Cantico 2
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DIODATI | BIBBIA CEI 2008 |
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1 Io son la rosa di Saron, Il giglio delle valli. | 1 Io sono un narciso della pianura di Saron, un giglio delle valli. |
2 Quale è il giglio fra le spine, Tale è l’amica mia fra le fanciulle | 2 Come un giglio fra i rovi, così l’amica mia tra le ragazze. |
3 Quale è il melo fra gli alberi d’un bosco, Tale è il mio amico fra i giovani; Io ho desiderato d’esser all’ombra sua, E mi vi son posta a sedere; E il suo frutto è stato dolce al mio palato. | 3 Come un melo tra gli alberi del bosco, così l’amato mio tra i giovani. Alla sua ombra desiderata mi siedo, è dolce il suo frutto al mio palato. |
4 Egli mi ha condotta nella casa del convito, E l’insegna ch’egli mi alza è: Amore. | 4 Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore. |
5 Confortatemi con delle schiacciate d’uva, Sostenetemi con de’ pomi, Perciocchè io languisco d’amore. | 5 Sostenetemi con focacce d’uva passa, rinfrancatemi con mele, perché io sono malata d’amore. |
6 Sia la sua man sinistra sotto al mio capo, Ed abbraccimi la sua destra. | 6 La sua sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia. |
7 IO vi scongiuro, o figliuole di Gerusalemme, Per le cavriuole, e per le cerve della campagna, Che voi non isvegliate l’amor mio, e non le rompiate il sonno, Finchè non le piaccia | 7 Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le gazzelle o per le cerve dei campi: non destate, non scuotete dal sonno l’amore, finché non lo desideri. |
8 Ecco la voce del mio amico; Ecco, egli ora viene Saltando su per i monti, Saltellando su per i colli. | 8 Una voce! L’amato mio! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. |
9 L’amico mio è simile ad un cavriuolo, O ad un cerbiatto; Ecco ora sta dietro alla nostra parete, Egli riguarda per le finestre, Egli si mostra per i cancelli. | 9 L’amato mio somiglia a una gazzella o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia dalle inferriate. |
10 Il mio amico mi ha fatto motto, e mi ha detto: Levati, amica mia, bella mia, e vientene. | 10 Ora l’amato mio prende a dirmi: «Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! |
11 Perciocchè, ecco, il verno è passato; Il tempo delle gran piogge è mutato, ed è andato via; | 11 Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; |
12 I fiori si veggono sulla terra; Il tempo del cantare è giunto, E s’ode la voce della tortola nella nostra contrada. | 12 i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna. |
13 Il fico ha messi i suoi ficucci, E le viti fiorite rendono odore; Levati, amica mia, bella mia, e vientene | 13 Il fico sta maturando i primi frutti e le viti in fiore spandono profumo. Àlzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! |
14 O colomba mia, che stai nelle fessure delle rocce, Ne’ nascondimenti de’ balzi, Fammi vedere il tuo aspetto, Fammi udir la tua voce; Perciocchè la tua voce è soave, e il tuo aspetto è bello. | 14 O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole». |
15 Pigliateci le volpi, Le piccole volpi che guastano le vigne, Le nostre vigne fiorite. | 15 Prendeteci le volpi, le volpi piccoline che devastano le vigne: le nostre vigne sono in fiore. |
16 Il mio amico è mio, ed io son sua; Di lui, che pastura la greggia fra i gigli. | 16 Il mio amato è mio e io sono sua; egli pascola fra i gigli. |
17 Ritornatene, amico mio, A guisa di cavriuolo o di cerbiatto, Sopra i monti di Beter, Finchè spiri l’aura del giorno, E che le ombre se ne fuggano | 17 Prima che spiri la brezza del giorno e si allunghino le ombre, ritorna, amato mio, simile a gazzella o a cerbiatto, sopra i monti degli aromi. |