Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 7


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA VOLGARE
1 Ci fu anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.1 E avvenne che furono pigliati sette fratelli colla madre sua insieme, ed erano costretti dal re contro alla legge di toccar le carni del porco, con percosse e battiture di corregge (di pelle) di cuoio di bue.
2 Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».2 E uno di loro, il quale era il primo, disse così che cerchi tu, e che vuoi tu imparare da noi? Noi siamo apparecchiati più tosto di morire, che prevaricare le leggi paterne, e quelle di Dio.
3 Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco teglie e caldaie.3 E corrucciato il re, comandò che fusse accese le padelle e vasi di bronzo; le quali sùbito accese,
4 Appena queste divennero roventi, il re comandò di tagliare la lingua a quello che si era fatto loro portavoce, di scorticarlo e tagliargli le estremità, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre.4 comandò che a colui, che prima parlò, li fusse tratta la lingua; e anco, levata la coteca del capo, comandò li fusse tagliate (tutte) le mani e li piedi, tutti gli altri fratelli e la madre vedendolo.
5 Dopo averlo mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al fuoco e di arrostirlo quando ancora respirava. Mentre il vapore si spandeva largamente tutto intorno alla teglia, gli altri si esortavano a vicenda con la loro madre a morire da forti, dicendo:5 Ed essendo così fatto inutile per tutto, comandò che fusse posto al fuoco, e anco così spirando ardesse nella padella; nella quale lungamente cruciandosi, li altri insieme con la madre si confortavano di morire fortemente,
6 «Il Signore Dio ci vede dall’alto e certamente avrà pietà di noi, come dichiarò Mosè nel canto che protesta apertamente con queste parole: “E dei suoi servi avrà compassione”».
6 dicendo: lo Signore Iddio vedrà la verità, e consolerassi in noi, sì come nella protestazione del cantico dichiarò Moise: E CONSOLERASSI NELLI SERVI SUOI.
7 Venuto meno il primo, allo stesso modo esponevano allo scherno il secondo e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: «Sei disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo membro?».7 E morto il primo a questo modo, menavano lo seguente a disprezzarlo; e levata che li fu la coteca del capo con li capelli, dimandoro s' egli mangerebbe inanzi che fusse punito per i membri di tutto il corpo.
8 Egli, rispondendo nella lingua dei padri, protestava: «No». Perciò anch’egli subì gli stessi tormenti del primo.8 E lui, rispondendo con la voce paterna, disse: non farò. E per questo nel luogo del primo fu tormentato.
9 Giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
9 Ed essendo nell' ultimo del spirito, disse; tu certamente, scelestissimo, ne perdi in questa vita; ma il re del mondo, poi che noi saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà nella resurrezione della eterna vita.
10 Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani,10 Dopo questo il terzo è dileggiato, e dimandatoli la lingua, sùbito la mise fuori, e constantemente stese le mani.
11 dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo».11 E disse con fiducia: io possiedo queste cose dal cielo, ma per amor delle leggi di Dio disprezzo tutte queste cose, però ch' io spero di ricever tutte queste cose da lui.
12 Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
12 Si che (dicendo a questo modo) si maravigliò il re, e quelli ch' erano con lui, (della costanza e) dell' animo del giovane, che come nulla esistima i cruciati.
13 Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti.13 E morto che fu questo, similmente cruciavano il quarto.
14 Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».
14 Ed essendo già propinquo alla morte, disse così coloro i quali sono dati alla morte dagli uomini più tosto debbono aspettare con speranza da Dio, un' altra volta esser resuscitati da lui; ma a te non sarà resurrezione a vita.
15 Subito dopo condussero il quinto e lo torturarono.15 E avendo pigliato il quinto, lo cruciavano anco lui. E lui riguardando al re, disse:
16 Ma egli, guardando il re, diceva: «Tu hai potere sugli uomini e, sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo sia stato abbandonato da Dio.16 Tu hai autorità fra gli uomini, avvenga che tu sii corruttibile; tu fai quello che vuoi; ma non voler pensare che la nostra gente sia abbandonata da Dio.
17 Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come strazierà te e la tua discendenza».
17 Ma tu abbi un poco pazienza, e vederai la grande sua podestà, a che modo te e la progenie tua sarà tormentata.
18 Dopo di lui presero il sesto che, mentre stava per morire, disse: «Non illuderti stoltamente. Noi soffriamo queste cose per causa nostra, perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che muovono a meraviglia.18 Dopo questo menarono anco il sesto, e questo cominciando a morire disse così: non volere errare invano; però che noi sosteniamo queste cose per cagion di noi istessi, però che abbiamo peccato contro al Dio nostro; e per degna ammirazione sono fatte queste cose in noi.
19 Ma tu non credere di andare impunito, dopo aver osato combattere contro Dio».
19 Ma tu non pensar di scampare sanza punizione, il qual hai tentato di combattere contro a Dio.
20 Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore.20 E la madre loro, mirabile e degna di memoria delli buoni, con l'animo costante sostenea, vedendosi dinanzi agli occhi suoi esser uccisi sette figliuoli in uno dì, per la speranza la qual avea in Dio.
