Scrutatio

Giovedi, 9 maggio 2024 - Beata Maria Teresa di Gesù (Carolina Gerhardinger) ( Letture di oggi)

Tobia 3


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LA SACRA BIBBIABIBBIA RICCIOTTI
1 Con l'animo profondamente rattristato, mi misi a gemere e a piangere e in mezzo ai singhiozzi cominciai a pregare:1 - Allora Tobia gemendo e piangendo si mise a pregare,
2 "Tu sei giusto, o Signore, tutte le tue opere sono giuste. Tu agisci con misericordia e lealtà, tu sei il giudice del mondo.2 e disse: « Tu sei giusto, o Signore, e giusti sono tutti i tuoi giudizi, e tutte le tue vie sono misericordia, verità e giustizia.
3 Ora, Signore, ricordati di me e guardami; non castigarmi per i miei peccati, per gli errori miei e dei miei padri commessi al tuo cospetto,3 Ora, Signore, rammentati di me; non far vendetta dei mìei peccati, e non ricordare i peccati miei nè de' miei genitori.
4 disobbedendo ai tuoi precetti. Ci hai consegnato al saccheggio, alla deportazione e alla morte, per essere la favola, la burla e l'insulto di tutte le nazioni, tra le quali ci hai dispersi.4 Siccome non obbedimmo a' tuoi comandamenti, ecco che siamo stati spogliati, fatti prigionieri, messi a morte, e divenuti la favola ed il ludibrio di tutt'i popoli tra' quali tu ci hai dispersi.
5 Sì, tutte le tue sentenze sono giuste, quando mi tratti così per i miei peccati, perché non abbiamo compiuto i tuoi precetti né camminato lealmente alla tua presenza.5 Grande è, Signore, la tua giustizia, perchè non abbiamo agito in conformità dei tuoi precetti, e non abbiamo camminato rettamente dinanzi a te.
6 Ora agisci secondo il tuo beneplacito; ordina che mi venga tolta la vita, in modo che sparisca dalla faccia della terra e divenga terra; giacché per me è meglio morire che vivere. Mi sono sentito insultare senza motivo e provo un grande dolore. Ordina, o Signore, che io sia liberato da questa prova. Lasciami partire per la dimora eterna e non distogliere da me il tuo volto, o Signore. Per me, infatti, è meglio morire che vivere passando per questa grande prova, sentendomi insultare".6 Ed ora, Signore, fa' di me secondo la tua volontà, e comanda che l'anima mia passi in pace; perchè per me è meglio morire che vivere ».
7 Nello stesso giorno avvenne che Sara, figlia di Raguel, abitante a Ecbàtana di Media, dovette anch'essa ascoltare degli insulti da parte di una serva di suo padre.7 Ora in quel medesimo giorno accadde che Sara figlia di Raguele in Rages città de' Medi, udì anch'essa dirsi improperio da una schiava del padre suo.
8 Bisogna sapere che Sara si era maritata sette volte, ma il pessimo demonio Asmodeo aveva ucciso i mariti prima che potessero unirsi con lei come si fa con le mogli. Or una serva le disse: "Sei tu che uccidi i tuoi mariti! Ecco, ti sei maritata sette volte e non porti il nome di nessuno di essi.8 Era Sara stata sposa di sette mariti, ed un demonio di nome Asmodeo li aveva fatti morire appena le si erano accostati.
9 Perché vuoi colpire noi se i tuoi mariti sono morti? Vattene con loro! E che da te non ci sia dato di vedere né figlio né figlia in eterno!".9 Adunque avendo essa per una certa sua colpa sgridata l'ancella, questa le rispose dicendo: « Che mal abbiamo a vedere un figliuolo o una figliuola tua sulla terra, o assassina de' tuoi mariti.
