Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 14


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1 Ma di lì a tre anni Giuda, e i suoi intesero come Demetrio figliuolo di Seleuco con grosso esercito, e con molte navi sbarcato al porto di Tripoli era andato ad occupare dei posti importanti.1 Dopo adunque il tempo di tre anni conobbe Giuda, e quelli ch' erano con lui, come Demetrio di Seleuco era asceso per il porto di Tripoli, con una molta e potente forza, alli luoghi opportuni;
2 E aveva occupate varie regioni a dispetto di Antioco, e di Lisia.2 e avere ottenuto le regioni di contra Antioco e Lisia suo duca.
3 Ma un certo Alcimo, che era state sommo Sacerdote, ma volontariamente si era contaminato nei tempi della confusione, considerando non esservi più salute per lui, né accesso all'altare,3 Onde uno ch' era stato sommo sacerdote, chiamato Alcimo, volontariamente (era) maculato nelli tempi della commistione, considerando che per nullo modo a sè fusse salute di potere andare all'altare,
4 Andò a trovare il re Demetrio l'anno cento cinquanta, offerendogli una corona d'oro, e una palma, e oltre a ciò dei ramoscelli d'ulivo, i quali parerà che fossero del tempio: e per allora non disse nulla.4 andò al re Demetrio nel centesimo quinquagesimo anno, offerendoli ia corona aurea e la palma, ed etiam li vasi offeritorii li quali parevano essere del tempio. Ed etiam stette quieto in quel giorno.
5 Ma trovato un tempo opportuno alla sua stoltezza, essendo stato chiamato in consiglio da Demetrio, ed essendo interrogato qual fosse il sistema de' Giudei, e con quali consigli si reggessero,5 Ma ritrovato il tempo opportuno della sua pazzia, e chiamato al consiglio di Demetrio, e addimandato quali cose e che consigli usassero li Giudei,
6 Rispose: Que' Giudei, che hanno il nome di Assidei, che hanno per caporione Giuda Maccabeo, nutriscon la guerra, e muovono le sedizioni, e non permettono, che il regno abbia pace:6 rispose: quelli che si dicono Assidei de' Giudei, de' quali Giuda Maccabeo è loro principe, nutriscono le guerre, e moveno li tradimenti e non patiscono essere il regno quieto.
7 E io pure spogliato della dignità dei miei maggiori, voglio dire del sommo Sacerdozio, son venuto qua:7 Onde etiam io, ingannato per la gloria dei parenti, dico per il sommo sacerdozio, sono venuto in questo luogo,
8 Primieramente per essere fedele alle convenienze del re, in secondo luogo ancora per fare il bene de' miei concittadini, imperocché non piccole vessazioni patisce tutta la nostra nazione per la malvagità di coloro.8 in prima servando la fede alle cose utili del re, e secondariamente (donando e) consigliando alli cittadini; certo dicoti che per la loro pravità conturbasi tutta la nostra generazione.
9 Ma tu, o re, per la tua bontà a tutti notissima, informato di ciascheduna di queste cose provvedi al paese, e alla nazione:9 Ma pregoti, o re, che conosciuta ciascuna di queste cose, consideri e alla regione e alla generazione, secondo la tua divulgata da tutti umanità.
10 Imperocché sino a tanto che Giuda sarà al mondo non è possibile, che vi sia pace.10 Imperò che, mentre che Giuda vive, impossibile è che sia pace nelli officii e faccende.
11 Dopo ch'egli ebbe dette tali cose, anche tutti gli amici, che nutrivano odio contro di Giuda, riscaldaron Demetrio.11 Di che, dette queste tali cose, e avendosi gli altri amici suoi commossi inimichevolmente contra di Giuda, accesero l'animo di Demetrio.
