Scrutatio

Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

Neemia 2


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LA SACRA BIBBIADIODATI
1 Nel mese di Nisan, l'anno ventesimo del re Artaserse, essendo io incaricato del vino, presi il vino e lo porsi al re. Non ero mai stato triste in sua presenza.1 ED avvenne l’anno ventesimo del re Artaserse, nel mese di Nisan, che, essendo stato portato il vino davanti a lui, io presi il vino, e lo porsi al re. Or io non soleva esser mesto nel suo cospetto.
2 Mi disse il re: "Perché questo volto triste? Eppure non sei malato! Ciò non è altro che sofferenza del cuore". Allora fui preso da una grande paura2 E il re mi disse: Perchè è la tua faccia mesta, non essendo tu infermo? questo non è altro se non afflizione di cuore. Ed io ebbi grandissima paura;
3 e dissi al re: "Viva il re in eterno! Come potrebbe non essere addolorato il mio volto, quando la città dove stanno i sepolcri dei miei padri è distrutta e le sue porte sono state divorate dal fuoco?".3 e dissi al re: Possa il re vivere in perpetuo; come non sarebbe la mia faccia mesta, rimanendo la città, che è il luogo delle sepolture de’ miei padri, distrutta, e le sue porte consumate dal fuoco?
4 Il re mi domandò: "Che cosa desideri?". Invocai allora il Dio del cielo4 E il re mi disse: Che chiedi tu? Allora io pregai l’Iddio del cielo;
5 e risposi al re: "Se questo piace al re e se il tuo servo è gradito agli occhi tuoi, fammi andare in Giuda, alla città dei sepolcri dei miei padri, affinché io la riedifichi".5 e dissi al re: Se così piace al re, e se il tuo servitore ti è in grazia, mandami in Giudea, nella città dove sono le sepolture de’ miei padri, acciocchè io la riedifichi.
6 Il re mi domandò (e la regina stava assisa al suo fianco): "Quanto tempo durerà il tuo viaggio e quando ritornerai?". Parve bene al re di lasciarmi partire e io gli fissai una data.6 E il re mi disse, ed anche la sua moglie che gli sedeva allato: Quanto tempo metterai alla tua andata, e quando ritornerai? E quando io ebbi detto il tempo al re, egli ebbe a grado di darmi licenza.
7 Dissi ancora al re: "Se piace al re così, mi vengano date lettere per i governatori dell'Oltrefiume, affinché mi concedano il passaggio fino a che io arrivi in Giuda;7 Poi dissi al re: Se così piace al re, sienmi date lettere a’ governatori di là dal fiume, acciocchè mi lascino passare, finchè io sia giunto in Giudea.
8 e una lettera per Asaf, ispettore del parco reale, affinché mi dia legname per ricostruire le porte della cittadella del tempio, per le mura della città e per la casa in cui dovrò andare". Il re me lo concesse, perché la mano benevola del mio Dio era sopra di me.8 Ed anche lettere ad Asaf, guardiano de’ boschi del re, acciocchè mi dia legname per fabbricar le porte del palazzo della Casa di Dio, e per le mura della città, e per la casa nella quale io entrerò. E il re mi diede quelle lettere, secondo che la mano di Dio era buona sopra me
9 Giunsi presso i governatori dell'Oltrefiume e diedi loro le lettere del re. Con me il re aveva inviato anche alcuni capi dell'esercito e un gruppo di cavalieri.9 Ed io me ne venni a’ governatori di qua dal fiume, e diedi loro le lettere del re or il re avea mandati meco capitani e cavalieri.
10 Quando però Sanballàt, coronita, e Tobia, il servo ammonita, ne ebbero notizia, s'irritarono grandemente, perché era giunto un uomo che avrebbe ricercato il bene dei figli d'Israele.10 Quando Samballat Horonita; e Tobia, servo Ammonita, ebbero udite queste cose, ebbero gran dispiacere che fosse venuto alcuno per procacciar del bene a’ figliuoli d’Israele.
