Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Seconda Epistola di Santo Paulo alli Corinti 11


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1Dio volesse che un poco sofferiste la mia semplicità! pregovi che alquanto mi sopportiate.2Imperò che io vi amo di carità di Dio; ed hovvi sposata, una vergine casta, a uno uomo, cioè Cristo.3Ma ho paura, che secondo che il serpente ingannò Eva colle sue fraudi, così non si corrompano li vostri sensi, e (temo che) non si rimovano. dalla purità la quale è in Iesù Cristo.4Che se verrà uno a predicarvi uno altro. Cristo, il quale noi non avemo predicato; ovver che vi prometta altro spirito, che voi non avete ricevuto; ovver che vi predichi altro evangelio, che noi non abbiamo predicato; (e voi attenderete a quelle tali cose) degnamente averete a patire male.5Chè io mi penso di non avere fatto meno a voi, che voi poteste avere ricevuto da' maggiori apostoli.6Chè se io non son maestro in parole, sì son savio di scienza; in tutte le cose sono palesato a voi.7Or feci io peccato umiliandomi a voi, perchè voi foste esaltati? che in dono e senza priego predicai a voi la parola di Dio?8Ispogliai l'altre Chiese, ricevendo il stipendio nel vostro servizio.9Ed essendo io appo voi, avendo povertà delle cose, a niuno feci gravezza del suo; chè certo quello che mi mancava, sì mi supplirono li fratelli che vennero di Macedonia; e in tutte le cose vo riguardato di non gravarvi, e così ancora voglio.10Imperò che la verità di Cristo è in me; e questa allegrezza non si romperà per me nelle contrade d'Acaia.11E perchè? non v' amiamo? sallo Dio.12Chè quello (che) io faccio e farò, per tagliare l'occasione di coloro li quali a voi dànno la cagione, [acciò che] in quel che si vantano siano trovati come noi.13Certo quelli tali son falsi apostoli; e operatori di fraude, transfiguransi in apostoli di Cristo.14E non è da meravigliare; chè Satana transfigurasi in angelo di luce.15Adunque non è grande fatto, se li suoi servi transifiguranosi secondo che servi di giustizia; la fine delli quali sarà secondo loro opere.16Ancora dico; chè niuno non mi tenga meno che savio, perchè io un poco possa priegare e gloriare:17quel che io parlo, non parlo come Signore, ma quasi secondo ch' è meno che saviezza in questa sostanza di gloria (e di vantamento).18Chè molti si gloriano (vantansi) secondo la carne; e io voglio quel medesimo.19Adunque, con ciò sia che voi siate savii, si sofferite coloro volentieri, che non son savii.20Chè voi sostenete, se alcuno vi rimena (come servi) in servitù; sofferite, se alcuno vi divora, se alcuno vi prende, se alcuno si leva contra voi, e se alcuno vi percote nella faccia.21E questo dico per viltà, come se noi fussimo fragili in questo fatto. Ma (vogliovi favellare secondo che non savio, e dicovi che) in qualunque cosa altri s' ardisce di fare (e di sofferire per Dio), e io non meno (son di quelli falsi apostoli che vogliono ingannare).22Ebrei sono? e io son ebreo. Son egli di schiatta d' Israel? e io. Son di seme d'Abraam? e io.23E' son servi di Dio (e io), e dirovvi secondo che non savio, che più son io; chè io son in molte più fatiche, e in pregione spesse volte, in piaghe oltra modo, in morti spesse volte.24Da giudei ricevetti cinque volte quaranta, una meno, (scuriate).25E tre volte son battuto con le verghe, e una volta fui lapidato; tre volte son rotto in mare (e rimaso in sull' acqua), e una notte e uno di stetti nel profondo del mare.26In viaggi spesse volte son stato in pericoli di fiumi, in pericoli di ladroni, in pericoli di parenti, in pericoli di genti, in pericoli di città, in pericoli di luoghi salvatichi, in pericoli di mare, in pericoli di falsi fratelli.27Son stato in fatiche, in angosce, in molte vigilie (e in veggiamenti), in fame, in sete e in molti digiuni, in freddo e in nudità;28senza quelle cose che son di fuori, la mia costanza, il perseveramento quotidiano e la sollecitudine di tutte le Chiese.29E quale è quello che inferma, e io non infermo? E qual è scandalizzato, che io non arda (di tribulazione)?30Se bisogno è di lodare, in quelle cose mi voglio lodare le quali sono delle mie infermità.31Iddio padre del Signore nostro Iesù Cristo, il quale è benedetto nelli secoli, sa bene che io non mento.32Il proposto di Damasco della gente del re Areta guardava la città di Damasco per pigliarmi.33E io fui per una fenestra del muro calato in una sporta (da' fratelli); e così campai delle sue mani.