Scrutatio

Domenica, 26 maggio 2024 - San Filippo Neri ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 11


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NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Sed parvo prorsus post tem pore, Lysias procurator regis et propinquusac negotiorum praepositus graviter ferens de his, quae acciderant,1 E dopo poco tempo Lisia, procuratore del re e suo propinquo, preposito de' mercatanti, (ebbe a male e) gravemente sostenea quelle cose ch' erano intervenute (a Timoteo e a' suoi).
2 congregatisoctoginta milibus et equitatu universo, veniebat adversus Iudaeos existimans secivitatem quidem Graecis habitaculum facturum;2 E avendo congregato ottanta milia uomini, con tutto lo esèrcito delli cavalieri, se ne venìa contro alli Giudei, pensando (che) presa che sarà la città per lui, farla abitacolo di Gentili,
3 templum vero in pecuniaequaestum sicut cetera delubra gentium habiturum, et per singulos annos venalesacerdotium facturum,3 e poner il templo in questo di danari, come egli avea li altri templi de' Gentili, e ciascuno anno vender il sacerdozio,
4 nequaquam recogitans Dei potestatem, sed elatusmultitudine peditum et milibus equitum et octoginta elephantis.4 non pensando la potenza di Dio; ma con la mente sanza freno si confidava nella moltitudine dei pedoni, e nelle migliaia de' cavalli, e in ottanta elefanti ( ch' egli avea con se).
5 Ingressusautem Iudaeam et appropians Bethsuris, munito quidem praesidio, distanti autemab Hierosolymis intervallo quinque stadiorum, illud obsidione premebat.5 Essendo lui veramente entrato in Giudea, e approssimato a Betsura la quale era in uno luogo stretto, distante da Ierusalem per spazio di cinque stadii, combattea quella fortezza.
6 Utautem, qui cum Maccabaeo erant, cognoverunt eum expugnare praesidia, cumfletibus et lacrimis rogabant Dominum, et omnis turba simul, ut bonum angelummitteret ad salutem Israel.6 Quando Maccabeo, e quelli ch' erano con lui, conobbero che la fortezza si combattea, con pianto e lacrime pregavano Iddio Signore, e anco tutto il popolo insieme, che lui mandasse l'angelo suo buono alla salute d' Israel.
7 Et ipse primus Maccabaeus, sumptis armis, ceterosadhortatus est simul secum periculum subire et ferre auxilium fratribus suis;simul autem et prompto animo impetum fecerunt.7 Dopo questo, esso Maccabeo, pigliando l' arme, confortò tutti gli altri, che dovessero insieme con lui sottomettersi al pericolo, e dar favore alli suoi fratelli.
8 Ilico vero, cum propeHierosolymam essent, apparuit praecedens eos eques in veste candida armaturamauream vibrans.8 E partendosi tutti con l'animo pronto di Ierusalem, apparve a loro uno a cavallo, vestito di bianco, che li andava dinanzi, con l'arme d'oro movendo l' asta, (come s' egli volesse percuoter gli inimici).
9 Tunc omnes simul benedixerunt misericordem Deum etconvaluerunt animis non solum homines, sed et bestias ferocissimas et murosferreos parati penetrare.9 Allora tutti benedissero Iddio insieme, il quale li facea misericordia, e pigliorono grande animo; intanto che non solo erano preparati di trapassare gli uomini, ma le bestie ferocissime e li muri di ferro.
10 Praeibant in apparatu de caelo habentes adiutorem,miserante super eos Domino.10 Andavano dunque apparecchiati, avendo il Signore del cielo, [per] misericordia di loro, in aiuto.
11 Leonum autem more impetu irruentes in hostes,prostraverunt ex eis undecim milia peditum et equitum mille sescentos, universosautem in fugam verterunt.11 E con modo e impeto leonino corsero contro (e sopra) li nimici, intanto che uccisero XI milia pedoni, e mille secento cavalieri.
