Scrutatio

Domenica, 16 giugno 2024 - Sant´ Aureliano ( Letture di oggi)

Isaiæ 51


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Audite me, qui sequimini quod justum est,
et quæritis Dominum ;
attendite ad petram unde excisi estis,
et ad cavernam laci de qua præcisi estis.
1 Udite (e ascoltate) me, voi i quali seguitate (e fate) quella cosa la quale è giusta, che addomandate (e chiedete) lo Signore; attendete (e riguardate) alla pietra onde voi siete spiccati, e alla caverna dello lago (cioè dello inferno) onde voi siete tagliati.
2 Attendite ad Abraham, patrem vestrum,
et ad Saram, quæ peperit vos :
quia unum vocavi eum,
et benedixi ei, et multiplicavi eum.
2 Attendete ad Abraam, lo vostro padre, e a Sara la qual partorì voi; però che io lo chiamai uno, e benedissilo, e fecilo moltiplicare. (Nota di quella parola: io chiamai uno, che lo chiamò uno, cioè singolare, cioè Cristo, che fue diviso dalli altri uomini).
3 Consolabitur ergo Dominus Sion,
et consolabitur omnes ruinas ejus :
et ponet desertum ejus quasi delicias,
et solitudinem ejus quasi hortum Domini.
Gaudium et lætitia invenietur in ea,
gratiarum actio et vox laudis.
3 E Iddio consolerà Sion di tutte le sue rovine, e lo suo deserto sarà pieno di ricchezze e di diletti, e lo suo sbandeggiamento quasi come l'orto del Signore. E troverassi in lei allegrezza e letizia, e ringraziamento (a Dio) e voce di laude.
4 Attendite ad me, popule meus,
et tribus mea, me audite :
quia lex a me exiet,
et judicium meum in lucem populorum requiescet.
4 O populo mio, attendi e riguarda me, e voi, ischiatte mie, udite me; però che la legge uscirà da me, e lo mio giudicio si riposerà nella luce del populo.
5 Prope est justus meus, egressus est salvator meus,
et brachia mea populos judicabunt ;
me insulæ exspectabunt,
et brachium meum sustinebunt.
5 Lo mio giusto è appresso, ed è uscito di fuori lo mio salvatore, e le mie braccia giudicherauno li populi; le isole aspetteranno me, e sosterranno lo mio braccio.
6 Levate in cælum oculos vestros,
et videte sub terra deorsum :
quia cæli sicut fumus liquescent,
et terra sicut vestimentum atteretur,
et habitatores ejus sicut hæc interibunt :
salus autem mea in sempiternum erit,
et justitia mea non deficiet.
6 Alzate nel cielo li vostri occhi; guardate sopra la terra di sotto; però che li cieli diverranno liquidi come fumo, e la terra sarà trita come vestimento, e li suoi abitatori così anche morranno; ma la mia salute sarà in sempiterno, e la giustizia [mia] non verrà meno.
7 Audite me, qui scitis justum,
populus meus, lex mea in corde eorum :
nolite timere opprobrium hominum,
et blasphemias eorum ne metuatis :
7 O populo mio, ascolta me, il quale sai (e conoscesti) il giusto (cioè Cristo); la mia legge sarà nel tuo cuore; non vogliate temere lo vituperio delli uomini, e non abbiate paura della loro bestemmia.
8 sicut enim vestimentum, sic comedet eos vermis,
et sicut lanam, sic devorabit eos tinea :
salus autem mea in sempiternum erit,
et justitia mea in generationes generationum.
8 Però che lo vermine li mangerà, come fussero uno vestimento; e la tignuola [li] divorerà sì come fussono lana; ma la mia salute sarà in sempiterno, e la mia giustizia starà insino nella generazione delle generazioni.
9 Consurge, consurge, induere fortitudinem,
brachium Domini !
consurge sicut in diebus antiquis,
in generationibus sæculorum.
Numquid non tu percussisti superbum,
vulnerasti draconem ?
9 O braccio del Signore, lèvati suso e vestiti di fortezza; lèvati suso come nel tempo antico, nelle generazioni de' secoli. Or non percotesti tu lo superbo, e feristi lo dragone?
10 numquid non tu siccasti mare,
aquam abyssi vehementis ;
qui posuisti profundum maris viam,
ut transirent liberati ?
10 Or non seccasti tu lo mare e l'acqua del grande abisso, e ponesti lo profondo del mare, e facestine via acciò che li liberati potessono andare?
11 Et nunc qui redempti sunt a Domino, revertentur,
et venient in Sion laudantes,
et lætitia sempiterna super capita eorum :
gaudium et lætitiam tenebunt ;
fugiet dolor et gemitus.
11 E ora ritorneranno quelli che sono ricomperati da Dio, e verranno in Sion laudando; allegrezza e letizia in sempiterno sarà sopra li suoi capi; e terranno allegrezza e letizia, e lo dolore e il pianto fuggirà via.
