Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 26


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1 Agrippa perciò disse a Paolo: Ti è permesso di parlare per te stesso. Allora Paolo stesa la mano principiò a far sua difesa.1 (Le quali parole udendo) il re Agrippa sì disse a Paulo: abbi licenza di parlare, e di scusarti di quello che t' è apposto. Allora Paulo, stendendo la mano (con grande ardire, come sogliono fare gli arengatori), cominciò a scusarsi (e disse):
2 Io mi stimo fortunato, o re Agrippa, perché sono per dir mia ragione quest'oggi alla tua presenza su tutti i capi, ond'io sono accusato da' Giudei,2 Di tutte quelle cose, che io sono accusato da' giudei, o re Agrippa, (credo sì scusarmi, che tu medesimo, come giusto signore, mi difenderai; e però) mi reputo beato, che (questa questione) si conosca dinanzi da te,
3 Massimamente essendo tu conoscitore di tutte le consuetudini, e quistioni, che sono tra gli Ebrei; per la qual cosa ti prego di udirmi pazientemente.3 per che sai...... le consuetudini delli giudei; e però ti pregò che mi odi pazientemente.
4 E quanto alla vita, ch'io ho menato dalla gioventù tra que' della mia nazione in Gerusalemme fino da principio, ella è nota a tutti i Giudei:4 Or dico che la vita mia insino dalla puerizia mia, come io sono conversato in Ierusalem, sanno quelli i quali mi conobbero insino da piccolino,
5 I quali (se render voglion testimonianza) prima d'ora hanno saputo, com' io da prima secondo la più sicura setta della nostra religione vissi Fariseo.5 se elli vogliono dire la verità, cioè che secondo la certissima setta dalla nostra religione vissi Fariseo.
6 Ora poi per la speranza della promessa fatta da Dio ai padri nostri sto qual reo in giudizio:6 E ora sono menato al giudicio (e accusato) per che (dico e) spero (e ho fede) nelle promissioni che furono fatte alli nostri padri;
7 Alla quale (promessa) le dodici nostre tribù, servendo notte, e giorno a Dio, sperano di arrivare. Per cagione di questa speranza sono io accusato da' Giudei, o re.7 nella quale speranza (eziandio) li giudei delle XII tribù sperano di pervenire, e per questo servono (a Dio) dì e notte. Della quale speranza, o re, io son accusato (da' giudei).
8 Come incredibil cosa si giudica da voi, che Dio risusciti i morti?8 E per che de' essere incredibile appo voi, se io dico che Dio resuscita li morti?
9 E quanto a me io mi era messo in cuore di dover fare da nemico molte cose contro il nome di Gesù Nazareno:9 E io (come elli sanno, era principale inimico de' cristiani, e) pensava (e sforzavami) di fare ciò che io potea di male contra a questo Iesù Nazareno e contra a' suoi fedeli.
10 Come anche feci in Gerusalemme, e molti de' Santi io chiusi nelle prigioni, avutone il potere dai principi de' sacerdoti: e quando erano uccisi, io diedi il mio voto.10 E molti ne presi e mèssi in pregione in Ierusalem; eziandio di autorità del principe de' sacerdoti
11 E per tutte le sinagoghe spesse volte a forza di castighi li costrìngeva a bestemmiare: e sempre pia infuriando contro di essi, li perseguitava anche per le città di fuora.11 andava per le sinagoghe (e per le contrade, d' uno animo) tutto furioso; e prendendo e aiutando uccidere li cristiani, (induceali e) costringeali quanto poteva di fare loro negare la fede.
12 Tra le quali cose essendo io andato in Damasco con potestà, e per commissione de' principi de' sacerdoti,12 Or avvenne che andando io in Damasco con autorità del principe de' sacerdoti (e seniori e de' maggiori giudei),
13 Di mezzogiorno vidi, o re, nella strada una luce del cielo più splendente del sole lampeggiare intorno a me, e a que', ch'erano meco,13 uno giorno in sul mezzo dì (essendo io già presso a Damasco) una luce smisurata circonfulse me e li compagni miei,
14 Ed essendo noi tutti caduti per terra, udii una voce, che a me diceva in Ebreo: Saulo, Saulo perché mi perseguiti? Dura cosa è per te il ricalcitrare contro il pungolo.14 sì che tutti cademmo in terra (abbagliati per quello splendore); e (stando così a terra prostrato) udii una voce che mi disse in lingua ebrea: Saulo, Saulo, per che mi persèguiti? Dura cosa t'è di ricalcitrare contra allo stimolo.
15 Allora io risposi: Chi se' tu, o Signore? E quegli disse: io sono Gesù, cui tu perseguiti.15 E io allora dissi: chi se' tu, Signore, (che mi parli)? E il Signore rispose: io son Iesù Nazareno, il quale tu persèguiti.
16 Ma levati su, e sta' ritto su' tuoi piedi: Imperocché a questo fine ti sono apparito per costituirti ministro, e testimone delle cose, che hai vedute, e di di quelle, per le quali ti apparirò,16 Ma sta su ritto in piedi; e sappi che ti sono apparito per farti uno ministro, e perchè mi sii testimonio di quelle cose che hai vedute e che io ti mostrarò.
