, re d'Egitto, dicendo in questo modo:
52 "Ecco, sono tornato nel mio regno e mi sono assiso sul trono dei miei padri. Ho preso il potere, ho sconfitto Demetrio e sono diventato padrone del nostro paese.52 Conciosia cosa ch' io sia tornato nel mio reame, e sono seduto nella sedia del mio padre, e hoe racquistato il nostro paese, e hoe isconfitto e morto Demetrio;
53 Ho attaccato battaglia contro di lui; la sua armata e lui stesso sono stati battuti da noi e ci siamo assisi sul suo trono regale.53 e combattemmo insieme la mia gente colla sua, e fue vinto, e fue fuori della sedia del suo reame;
54 Stringiamo amicizia tra noi; tu dammi tua figlia in moglie, io diventerò tuo genero e darò a te e a lei dei regali degni di te".54 piacciati che facciamo insieme amistade; e dammi la tua figliuola per moglie, e io sarò tuo genero, e darotti doni e dignitadi.
55 Il re Tolomeo rispose dicendo: "Fausto il giorno in cui sei tornato nella terra dei tuoi padri e ti sei assiso sul loro trono regale!55 E lo re Tolomeo rispuose in questa forma: beato fu quello giorno, che tu tornasti alla terra dei tuoi padri, e sedesti nella sedia del regno loro.
56 Farò per te quanto mi hai scritto, ma vienimi incontro a Tolemaide affinché possiamo vederci l'un l'altro, e ti farò mio genero, come hai detto".56 Ond' io farò quello che tu hai addomandato; ma vienmi incontro infino a Tolemaida, si che noi ci convegniamo insieme, e darotti moglie sì come tu hai detto.
57 Tolomeo uscì dall'Egitto con Cleopatra sua figlia e venne a Tolemaide nell'anno 162.57 Allora si partì d' Egitto lo re Tolomeo, e Cleopatra sua figliuola, e fu nel CLXII anno (del regno de' Greci), e venne a Tolemaida.
58 Il re Alessandro gli andò incontro ed egli gli diede sua figlia Cleopatra, celebrando le sue nozze come sogliono fare i re, con grande sfarzo.58 E lo re Alessandro anco quivi venne; e fece le sue nozze, sì come fanno li re, con grande gloria.
59 Il re Alessandro scrisse pure a Gionata affinché gli andasse incontro59 Allora lo re Alessandro scrisse a Ionata, che gli venisse incontro (a Tolemaida).
60 e questi si recò a Tolemaide con grande pompa. Incontrò i due re e diede loro, al pari dei loro amici, argento e oro e altri doni, trovando grazia ai loro occhi.60 Ed egli v' andò (con grande gente e) con grande gloria, e scontrossi quivi cogli due re (coronati), e diede loro molto ariento e oro e altri doni; onde loro lo ricevettono graziosamente.
61 Contro di lui, tuttavia, convennero alcuni uomini pestiferi d'Israele, uomini iniqui, che volevano intervenire contro di lui; ma il re non prestò loro attenzione.61 E allora vi capitarono uomini rei e malvagi del popolo d' Israel, i quali (erano pieni di malizia` e d'odio, e) accusarono Ionata; ma lo re non gli volse intendere.
62 Il re, anzi, comandò che togliessero di dosso a Gionata i suoi vestiti e lo rivestissero di porpora; e così fecero.62 Anzi comandò che Ionata fosse ispogliato delle sue vestimenta, e fosse rivestito di rosato; e così fu fatto. E lo re il puose a sedere seco.
63 Poi il re lo fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali: "Uscite con lui al centro della città e fate proclamare che nessuno cerchi di intervenire contro di lui per qualunque motivo e nessuno gli rechi molestia per qualsiasi ragione".63 E disse alli suoi principi, che andassono con lui per la terra, e fece bandire che alcuno non sia ardito d' accusarlo, nè di molestarlo d' alcuna cosa per alcuna cagione.
