Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Lettera agli Ebrei 12


font
LA SACRA BIBBIABIBBIA VOLGARE
1 Dunque anche noi, dal momento che abbiamo una tale nube di testimoni che ci circonda, con pazienza corriamo la gara che ci viene messa innanzi, dopo aver deposto tutto ciò che appesantisce e il peccato che ci irretisce,1 E imperò che noi avemo tanta imposta nube di testimonianza, ponendo noi ogni pondo [e] il peccato che sta intorno a noi, per la pazienza corriamo alla battaglia ch' è ordinata a noi,
2 avendo lo sguardo fisso su Gesù, autore e consumatore della fede, il quale, in luogo della gioia che gli si proponeva davanti, si sottopose alla croce, sprezzando l'ignominia, e ora siede alla destra del trono di Dio.2 riguardando nell' autore della fede e nel redentore Iesù, il quale con allegrezza posta dinanzi da sè, sostenne la (passione della) croce, dispregiata la vergogna, e siede nella sedia dalla parte dritta di Dio.
3 Infatti ripensate a colui che ha sofferto in se stesso siffatta contraddizione, da parte dei peccatori, per non stancarvi, lasciandovi intorpidire nelle anime vostre.3 Adunque arricordatevi di colui che sostenne tale contraddizione incontro a sè medesimo da' peccatori, acciò che voi non vi stanchiate, e non vegniate meno (troppo tosto) nelle vostre tribulazioni.
4 Finora non avete, nella lotta contro il peccato, resistito fino al sangue,4 Chè ancora non combatteste insino al sangue, contra il peccato resistendo.
5 e vi siete dimenticati dell'esortazione che si rivolge a voi, come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti scoraggiare quando sei da lui ripreso.5 E siete dimenticati della consolazione, la qual parla a voi, sì come a figliuoli, dicendo così: figliuolo mio, non dimenticare la disciplina (l' ammaestramento) del Signore, e non ti stancare mentre che tu sarai ripreso da lui.
6 Il Signore infatti corregge colui che ama e frusta ogni figlio che egli accoglie.6 Imperò che Dio castiga colui il quale egli ama; e flagella (e batte) ogni figliuolo ch' egli riceve.
7 Per correzione voi soffrite. Dio si presenta a voi come a figli: qual è il figlio che il padre non corregge?7 E perseverate in disciplina. Chè Dio offerisce sè medesimo a voi, come a figliuoli; e qual figliuolo è quello, che il padre non lo riprenda?
8 Se invece siete senza correzione, della quale tutti sono diventati partecipi, allora siete dei bastardi e non figli.8 Ma se voi siete fuori del castigamento, del qual son partefici tutti (quelli che son figliuoli), adunque non siete voi figliuoli (maternali), ma adulteri.
9 Noi avevamo come correttori i padri della nostra carne e li veneravamo. Non saremo molto di più sottomessi a Dio, padre degli spiriti, per avere la vita?9 Veramente noi avemmo padri ammaestratori, secondo la carne, li quali noi avemmo in grande reverenza; or molto maggiormente dovemo obbedire (e onorare) il Padre spirituale, e viveremo in lui.
10 Infatti quelli ci correggevano per pochi giorni, secondo ciò che loro sembrava bene; egli invece per il nostro vantaggio, per farci partecipare alla sua santità.10 Nel tempo di pochi giorni, quelli ammaestravano noi secondo la sua volontà; ma questo, cosa ch' è utile, ne insegna di ricevere la sua santificazione.
11 Ogni correzione sul momento, è vero, non appare causa di gioia, ma più tardi porta in cambio un frutto pacifico di giustizia a quelli che sono esercitati da essa.11 Veramente ogni castigamento, in questo presente secolo, non pare che sia cosa di allegrezza, anzi di tristizia; ma poi rende frutto di giustizia e di grande pace a coloro che s'argomentano per questa cosa.
12 Perciò raddrizzate le mani inerti e le ginocchia paralizzate,12 Per la qual cosa rizzate le mani pigre, e levate le ginocchia.
13 e fate dritti i sentieri per i vostri piedi, perché ciò che è zoppo non abbia a deviare, ma piuttosto sia guarito.13 E fate dritti andamenti con li vostri piedi, chè niuno erri (nella via) zoppicando, ma piuttosto sia sanato.
