Scrutatio

Venerdi, 23 maggio 2025 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 9


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LA SACRA BIBBIABIBBIA TINTORI
1 Verso quello stesso tempo, capitò che Antioco tornasse ingloriosamente dalle regioni della Persia.1 Intanto Antioco tornava ignominiosamente dalla Persia.
2 Infatti si era recato nella città chiamata Persepoli e aveva tentato di spogliarne il tempio e di opprimere la stessa città; per la qual cosa la folla eccitata era corsa alle armi e così era accaduto che Antioco, dagli abitanti del paese, fosse stato costretto a far marcia indietro vergognosamente.2 Entrato nella città detta Persepoli, tentò di spogliarne il tempio e di opprimere la città; ma dal popolo accorso alle armi furono sbaragliati i suoi, e Antioco dovette darsi vergognosamente alla fuga e tornare indietro.
3 Giunto presso Ecbàtana, gli giunse notizia di quanto era accaduto a Nicànore e agli uomini di Timoteo.3 Giunto a Ecbatana, seppe quanto era accaduto a Nicànore e a Timoteo.
4 Eccitato dal furore, pensava di far pesare sui Giudei anche l'ingiuria di coloro che l'avevano messo in fuga. Perciò ordinò all'auriga di compiere il viaggio spingendo avanti senza posa, mentre in verità il giudizio del cielo gli stava sopra, poiché nella sua superbia aveva detto: "Appena vi sarò giunto, farò di Gerusalemme il cimitero dei Giudei".4 Fuori di sè dal furore, pensò di sfogarsi sopra i Giudei degli oltraggi avuti da quelli che l'avevano messo in fuga, e quindi ordinò che si mettesse a tutta corsa il cocchio, e andava senza mai riposarsi, perseguitato dalla vendetta del cielo, avendo egli detto con tanta arroganza d'andare a Gerusalemme a ridurla in sepolcro dei Giudei.
5 Ma il Signore che tutto vede, il Dio d'Israele, lo colpì con una piaga incurabile e invisibile. Infatti, appena ebbe pronunziato tali parole, lo colse un atroce dolore di viscere con crudeli tormenti di ventre.5 Ma il Signore Dio d'Israele, che tutto vede, lo percosse con piaga insanabile e invisibili: infatti, appena ebbe detto queste parole, fu preso da un terribile dolore di viscere, da un acerbo tormento d'intestini.
6 Era perfettamente giusto, poiché egli aveva tormentato le viscere di altri con numerose e strane torture.6 Ciò era molto giusto, avendo egli con molti inauditi tormenti straziate le viscere altrui. Ma non per questo cessò dai suoi malvagi disegni.
7 Tuttavia non desistette affatto dalla sua ferocia; ché, anzi, ripieno ancora più di arroganza e spirando fuoco d'ira contro i Giudei, comandò di accelerare la corsa. Gli capitò, perciò, di cadere dal carro trascinato con impeto e di rovinarsi tutte le membra del corpo, contuse nella violenta caduta.7 Che anzi pieno di superbia, spirando fiamme contro i Giudei, comandò di affrettare la corsa; ma nell'impeto della corsa furiosa egli cadde dal cocchio, e per la grave percossa gli si sconquassarono le membra.
8 Colui che fino ad allora aveva creduto, nella sua arroganza da superuomo, di comandare ai flutti del mare e s'immaginava di pesare sulla bilancia le cime dei monti, stramazzato a terra, veniva ora portato in lettiga, dimostrando chiaramente a tutti la potenza di Dio.8 Egli che credeva di comandare anche ai flutti del mare, pieno di sovrumana superbia, e di pesare sulla bilancia le cime dei monti, precipitato a terra era portato sopra una lettiga, a far vedere nella propria persona la potenza di Dio.
9 Dal corpo di quell'empio, infatti, pullulavano vermi e, ancora vivente, le carni gli si staccavano tra spasimi e dolori, mentre a causa della putredine l'intero esercito era oppresso dal suo fetore.9 Infatti, dal corpo dell'empio scaturivano i vermi, e, mentre egli viveva tra gli strazi, gli cadevano a brani le carni, e il fetore che tramandava appestava l'esercito.
10 Così colui che poco prima credeva di toccare gli astri del cielo, ora nessuno poteva sopportarlo a causa della pesantezza insopportabile del fetore.10 E colui che poco prima credeva di toccare le stelle, da nessuno poteva essere sopportato per l'insoffribile fetore.
11 In quel momento, dunque, coperto di ferite, cominciò a deporre gran parte della sua superbia e a tornare alla ragione, sotto l'influsso del flagello divino, tormentato ad ogni istante da dolori.11 Caduto quindi dalla sua smisurata superbia, cominciò a conoscere se stesso, avvertito dalla piaga divina e dai suoi dolori che crescevano di momento in momento.
12 Non potendo neppure lui sopportare il suo fetore, disse: "E' giusto sottostare a Dio e non pretendere d'eguagliarsi alla divinità, quando si è mortali".12 Non potendo più egli stesso sopportare il suo fetore, così disse: «È giusto che l'uomo sia soggetto a Dio, e che non pretenda d'essere uguale a Dio il mortale ».
13 Quindi quello scellerato cominciò a far voti a quel Sovrano che non doveva più usargli misericordia, dicendo13 Ma questo scellerato pregava il Signore, dal quale non doveva ottenere misericordia.
