Qoelet 1
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BIBBIA CEI 1974 | BIBBIA TINTORI |
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1 Parole di Qoèlet, figlio di Davide, re di Gerusalemme. | 1 Parole dell'Ecclesiaste, figlio di David, re di Gerusalemme. |
2 Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità. | 2 Vanità delle vanità — disse l'Ecclesiaste — vanità delle vanità. Tutto è vanità. |
3 Quale utilità ricava l'uomo da tutto l'affanno per cui fatica sotto il sole? | 3 Qual vantaggio trae l'uomo da tutta la fatica in cui s'affanna sotto il sole? |
4 Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa. | 4 Una generazione va e l'altra viene, ma la terra rimane sempre al suo posto. |
5 Il sole sorge e il sole tramonta, si affretta verso il luogo da dove risorgerà. | 5 Il sole si leva e tramonta, ritorna al suo posto per rinascere, |
6 Il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana; gira e rigira e sopra i suoi giri il vento ritorna. | 6 gira verso il mezzogiorno e piega all'aquilone. Il vento sì spande in ogni parte sopra tutte le cose e ritorna a prendere i suoi giri. |
7 Tutti i fiumi vanno al mare, eppure il mare non è mai pieno: raggiunta la loro mèta, i fiumi riprendono la loro marcia. | 7 Tutti i fiumi si gettano in mare, e il mare non trabocca: i fiumi ritornano al luogo dove son nati, per riprendere di nuovo il loro corso. |
8 Tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo. Non si sazia l'occhio di guardare né mai l'orecchio è sazio di udire. | 8 Tutte le cose son diffìcili: l'uomo non ha parole per spiegarle. L'occhio non è mai sazio di vedere, l'orecchio non è mai pieno di sentire. |
9 Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole. | 9 Che è mai quello che fu? Quello che sarà. E quello che è stato fatto? Ciò che sarà fatto ancora. |
10 C'è forse qualcosa di cui si possa dire: "Guarda, questa è una novità"? Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto. | 10 Non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Di nessuna cosa si può dire: « Questa è nuova »: già fu nei secoli che ci precedettero. |
11 Non resta più ricordo degli antichi, ma neppure di coloro che saranno si conserverà memoria presso coloro che verranno in seguito. | 11 Delle cose d'altri tempi non rimane memoria; ma neppure di ciò che sarà nell'avvenire resterà la memoria per quelli che verranno negli ultimi tempi. |
12 Io, Qoèlet, sono stato re d'Israele in Gerusalemme. | 12 Io, Ecclesiaste, fui re d'Israele in Gerusalemme, |
13 Mi sono proposto di ricercare e investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo. È questa una occupazione penosa che Dio ha imposto agli uomini, perché in essa fatichino. | 13 e feci nell'animo mio il proposito di fare con sapienza delle ricerche e degli studi sopra tutto ciò che accade sotto il sole. Questa penosissima occupazione Dio l'ha data ai figli degli uomini, perchè vi si affatichino. |
14 Ho visto tutte le cose che si fanno sotto il sole ed ecco tutto è vanità e un inseguire il vento. | 14 Osservai tutto quello che si fa sotto il sole, e vidi che tutto è vanità e afflizione di spirito. |
15 Ciò che è storto non si può raddrizzare e quel che manca non si può contare. | 15 I perversi diffìcilmente si correggono, e il numero degli stolti è infinito. |
16 Pensavo e dicevo fra me: "Ecco, io ho avuto una sapienza superiore e più vasta di quella che ebbero quanti regnarono prima di me in Gerusalemme. La mia mente ha curato molto la sapienza e la scienza". | 16 Io dissi in cuor mio: Ecco, io son diventato grande ed ho sorpassato in sapienza tutti quelli che furono avanti di me in Gerusalemme; la mia mente ha contemplato con sapienza molte cose, e ne ho imparate. |
17 Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia, e ho compreso che anche questo è un inseguire il vento, | 17 Poi applicai la mia mente a conoscere la prudenza, e la dottrina, e gli errori, e la stoltezza, e riconobbi che anche in questo c'era affanno e afflizione di spirito. |
18 perché molta sapienza, molto affanno; chi accresce il sapere, aumenta il dolore. | 18 Perchè dove c'è molta sapienza c'è molto sdegno, e chi moltiplica la scienza moltiplica gli affanni. |