14 Perseguite la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno potrà vedere il Signore,14 Seguitate la pace con tutte genti con santimonia, senza la quale niuna persona vederà Dio;
15 vigilando perché nessuno sia mancante alla grazia di Dio, perché non nasca alcuna radice amara e diventi causa di torbidi, e per mezzo di questa non siano infettati molti.15 guardando che niuno venga meno alla grazia di Dio, e che niuna radice di amaritudine non impedisca germinando fuori, e che per quella non si guastino molti.
16 Nessuno sia fornicatore né profanatore, come Esaù, che per una vivanda rinunziò ai suoi diritti di primogenitura.16 E niuno di noi sia fornicatore, nè ghiotto come fue Esau, il quale vendette per uno mangiare li suoi onori.
17 Sapete infatti che in seguito, volendo egli ereditare la benedizione, fu rigettato; infatti non trovò luogo a pentimento, nonostante che con lacrime cercasse di ottenerlo.17 E sappiate che poi questo Esaù desiderò di avere la benedizione per ereditare, e (dimandandola con lacrime, non di meno) sì fu riprovato (e rifiutato); e non trovò luogo di penitenza, avvegna che la domandasse piangendo.
18 Voi infatti non vi siete avvicinati a qualcosa di palpabile e a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e procella,18 Chè per certo voi non vi appressaste al trattabile [monte] e all' accendevole fuoco, e alla turbine e alla caligine (di scurità) e alla tempesta,
19 né a squillo di tromba e a suono di parole, tale che quelli che l'udirono supplicarono che non si rivolgesse più loro parola.19 e al suono della tuba e alla voce di parole, la qual quelli che l'udirono, si scusarono che non fosse fatta a sè (nel tempo di Moisè, quando Dio apparve con queste cose che dette sono in sul monte. per dare la legge; e però si scusarono di non udire quella voce).
20 Essi infatti non riuscivano a sopportare l'ordine: Anche se un animale tocca la montagna, sia lapidato.20 Perchè non poteano sostenere d' udire quel detto (ed era con comandamento), che se niuna bestia toccasse quel monte, ch' ella fusse lapidata.
21 E Mosè, tanto era terribile lo spettacolo, disse: Io sono spaventato e tremante.21 E così era terribile quello che si vedea (e cioè che si dicea), che Moisè disse: io son spaventato e timoroso.
22 Al contrario vi siete avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e alle miriadi di angeli, ceto trionfante22 Ma ora siete avvicinati al monte di Sion, e alla città di Dio vivente e celestiale Ierusalem, e alla frequentazione di molte migliaia di angioli,
23 e assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, a Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti, giunti al perfezionamento,23 e alla Chiesa de' primai, li quali son insieme. scritti in cielo, e a Dio giudice di tutti, e al spirito de' giusti e de' perfetti,
24 a Gesù, mediatore di una alleanza nuova, e al sangue di aspersione che parla meglio di quello di Abele.24 e a Iesù tramezzatore del nuovo testamento, e allo spargimento del sangue meglio parlante che Abel.
25 Fate attenzione a non rifiutare colui che parla. Se infatti costoro non sfuggirono per avere rifiutato colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno noi, se ci ritiriamo da colui che ci parla dal cielo,25 Guardate che voi non rifiutate il ben parlante a voi. Chè se quelli che refiutorono quello che parlava sopra la terra, non scamparono; molto maggiormente non scamparemo noi, se non intenderemo colui che parla a noi del cielo.
26 la cui voce allora scosse la terra. Ora invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo.26 La voce del quale movette la terra a quell'ora; e ora impromette e dice: ancora una volta, e moverò non solamente la terra, ma eziandio il cielo.
27 Quell'ancora una volta mostra il cambiamento delle cose che vengono scosse, in quanto create, affinché rimangano quelle che non vengono scosse.27 In quel che dice: ANCORA UNA VOLTA Si dichiara a noi il transportamento delle cose mobili, sì come di fatti, chè permagnino quelle cose che non son mobili.
28 Perciò noi, che riceviamo il regno che non può venire scosso, riteniamo la grazia, per mezzo della quale prestiamo a Dio il culto, in modo che piaccia a lui, con rispetto e timore.28 Adunque recevendo noi il regno fermo, abbiamo grazia, per la quale serviamo piacendo a Dio con paura e con reverenza.
29 Infatti il nostro Dio è un fuoco che consuma.29 Chè il nostro Dio è fuoco che consuma.