Scrutatio

Domenica, 2 giugno 2024 - Santi Marcellino e Pietro ( Letture di oggi)

Siracide 30


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA VOLGARE
1 Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta,
per gioire di lui alla fine.
1 Colui che ama lo figliuolo suo, continua [a lui] le battiture, acciò che finalmente s'allegri, e non vada palpando li usci de' vicini.
2 Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio
e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
2 Colui che ammaestra il suo figliuolo, s' allegrerà in lui, e glorierassi in esso in mezzo delli suoi domestici.
3 Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il
nemico,
mentre davanti agli amici potrà gioire.
3 Colui che ammaestra il figliuolo suo, in zelo perde il nimico, e in mezzo delli amici si glorierà in colui.
4 Muore il padre? È come se non morisse,
perché lascia un suo simile dopo di sé.
4 Morto è il padre suo, ed è sì come egli non fusse morto; però ch' egli lasciò somigliante a sè dopo sè.
5 Durante la vita egli gioiva nel contemplarlo,
in punto di morte non prova dolore.
5 In vita sua cotale il vide, e allegrossi in lui; e nella morte sua non si contristoe, nè si confondeo dinanzi dalli nimici.
6 Di fronte ai nemici lascia un vendicatore,
per gli amici uno che sa ricompensarli.
6 Egli lasciò il difenditore della sua casa contro alli nimici, e lascioe chi rendesse grazia agli amici.
7 Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,
a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
7 Egli legherae le ferite sue per l'anime dei figliuoli; e le sue interiore si turberanno sopra ogni voce.
8 Un cavallo non domato diventa restio,
un figlio lasciato a se stesso diventa sventato.
8 Il cavallo non domato riesce duro; il figliuolo non castigato riesce ruinoso.
9 Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento,
scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
9 Latta il figliuolo; ello ti farae pauroso; scherza con lui, ed egli ti contristerae
10 Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare,
che non debba digrignare i denti alla fine.
10 Non ridere insieme con lui, nè anco ti dogli, acciò che nella fine i tuoi denti siano stupefatti.
11 Non concedergli libertà in gioventù,
non prendere alla leggera i suoi difetti.
11 E non li dare signoria nella sua gioventudine, e non disprezzare li suoi pensieri.
12 Piegagli il collo in gioventù
e battigli le costole finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbedisca
e tu ne abbia un profondo dolore.
12 China il suo collo nella sua giovinezza, e battigli i lati suoi infino ch' egli è fanciullo, acciò che per ventura non induri, e non creda a te, e sia dolore dell' anima tua.
13 Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,
così non dovrai affrontare la sua insolenza.

13 Ammaestra lo figliuolo tuo, ed esèrcitalo e provalo, acciò che tu non sia offeso nelle sue brutture.
14 Meglio un povero di aspetto sano e forte
che un ricco malato nel suo corpo.
14 Meglio è il povero sano e forte nelle sue forze, che il ricco debile e rotto nella sua malizia.
15 Salute e vigore valgono più di tutto l'oro,
un corpo robusto più di un'immensa fortuna.
15 La salute dell' anima è nella santitade e giustizia, ed è migliore che ogni oro e argento; e il corpo (sano e) vigoroso sì è meglio che ismisurata rendita.
16 Non c'è ricchezza migliore della salute del corpo
e non c'è contentezza al di sopra della gioia del cuore.
16 E non è rendita sopra la sanitade del corpo; e non è dilettazione sopra il gaudio del cuore.
17 Meglio la morte che una vita amara,
il riposo eterno che una malattia cronica.
17 Meglio è la morte, che l'amara vita; meglio è lo riposo eterno, che la infermitade perseverante.
18 Leccornie versate su una bocca chiusa
tali le offerte cibarie poste su una tomba.
18 Li beni nascosi nella chiusa bocca sono come le vivande messe alla sepoltura.
19 A che serve all'idolo l'offerta di frutti?
Esso non mangia né sente il profumo;
così è il perseguitato dal Signore.
19 Che gioverà lo gustare all' idolo? egli non mangia, e non odora.
20 Osserva con gli occhi e sospira,
come un eunuco che abbraccia una vergine e sospira.

20 Così è colui che è cacciato dal Signore, portante seco li meriti della iniquitade;
21 Non abbandonarti alla tristezza,
non tormentarti con i tuoi pensieri.
21 che vede cogli occhi e piagne, sì come lo castrato abbracciante vergine, e sospirante.
22 La gioia del cuore è vita per l'uomo,
l'allegria di un uomo è lunga vita.
22 Non dare tristizia all' anima tua, e non affligere te nello consiglio tuo.
23 Distrai la tua anima, consola il tuo cuore,
tieni lontana la malinconia.
La malinconia ha rovinato molti,
da essa non si ricava nulla di buono.
23 La gioconditade del cuore, questa è la vita dell' uomo, e il tesoro sanza difetto [di santità]; e l'allegrezza dell' uomo si è il lungo vivere.
24 Gelosia e ira accorciano i giorni,
la preoccupazione anticipa la vecchiaia.
24 Abbi misericordia dell' anima tua piacendo a Dio, e contienti; e ricogli il cuore tuo in la sua santitade, e caccia di lunga da te la tristizia.
25 Un cuore sereno è anche felice davanti ai cibi,
quello che mangia egli gusta.
25 Però che molti n' ha ucciso la tristizia, e non è utilitade in quella.
26 La gelosia e la iracundia diminuiscono lindì, e il pensiero aggiugne vecchiezza inanzi il tempo.
27 Il cuore buono e splendente è nelli mangiari a tavola; le vivande sue sono fatte diligentemente.