Scrutatio

Lunedi, 3 giugno 2024 - San Carlo Lwanga ( Letture di oggi)

Giobbe 10


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 L’anima mia si annoia della mia vita. Io mi lascerò scorrere addosso il mio lamento; Io parlerò nell’amaritudine dell’anima mia.1 Rincresce all' anima mia della vita mia; lasceroe contro a me lo favellare mio; favellerò nella amaritudine dell' anima mia.
2 Io dirò a Dio: Non condannarmi; Fammi assapere perchè tu litighi meco.2 Dirò al Signore Iddio: non mi condannare, mostrami per che cosa mi giudichi.
3 Ti par egli ben fatto di oppressare, Di sdegnar l’opera delle tue mani, E di risplendere sopra il consiglio degli empi?3 Or pàrti bene, se tu m' ingiurii, e costrigni me, il lavorìo delle tue mani, e lo consiglio degli malvagi aiuti?
4 Hai tu occhi di carne? Vedi tu come vede l’uomo?4 Ovvero hai tu occhii di carne, ovvero sì come vede l'uomo, e tu vederai?
5 Sono i tuoi giorni come i giorni dell’uomo mortale? Sono i tuoi anni come l’età umana?5 Or non è, come li dì dell' uomo, li dì tuoi, e li anni tuoi si come li umani tempi,
6 Che tu faccia inchiesta della mia iniquità, E prenda informazione del mio peccato?6 acciò che tu addimandi la iniquità mia, e li peccati miei cerchi.
7 A te si appartiene di conoscere che io non son reo; E non vi è niuno che riscuota dalla tua mano7 E sappi ch' io (perciò) niuna cosa delle malvagie abbia fatte, conciosia cosa che niuno sia che delle mani tue possa scampare.
8 Le tue mani mi hanno formato e composto; E tu mi distruggi tutto quanto d’ogn’intorno.8 Le mani tue formarono me, e fecero me tutto intorno; e così repentemente mi strabocchi?
9 Deh! ricordati che tu mi hai formato come dell’argilla; E tu mi fai ritornare in polvere.9 Ricòrdati, priegoti, che sì come di fango abbi fatto me, e in polvere ritornerai me.
10 Non mi hai tu colato come latte, E fatto rappigliar come un cacio?10 Or non m' hai tu munto come latte, e sì come cacio m' hai constretto?
11 Tu mi hai vestito di pelle e di carne E mi hai contesto d’ossa e di nervi.11 Di pelle e di carne vestisti me; d' ossa e di nervi facesti me.
12 Tu mi hai data la vita, ed hai usata benignità inverso me; E la tua cura ha guardato lo spirito mio.12 La vita e la misericordia dèsti a me, e la visitazione tua guardò lo spirito mio.
13 E pur tu avevi riposte queste cose nel cuor tuo; Io conosco che questo era appo te13 Avvegnachè queste cose celi nel cuore tuo, pare che di tutte ti ricordi.
14 Se io ho peccato, tu mi hai notato, E non mi hai assolto della mia iniquità.14 Se io peccai, e allora perdonasti a me; perchè della iniquitade mia non sostieni ch' io sia netto?
15 Se io sono stato reo, guai a me; E se son giusto, non però alzo il capo, Essendo sazio d’ignominia, e veggendo la mia afflizione;15 E se malvagio sarò, guai sarà a me; e se giusto, non leverò lo capo, saturato di afflizione e di miseria.
16 E se pur l’alzo, tu mi cacci a giusa di fiero leone, E torni a dimostrarti maraviglioso contro a me.16 E per la superbia sì come leonessa piglierai me, e ritornato maravigliosamente tormenti me.
17 Tu mi produci in faccia nuovi testimoni tuoi; Tu accresci la tua indegnazione contro a me; Eserciti a muta sono sopra me.17 Tu rinnovi testimonii contro a me, e moltiplichi l'ira tua contra a me, e le pene salgono contro a me.
18 Perchè dunque mi hai tratto fuor della matrice? Io vi sarei spirato, e l’occhio d’alcuno non mi avrebbe veduto.18 Perchè del ventre traesti me? il quale Iddio il volesse, ch' io fossi morto, acciò che l'occhio (mio) non [mi] avesse veduto.
19 Io sarei stato come se non avessi giammai avuto essere; Io sarei stato portato dal seno alla sepoltura.19 Sarei stato quasi sì come non fossi, del ventre translatato al sepolcro.
20 I miei giorni non sono eglino poca cosa? cessa dunque, E rimanti da me, sì che io mi rinforzi un poco;20 O non è la pochezza delli dì miei [che] finisce breve? Lascia dunque me, ch' io pianga uno poco il mio dolore;
21 Avanti che io me ne vada alla terra delle tenebre, Dell’ombra della morte, onde mai non tornerò;21 inanzi ch' io vada, e non ritorni, alla terra tenebrosa e coperta di oscuritade della morte;
22 Alla terra d’oscurità simile a caligine; D’ombra di morte, ove non è ordine alcuno; E la quale, quando fa chiaro, è simile a caligine22 terra di miseria e di oscurità, dov' è l'ombra della morte, e niuno ordine ha ella, e sempiternale paura vi abita.