12 Ed egli mandò subito per capitano nella Giudea Nicanore, il quale aveva il comando sopra gli elefanti:12 Il quale incontanente mandò in Giudea per duce Nicanore, preposito delli elefanti,
13 Dando a lui commissione di prender vivo Giuda, di dispergere la gente, che era con lui, e di mettere Alcimo in possesso del sommo Sacerdozio del massimo tempio.13 dandoli in comandamento, ch' egli (etiam) pigliasse Giuda (vivo), ed etiam dispergesse quelli ch' erano con lui, e ordinasse Alcimo sommo sacerdote del massimo tempio.
14 Allora i Gentili fuggiti dalla Giudea per timore di Giuda, si unirono a branchi con Nicanore, tenendo per propria felicità le miserie, e le rovine de' Giudei.14 Allora le genti, che aveano fuggito da Giuda di Giudea, a poco a poco accostavansi a Nicanore, credendo le miserie e pestilenze de' Giudei essere le prosperità di loro cose.
15 I Giudei pertanto, saputo l'arrivo di Nicanore, e l'unione de' Gentili con esso, sparso il capo di terra pregavan colui, il quale avea fondato quel suo popolo per conservarlo eternamente, e il quale avea protetta con evidenti miracoli la sua eredità.15 Di che, poscia che li Giudei udittero il venire di Nicanore, e la raunazione delle nazioni, gettati a terra (con lacrime) eravano quello che constituì il suo popolo in eterno, ch' egli ne avesse custodia, ed etiam ha difeso la parte sua con evidentissimi segni.
16 E secondo l'ordine del condottiere si mossero immediatamente, e si adunarono al castello di Dessau.16 Onde imperante il duca, incontanente si mossero di quindi, e raunorsi a uno castello chiamato Dessau.
17 Ma Simone fratello di Giuda essendo venuto alle mani con Nicanore, si atterri per essere sopì aggiunti improvvisamente altri nemici.17 Ed etiam Simone, fratello di Giuda, avea combattuto con Nicanore; e fu spaventato per il sùbito avvento delli inimici.
18 Contuttociò Nicanore informato del valore de' soldati di Giuda, e della grandezza d'animo, colla quale combattevano per la patria, non ardiva di decidere la contesa colla spada.18 Ma pur udendo Nicanore la virtù de' compagni di Giuda, e la magnitudine dell' animo la quale loro aveano a combattere per la patria, temeva di fare il giudicio di sangue.
19 Per la qual cosa mandò innanzi Posidonio, e Teodozio, e Mattia a portar le parole, e riferir le risposte.19 Per la qual cagione egli mandò innanzi Posidonio e Teodozio e Mattia, che dovessero dare. e togliere la concordia e pace.
20 E tenutosi lungo consiglio sopra tal materia, e lo stesso condottiere avendone dato conto al popolo, fu concorde parere di tutti, che si accettasse la pace.20 Mentre che per lungo tempo trattavasi il consiglio sopra di questo, e avendo il duca referito alla moltitudine, fue una sentenza di tutti di consentire alle amicizie.
21 Per la qual cosa stabilirono il giorno, nel quale i capitani conferissero tra di loro segretamente, e furono portate, e messe le sedie per l'uno, e per l'altro.21 Di che, ordinato il giorno nel quale secretamente fra sè trattasseno, furono portate a ciascuno e poste le sedie.
22 Ma Giuda avea comandato, che stesse un numero di soldati in luoghi opportuni, affinchè non potessero i nemici improvvisamente far qualche male: ma il colloquio passò bene.22 Etiam comandò Giuda, che fussero armati ne' luoghi opportuni, chè forse senza avvertenza non venisse alcuno male dalli inimici; e poscia fecero uno congruo colloquio.
23 Indi Nicanore si fermò a Gerusalemme, e non fece cosa contro ragione, e licenziò quei branchi di gente, che si erano raunati.23 Ma Nicanore dimorava in Ierosolima, e nulla cosa iniqua faceva; etiam lassò li greggi delle turbe, le quali erano state raunate.
24 Egli amava sempre Giuda di cuore, essendo inclinato verso la sua persona.24 Ed egli sempre avea Giuda dall' animo caro, ed era inclinato a quello uomo.