64 Or quando gli accusatori videro che egli era onorato conforme a quanto il re aveva fatto proclamare, e come era stato rivestito di porpora, se ne fuggirono tutti.64 E quando quegli che l' accusavano viddono magnificare la sua gloria, e viddono lui vestito di rosato, incontanente si fuggirono tutti.
65 Il re lo colmò d'onori, lo iscrisse tra i suoi primi amici e lo costituì stratega e governatore della provincia.65 E in questo modo lo fece grande il re, e fecelo iscrivere fra gli primi suoi amici, e fecelo duca e partefice della signoria.
66 Dopo di che Gionata ritornò a Gerusalemme con serenità e gioia.66 E così tornò Ionata in Ierusalem con pace e con letizia.
67 Nell'anno 165 Demetrio, figlio di Demetrio, da Creta venne nella terra dei suoi padri.67 Nel centosessantacinquesimo anno (del regno de' Greci) Demetrio, figliuolo di Demetrio, venne da Creta nella terra del suo padre.
68 Appena lo seppe, il re Alessandro fu assai preoccupato e fece ritorno in Antiochia.68 E quando lo re Alessandro lo intese, si turboe molto, e tornoe ad Antiochia.
69 Demetrio pertanto costituì Apollonio capo della Celesiria e questi, radunato un grosso esercito, andò ad accamparsi a Iamnia. Quindi mandò a dire al sommo sacerdote Gionata:69 Ma Demetrio fece suo principe Apollonio, il quale signoreggiava (a' confini della Soria) in una parte dello reame la quale si chiamava Celesiria; il quale radunoe grande (gente e fece grande) oste, e venne a Iamnia; e mandò dicendo a Ionata sommo sacerdote:
70 "Tu sei il solo a levarti contro di noi e io son diventato oggetto di derisione e di scherno a causa tua. Perché ti fai forte contro di noi sui monti?70 Tu solo ti se' ribellato da noi, e sì ti fai beffe di me, e sì m' hai in obbrobrio; e veggiamo che tu ci contrarii per li monti (e per gli altri luoghi nelli quali tu se' signore).
71 Se hai fiducia nelle tue truppe, scendi verso di noi nella pianura e misuriamoci l'un l'altro, poiché con me sta la forza delle città.71 Ma se tu ti confidi nelle tue fortezze, iscendi a noi al piano campo, e proviamo quivi insieme; e allora vedrai come egli è meco la virtù delle battaglie.
72 Interroga e apprenderai chi sono io e chi sono quelli che ci aiutano. Ti diranno: "Non vi è per voi stabilità di piede davanti a noi". Già due volte, infatti, i padri tuoi sono stati messi in fuga nella loro terra.72 (E imperò) impara e addomanda chi son io, e gli altri che sono nel mio aiuto, i quali dicono che il vostro piede non si puote fermare dinanzi dalla nostra faccia; imperciò che due volte i tuoi padri si sono fuggiti (da loro) nella loro terra medesima.
73 Non potrai perciò resistere davanti alla cavalleria e a un tale esercito nella pianura, dove non v'è né pietra né rupe né luogo per fuggire".73 Ora adunque come credi tu potere sostenere tanta oste e tanta cavalleria nel campo ove non è pietra, nè sasso, nè luogo da fuggire?
74 Quando Gionata udì le parole di Apollonio il suo animo ne restò agitato. Scelti perciò diecimila uomini, uscì da Gerusalemme e Simone suo fratello gli andò incontro per aiutarlo.74 E quando Ionata intese questi sermoni, incontamente fu mosso nell' animo suo, e disse che fossono apparecchiati XV milia uomini; e così elesse, e uscì fuori di Ierusalem, e Simone suo fratello gli' venne in aiuto.
75 Si accampò davanti a Giaffa, ma quelli della città gli chiusero le porte, giacché in Giaffa vi era una guarnigione di Apollonio. Egli allora l'attaccò75 E puosono il campo a Ioppen; il popolo cacciò Ionata dalla città, però che la guardia di Apollonio era in Ioppen; e combatteronla (e vinserla).
