SCRUTATIO

Sábado, 2 Agosto 2025 - Perdono di Assisi (Indulgenza della Porziuncola) ( Letture di oggi)

Ecclesiastico 38


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1 Onora il medico per la necessitade; certo Iddio il creoe.1 - Onora il medico, [come si merita], a motivo del tuo bisogno; perch'è il Signore che l'ha creato.
2 Ogni medicina è da Dio, e dal re riceverà dono.2 Dall'Altissimo infatti viene ogni guarigione, e [persino] dal re riceve egli doni.
3 La disciplina del medico, esaltoe il capo del medico, e nel cospetto de' grandi uomini fia laudato.3 La dottrina del medico gli tiene alta la testa, e al cospetto de' grandi sarà ammirato.
4 L' Altissimo creoe le medicine di terra, e il savio uomo non averà quelle medicine in orrore.4 Il Signore creò dalla terra i medicamenti, e l'uomo prudente non li sdegnerà.
5 Or non è l'acqua amara fatta dolce dal legno?5 L'acqua amara non fu forse addolcita dal legno,
6 E fu data al conoscimento delli uomini la virtude delle medicine (di quelle cose s' appartiene); e l' Altissimo diede la scienza alli uomini, per essere onorato nelle sue maraviglie.6 affinchè si conoscesse la virtù di questo? E l'Altissimo diede agli uomini la scienza, perchè si procacciassero gloria con le sue meraviglie,
7 Con queste cose il medico mitiga la doglia, e l' unguentario farà (d' esse) unguenti di soavitade, e comporranne unzioni di sanitade; e non si finiranno l' opere sue.7 Con queste [il medico] cura e lenisce il dolore, e lo speziale prepara mescolanze gradevoli e impasta unguenti salutari, e non è terminato [ancora] il suo lavoro,
8 La pace di Dio sopra la faccia della terra.8 che [già] il benessere si spande per suo mezzo sulla faccia della terra.
9 Figliuolo, nella tua infermitade non dispregiare te medesimo; ma adora Iddio, acciò ch' egli ti guarisca.9 Figliuolo, nella tua malattia non trascurar te stesso, ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
10 Partiti dal peccato, e dirizza le tue mani, e monda il cuore tuo da ogni peccato.10 Allontanati dal peccato e raddrizza le tue mani; e da ogni peccato monda il tuo cuore.
11 Dà soavitade e memoria di oblazione, e ingrassa l'offerta, e dà luogo al medico;11 Offerisci [incenso di] soave odore e memoriale di fior di farina, e fa' che sla pingue l'oblazione, [come se fossi bell'e spacciato]. E [poi] dà luogo al medico,
12 però che Iddio il creoe; e non si parta da te, però che le opere sue sono necessarie.12 perch'è il Signore che l'ha creato: e non si allontani da te, perchè c'è bisogno dell'opera sua.
13 Egli è tempo, che tu corri nelle mani loro.13 C'è un tempo Invero che dovrai cader nelle lor mani;
14 E loro pregheranno Iddio, che ti dirizzi il riposo loro, e la sanitade (tua) per la loro conversazione (teco).14 ed essi pregheranno il Signore, che conduca a buon porto la cura loro e la guarigione. In grazia della lor professione.
15 Chi pecca nel cospetto di colui che il fece, caderae nelle mani del medico.15 Chi pecca al cospetto di Colui che l'ha creato, cada nelle mani del medico!
16 Figliuolo, produci lacrime verso il morto, e sì come tu avessi infermitade comincia a piangere; e secondo la condizione cuopri il corpo di colui, e non disprezzare la sua sepoltura.16 Figliuolo, versa lagrime sul morto, e, come uno che crudelmente soffre, dà principio al lamento. E secondo ch'è dovere, rivesti il suo corpo, e non trascurare la sua sepoltura.
17 Per lo suo partimento amaramente porta il dolore di colui uno die, e consòlati per la tristizia.17 Per [evitar] la mormorazione fa amaro cordoglio di lui per un giorno, e consolati [poi] per [non consumarti nel] la tristezza.
18 E fa pianto, secondo il merito suo, uno die o due, per rimuover la mormorazione.18 E fa' il duolo secondo il merito di lui per un giorno o due per [evitar] dicerie.
19 Dalla tristizia viene tosto la morte, (e impedisce) e cuopre la virtù (vitale); e la tristizia del cuore ripiega la testa dell' uomo.19 Perchè dalla tristezza vien presto la morte, e l'afflizione del cuore abbatte le forze e fa piegare il capo.
20 La tristizia dimora nel ricusamento della consolazione; e la sostanza del povero sì è secondo il cuore suo.20 Portato via [il defunto], passa anche la tristezza, chè la vita del povero è contro il cuore!
21 Non darai in tristizia il cuore tuo; ma cacciala da te, e stiati a mente del fine.21 Non abbandonare alla tristezza il tuo cuore, ma caccialo da te, memore della [tua] fine.
