Scrutatio

Venerdi, 17 maggio 2024 - San Pasquale Baylon ( Letture di oggi)

Proverbi 25


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DIODATIVULGATA
1 QUESTE ancora son sentenze di Salomone, le quali gli uomini di Ezechia, re di Giuda, raccolsero1 Hæ quoque parabolæ Salomonis, quas transtulerunt viri Ezechiæ regis Juda.
2 La gloria di Dio è di celar la cosa; Ma la gloria dei re è d’investigare la cosa.2 Gloria Dei est celare verbum,
et gloria regum investigare sermonem.
3 L’altezza del cielo, e la profondità della terra, E il cuor dei re, non si possono investigare3 Cælum sursum, et terra deorsum,
et cor regum inscrutabile.
4 Togli le schiume dell’argento, E ne riuscirà un vaso all’orafo.4 Aufer rubiginem de argento,
et egredietur vas purissimum.
5 Rimuovi l’empio d’innanzi al re, E il trono di esso sarà stabilito con giustizia5 Aufer impietatem de vultu regis,
et firmabitur justitia thronus ejus.
6 Non fare il vanaglorioso in presenza del re, E non istar nel luogo de’ grandi;6 Ne gloriosus appareas coram rege,
et in loco magnorum ne steteris.
7 Perciocchè val maglio che ti si dica: Sali qua; Che se tu fossi abbassato davanti al principe, Che gli occhi tuoi hanno veduto7 Melius est enim ut dicatur tibi : Ascende huc,
quam ut humilieris coram principe.
8 Non uscir subitamente alla contesa; Che talora alla fin d’essa tu non faccia qualche cosa, Quando il tuo prossimo ti avrà fatta vergogna.8 Quæ viderunt oculi tui ne proferas in jurgio cito,
ne postea emendare non possis,
cum dehonestaveris amicum tuum.
9 Dibatti la tua lite col tuo prossimo; Ma non palesare il segreto di un altro;9 Causam tuam tracta cum amico tuo,
et secretum extraneo ne reveles :
10 Che talora chi ti ode non ti vituperi, E che la tua infamia non possa essere riparata10 ne forte insultet tibi cum audierit,
et exprobrare non cesset.
Gratia et amicitia liberant :
quas tibi serva, ne exprobrabilis fias.
11 La parola detta in modi convenevoli È simile a pomi d’oro tra figure d’argento.11 Mala aurea in lectis argenteis,
qui loquitur verbum in tempore suo.
12 Il savio riprenditore ad un orecchio ubbidiente È un monile d’oro, ed un ornamento d’oro finissimo12 Inauris aurea, et margaritum fulgens,
qui arguit sapientem et aurem obedientem.
13 Il messo fedele è, a quelli che lo mandano, Come il fresco della neve in giorno di ricolta; E ristora l’anima de’ suoi padroni13 Sicut frigus nivis in die messis,
ita legatus fidelis ei qui misit eum :
animam ipsius requiescere facit.
14 L’uomo che si gloria falsamente di liberalità È simile alle nuvole, ed al vento senza pioggia14 Nubes, et ventus, et pluviæ non sequentes,
vir gloriosus et promissa non complens.
15 Il principe si piega con sofferenza, E la lingua dolce rompe le ossa15 Patientia lenietur princeps,
et lingua mollis confringet duritiam.
16 Se tu trovi del miele, mangiane quanto ti basta; Che talora, se tu te ne satolli, tu nol vomiti fuori16 Mel invenisti : comede quod sufficit tibi,
ne forte satiatus evomas illud.
17 Metti di rado il piè in casa del tuo prossimo; Che talora egli non si sazii di te, e ti odii17 Subtrahe pedem tuum de domo proximi tui,
nequando satiatus oderit te.
18 Un uomo che dice falsa testimonianza contro al suo prossimo È come un martello, una spada, ed una saetta acuta18 Jaculum, et gladius, et sagitta acuta,
homo qui loquitur contra proximum suum falsum testimonium.
19 La confidanza che si pone nel disleale è, in giorno di afflizione, Un dente rotto, ed un piè dislogato19 Dens putridus, et pes lassus,
qui sperat super infideli in die angustiæ,
20 Chi canta canzoni presso di un cuor dolente È come chi si toglie la vesta d’addosso in giorno di freddo, E come l’aceto sopra il nitro20 et amittit pallium in die frigoris.
Acetum in nitro,
qui cantat carmina cordi pessimo.
Sicut tinea vestimento, et vermis ligno,
ita tristitia viri nocet cordi.
21 Se colui che ti odia ha fame, dagli da mangiar del pane; E se ha sete, dagli da bere dell’acqua;21 Si esurierit inimicus tuus, ciba illum ;
si sitierit, da ei aquam bibere :
22 Perciocchè così tu gli metterai delle brace in su la testa; E il Signore te ne farà la retribuzione22 prunas enim congregabis super caput ejus,
et Dominus reddet tibi.
23 Il vento settentrionale dissipa la pioggia; E il viso sdegnoso la lingua che sparla di nascosto23 Ventus aquilo dissipat pluvias,
et facies tristis linguam detrahentem.
24 Meglio vale abitare sopra il canto di un tetto, Che con una moglie rissosa in casa comune24 Melius est sedere in angulo domatis
quam cum muliere litigiosa et in domo communi.
25 Una buona novella di lontan paese È come acqua fresca alla persona stanca ed assetata25 Aqua frigida animæ sitienti,
et nuntius bonus de terra longinqua.
26 Il giusto che vacilla davanti all’empio, È una fonte calpestata, ed una vena d’acque guasta26 Fons turbatus pede et vena corrupta,
justus cadens coram impio.
27 Il mangiar troppo miele non è bene, E l’investigar colui che è la gloria degli uomini è cosa gloriosa27 Sicut qui mel multum comedit non est ei bonum,
sic qui scrutator est majestatis opprimetur a gloria.
28 L’uomo, il cui animo non ha ritegno alcuno, È una città sfasciata, senza mura28 Sicut urbs patens et absque murorum ambitu,
ita vir qui non potest in loquendo cohibere spiritum suum.