1 - «Il gran re Artaserse, che regna dall'India sino all'Etiopia, ai principi e capi delle centoventisette province sottoposte al nostro impero, salute. | 1 מִכְתָּם לְדָוִד שָׁמְרֵנִי אֵל כִּי־חָסִיתִי בָךְ |
2 Molti, della bontà de' principi e dell'onore a cui sono stati innalzati, hanno abusato a superbia; | 2 אָמַרְתְּ לַיהוָה אֲדֹנָי אָתָּה טֹובָתִי בַּל־עָלֶיךָ |
3 e non solo tentano opprimere i sudditi dei re, ma, non contenti della gloria ricevuta, tendono insidia a quelli stessi che a loro la dettero. | 3 לִקְדֹושִׁים אֲשֶׁר־בָּאָרֶץ הֵמָּה וְאַדִּירֵי כָּל־חֶפְצִי־בָם |
4 Nè si contentano di non essere grati de' benefizi, e di violare i diritti dell'umanità, ma si immaginano anche di poter evitare la sentenza di quel Dio che tutto vede. | 4 יִרְבּוּ עַצְּבֹותָם אַחֵר מָהָרוּ בַּל־אַסִּיךְ נִסְכֵּיהֶם מִדָּם וּבַל־אֶשָּׂא אֶתשְׁ־מֹותָם עַל־שְׂפָתָי |
5 Ed a tanta insania son giunti, che quelli i quali premurosamente adempiono gli incarichi ricevuti, ed in ogni cosa si comportano in guisa da meritare le lodi di tutti, essi con insinuazioni e menzogne tentano di perderli, | 5 יְהוָה מְנָת־חֶלְקִי וְכֹוסִי אַתָּה תֹּומִיךְ גֹּורָלִי |
6 ingannando con astuta frode le semplici orecchie de' principi, i quali giudicano gli altri secondo la loro propria natura. | 6 חֲבָלִים נָפְלוּ־לִי בַּנְּעִמִים אַף־נַחֲלָת שָׁפְרָה עָלָי |
7 Ciò viene attestato dalle antiche storie e da quel che avviene ogni giorno si rileva come le buone intenzioni dei re vengono stravolte dalle male suggestioni d'alcuni. | 7 אֲבָרֵךְ אֶת־יְהוָה אֲשֶׁר יְעָצָנִי אַף־לֵילֹות יִסְּרוּנִי כִלְיֹותָי |
8 Laonde, è necessario provvedere alla tranquillità di tutte le province; | 8 שִׁוִּיתִי יְהוָה לְנֶגְדִּי תָמִיד כִּי מִימִינִי בַּל־אֶמֹּוט |
9 e non dovete pensare se diamo ordini diversi [da quelli già dati], che ciò provenga da leggerezza dell'animo nostro; ma è che noi dobbiamo giudicare secondo la qualità e necessità dei tempi, e secondo è richiesto dal bene dello stato. | 9 לָכֵן ׀ שָׂמַח לִבִּי וַיָּגֶל כְּבֹודִי אַף־בְּשָׂרִי יִשְׁכֹּן לָבֶטַח |
10 Ed affinchè intendiate più chiaramente quel che diciamo, Aman figlio d'Amadati, d'animo e di nazione Macedone, estraneo al sangue de' Persiani, che con la sua crudeltà ha disonorato la nostra clemenza, così straniero fu accolto da noi; | 10 כִּי ׀ לֹא־תַעֲזֹב נַפְשִׁי לִשְׁאֹול לֹא־תִתֵּן חֲסִידְךָ לִרְאֹות שָׁחַת |
11 e ci trovò tanto umani verso di lui da essere chiamato nostro padre, e ricevere da tutti l'adorazione, come il secondo dopo il re. | 11 תֹּודִיעֵנִי אֹרַח חַיִּים שֹׂבַע מָחֹות אֶת־פָּנֶיךָ נְעִמֹות בִּימִינְךָ נֶצַח |
12 Ma egli si gonfiò di tanta arroganza da macchinare di privarci e del regno e della vita. | |
13 Infatti, con certe sue nuove ed inaudite arti, tentò di mandare alla morte quel Mardocheo per la cui fedeltà e per cui benefizio noi fummo salvi, Ester consorte del nostro regno, e tutta la sua nazione, | |
14 avendo in mira, morti loro, di tendere insidie a noi rimasti soli, e di trasferire ne' Macedoni il regno de' Persiani. | |
15 Ma noi abbiamo verificato che quei Giudei dal più scellerato degli uomini destinati alla morte, non avevano colpa alcuna; che anzi, si governavano con giuste leggi, | |
16 e sono figli dell'altissimo e massimo e semprevivo Iddio, per benefizio del quale ai padri nostri ed a noi fu dato il regno, e sino ad oggi si custodisce. | |
17 Sappiate perciò, che quelle lettere le quali essi a nome nostro v'indirizzò, son nulle. | |
18 Ed in pena di tale scelleratezza, tanto quegli che la macchinò, quanto tutta la sua parentela, furono appiccati al patibolo, davanti alle porte di questa città di Susa, così rendendogli Dio, e non noi, quel che avea meritato. | |
19 Questo editto poi, che ora vi mandiamo, sia pubblicato in tutte le città, onde sia lecito ai giudei seguire le proprie leggi. | |
20 E voi dovete prestar loro aiuto, acciò al giorno tredici del dodicesimo mese, chiamato Adar, possano mettere a morte quelli che la morte avevano preparata per loro; | |
21 Iddio onnipotente ha infatti cambiato in letizia quel giorno d'afflizione e di lutto. | |
22 Abbiate dunque anche voi questo giorno come uno degli altri giorni di festa, e celebratelo con tutta allegrezza affinchè anche in avvenire si sappia | |
23 che tutti quelli i quali fedelmente obbediscono ai Persiani ricevono degna mercede della loro fedeltà, e quelli invece che insidiano al loro regno ricevono in cambio della loro scelleratezza la morte. | |
24 Ogni provincia poi o città la quale non volesse prender parte a questa solennità, perisca col ferro e col fuoco e sia distrutta così da essere in perpetuo inabitabile non solo dagli uomini ma anche dalle bestie ad esempio degli sprezzatori e dei disobbedienti». | |