11 Arrivai dunque a Gerusalemme e vi stetti tre giorni;11 Poi giunsi in Gerusalemme; ed essendovi stato tre giorni,
12 poi mi levai di notte, assieme a pochi uomini, senza aver manifestato a nessuno che cosa il mio Dio mi andava suggerendo di fare per Gerusalemme. Non avevo con me alcun giumento tranne quello che io cavalcavo.12 mi levai di notte, con alcuni pochi uomini, e non dichiarai ad alcuno ciò che l’Iddio mio mi metteva in cuore di fare a Gerusalemme; e non avea meco alcun’altra bestia, che quella che io cavalcava.
13 Uscii di nottetempo per la porta della Valle, verso la sorgente del Dragone e quindi verso la porta del Letame, ispezionando le mura di Gerusalemme diroccate e le porte divorate dal fuoco.13 Io adunque uscii di notte dalla porta della valle, e passai dirincontro alla fontana del dragone, ed alla porta del letame; ed andava considerando le mura di Gerusalemme, come erano rotte, e come le porte di essa erano consumate dal fuoco.
14 Proseguii verso la porta della Sorgente e la piscina del re; ma non v'era posto per cui far passare il giumento su cui stavo.14 E di là io passai alla porta della fontana, e all’acquidotto del re; e non vi era spazio per la mia cavalcatura da passar sotto di me.
15 Risalii allora per la Valle, sempre ispezionando le mura, di notte, e rientrando per la porta della Valle, rincasai.15 E risalendo per lo torrente, mentre era ancora notte, io andava considerando le mura; poi rientrai per la porta della valle, e così me ne rivenni.
16 I magistrati non avevano saputo dove io fossi andato né che cosa intendessi fare. Fino a quel momento non l'avevo infatti manifestato né ai Giudei né ai sacerdoti né ai notabili né ai magistrati né ad altri che avessero qualche carica.16 Ora i magistrati non sapevano ove io fossi andato, nè ciò che io facessi; ed io fino allora non l’avea dichiarato nè ai Giudei, nè a’ sacerdoti, nè agli uomini notabili, nè a’ magistrati, nè agli altri che aveano la cura dell’opera.
17 Allora dissi loro: "Voi vedete la sciagura in cui ci troviamo. Gerusalemme è distrutta e le sue porte sono consunte dal fuoco. Venite, ricostruiamo le mura di Gerusalemme, e non saremo più oggetto di derisione!".17 Allora io dissi loro: Voi vedete la miseria nella quale noi siamo, come Gerusalemme è distrutta, e le sue porte sono bruciate col fuoco: venite, riedifichiamo le mura di Gerusalemme, acciocchè non siamo più in vituperio.
18 Raccontai loro come la mano benevola del mio Dio era stata sopra di me e anche le parole che il re mi aveva dette. Allora essi esclamarono: "Su, mettiamoci a costruire!". Presero coraggio nel dar mano a quest'opera egregia.18 Ed io dichiarai loro come la mano dell’Iddio mio era buona sopra me; ed anche le parole del re, che egli mi avea dette. Ed essi dissero: Or mettiamoci ad edificare. Così presero animo a far bene.
19 Quando però lo vennero a sapere Sanballàt, coronita, e Tobia, il servo ammonita, e Ghesem, l'arabo, si fecero beffe di noi e dicevano dileggiandoci: "Che cosa andate facendo? Volete forse ribellarvi al re?".19 Ma Samballat Horonita, e Tobia, servo Ammonita, e Ghesem Arabo, avendo udito questo, ci beffavano, e ci sprezzavano, e dicevano: Che cosa è questo che voi fate? vi volete voi ribellar contro al re?
20 Ma io li rimbeccai e dissi: "Sarà il Dio del cielo a farci avere un esito felice. Noi, suoi servi, ci accingiamo a costruire; per voi invece non vi sarà parte né diritto né ricordo in Gerusalemme!".20 Ed io risposi, e dissi loro: L’Iddio del cielo è quel che ci farà prosperare; e noi, suoi servitori, ci metteremo ad edificare; ma voi non avete parte, nè diritto, nè memoria alcuna in Gerusalemme