Scrutatio

Sabato, 11 maggio 2024 - San Fabio e compagni ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 7


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DIODATIBIBBIA MARTINI
1 IGNORATE voi, fratelli perciocchè io parlo a persone che hanno conoscenza della legge, che la legge signoreggia l’uomo per tutto il tempo ch’egli è in vita?1 Non sapete voi, o fratelli, (imperocché con persone perite della legge io parlo), che la legge all'uomo impera, Uno che egli vive?
2 Poichè la donna maritata è, per la legge, obbligata al marito, mentre egli vive; ma, se il marito muore, ella è sciolta dalla legge del marito.2 Imperocché la donna soggetta ad un marito è legata per legge al marito vivente: che se questi venga a morire, è sciolta dalla legge del marito?
3 Perciò, mentre vive il marito, ella sarà chiamata adultera, se divien moglie di un altro marito; ma, quando il marito è morto, ella è liberata da quella legge; talchè non è adultera, se divien moglie di un altro marito.3 Per la qual cosa vivente il marito, sarà chiamata adultera, se stia con altro uomo: morto poi il marito, è sciolta dalla legge del marito: onde non sia adultera se stia con altro uomo.
4 Così adunque, fratelli miei, ancora voi siete divenuti morti alla legge, per lo corpo di Cristo, per essere ad un altro, che è risuscitato da’ morti, acciocchè noi fruttifichiamo a Dio.4 Così anche voi, fratelli miei, siete morti alla legge pel corpo di Cristo: affinchè siate di un altro, il quale ri suscitò da morte: onde frutti portiamo per Iddio.
5 Perciocchè, mentre eravam nella carne, le passioni de’ peccati, le quali erano mosse per la legge, operavano nelle nostre membra, per fruttificare alla morte.5 Imperocché quando noi eravamo (uomini) carnali, le affezioni peccaminose occasionate dalla legge agivano nelle nostre membra per produr frutti di morte:
6 Ma ora siamo sciolti della legge, essendo morti a quello, nel quale eravam ritenuti; talchè serviamo in novità di spirito, e non in vecchiezza di lettera6 Ma adesso siamo sciolti dalla legge di morte, cui eravamo legati, affinchè serviamo secondo il nuovo spirito, non secondo l'antica lettera.
7 Che diremo adunque? che la legge sia peccato? Così non sia; anzi, io non avrei conosciuto il peccato, se non per la legge; perciocchè io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non dicesse: Non concupire.7 Che diremo adunque? La legge è ella un peccato? Mai no. Ma io non ho conosciuto il peccato, se non per mezzo della legge: imperocché io non conosceva la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare.
8 Ma il peccato, presa occasione per questo comandamento, ha operata in me ogni concupiscenza.8 Ma il peccato presa occasione da quel comandamento, cagionò in me ogni cupidità. Imperocché senza la legge il peccato era morto.
9 Perciocchè, senza la legge, il peccato è morto. E tempo fu, che io, senza la legge, era vivente; ma, essendo venuto il comandamento, il peccato rivisse, ed io morii.9 Io poi una volta senza legge vivea. Ma venuto il comandamento, il peccato tornò a rivivere,
10 Ed io trovai che il comandamento, che è a vita, esso mi tornava a morte.10 E io morii: e si trovò, che quel comandamento dato per vita fu morte per me.
11 Perciocchè il peccato, presa occasione per lo comandamento, m’ingannò, e per quello mi uccise.11 Imperocché il peccato, presa occasione da quel comandamento, mi sedusse, e per esso mi uccise.
12 Talchè, ben è la legge santa, e il comandamento santo, e giusto, e buono.12 Per la qual cosa la legge (è) santa, e il comandamento santo, e giusto, e buono.
13 Mi è dunque ciò che è buono divenuto morte? Così non sia; anzi il peccato mi è divenuto morte, acciocchè apparisse esser peccato, operandomi la morte per quello che è buono; affinchè, per lo comandamento, il peccato sia reso estremamente peccante13 Una cosa adunque, che è buona, si fé' morte per me? Mai no. Bensì il peccato affinchè apparisca, come il peccato per mezzo di una cosa buona manipolò per me la morte: onde divenisse il peccato eccessivamente peccatore per ragion del comandamento.
14 Perciocchè noi sappiamo che la legge è spirituale; ma io son carnale, venduto ad esser sottoposto al peccato.14 Imperocché sappiamo, che la legge è spirituale: ma io sono carnale, venduto (schiavo) al peccato.
15 Poichè io non riconosco ciò che io opero; perciocchè, non ciò che io voglio quello fo, ma, ciò che io odio quello fo.15 Imperocché quello, che io fo, non intendo: dappoiché non fo il bene, che amo: ma quel male, che odio, quello io fo.
16 Ora, se ciò che io non voglio, quello pur fo, io acconsento alla legge ch’ella è buona.16 Che se fo quello, che non amo: come buona approvo la legge.
17 Ed ora non più io opero quello, anzi l’opera il peccato che abita in me.17 Adesso poi non lo fo già io, ma il peccato, che abita in me.
18 Perciocchè io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poichè ben è in me il volere, ma di compiere il bene, io non ne trovo il modo.18 Imperocché so, che non abita in me, viene a dire nella mia carne, il bene. Perché il volere lo ho dappresso: ma di fare il bene interamente non trovo via.
19 Perciocchè, il bene che io voglio, io nol fo; ma il male che io non voglio, quello fo.19 Conciossiachè non fa il bene, che voglio: ma quel male che non voglio, quello io fo.
20 Ora, se ciò che io non voglio quello fo, non più io opero quello, anzi l’opera il peccato che abita in me.20 Che se io fo quel, che non voglio: non son già io, che lo fo, ma il peccato che abita in me.
21 Io mi trovo adunque sotto questa legge: che volendo fare il bene, il male è presso a me.21 Io trovo adunque nel voler io fare il bene, esservi questa legge, che il male mi sta dappresso:
22 Perciocchè io mi diletto nella legge di Dio, secondo l’uomo di dentro.22 Imperocché mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo interiore:
23 Ma io veggo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro alla legge della mia mente, e mi trae in cattività sotto alla legge del peccato, che è nelle mie membra.23 Ma veggo un'altra legge nelle mie membra, che si oppone alla legge della mia mente, e mi fa schiavo della legge del peccato, la quale è nelle mie membra.
24 Misero me uomo! chi mi trarrà di questo corpo di morte?24 Infelice me? chi mi libererà da questo corpo di morte?
25 Io rendo grazie a Dio, per Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso adunque, con la mente, servo alla legge di Dio; ma, con la carne, alla legge del peccato25 La grazia di Dio per Gesù Cristo Signor nostro. Dunque io stesso con la mente servo alla legge di Dio, con la carne poi alla legge del peccato.