Scrutatio

Sabato, 1 giugno 2024 - San Giustino ( Letture di oggi)

Isaia 6


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NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 In anno, quo mortuus est rex Ozias, vidi Dominum edentem super soliumexcelsum et elevatum; et fimbriae eius replebant templum.1 Nell' anno il quale morì il re Ozia, io vidi sedere il Signore sopra una sedia grande e levata; (e la casa era piena della sua maestà), e quelle cose che erano sotto lui riempievano il tempio.
2 Seraphim stabantiuxta eum; sex alae uni et sex alae alteri: duabus velabat faciem suam et duabusvelabat pedes suos et duabus volabat.2 Li Serafini stavano di sopra quello; ed erano sei ale ad uno, e sei all' altro; e con due ale velavano la sua faccia, e con due ale velavano i suoi piedi, e con due ali volavano.
3 Et clamabat alter ad alterum et dicebat:
“ Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus exercituum;
plena est omnis terra gloria eius ”.
3 E gridavano l'uno all' altro, e dicevano: santo, santo, santo, Signore Iddio degli eserciti, piena è ogni terra della sua gloria.
4 Et commota sunt superliminaria cardinum a voce clamantis, et domus repleta estfumo.
4 E alla voce di colui che gridava son commossi li sopra sogliari de' cardini, e la casa fu piena di fumo.
5 Et dixi:
“ Vae mihi, quia perii!
Quia vir pollutus labiis ego sum
et in medio populi polluta labia habentis ego habito
et regem, Dominum exercituum, vidi oculis meis ”.
5 E io dissi: guai a me! imperciò che io tacetti, imperciò che fui uomo il quale hae i labbri polluti, e abito nel mezzo del popolo che ha le labbra corrutte, e hoe veduto il re Signore delli eserciti colli miei occhi.
6 Et volavit ad me unus de seraphim, et in manu eius calculus, quem forcipetulerat de altari,6 E voloe uno delli Serafini a me; e nella mano sua era una pietra picciola ritonda e durissima (e parea ignita di fuoco), la quale è detta calcolo, il quale [lo] Serafino avea tolto dell' altare colla forfece.
7 et tetigit os meum et dixit:
“ Ecce tetigit hoc labia tua,
et auferetur iniquitas tua,
et peccatum tuum mundabitur ”.
7 E toccò la mia bocca, e sì mi disse: ecco io hoe toccate le tue labbra, e sarà tolta da te la tua iniquità, e sarae il tuo peccato mondato.
8 Et audivi vocem Domini dicentis: “ Quem mittam? Et quis ibit nobis? ”. Etdixi: “ Ecce ego, mitte me ”.8 E udi' io la voce del Signore dicente: chi manderò? e chi girà per noi? E io dissi: ecco me (Signore), manda me.
9 Et dixit: “ Vade, et dices populo huic:
“Audientes audite et nolite intellegere,
et videntes videte et nolite cognoscere”.
9 E disse: va, e dirai a questo popolo: audite voi che udite, e non vogliate intendere; e vedete la visione, e non vogliate conoscere.
10 Pingue redde cor populi huius
et aures eius aggrava
et oculos eius excaeca,
ne forte videat oculis suis
et auribus suis audiat
et corde suo intellegat et convertatur
et sanetur ”.
10 Acceca il cuore di questo popolo, e aggrava li suoi orecchi, e chiudi li suoi occhi, acciò che non veggia colli suoi occhi, e non oda colle sue orecchie, e non intenda col suo cuore, e convertasi, e poi lo liberi.
11 Et dixi: “ Usquequo, Domine? ”. Et dixit:
“ Donec desolentur
civitates absque habitatore,
et domus sine homine,
et terra relinquatur deserta ”.
11 E io dissi: Signore, quanto tempo sarà questo? E disse il Signore: dinfino a tanto che le cittadi saranno desolate sanza abitatore, e le case sanza alcuno uomo, e la terra rimarrà deserta.
12 Et longe adducet Dominus homines,
et magna erit desolatio in medio terrae;
12 E da lungi manderà gli uomini il Signore, e sarae multiplicata quella che istà derelitta in mezzo della terra.
13 et adhuc in ea decimatio,
et rursus excisioni tradetur
sicut terebinthus et sicut quercus,
in quibus deiectis manebit aliquid stabile.
Semen sanctum erit id quod steterit in ea.
13 E ancora è in lei la decimazione; e convertirassi e sarae nel conspetto di tutti come terebinto e quercia la quale li suoi rami spande; seme santo sarae quello che istarae in lei.