25 E lo pregò che si ammogliasse per avere figliuoli; celebrò le sue nozze, si mantenne tranquillo, e viveano familiarmente.25 Etiam pregollo, ch' egli menasse moglie, e procreasse figliuoli. Fece le nozze; quietamente operò, e vivevano amicabilmente.
26 Ma Alcimo veggendolo scambievole affetto, che era tra loro, e i patti onde erano convenuti, andò a trovar Demetrio, e gli disse, che Nicanore favoriva gli interessi degli altri, e avea dato a lui per successore Giuda, il quale aspirava a regnare.26 Vedendo adunque Alcimo la loro carità, e insieme le loro convenzioni, vennesi a Demetrio; e dicevali come Nicanore avesse assentito alle cose aliene, e avea ordinato Giuda, insidiatore del regno, suo successore.
27 Onde esasperato il re, e per le calunnie orribili di colui altamente sdegnato scrisse a Nicanore facendogli sapere, che non volea sentir parlare del trattato di amicizia, ma ordinava subito mandasse Giuda incatenato ad Antiochia.27 Di che il re commosso ad ira, udendo queste pessime cose criminali, scrisse (le lettere) a Nicanore, dicendo come gravemente si doleva per la convenzione della amicizia; ma comandava che fusse mandato Maccabeo legato in Antiochia.
28 Intese tali cose Nicanore ne restò grandemente commosso, e non poteva soffrire di avere ad annullare quello, che era stato convenuto, senza aver ricevuto verun torto da quell'uomo:28 (Udite e) conosciute queste cose, Nicanore per grande dolore d'animo veniva meno, 'e gravemente sosteneva, se quelle cose erano state convenute insieme fossero annullate, non essendo in nulla parte offeso dall' uomo.
29 Ma non potendo disubbidire al re, attendeva l'opportunità per eseguire i comandi.29 Ma per che egli non poteva resistere al re, [os]servava la comodità, quando potesse adempiere il comandamento.
30 Maccabeo però osservando che Nicanore se gli mostrava più sostenuto, e nelle usate visite lo trattava con qual che durezza, comprese, che quella durezza non indicava nulla di buono, e messo insieme un piccol numero de' suoi, si tenne nascosto a Nicanore.30 Ma Maccabeo, vedendo Nicanore portare seco più austeramente del consueto, dandoli più crudeli parlari che per avanti, intendendo questa austerità non venire da buona parte, radunati pochi dei suoi, occultossi da Nicanore.
31 Or questi quand'ebbe riconosciuto, che l'altro lo avea giudiziosamente prevenuto, si portò al massimo, e santissimo tempio in tempo che i sacerdoti offerivano le vittime consuete, e ordinò loro, che gli consegnassero quell'uomo:31 Ed egli, conoscendo essere sè scoperto da quello uomo, venne al massimo e santissimo tempio; e mandò alli sacerdoti, offerenti li soliti sacrificii, che li fusse dato l'uomo.
32 E affermando quelli con giuramento di non sapere dove si fosse quegli ch'ei ricercava, stesa la mano verso il tempio,32 Li quali dicendo con giuramento non sapere dove fosse quello ch' era chiesto, estendendo egli la mano al tempio,
33 Giurò, e disse: Se voi non mi darete nelle mani Giuda legato, io agguaglierò al suolo questo tempio di Dio, e distruggerò l'altare, e consagrerò qui un tempio a Bacco.33 giurò dicendo: se voi non mi darete Giuda legato, reducerò questo magno tempio di Dio in pianura, e scaverò l' altare, e consecrarò questo tempio a (dio) Bacco padre.
34 E detto questo se n'andò: Ma i sacerdoti stendendo al cielo le mani invocavan colui, che era stato mai sempre il difensore della loro nazione, e dicevano:34 La qual cosa udendo li sacerdoti, alzando le mani in cielo, invocavano quello che sempre era stato propugnatore della loro gente, dicendo questo:
35 Tu Signore dell'universo, che di nulla abbisogni, tu volesti avere tra noi un tempio per tua abitazione.35 Tu, Signore dell' universo, il quale di nulla hai bisogno, hai voluto essere fatto in noi il tempio della tua abitazione.