76 e, spaventati, quelli della città gli aprirono. Così Gionata si impadronì di Giaffa.76 Ed essendo spaventati quelli ch' erano nella cittade, sì gli apersono le porte; e così acquistò Ionata Ioppen.
77 Quando lo seppe, Apollonio equipaggiò tremila cavalieri e un grande esercito e si diresse verso Asdòd, come se volesse andarvi, ma subito piegò verso la pianura, poiché aveva moltissima cavalleria e aveva fiducia in essa.77 E quando Apollonio questo intese, si mosse con tre milia cavalieri e con grande oste.
78 Gionata lo seguì in direzione di Asdòd e i due eserciti attaccarono battaglia.78 E andossene pianamente ad Azoto, e quivi pose il campo, imperò ch' egli avea grande quantità (di gente a piè e) di cavalieri, e confidavasi in loro. Ma Ionata gli andò dietro in Azoto, e quivi combatterono insieme.
79 Apollonio aveva lasciato mille cavalieri nascosti alle loro spalle,79 E aveva lasciato Apollonio (di loro) mille cavalieri in campo per agguato.
80 i quali, benché Gionata si fosse accorto che vi era un pericolo dietro alle sue spalle, circondarono il suo esercito, lanciando frecce contro il popolo dalla mattina alla sera.80 E quando Ionata ebbe ispiato che agguato era posto dopo lui, attorniò il campo d' Apollonio; i quali saettarono al popolo di Ionata dalla mattina insino al vespero.
81 Il popolo però resistette, come aveva ordinato Gionata, e perciò i loro cavalli si stancarono.81 E il popolo stette per quel modo, sì come comandò Ionata; e li cavalieri delli nimici erano affaticati; e li loro cavalli stanchi.
82 Allora Simone fece avanzare il suo esercito e attaccò la falange; e poiché la cavalleria era stremata, furono sconfitti e fuggirono,82 Di che Simone incalzò l'oste suo, e commise battaglia incontro alla legione; e li cavalieri erano affaticati, e furono da lui sconfitti, e fuggirono.
83 mentre la cavalleria si disperse per la pianura. Fuggirono verso Asdòd e per salvarsi entrarono nel Bet-Dagon, che è il loro tempio idolatrico.83 E gli altri ch' erano sparti per lo campo sì fuggirono in Azoto, ed entrarono nel tempio di Betdagon loro idolo, acciò che fossono salvi.
84 Gionata allora incendiò Asdòd e le città circonvicine, prese le loro spoglie e incendiò pure il tempio di Dagon con quelli che vi si erano rifugiati.84 Ma Ionata arse Azoto, e le cittadi che v'erano dintorno, e prese le loro ricchezze; e arse il tempio di Betdagon, e quegli che quivi fuggirono dentro.
85 Quelli che perirono di spada insieme a quelli bruciati furono circa ottomila.85 E furono, tra gli morti e arsi, quasi nel torno di VIII milia.
86 Partito di lì, Gionata andò ad accamparsi davanti ad Ascalòna e quelli della città gli andarono incontro con grande onore.86 Poi si partì quindi Ionata con l'oste, e puose il campo ad Ascalona; ma loro gli vennono incontrol con grande gloria.
87 Poi Gionata se ne tornò a Gerusalemme con i suoi, carichi di copioso bottino.87 E poi si (partì quindi, e) tornò Ionata con gli suoi in Ierusalem con molte ricchezze.
88 Il re Alessandro, conosciuti questi fatti, volle glorificare ancora di più Gionata.88 E quando lo re Alessandro udì queste cose, sì si puose in cuore di glorificare più Ionata.
89 Gli inviò una fibbia d'oro, di quelle che è uso donare ai parenti del re, e gli diede in proprietà Accaron con tutti i suoi territori.89 E mandogli la fibbia dell' oro, sì come era usanza di dare a' consorti dello re. E donogli Accaron e tutti i suoi termini in possessione.