17 E ti libererò da questo popolo, e da' Gentili, tra i quali ora ti mando17 E liberarotti dalli popoli e dalle genti alle quali lo ti mandarò
18 Ad aprile i loro occhi, affinchè si convertano dalle tenebre alla luce, e dalla podestà di Satana a Dio, affinchè ricevano la remissione de' peccali, e l'eredità trai Santi, mediante la fede, che è in me.18 per alluminarle della fede vera, sì che si convertano dalle tenebre alla luce, e dalla potestà di satana a Dio (vivo), sì che ricevano remissione de' loro peccati, e (siano degni d'avere parte) con li santi per la fede mia.
19 Per la qual cosa, o re Agrippa non fui ribelle alla celeste visione:19 Onde io, o re Agrippa, (udendo queste cose) non fui incredulo (ma diedi fede) a questa visione celeste.
20 Ma primieramente a quelli, che sono in Damasco, e in Gerusalemme, e per tutto il paese della Giudea, di poi anche alle genti predicava, che si pentissero, e si convenissero a Dio, e facessero degne opere di penitenza.20 E così (mutato e convertito) entrai in Damasco, e cominciai a predicare Cristo, e così feci poi in Ierusalem e per molte altre contrade, annunziando e predicando a' giudei e a' pagani, e adducendoli a penitenza, e che si convertissero a Cristo facendo degne opere di penitenza.
21 Per questa cagione i Giudei avendomi preso nel tempio, tentavano di uccidermi.21 Ecco, questa è la cagione per la quale li giudei mi presero, essendo nel tempio, e volevanmi uccidere.
22 Ma sostenuto dall'aiuto divino, ho perseverato sino a questo giorno, insegnando ai piccoli, e ai grandi, niun' altra cosa dicendo fuori di quello, che i profeti, e Mosè hanno detto dover succedere,22 Ma per l'aiuto di Dio pur sono scampato insino al dì d' oggi, e pure sto fermo testificando a' maggiori e a' minori, che io non predico altro se non come Moisè e gli altri profeti predissero (e pronunziarono) che doveva venire,
23 Che il Cristo dovea patire, che essendo egli il primo a risorger da morte, annunziar dee la luce a questo popolo, e alle nazioni.23 cioè della (incarnazione e) passione di Cristo e della resurrezione de' morti, della quale egli fu primo (e cagione), e venne come luce vera ad alluminare li giudei e li pagani.
24 Tali cose dicendo egli in sua difesa. Pesto ad alta voce disse: Tu se' impazzito, o Paolo: la molta dottrina ti fa dare in pazzie.24 Le quali parole dicendo Paulo, il predetto Porzio Festo gridò con grande voce, e disse: tu sei fuori del senno, Paulo, e (parmi che) la troppa lettera ti fa uscire dal senno.
25 Ma Paolo: Non son pazzo, disse, o ottimo Festo, ma proferisco parole diverità, e di saggezza.25 Allora Paulo rispose: non sono (pazzo nè sono) fuora del senno, o ottimo Porzio Festo, ma parlo parole di sobrietà e di verità.
26 Imperocché sono note queste cose al re, dinanzi a cui liberamente ragiono: dacché niuna di queste cose credo nascosta a lui. Conciossiachè niente di questo è stato fatto in un cantone.26 E bene mi intende il re Agrippa, e parlogli con fidanza; e non credo ch' elli sia ignorante di queste cose, però che non sono fatte (nè dette) per li cantoni (in secreto, ma in pubblico).
27 Credi tu, o re Agrippa, ai profeti? So, che tu credi.27 (E poi disse): credi, o re Agrippa, alli profeti? Ben so che vi credi.
28 Ma Agrippa disse a Paolo: Quasi quasi mi persuadi a diventar Cristiano.28 Ed elli disse: per poco lascio, che io non doventi cristiano.
29 E Paolo: Bramo da Dio, che o quasi, o senza quasi non solamente tu, ma anche tutti que', che mi ascoltano, diventiate oggi quale son io, eccettuate queste catene.29 E Paulo rispose: io vorrei (e desidero) che in poco e in molto e tu e gli altri che quivi siete congregati (fuste e) diventaste oggi tali quale sono io, salvo che non fuste incatenati come io.
30 E si alzò il re, e il preside, e Berenice, e quelli, che sedevano con essi.30 (Del cui fervente e savio parlare) il re (molto meravigliato) si levò (e trassesi in disparte) con Bernice; e col tribuno e con altri molti.
31 E ritiratisi in disparte, discorrevan tra loro, dicendo: Quest' uomo non ha fatto cosa, che meriti morte, o prigionia.31 E ragionando insieme di Paulo, tutti (determinarono e) dissero ch' egli non era reo, nè degno di morte, nè di prigione.
32 E Agrippa disse a Festo: Quest'uomo poteva essere liberato, se non avesse appellato a Cesare.32 E il re Agrippa disse a Porzio Festo: lasciare si potrebbe questo uomo, se non ch' elli ha appellato all' imperatore; (ma poi ch' elli ha appellato all' imperatore, màndavelo).