Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Proverbi 22


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NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Melius est nomen bonum quam divitiae multae,
super argentum et aurum gratia bona.
1 Molto vale meglio all' uomo d' essere di buono nome con poco avere, che essere con ricchezza in malo nome; (e bene vale meglio ad essere di buona grazia a Dio e al mondo, che non fa grande fama, e avere grande ricchezza d' oro e d'argento).
2 Dives et pauper obviaverunt sibi:
utriusque operator est Dominus.
2 Il povero uomo e il ricco si scontrarono; e così bene fece Iddio il povero uomo, come il ricco. (E qui dice la Scrittura: per ricchezze che uomo abbia non si deve l' uomo portare onore e riverenza, ma solamente per colui che il fece, e che lo formò alla sua imagine, e fu messo solamente per l'uomo ricomperare nella croce; e per la rimembranza di Dio non deve niuno uomo avere in dispetto, per povertà ch' egli abbia).
3 Callidus vidit malum et abscondit se;
simplices pertransierunt et afflicti sunt damno.
3 Lo malizioso vede l'avventura che avvenire gli puote, e si ripone; ma quello che è sanza peccato (e non teme se non Iddio) aspetta sicuramente ciò che Iddio gli vuole mandare.
4 Praemium modestiae timor Domini,
divitiae et gloria et vita.
4 Il più grande senno che l' uomo possa avere si è temere Iddio, (e meglio vale che ricchezza); e perciò è messo l' uomo in gioia, e acquistane la gloria della vita perdurabile.
5 Spinae et laquei in via perversi,
custos autem animae suae longe recedit ab eis.
5 Nella via e nella casa dello arigoglioso e nel suo cuore è tuttavia pensiero reo, (per che possa gravare altrui; chè l'arigoglioso non ama nè Dio nè uomo); ma colui che ama Iddio non penserà già di tale uomo.
6 Institue adulescentem iuxta viam suam;
etiam cum senuerit, non recedet ab ea.
6 Proverbio si è, che il giovane fanciullo (tanto come egli è piccolo, è buono castigarlo e insegnarli, e) in tale vita come si mette nella sua giovinezza, appena la lascia tanto come vive.
7 Dives pauperibus imperat;
et, qui accipit mutuum, servus est fenerantis.
7 Il ricco uomo è sopra i poveri; (e comandamento è sopra loro, e secondo che tiene altrui cosa non fa bene;) e chi toglie in prestanza è servo del prestatore.
8 Qui seminat iniquitatem, metet mala
et virga irae suae consummabitur.
8 Quello che insegna male (e che per mali esempii mette genti in via di disperazione) gli avverrà a danno, e suo potere verrà a niente.
9 Qui bono oculo est, benedicetur,
de panibus enim suis dedit pauperi.
9 Quello che ha il suo cuore in pietà e in misericordia sarà benedetto (da Dio e dal mondo; chè tiene i comandamenti della Scrittura che dice:) de' tuoi beni, che Dio t'ha donato, lietamente in questo secolo dona ai poveri. Quello che volentieri dona, sarà onorato da colui ch' egli donerà; chè niuno non può sì atare delle genti, come per donare.
10 Eice derisorem, et exibit cum eo iurgium;
cessabuntque causae et contumeliae.
10 L'uomo che ragione non vuole intendere, nè castigamento non riceverà, mettilo di lunga da te, (e non abbi cura di sua compagnia); l' uomo che è adiroso e questionevole, tanto quanto più puoi fuggilo, e sarai in pace e in equitade.
11 Qui diligit cordis munditiam,
propter gratiam labiorum suorum habebit amicum regem.
11 Quello che ama nettezza di cuore, (e volentieri si consiglia quando è mestiere a savio uomo, e riconosce umilmente suo peccato e sanza rigoglio), Iddio gli darà grazia, e perciò sarà egli amato dal Sovrano re.
12 Oculi Domini custodiunt scientiam,
et supplantantur verba iniqui.
12 Nostro Signore (che) riguarda dolcemente colui che ama scienza di bene; ma molto odia la parola (e il pensiero del folle e) del malvagio.
13 Dicit piger: “ Leo est foris,
in medio platearum occidendus sum ”.
13 (Il disleale uomo dice che non sa fare bene, e che non potrebbe digiunare nè fare penitenza, ma non sa come sua vita finirà; e per lo diletto, ch' elli ha troppo amato, elli sarà tormentato nella morte dello inferno). Dice il pigro: lo leone è fuori nella via, e nel mezzo della piazza m' ucciderà.
14 Fovea profunda os alienae;
cui iratus est Dominus, incidet in eam.
14 La bella parola [di] folle femina è così come la profonda fossa, (donde l'uomo non puote uscire; chè ella tiene l' uomo per suo ingannamento); duramente si cruccia Dio di lui, che di tale femina non si guarda.
15 Stultitia colligata est in corde pueri,
et virga disciplinae fugabit eam.
