Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Canticum Canticorum 8


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Quis mihi det te fratrem meum,
sugentem ubera matris meæ,
ut inveniam te foris, et deosculer te,
et jam me nemo despiciat ?
1 (LA VOCE DE' PATRIARCHI DI CRISTO) Chi mi darae il fratello mio poppante le mammelle della madre mia, sì ch' io trovi te solo fuori, e basciti, e niuno mi dispregi?
2 Apprehendam te, et ducam in domum matris meæ :
ibi me docebis,
et dabo tibi poculum ex vino condito,
et mustum malorum granatorum meorum.
2 Io ti piglierò per mano, e menerotti nella casa della madre mia, (e nella camera di quella che mi generoe); ivi ammaestrerai me, e io ti darò il nappo del vino confetto, e mosto di melegrane.
3 Læva ejus sub capite meo,
et dextera illius amplexabitur me.
3 La sua sinistra mano sotto il capo mio, e la sua diritta abbraccerae me. (LA VOCE DI CRISTO)
4 (Sponsus)Adjuro vos, filiæ Jerusalem,
ne suscitetis, neque evigilare faciatis dilectam,
donec ipsa velit.
4 Io vi scongiuro, figliuole di Ierusalem, che voi non desedate e non facciate svegliare l'amica mia, infino ch' ella voglia. (LA VOCE DELLA SINAGOGA DELLA CHIESA)
5 (Chorus)Quæ est ista quæ ascendit de deserto, deliciis affluens,
innixa super dilectum suum ?
(Sponsus)Sub arbore malo suscitavi te ;
ibi corrupta est mater tua,
ibi violata est genitrix tua.
5 Chi è questa che ascende del deserto, abbondante in delicatezze, appoggiata sopra il diletto suo?(LA VOCE DELLO SPOSO ALLA SINAGOGA)Sotto l'àlboro del melo ti sdormentai; quivi fu violata quella che ti generò, qui fu corrotta la madre tua.
6 (Sponsa)Pone me ut signaculum super cor tuum,
ut signaculum super brachium tuum,
quia fortis est ut mors dilectio,
dura sicut infernus æmulatio :
lampades ejus lampades ignis atque flammarum.
6 Pommi per segnale sopra lo cuore tuo, e come segnale sopra lo braccio tuo; però ch' elli è forte l'amore, come la morte, e dura è, sì come lo inferno, la invidia; le lampade sue sì come lampade di fuoco e di fiamme.
7 Aquæ multæ non potuerunt extinguere caritatem,
nec flumina obruent illam.
Si dederit homo omnem substantiam domus suæ pro dilectione,
quasi nihil despiciet eam.
7 Le molte acque non potranno spegnere la caritade, nè li fiumi copriranno quella; se l'uomo darà tutta la sustanza della casa sua per la dilettazione, quasi niente spregia lei. (PARLA CRISTO ALLA SINAGOGA)
8 (Chorus Fratrum)Soror nostra parva,
et ubera non habet ;
quid faciemus sorori nostræ
in die quando alloquenda est ?
8 La nostra sorore picciola non ha mammelle; che faremo noi a nostra sorore il die ch' ella dovrà parlare? (CRISTO RISPONDE A SÈ)
9 Si murus est,
ædificemus super eum propugnacula argentea ;
si ostium est, compingamus illud tabulis cedrinis.
9 S' egli è muro, facciamo sopra di quello beltresche d'ariento; s' egli è uscio, adorniamolo con tavole di cedro. (RISPONDE LA CHIESA)
10 (Sponsa)Ego murus, et ubera mea sicut turris,
ex quo facta sum coram eo, quasi pacem reperiens.
10 Io sono muro; e le mammelle mie sono sì come torre, da ch' io sono fatta dinanzi da lui come quello che trova pace. (LA SINAGOGA ALLA CHIESA)
11 (Chorus Fratrum)Vinea fuit pacifico in ea quæ habet populos :
tradidit eam custodibus ;
vir affert pro fructu ejus mille argenteos.
11 La vigna mia fu al pacifico, in quella la quale hae li popoli; egli la diede alli guardiani; l'uomo reca per lo frutto di quella mille danari d'ariento. (CRISTO DICE)
12 (Sponsa)Vinea mea coram me est.
Mille tui pacifici,
et ducenti his qui custodiunt fructus ejus.
12 La vigna mia è dinanzi da me. Mille tuoi pacifichi, ducento a coloro che guardano il frutto d' essa. (CRISTO DICE ALLA CHIESA)
13 (Sponsus)Quæ habitas in hortis, amici auscultant ;
fac me audire vocem tuam.
13 Tu che abiti nelli orti, li amici t'ascoltano; fammi udire la voce tua. (LA VOCE DELLA CHIESA A CRISTO)
14 (Sponsa)Fuge, dilecte mi, et assimilare capreæ,
hinnuloque cervorum super montes aromatum.
14 Fuggi, diletto mio, assomigliati alla capriola e allo capriolo de' cervi in su' monti delli aromati. (Amen).