12 Plures autem ex eis vulnerati, nudi evaserunt; sedet ipse Lysias turpiter fugiens evasit.
12 E tutti gli altri erano posti in fuga; e molti di loro feriti e spogliati fuggirono. E anco esso Lisia se ne fuggì con gran vergogna.
13 Et, quia non insensatus erat, secum ipse reputans factam erga se deminutionemet intellegens invictos esse Hebraeos, potente Deo auxiliante, misit ad eos13 E per che (Lisia) non era insensato, considerando appo sè la diminuzione che li era stata fatta, intendendo anco li Giudei non esser da poterli vincere, però che combatteano con lo aiuto dello onnipotente Iddio, mandò loro a dire,
14 suasitque eis se consensurum omnibus, quae iusta sunt, et regem quoquepersuasurum, ut necessarium crederet se amicum eis esse.14 che li volea consentire in tutto (quello che voleano), però che le loro dimande erano giuste; e promettea ai Giudei di pacificarli con lo re, e fare che lo re li sarìa amico.
15 Annuit autemMaccabaeus in omnibus, quae Lysias rogabat, utilitati consulens; quaecumque enimMaccabaeus scriptis tradidit Lysiae de Iudaeis, rex concessit.
15 Condiscese Maccabeo alli preghi di Lisia, consigliandosi in ogni cosa che li fosse utile; e tutto quello che Maccabeo scrisse a Lisia delli Giudei, tutto concesse il re.
16 Nam erant scriptae Iudaeis epistulae a Lysia quidem hunc modum continentes:“ Lysias populo Iudaeorum salutem.16 Però ch' era stato scritto alli Giudei per Lisia epistole, le quali contenea questa sentenza: Lisia al popolo de' Giudei salute.
17 Ioannes et Abessalom, qui missi fueranta vobis tradentes responsum rescriptum, postulabant circum ea, quae per illudsignificabantur.17 Giovanni e Abesalom, li quali sono stati mandati da voi, portanto le scritture vostre, addimandavano che io terminassi quelle cose che per loro erano notificate (per vostro nome).
18 Quaecumque igitur oportebat etiam regi perferri, exposui;et, quae res permittebat, concessit.18 Tutte quelle cose adunque che si potea espedire, io le esposi al re; ed evvi stato concesso tutto quello ch' era onesto di concedere.
19 Si igitur in negotiis benevolentiamconservaveritis, et deinceps bonorum vobis causa esse tentabo.19 Se dunque voi serverete la fede nelle cose che accaderanno, tenterò da mo in avanti di esser causa di farvi molti beni.
20 De ceterisautem per singula mandavi et istis et his, qui a me missi sunt, colloquivobiscum.20 Del resto (che s'è a trattare insieme) di ogni cosa particularmente ho notificato a quelli che mi avete mandati, e anco a quelli che io vi mando, acciò che parlino con voi, (e insieme deliberate quello a voi parerà).
21 Bene valete. Anno centesimo quadragesimo octavo, mensis IovisCorinthii die vicesima et quarta ”.
21 Siate sani. Nell' anno centesimo quadragesimo ottavo, al vigesimo quarto dì di giugno.
22 Regis autem epistula ista continebat: “ Rex Antiochus Lysiae fratrisalutem.22 La epistola del re contenea questa sentenza: lo re Antioco a Lisia fratello salute.
23 Patre nostro inter deos translato, nos volentes eos, qui sunt inregno nostro, sine tumultu attendere ad rerum suarum curam,23 Essendo nostro padre transferito tra li iddii, noi volendo governare tutti quelli i quali sono nel nostro regno sanza tumulto, e aver diligenza delle cose sue,
24 audientes Iudaeosnon consensisse patri, ut transferrentur ad Graecas institutiones, sed suoipsorum instituto adhaerentes postulare sibi concedi legitima sua;24 abbiamo udito, li Giudei non aver consentito al padre [mio], che si transferiscano alli modi del vivere de' Greci, ma voler tenere le sue leggi; e per questo addimandano a noi, che li sia concesso le cose sue legittime.