10 In quel giorno dunque Sara, profondamente afflitta, si mise a piangere e salì nella camera del padre con l'intenzione di impiccarsi. Ma ritornando a riflettere pensò: "Che non abbiano poi ad insultare mio padre e non gli dicano: "La sola figlia che avevi, tanto amata, si impiccò" per le sue sventure. Così farò precipitare negli inferi il mio vecchio padre per l'angoscia. E' meglio che non m'impicchi, ma supplichi il Signore di farmi morire per non ascoltare più oltraggi nella mia vita".10 Vuoi forse uccidere anche me, come già hai ucciso sette mariti? ». Ciò udito, Sara salì nella camera alta di casa sua, e per tre giorni e tre notti non mangiò nè bevve,
11 In quel momento stese le mani verso la finestra e pregò: "Benedetto sei tu, Dio misericordioso, e benedetto il tuo nome nei secoli! Ti benedicano tutte le tue opere per i secoli!11 ma in continua orazione pregava il Signore con lacrime acciò la liberasse da questa maledizione.
12 Ora verso di te elevo la mia faccia e i miei occhi.12 Al terzo giorno poi, terminando la sua preghiera e benedicendo il Signore,
13 Ordina che sia tolta dalla terra, perché non abbia più ad ascoltare insulti.13 disse: « Benedetto è il tuo nome, o Dio de' padri nostri, che dopo esserti sdegnato usi misericordia, e nel tempo della tribolazione perdoni i peccati a quelli che t'invocano.
14 Tu sai, Signore, che sono pura da ogni peccato con uomo.14 A te, Signore, rivolgo la mia faccia; in te fisso i miei occhi.
15 Non ho macchiato il mio nome né quello di mio padre nella terra d'esilio. Sono l'unica figlia di mio padre, egli non ha altri figli che possano ereditare da lui, né un parente prossimo o di famiglia per il quale io possa serbarmi come sposa. Ho perduto già sette mariti; perché dovrei vivere ancora? Se tu non vuoi farmi morire, ascolta, Signore, come mi insultano!".15 Prego, Signore, che tu mi sciolga dalla catena di questa maledizione, o che senz'altro tu mi cavi di questo mondo.
16 Nel medesimo momento la preghiera di ambedue fu accolta davanti alla gloria di Dio,16 Tu sai, o Signore, che non ho mai desiderato uomo disordinatamente, ed ho serbata inonda da ogni concupiscenza l'anima mia.
17 e fu inviato Raffaele a guarire i due: Tobi, togliendogli le macchie bianche dagli occhi, perché potesse vedere con i suoi occhi la luce di Dio; e Sara, figlia di Raguel, dandola in sposa a Tobia, figlio di Tobi, liberandola dal pessimo demonio Asmodeo. Tobia, infatti, aveva più diritto di averla in sposa che tutti gli altri pretendenti. Proprio allora Tobi rientrava in casa dal cortile e Sara, figlia di Raguel, stava scendendo dalla camera.17 Non mi son mai mescolata con quelli che scherzano, nè ho preso parte con quelli che operano alla leggiera.
18 Consentii a prender marito, non per mia concupiscenza, ma nel timor tuo.
19 Ma, o to ero indegna di loro, od essi forse non erano degni di me, perchè tu forse mi riserbavi ad un altr'uomo.
20 I tuoi consigli infatti non sono in nostre mani.
21 Questo però tiene per certo chiunque ti onora: che se nella sua vita sarà messo alla prova, sarà poi coronato; se si troverà nella tribolazione, ne verrà liberato: e se tu lo castigherai gli sarà dato di conseguire la tua misericordia.
22 Tu infatti non ti compiaci della nostra perdizione; dopo la tempesta fai tornare la tranquillità; e dopo le lacrime ed i pianti sai infondere il gaudio.
23 Sia benedetto ne' secoli il nome tuo, o Dio d'Israele!».
24 Quel giorno, le preghiere di ambedue furono esaudite nel cospetto della gloria del sommo Iddio,
25 e l'angelo santo del Signore, Raffaele, fu mandato a consolare quel due, le cui preghiere in un medesimo tempo erano state pronunziate dinanzi al Signore.