36 Or tu, Santo de' Santi, padrone di tutte le cose, conserva in eterno in contaminata questa casa, la quale poco tempo fa è stata purificata.36 E ora tu, santo di tutti li santi Signore, sempre conserva questa immaculata casa, la quale in breve è stata mundata.
37 Fu accusato davanti a Nicanore un certo Razia de' seniori di Gerusalemme, uomo amante della patria, e molto riputato, il quale pel suo affetto era chiamato il padre de' Giudei.37 Essendo significato a Nicanore, come in Ierosolima era uno delli antiqui, chiamato Razia, uomo amatore della città, e bene audace, il quale per grande affezione era appellato padre de' Giudei;
38 Questi in molte occasioni si era mantenuto incontaminato, e costante nel Giudaismo, ed era pronto a dare il corpo, e la vita per mantener la perseveranza.38 questo per molto tempo tenette il proposito della continenza in giudaismo, contento di dare l'anima e il corpo per la perseveranza;
39 E Nicanore per dimostrare l'odio, che avea contro i Giudei, mandò cinquecento soldati a prenderlo:39 volendo adunque Nicanore manifestare l'odio. ch' egli avea contro li Giudei, mandò cinquecento cavalieri, che lo dovessero pigliare.
40 Perocché si credeva, che ove lo avesse sedotto, avrebbe fatto un grandissimo male a' Giudei.40 Imperò ch' egli s' imaginava che se egli avesse quello, si stesse per dare alli Giudei una massima guerra.
41 Or mentre quella turba di soldati tentavano di sforzare la casa, e di spezzare la porta, e di appiccarvi il fuoco, stando egli li per esser pigliato, si diede un colpo di spada,41 E desideranti le turbe di correre alla sua casa, e fracassare li usci, e ponere il fuoco, essendo già quasi preso, percosse sè stesso con il coltello,
42 Eleggendosi di piuttosto morire gloriosamente, che essere soggetto ai peccatori, ed essere strapazzato con oltraggi indegni della sua nascita.42 eleggendo di morire più nobilmente, che esser fatto suddito alli peccatori, ed essere fatto contro li suoi natali per le indegne ingiurie.
43 Ma non essendo stato mortale il colpo, ch'ei si era dato in quella fretta, ed entrando a furia la turba nella casa, corse animosamente alla muraglia, e si precipitò addosso alla turba:43 Ma conciosia che per la grande fretta non si feritte di fermo colpo, ed essendovi entrata la turba, (già fracassati li usci), correndo arditamente sopra il muro, virilmente si gittò giù nella turba.
44 E quegli immantinente gli fecer luogo, perché non venisse sopra di loro; ed egli diede colla testa sul pavimento:44 La quale dandoli luogo al suo cadimento, venne spartito il capo dal collo.
45 E respirando tuttora, pieno di spiriti ardenti si rialzò, e benché versasse in gran copia il sangue dalle sue mortali ferite, passò correndo per mezzo alla turba:45 E alquanto ancora spirando, coll' acceso animo levossi; e scorrendo il sangue con grande impeto, ed essendo ferito di gravissime ferite, correndo passò per mezzo le turbe.
46 E standosi sopra un sasso isolato, essendo già senza sangue, prese colle sue mani le proprie viscere, le gettò sopra quella gente, invocando il Signore della vita, e dello spirito, affinchè quelle rendesse a lui un'altra volta; e in tal guisa fini di vivere.46 E stando sopra una alta pietra, e già essendo fatto senza sangue, con ambedue le mani abbracciate le sue interiora, gittolle sopra la turba, invocando il signoreggiatore della vita e del spirito, che egli un'altra volta li rendesse a quello (queste tali vendette); e in tale modo mancò di vita.