Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Qoelet 9


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 PERCIOCCHÈ io mi ho recate tutte queste cose al cuore, eziandio per chiarir tutto questo: come i giusti e i savi, e i fatti loro, essendo nella man di Dio, gli uomini non conoscono nè l’amore, nè l’odio: tutto è davanti a loro.1 E tutte queste cose disputai io (e questionai) nel mio cuore, acciò che chiaramente io le sapessi, (e tutto integramente per propria ragione e veritade). Sono savie e giuste le tue opere, e sono in mano di Dio; e con tutto ciò non sa l'uomo, se è degno di amore ovvero di odio.
2 Tutte le cose avvengono simigliantemente a tutti; un medesimo avvenimento avviene al giusto, ed all’empio; al buono e puro, ed all’immondo; a chi sacrifica, ed a chi non sacrifica; quale è il buono, tale è il peccatore; tal chi giura, qual chi teme di giurare.2 Ma tutte le cose si riserba Iddio celatamente infino all' ultimo; onde veggiamo che ogni cosa viene mescolatamente al giusto e allo stolto, e al buono uomo e al reo, è al santo e al peccatore, e a chi fa sacrificio e a chi il biasima; e così diviene infermo il buono (come il cattivo, il giusto) come il peccatore, così il veritiero come colui che è mentitore.
3 Quest’è una cosa molesta, fra tutte quelle che si fanno sotto il sole, che un medesimo avvenimento avviene a tutti; ed anche, che mentre i figliuoli degli uomini sono in vita, il cuor loro è pien di male, ed hanno delle follie al cuore; e dopo ciò, vanno a’ morti3 E questa si è la peggiore cosa che intervegna sotto il sole, però che ogni cosa, bene e male, vegna ugualmente; per la quale cosa li cuori degli uomini (si turbano molto e) riempionsi di malizia, e hanno a vile (e tengono) il tempo di fare bene, e quasi inanzi che s' avveggano, muoiono e vanno allo inferno.
4 Perciocchè, chi è che faccia eccezione? Vi è qualche speranza per tutti quelli che sono in vita; conciossiachè la condizione d’un can vivo sia migliore che quella d’un leone morto.4 E veggono bene che niuno è il quale sempre viva, e pure quello cotanto che qui deve vivere, non sa, e non ha credenza quale sia; meglio è il cane vivo, che il lione morto.
5 Perciocchè i viventi sanno che morranno; ma i morti non sanno nulla, e non vi è più alcun premio per loro; perciocchè la lor memoria è dimenticata.5 (E questa è la cagione, che) quando è vivo J'uomo (puote fare bene, e) sa bene ch' elli dee morire; ma coloro che sono morti (hanno trapassato il tempo del meritare, e) non sanno niuna cosa dond' elli si possano aiutare, e non hanno più mercede; e la loro condizione sì è fatta come fossa dimenticata.
6 Già e il loro amore, e il loro odio, e la loro invidia è perita; e non hanno giammai più parte alcuna in tutto quello che si fa sotto il sole.6 E amore e odio e invidia insieme passarono; e (non v' hanno luogo) in questo secolo non hanno parte, nè delle cose che sono sotto il sole.
7 Va’, mangia il tuo pane allegramente, e bevi il tuo vino di cuore lieto; se pure Iddio gradisce le tue opere.7 Or va dunque, e manuca con letizia il tuo pane, e il tuo vino bèi in allegrezza, se a Dio piaceranno l'opere tue.
8 Sieno in ogni tempo i tuoi vestimenti bianchi; e l’olio odorifero non venga meno in sul tuo capo.8 D' ogni tempo siano bianchi li tuoi vestimenti, e l'olio non venga meno (e non scemi) del tuo capo.
9 Godi della vita con la moglie che tu ami, tutti i giorni della vita della tua vanità, i quali Iddio ti ha dati sotto il sole, tutto il tempo della tua vanità; perciocchè questa è la tua parte nella tua vita, e il frutto della tua fatica, che tu duri sotto il sole.9 Usa adunque il matrimonio con mogliata, la quale tu ami, per tutto il tempo della tua vita del tuo mutamento, il quale tempo ti fia dato sotto il sole, tutto il tempo della tua vanitade. Questa è la parte, nella vita tua, della fatica del sudore tuo sotto il sole.
10 Fa’ a tuo potere tutto quello che avrai modo di fare; perciocchè sotterra, ove tu vai, non vi è nè opera, nè ragione, nè conoscimento, nè sapienza alcuna10 Tieni mente che ciò che le mani tue possono fare (che sia bene), fallo incontenente; imperò che là dove tu vai, non vi vale senno nè ragione nè forza nè iscienza, cio è nello inferno.
11 DI nuovo, io ho veduto sotto il sole, che il correre non è in poter de’ leggieri, nè il far la guerra in poter de’ prodi, nè l’aver del pane in poter de’ savi, nè l’acquistar ricchezze in poter de’ prudenti, nè d’essere in grazia in poter degl’intendenti; conciossiachè ad essi tutti avvengano tempi e casi.11 Anche mi volsi in altra parte, e vidi sotto il sole, che nè spigliato corriere ha tosto corso, nè uomini forti hanno vittoria, nè li savi hanno assai possessioni, nè li maestri sì sanno procacciare, nè artefici piacciono per loro grazia; ma ciò che fanno, per la loro avventura (o vero grazia) fanno, (se Iddio non lo dà loro per grazia).
12 Perciocchè l’uomo non pur conosce il suo tempo. Come i pesci, che son presi con la mala rete; e come gli uccelli, che son colti col laccio; così sono allacciati i figliuoli degli uomini, al tempo dell’avversità, quando cade loro di subito addosso12 Non sa l'uomo', a che s' abbia a venire lo stato suo; però che così si pigliano gli uomini, disavventuratamente per tribulazione di tempo o d'altro, come si pigliano li pesci all' amo, e li uccelli al lacciuolo.
13 Pure ancora ho veduta questa sapienza sotto il sole, che mi è paruta grande:13 Questa altra sapienza vidi sotto il sole, e provai che era assai grande.
14 vi era una piccola città con pochi uomini dentro; ed un gran re venne contro ad essa, e l’intorniò, e fece di gran bastie contro ad essa;14 Piccola cittade, e pochi uomini vi sono dentro; e vennevi ad assedio uno grande re, e cerchiolla dintorno, e assediolla.
15 e in essa si trovò un povero uomo savio, il qual liberò la città con la sua sapienza, benchè niuno si ricordasse di quel povero uomo.15 E trovasi uno povero uomo, il quale si è savio, che la difende per sua. sapienza; e perchè egli è povero (nullo gliene sa grado, e) niuno si ricorda poi di lui. (Or dunque se egli fosse ricco tutti gliene renderebbono onore).
16 Allora io dissi: Meglio val sapienza che forza; benchè la sapienza del povero sia sprezzata, e che le sue parole non sieno ascoltate.16 E io dico che migliore è la sapienza, che la fortezza; dunque come la sapienza del povero è avuta (in disdegno e) in dispregio, e le parole del savio non sono ascoltate?
17 Le parole de’ savi devono esser più quietamente ascoltate, che la grida d’un signore fra gli stolti.17 Parole de' savii devono essere ascoltate chetamente, più che le parole del principe stolto.
18 La sapienza val meglio che gli strumenti bellici; ma un sol peccatore fa perire un gran bene18 Migliore è la sapienza, che l'arme di battaglia; e chi pecca in uno, perde molte buone cose.