22 E non lo ti dimenticare; però che non deve ritornare chi muore; e a costui non gioveresti niente, e te medesimo peggioreresti.22 Non te ne dimenticare, perchè [di là] non c'è ritorno; e al [morto] non gioverai punto, mentre farai danno a te stesso,
23 Ricorditi della sentenza mia; però che così sarà di te; a me fu jeri, e a te fia oggi.23 «Ricordati del mio destino: tale sarà anche il tuo. Ieri a me, e oggi a te! ».
24 (Al fine) fa riposare la memoria del morto nel riposo suo; e consola lui nello suscitamento della sua anima.24 Quando il morto riposa, fa che riposi anche il suo ricordo, e consola [ti a proposito di] lui, partito ch'è il suo spirito.
25 Nota la sapienza nel tempo che tu starai in ozio; e chi scema nell' operare apprenderae la sapienza: però ch' elli si riempierae di sapienza25 La sapienza dello scriba [dipende] dal tempo libero [goduto, e chi ha poche faccende, acquisterà la sapienza. Di qual sapienza potrà arricchirsi
26 chi tiene l'aratro, e chi si gloria nello lanciotto, col pungitoio tocca i buoi, e conversa nell'opera di quelli, e il suo parlare è ne' figliuoli de' buoi.26 colui che guida l'aratro, e si gloria della lancia del pungolo, e stimola i buoi e s'occupa de' loro lavori, e i cui discorsi [si raggiran tutti] intorno ai vitelli?
27 Il cuore suo darae a volgere gli solchi, il suo vegliare nello ingrassare delle vacche.27 Il suo cuore e' lo mette a scavar solchi, e la vigile sua premura è d'ingrassar le vacche.
28 Così ogni maestro di legname e artefice, il quale lavora la notte come il die; colui che intaglia figure rilevate, e la sua sollecitudine è in variare dipinture; darae il cuore suo nella similitudine della pittura, e nella sua vigilia compie l'opera.28 Cosi ogni legnaiuolo e costruttore, che la notte come il giorno passa [a lavorare]. [Così] quegli che intaglia sigilli cesellati, la cui assidua cura è di variar le figure: il suo cuore e' lo mette a far che la riproduzione sia simigliente, e la vigile sua premura è di rifinire il lavoro.
29 Così è il fabbro, tenendosi presso all' incudine, e considerando il lavoro del ferro; il vapore del fuoco arderae le carni sue, e nel calore della fornace combatte.29 Cosi il fabbro ferraio che siede presso l'incudine, ed esamina il ferro che lavora: il vapore del fuoco gli avvampa le carni, e ha da lottare col calor della fornace:
30 La voce del martello innuova li suoi orecchi, e l'occhio suo (intende e) cerca la somiglianza del vasello.30 il rumor del martello gli assorda l'orecchio, e al modello dell'utensile [è rivolto] il suo occhio:
31 Il cuore suo darae nel compimento dell' opera, e la vigilia sua adornerae il difetto.31 il cuor suo e' lo mette a finir i lavori, e la vigile sua premura è di pulirli a perfezione.
32 Così è il pentolaio, sedendo all' opera sua, volgendo co' piedi suoi la ruota; il quale sta sempre in luogo solitario per l'opera sua, e sanza numero è ogni sua operazione.32 Cosi il vasaio che siede al suo lavoro, e gira co' piedi suoi la ruota: il quale è sempre in ansietà per il suo lavoro, e la cui attività è tutta [rivolta] al numero [de' vasi]:
33 Col braccio suo formerae il luto, e dinanzi a' piedi suoi chinerae la forza sua.33 col suo braccio plasma la creta, e dinanzi al suoi piedi ne ammollisce la durezza:
34 Il cuore suo darà per comperare le limature, e la sua vigilia monderae la fornace.34 il suo cuore e' lo mette a finir l'inverniciatura, e la vigile sua premura è di nettar la fornace.
35 Tutti questi sperano nelle loro mani, e ciascuno è savio nell'arte sua.35 Tutti costoro confldan nelle proprie mani, e ciascuno è esperto nel suo mestiere.
36 Sanza tutti questi non si edificherae la cittade.36 Senza di essi non si edificherebbe città alcuna,
37 E non persevereranno, e non anderanno dentro, e non translateranno nella chiesa.37 nè s'abiterebbe, nè s'andrebbe in giro. E[ppure] nell'adunanza non han risalto,
38 Non sederanno sopra la sedia del giudice, e non intenderanno il testamento del giudicio; manifestamente [non] faranno disciplina e giudicio, e non saranno trovati nelli proverbii.38 non siedono sul seggio del giudice. E non intendono il patto [divino] della legge, nè dichiaran la giustizia e il diritto, e con i proverbi non han famigliarità.
39 Ma confermeranno la creatura del mondo; il priego di quelli si è nella operazione dell' arte, i quali prestano l'anima sua, agguadagnando nella legge dello Altissimo.39 Ma alle cose del mondo dàn consistenza, e i loro voti rlguardan l'esercizio dell'arte. Non cosi, chi applica l'anima sua e medita la legge dell'Altissimo!