25 cupientesigitur hanc quoque gentem extra tumultum esse, iudicamus templum illis restituiremque agi secundum suorum maiorum consuetudinem.25 Volendo adunque che anco questa gente rimanga quieta, ordiniamo e giudichiamo che li sia restituito il loro templo, acciò che possino fare secondo la consuetudine de' loro padri antichi.
26 Bene igitur feceris, simiseris ad eos et dexteram dederis ut, cognita nostra voluntate, bono animo sintet libenter propriarum rerum instaurationi deserviant ”.
26 Farai adunque bene, se tu manderai a loro, e dara'li la mano destra per fede, acciò che conosciuta la nostra volontade, rimangano di buono animo, e servino alle loro proprie utilità.
27 Ad gentem vero regis epistula talis erat: “ Rex Antiochus senatui Iudaeorumet ceteris Iudaeis salutem.27 Questa era la epistola del re, mandata alli Giudei: il re Antioco al senato de' Giudei, e agli altri, salute.
28 Si valetis, sic est, ut volumus; sed et ipsi benevalemus.28 Se voi siete in prosperità, così è come noi vogliamo; però che anco noi stiamo bene.
29 Manifestavit nobis Menelaus velle vos redire et in negotiis propriisversari.29 Venne a noi Menelao, dicendo che voi volete discendere alli vostri, li quali sono appresso di noi.
30 His igitur, qui commeant usque ad diem tricesimum mensis Xanthici,erit dextera cum securitate,30 A quelli adunque, che passino per sino al trigesimo di del mese d' aprile, diamo la mano destra per sicurtà,
31 ut Iudaei utantur cibis et legibus suis sicut etprius, et nemo eorum ullo modo molestiam patietur de his, quae per ignorantiamgesta sunt.31 acciò che li Giudei possino usar li cibi e le leggi sue, come faceano prima; e niuno di loro per alcuno modo abbi molestia di quelle cose che per avanti sono state fatte per ignoranza.
32 Misimus autem et Menelaum, qui vos alloquatur.32 Abbiamo anco mandato Menelao, il quale vi debbi parlare, (e dichiararvi la nostra volontà).
33 Valete. Annocentesimo quadragesimo octavo, Xanthici mensis quinta decima die ”.
33 Siate sani. Nell' anno centesimo quadragesimo ottavo, del mese di aprile al quinto decimo dì.
34 Miserunt autem etiam Romani epistulam ita se habentem: “ Quintus Memmius,Titus Manius, legati Romanorum populo Iudaeorum salutem.34 Mandorono anco i Romani una epistola di questo tenore: Quinto Memmio e Tito Manilio, ambasciatori de' Romani, al popolo de' Giudei salute.
35 De his, quae Lysiascognatus regis concessit vobis, et nos consentimus.35 Di quelle cose che Lisia, parente del re, vi ha concesso, etiam noi ve le concediamo.
36 De quibus autem ad regemiudicavit referendum, confestim aliquem mittite inter vos conferentes de his, utproponamus, sicut congruit vobis; nos enim Antiochiam accedimus.36 Ma di queste cose ch' egli ha riferite al re, incontinente mandate con diligenza alcuno, conferendo fra voi, acciò conosciamo come a voi si conviene; imperò che noi andiamo in Antiochia.
37 Ideoquefestinate et mittite aliquos, ut nos quoque sciamus cuius estis voluntatis.37 Il che affrettatevi di scrivere, per che etiam noi sappiamo di cui volontà siete.
38 Bene valete. Anno centesimo quadragesimo octavo, quinta decima die mensisXanthici ”.
38 Abbiate bene. Nel centesimo quadragesimo ottavo anno, nel quintodecimo dì di aprile.