15 Per natura il piccolo fanciullo è in istato di follia, (chè non si sa governare, e ragione non vede); ma colui che in giovinezza gli castiga (gli fae il servo prode, e) il mette in entrata di volere e di sapienza
16 Opprimis pauperem? Ipse augebit divitias suas.
Donas ditiori? Ipse egebis.
16 L'uomo che d'altrui danno vuole fare suo prò, e d'altrui cosa vuole fare suo avere (e accrescere, non può lungamente così essere sanza avventura; chè avere acquistato di malvagio acquisto ) non può fare buona fine; (e se colui l'ha acquistato non riceve dannaggio, le sue erede anderanno a povertà e male).
17 Inclina aurem tuam et audi verba sapientium,
appone autem cor ad doctrinam meam,
17 (Bello figliuolo, dice Salomone) intendi consiglio di prode uomo e di santo; e metti lo tuo cuore (a buone parole e) a dottrina, e meglio ti metterà la mia scienza.
18 quia pulchra erunt, cum servaveris ea in ventre tuo,
et redundabunt in labiis tuis.
18 Se tu la tieni, ella ti piacerà nel tuo cuore; chè non sarà cosa che tu non possi intendere.
19 Ut sit in Domino fiducia tua,
ostendi ea tibi hodie.
19 E metti al tutto la tua fidanza nel nostro Signore; e ciò ti puote insegnare continuo Dio.
20 Nonne descripsi ea tibi nudiustertius
in cogitationibus et scientia,
20 Sappi che io t'ho (mostrato e) insegnato in tre maniere in pensieri e in iscienzia, (come viverai sanamente sanza misfare, in te guardare di peccare e nou misfare altrui, e a Dio servire del tuo corpo. e del tuo cuore e de' beni ch' ello t'ha donati in questo mondo );
21 ut ostenderem tibi firmitatem verborum veritatis,
ut respondeas illi, qui misit te?
21 (io t'ho ammaestrato, che ti domandano, e che mestiero n' avranno), acciò che ti mostrassi fermezza, e parole vere rispondessi di queste cose a colui che ti mandò.
22 Non facias violentiam pauperi, quia pauper est,
neque conteras egenum in porta,
22 Guàrdati, che (per tua signoria uè per tuo potere) non facci niuno male al povero uomo; e non lo dispregiare già per sua povertade.
23 quia iudicabit Dominus causam eorum,
et anima spoliabit spoliatores.
23 (E bene ti guarda, se tu se' giudice, che tu non giudichi a torto niuno povero uomo) chè il nostro Signore gli guarda e giudica loro retto; (e se tu non giudichi come tu devi, il sovrano giudicamento te ne renderà merito); e tutti coloro che male fanno e a' prodi uomini e a' poveri, Iddio gli confonderà alla fine, (chè non hanno chi gli difenda, se non Iddio solamente.
24 Noli esse amicus homini iracundo
neque ambules cum viro furioso,
24 Non tenere compagnia a uomo disleale e malvagio a tuo potere, (anzi gli schifa quanto tu puoi);
25 ne forte discas semitas eius
et sumas scandalum animae tuae.
25 perciò che suoi malvagi fatti ti metteranno in cattivi pensieri (corrotto dalla tua buona vita), chè per malvagio esempio sono peggiorati molto i prodi uomini. (Non essere con loro, che stando si mettono a pena; se non te ne puoi deliberare, tu ne porterai grande danno).
26 Noli esse cum his, qui iungunt manus suas
et qui vades se offerunt pro debitis:
26 Non usare con coloro che si legano, e fannosi stadichi per gli debiti altrui. ·
27 si enim non habes unde restituas,
quid causae est ut tollat lectum tuum subter te?
27 Or dunque, s'egli non ha donde ristori, perchè ti vuogli far tòrre i panni della camera tua?
28 Ne transferas terminos antiquos,
quos posuerunt patres tui.
28 Non trapassare il comandamento di Santa Chiesa, nè lo insegnamento della scrittura, e non l'abbi già in dispetto; chè gli antichi santi uomini il guardarono e tennero e stabilirono. (L'uomo che volentieri è di buono cuore, fa i comandamenti della Scrittura, e si tiene in buone opere, e sostiene la buona gente a suo potere. Elli s' assicuroe al giudicamento intra' santi che il comandamento di Dio. avranno tenuto e guardato. Se tu se' savio nella Scrittura, insegna ad altrui; se tu se' con più savio di te, intendi bene quello che dirà, e a ciò che tu dirai altrui abbi bene nel tuo cuore).
29 Vidisti virum velocem in opere suo:
coram regibus stabit nec erit ante ignobiles.
29 (E bene guarda che coloro che ti intenderanno non ti possano niente riprendere nella tua parola; e se colui cui tu tieni savio ti dice alcuna. parola ingannevole, non la intendere già, ma sì tosto come tu te n'avvedi, lascia sua compagnia ). Or vedesti uomo spigliato ne' fatti suoi? quel cotale starà davanti ai re; non starà lui anzi alcuno mercenajo.