12 Ego, ego ipse consolabor vos.
Quis tu, ut timeres ab homine mortali,
et a filio hominis qui quasi fœnum ita arescet ?
12 E io medesimo consolerò voi: chi sei tu che temi dall' uomo mortale, e del figliuolo dell' uomo, il quale diventarà arido come fieno?
13 Et oblitus es Domini, factoris tui,
qui tetendit cælos et fundavit terram ;
et formidasti jugiter tota die
a facie furoris ejus qui te tribulabat,
et paraverat ad perdendum.
Ubi nunc est furor tribulantis ?
13 E hai dimenticato lo Iddio tuo creatore, lo quale distese li cieli e fondò la terra; e sempre tutto lo dì avesti paura della faccia del suo furore, il quale avea tribulato te, e aveati apparecchiato a uccidere: dove è ora il furore de' tribulanti?
14 Cito veniet gradiens ad aperiendum ;
et non interficiet usque ad internecionem,
nec deficiet panis ejus.
14 Certo tosto verrà andante ad aprire; e non ucciderà insino all' uccisione, e lo suo pane uon verrà meno. (E nota che dice: ad aprire, cioè lo cuore de' superbi per la grazia; e poi dice: non ad uccidere, cioè che non ucciderà li peccatori così tosto; chè prima li chiamerà a penitenza, come dice Santo Matteo nel XIIII capitolo: fate penitenza, e dice a' peccatori; e poi dice che lo loro pane non verrà meno, cioè Cristo, il quale è vero e dolce pane).
15 Ego autem sum Dominus Deus tuus,
qui conturbo mare, et intumescunt fluctus ejus :
Dominus exercituum nomen meum.
15 E io sono lo tuo Signore Iddio, il quale conturbo il mare, e foe enfiare le sue onde; e lo mio nome sì è lo Signore delli esèrciti.
16 Posui verba mea in ore tuo,
et in umbra manus meæ protexi te,
ut plantes cælos, et fundes terram,
et dicas ad Sion : Populus meus es tu.
16 E hoe poste le mie parole (e li miei detti) nella tua bocca, e difesi te sotto l'ombra della mia mano, acciò che tu pianti li cieli, e fondi la terra, e dichi a Sion: tu se' lo mio populo.
17 Elevare, elevare,
consurge, Jerusalem,
quæ bibisti de manu Domini
calicem iræ ejus ;
usque ad fundum calicis soporis bibisti,
et potasti usque ad fæces.
17 Lièvati, lièvati suso, e lièvati, Ierusalem, la quale hai bevuto della mano del Signore lo calice della sua ira; e bevesti insino al fondo del calice dello sopore, e bevestilo insino alla feccia.
18 Non est qui sustentet eam,
ex omnibus filiis quos genuit ;
et non est qui apprehendat manum ejus,
ex omnibus filiis quos enutrivit.
18 E non è chi la sostenga di tutti li figliuoli suoi li quali generò; e non è chi pigli la sua mano di quanti figliuoli ella ha nutrito.
19 Duo sunt quæ occurrerunt tibi ;
quis contristabitur super te ?
Vastitas, et contritio, et fames, et gladius ;
quis consolabitur te ?
19 Due cose sono le quali vennero incontro a te; e chi si contristerà di te? lo guastamento e lo spezzamento, e la fame e lo coltello; or chi consolerà te?
20 Filii tui projecti sunt, dormierunt
in capite omnium viarum
sicut oryx illaqueatus,
pleni indignatione Domini,
increpatione Dei tui.
20 Non [li] tuoi figliuoli, però che sono gittati e dormirono in capo di tutte le vie, sì come la bestia allacciata; e sono pieni d'indignazione del Signore, e di riprensione dello tuo Iddio.
21 Idcirco audi hoc, paupercula,
et ebria non a vino.
21 E però tu, poverella, odi (questa percossa); e sei ebria, ma non di vino (cioè che se' ebria di tribulazione).
22 Hæc dicit dominator tuus Dominus,
et Deus tuus, qui pugnabit pro populo suo :
Ecce tuli de manu tua
calicem soporis,
fundum calicis indignationis meæ :
non adjicies ut bibas illum ultra.
22 Questo dice lo Signore tuo e lo tuo Iddio, lo quale combatte per lo suo popolo: ecco ch' io hoe tolto della tua mano lo calice del sonno, lo fondo del calice della mia indignazione; io non consentirò che tu beva più quello.
23 Et ponam illum in manu eorum qui te humiliaverunt,
et dixerunt animæ tuæ :
Incurvare, ut transeamus ;
et posuisti ut terram corpus tuum,
et quasi viam transeuntibus.
23 E porrò quello nella (loro) mano di coloro li quali adumiliarono te, e dissono all' anima tua: inchinati giuso, acciò che noi passiamo; e ponesti lo tuo corpo come terra, e come via alli andanti.