Scrutatio

Giovedi, 15 maggio 2025 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Epistola di Santo Paulo alli Romani 14


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1 E ricevete l'uomo che non è fermo nella fede, non in le defensioni de' pensieri.1 Accogliete amichevolmente chi è debole nella fede, senza mettervi a discutere i suoi pensieri.
2 Chè un altro si crede mangiare tutte le cose; ma quello ch' è infermo manduca dell' erbe.2 Chi crede pienamente, pensa di poter mangiare di tutto; colui invece che è debole nella fede mangia solo legumi.
3 E quelli che manduca non abbia a schifo colui che non manduca; e quelli che non manduca non giudichi quello che manduca; Dio adunque l'uno e l'altro ha ricevuto (alla fede).3 Chi mangia non disprezzi chi non mangia, chi non mangia non condanni chi mangia: Dio infatti lo ha accolto amichevolmente.
4 E tu [chi se'] che giudichi l'altrui servo? ch' egli al suo signore sta ritto, o ch' egli cade? ma egli pur sta dritto; chè Dio è potente di rifermare colui.4 E chi sei tu che giudichi un domestico altrui? Che stia in piedi o cada, riguarda il suo padrone: e starà in piedi, poiché il Signore ha la forza di sostenerlo.
5 E viene uno, e giudica il dì intra il dì; e un altro giudica tutto il dì; e ciascuno abbonda nel suo senno.5 C'è chi ritiene un giorno differente dall'altro, c'è chi ritiene uguale ogni giorno: ciascuno approfondisca le proprie convinzioni.
6 Imperò che chi cognosce il dì, per Dio il cognosce; e quelli che manduca, all' onore di Dio manduca....; e quelli che non manduca, non mangia per onore di Dio, e referisce grazie a Dio.6 Chi si dà pensiero del giorno, si dà pensiero per il Signore; chi mangia, lo fa per il Signore, poiché rende grazie a Dio; e anche chi non mangia, non mangia per il Signore e rende grazie a Dio.
7 E niuno di noi vive a sè, e niuno muore a sè.7 In effetti nessuno di noi vive per se stesso, né muore per se stesso.
8 Chè se noi viviamo, a Dio viviamo; e se noi moriamo, a Dio moriamo; imperò che se noi viviamo, e se noi moriamo, del Signore siamo.8 Se viviamo, viviamo per il Signore; se moriamo, moriamo per il Signore: quindi sia che viviamo, sia che moriamo, siamo sempre del Signore;
9 Per questo fu morto Cristo e resuscitò, per signoreggiare li vivi e li morti.9 per questo, infatti, Cristo morì e visse, per esercitare il suo dominio sui morti e sui vivi;
10 Ma tu perchè giudichi il tuo fratello? e perchè l'hai a schifo? Chè tutti staremo, dinanzi alla sedia di Cristo, al giudicio.10 ma tu, perché giudichi il tuo fratello? O perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti saremo presentati al tribunale di Dio.
11 Ed è scritto e dice il Signore: sì come io vivo, così ogni ginocchio s' inchinerà a me, e ogni lingua si confesserà al Signore.11 Sta scritto infatti: Io vivo, dice il Signore: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, e ogni lingua riconoscerà Dio.
12 Adunque (sappiate questo, che) ciascuno renderà ragione a Dio delli suoi fatti.12 E allora ciascuno di noi renderà conto a Dio per se stesso.
13 Adunque non giudichiamo l'un altro; ma questo guardate, che non offendiate il vostro fratello, e non faccia uno all'altro scandolo.13 Non giudichiamoci gli uni gli altri; piuttosto datevi pensiero di una cosa: di non porre al fratello inciampo o scandalo.
14 Che io so, e ho speranza nel Signore Iesù, che niuna cosa il mio fratello non fa, che sia sozza.14 So con certezza, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che niente è impuro di per se stesso; se non che, per chi giudica che una cosa è impura, per lui lo è.
15 Chè certo, se tu contristi e fai scandolo al tuo fratello per alcuno cibo, tu già non vai per la via della carità; non perdere, per tuo cibo, colui per il qual Cristo fu morto.15 Perciò se tuo fratello è addolorato a causa del cibo, tu non ti comporti più secondo l'amore. Non mandare in rovina per il tuo cibo colui per il quale Cristo è morto.
16 Adunque non sia detto male del nostro bene.16 Non sia dunque denigrato ciò che per voi è bene:
17 Chè il regno di Dio non è mangiare nè beveraggio; ma è giustizia e pace, e allegrezza nel Spirito Santo.17 il regno di Dio, infatti, non è cibo o bevanda, ma giustificazione e pace e gioia nello Spirito Santo.
18 E quelli che in queste cose serve a Dio, quelli piace a Cristo, ed è lodato da tutti.18 Chi serve a Cristo in queste cose, è gradito a Dio e accetto agli uomini.
19 Adunque seguitiamo quelle cose che son di pace; e guardiamo di far uno all' altro quelle cose che si pertengono a edificazione.19 Perciò diamoci da fare per le cose riguardanti la pace e l'edificazione reciproca.
20 E non vogliamo distruggere l'opera di Dio per nostro mangiare; chè per certo tutte le cose. son monde (a coloro che son mondi e netti), e male si è a colui che manduca per offendimento.20 Non distruggere, a causa di un cibo, l'opera di Dio! Tutto è puro, ma è male per chi mangia dando scandalo.
21 E meglio è non manducare [carne], e bere vino, o altra cosa per la quale il tuo fratello possa avere scandolo, ovver fievolezza di fede.21 Perciò è bene non mangiare carne né bere vino né fare alcunché per cui il tuo fratello possa prendere occasione d'inciampo.
22 Che se tu hai fede, appo te medesimo abbi dinanzi da Dio; e beato colui il qual non giudica sè medesimo contra quelle cose che Dio dona.22 Hai la fede: conservala in te stesso davanti a Dio. Beato chi non condanna se stesso in ciò che ha deciso di fare.
23 E quelli che manduca quella cosa della quale egli ha conscienza, sì è dannato; chè non è quella cosa di fede. E ogni cosa che non è di fede, peccato.23 Chi invece dubita, se mangia è già condannato, poiché fa ciò non guidato dalla fede: ora tutto ciò che non viene dalla fede è peccato.