14 che avrebbe dichiarata libera quella santa città verso la quale si era diretto in fretta per spianarla al suolo e per farne un cimitero;14 E quella città verso la quale s'incamminava con tanta fretta, per raderla al suolo e farne un sepolcro di ammucchiati cadaveri, ora desidera di renderla libera.
15 che avrebbe reso simili agli Ateniesi tutti i Giudei, che egli aveva giudicato degni neppure della sepoltura, ma piuttosto di essere gettati, insieme ai loro bambini, in pasto alle fiere;15 E quei Giudei dei quali aveva detto che non li stimava degni nemmeno di sepoltura, ma che li avrebbe dati a sbranare agli uccelli e alle fiere, e li avrebbe sterminati coi loro bambini, ora promette di renderli uguali agli Ateniesi.
16 che avrebbe ornato con le più belle offerte votive il santo tempio da lui in precedenza spogliato; che avrebbe restituito in abbondanza tutti i vasi sacri e provveduto a sue spese alle somme occorrenti per i sacrifici;16 E (promette) d'ornare di ricchissimi doni il tempio santo che prima aveva spogliato, e di moltiplicare i vasi sacri, e di somministrare dalle sue rendite le spese relative ai sacrifizi.
17 e inoltre che si sarebbe fatto giudeo e si sarebbe recato in ogni luogo abitato per annunciare la potenza di Dio.17 E di più che si sarebbe fatto Giudeo e sarebbe andato in ogni parte della terra a proclamare la potenza di Dio.
18 Siccome poi le sofferenze non cessavano affatto, poiché il giusto giudizio di Dio si era riversato su di lui, disperando di se stesso, scrisse ai Giudei la lettera sottotrascritta, avente la forma di una supplica, così concepita:18 Ma non cessando i suoi dolori, per giusto giudizio di Dio piombato sopra di lui, disperato, scrisse ai Giudei, in forma di preghiera, una lettera in questi termini:
19 "Ai nobili cittadini Giudei, il re e stratega Antioco: salute, sanità e felicità perfetta!19 «Ai Giudei ottimi cittadini, salute, sanità, felicità, il re e principe Antioco.
20 Se voi state bene con i vostri figli e se i vostri affari vi vanno bene secondo l'attesa, io, che ripongo la mia speranza nel cielo,20 Se voi e i vostri figli siete sani, e tutte le cose vi vanno secondo i desideri, ne rendiamo moltissime grazie.
21 ricordo con affetto il vostro onore e la vostra benevolenza. Ritornato dalle regioni della Persia e caduto in una sgradevole malattia, ho creduto necessario preoccuparmi della comune sicurezza di tutti.21 Or io, trovandomi ammalato, mi ricordo amorevolmente di voi, e sorpreso, nel tornar dalla Persia, da grave infermità, ho stimato necessario di provvedere alla comune utilità.
22 Non è che disperi di me stesso, avendo, al contrario, molta speranza di sfuggire a questa infermità.22 Non dispero di me stesso, anzi ho molta speranza di scampare da questo male;
23 Ma considerando che anche mio padre, tutte le volte che faceva delle spedizioni nelle regioni settentrionali, designava il successore23 ma riflettendo che anche mio padre, quando condusse l'esercito nelle provincia superiori, dichiarò chi dovesse regnare dopo la sua morte,
24 affinché, se fosse accaduto qualcosa di inatteso o fosse annunziato qualcosa di spiacevole, gli abitanti del paese non si agitassero, ben sapendo come erano stati lasciati gli affari24 un modo che, accadendo qualche sinistro, o annunziandosi qualche diffìcile affare, quelli delle diverse regioni, sapendo a chi era lasciato il supremo comando, non si turbassero;
25 e riflettendo inoltre come i sovrani limitrofi e vicini al regno spiano i momenti e attendono gli eventi, ho designato come re mio figlio Antioco, che spesso, quando salivo verso le satrapie settentrionali, affidai e raccomandai alla maggioranza di voi. Ho scritto anche a lui la lettera sottotrascritta.25 considerando inoltre che ciascuno dei confinanti e i potenti vicini spiano le circostanze e aspettano gli eventi, ho designato come re il mio figlio Antioco, che più volte, nel ritornare verso i regni superiori, raccomandai a molti di voi, e scrissi a lui quanto segue.
26 Vi raccomando, dunque, e vi prego affinché, memori dei miei benefici, in comune e in privato ciascuno di voi conservi verso di me e di mio figlio la consueta benevolenza.26 Pertanto vi prego e scongiuro a ricordare i (miei) benefizi pubblici e privati e a conservarvi tutti fedeli a me e al mio figlio.
27 Sono persuaso, infatti, che egli, eseguendo questa mia deliberazione, si comporterà con voi con bontà e con amore".27 Ho infatti fiducia che egli userà con voi moderazione ed umanità, che metterà in pratica i miei propositi e che sarà tutto per voi ».
28 Or dunque, quell'omicida e bestemmiatore, soffrendo le pene più orribili, allo stesso modo in cui aveva trattato gli altri, così finì la sua vita in modo miserabile in terra straniera, sulle montagne.28 Così quell'omicida e bestemmiatore, percosso da orrenda piaga, come egli aveva trattati gli altri, in terra straniera, fuggiasco sui monti, finì con miserabile morte la vita,
29 Poi il suo compagno d'infanzia, Filippo, ne trasportò via il corpo; ma temendo il figlio di Antioco, si ritirò in Egitto presso Tolomeo Filometore.29 Filippo, suo fratello di latte, trasportò il corpo di lui; ma temendo il figlio d'Antioco, se ne andò in Egitto, da Tolomeo Filometore.