21 Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro:21 E confortava ciascuno di loro, ripiena di sapienza, fortemente colla paterna voce; e avendo inserto l'animo virile nelli pensieri feminili,
22 «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi.22 disse a loro: io non so a che modo voi appariste nel mio ventre, e anco io non diedi a voi lo spirito e l'anima e la vita, e non formai li membri di ciascuno di voi.
23 Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi».
23 Ma egli è il Creatore del mondo, il quale formò la natività dell' uomo; colui che trovò la origine delli uomini vi renderà un' altra fiata la vita con misericordia, così come voi disprezzate voi stessi per amore delle sue leggi.
24 Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quel linguaggio fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo; e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse abbandonato le tradizioni dei padri, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato alti incarichi.24 E Antioco, vedendosi disprezzato, e insieme disprezzata la voce di chi lo vituperava, essendo anco rimasto il più giovane, non solamente lo confortava con parole, ma anco con giuramento affermava che lo farebbe ricco e beato; e se lui si rimovesse delle leggi paterne, sarebbe sempre suo amico, e arebbe tutto quello li fosse bisogno.
25 Ma poiché il giovane non badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo.25 E conciosia cosa che il giovane per alcuno modo non si potesse inclinare, chiamò la madre, e sì la persuadeva ch' ella volesse confortar il figliuolo alla salute sua.
26 Esortata a lungo, ella accettò di persuadere il figlio;26 E avendola confortata con molte parole, promiseli di persuadere al suo figliuolo.
27 chinatasi su di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri: «Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento.27 Inclinata dunque al suo figliuolo, facendosi beffe del crudele tiranno, disse colla voce paternale: figliuolo mio, abbi misericordia di me, la quale ti portai nove mesi nel ventre, e per tre anni diediti lo latte, e sì ti nutricai, e a questa età io ti condussi.
28 Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano.28 Dimandoti, figliuolo mio, che tu guardi in cielo, e alla terra e a tutte quelle cose che sono in loro; e intendi che tutte queste cose fece Iddio di niente, e anco la generazione degli uomini;
29 Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia».
29 e così nell' animo tuo sì fermi, che tu non temi questo omicidiale; ma essendo fatto degno delli tuoi fratelli, ricevi la morte, acciò che in quella miserazione ti riceva con li tuoi fratelli.
30 Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè.30 E parlando la madre anco queste cose, disse il giovane: che aspettate voi? non voglio ubedire al comandamento del re, ma al comandamento della legge la qual fu data a noi per Moisè.
31 Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio.31 Ma tu il qual sei fatto inventor di ogni malizia contro agli ebrei, non fuggirai le mani di Dio.
32 Noi, in realtà, soffriamo per i nostri peccati.32 Però che noi patimo per i peccati nostri.
33 Se ora per nostro castigo e correzione il Signore vivente per breve tempo si è adirato con noi, di nuovo si riconcilierà con i suoi servi.33 E se il Signore nostro è un poco irato con noi per riprension e correzion nostra, (ma voglio tu sappi che) lui si riconcilierà con i servi suoi.
34 Ma tu, o sacrilego e il più scellerato di tutti gli uomini, non esaltarti invano, alimentando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo,34 Ma tu, o scelestissimo e viziosissimo di tutti gli uomini, non ti voler (gloriare ed) esaltare con vane speranze infiammato contro alli suoi servi.
35 perché non sei ancora al sicuro dal giudizio del Dio onnipotente che vede tutto.35 Però che tu non sei anco fuggito lo giudicio dello onnipotente Dio, il qual conosce ogni cosa.
36 Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono entrati in alleanza con Dio. Tu invece subirai nel giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia.36 Li miei fratelli, ben che abbino sostenuto un poco di dolore, sono fatti partecipi della eterna vita; ma tu collo giudicio di Dio satisfarai con li tormenti giusti la tua ambizione.
37 Anch’io, come già i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba confessare che egli solo è Dio;37 Io veramente, sì come hanno fatto li miei fratelli, do l'anima e il corpo mio per le (nostre) leggi paterne, invocando Iddio, più maturamente si facci propizio alla gente nostra, e facciti confessare con tormenti e percosse, ch' esso è solo Iddio.
38 con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe».
38 E in me e in li miei fratelli termini l'ira dello onnipetente Iddio, la qual è sopravenuta giustamente sopra tutta la nostra gente.
39 Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno.39 Allora il re, acceso d' ira contro a questo giovane, sopra tutti gli altri più crudelmente lo tormentò, sostenendo con indignazione di esser dileggiato.
40 Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore.40 E costui anco mondo (e puro) se ne morì, confidandosi in Dio per tutte queste cose.
41 Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.
41 Ultimamente dopo i (suoi) figliuoli anco la madre fu consumata (e morta).
42 Ma sia sufficiente quanto abbiamo esposto circa i pasti sacrificali e le eccessive crudeltà.42 Delli sacrificii adunque e delle grandi crudelità assai è detto.