Scrutatio

Mercoledi, 14 maggio 2025 - San Mattia ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 26


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BIBBIA VOLGARENOVA VULGATA
1 (Le quali parole udendo) il re Agrippa sì disse a Paulo: abbi licenza di parlare, e di scusarti di quello che t' è apposto. Allora Paulo, stendendo la mano (con grande ardire, come sogliono fare gli arengatori), cominciò a scusarsi (e disse):1 Agrippa vero ad Paulum ait: “ Permittitur tibi loqui pro temetipso ”.Tunc Paulus, extenta manu, coepit rationem reddere:
2 Di tutte quelle cose, che io sono accusato da' giudei, o re Agrippa, (credo sì scusarmi, che tu medesimo, come giusto signore, mi difenderai; e però) mi reputo beato, che (questa questione) si conosca dinanzi da te,2 “ De omnibus, quibusaccusor a Iudaeis, rex Agrippa, aestimo me beatum, apud te cum sim defensurus mehodie,
3 per che sai...... le consuetudini delli giudei; e però ti pregò che mi odi pazientemente.3 maxime te sciente omnia, quae apud Iudaeos sunt consuetudines etquaestiones; propter quod, obsecro, patienter me audias.
4 Or dico che la vita mia insino dalla puerizia mia, come io sono conversato in Ierusalem, sanno quelli i quali mi conobbero insino da piccolino,4 Et quidem vitam meama iuventute, quae ab initio fuit in gente mea et in Hierosolymis, noverunt omnesIudaei;
5 se elli vogliono dire la verità, cioè che secondo la certissima setta dalla nostra religione vissi Fariseo.5 praescientes me ab initio, si velint testimonium perhibere, quoniamsecundum diligentissimam sectam nostrae religionis vixi pharisaeus.
6 E ora sono menato al giudicio (e accusato) per che (dico e) spero (e ho fede) nelle promissioni che furono fatte alli nostri padri;6 Et nuncpropter spem eius, quae ad patres nostros repromissionis facta est a Deo, stoiudicio subiectus,
7 nella quale speranza (eziandio) li giudei delle XII tribù sperano di pervenire, e per questo servono (a Dio) dì e notte. Della quale speranza, o re, io son accusato (da' giudei).7 in quam duodecim tribus nostrae cum perseverantia nocte acdie deservientes sperant devenire; de qua spe accusor a Iudaeis, rex!
8 E per che de' essere incredibile appo voi, se io dico che Dio resuscita li morti?8 Quidincredibile iudicatur apud vos, si Deus mortuos suscitat?
9 E io (come elli sanno, era principale inimico de' cristiani, e) pensava (e sforzavami) di fare ciò che io potea di male contra a questo Iesù Nazareno e contra a' suoi fedeli.9 Et ego quidem existimaveram me adversus nomen Iesu Nazareni debere multacontraria agere;
10 E molti ne presi e mèssi in pregione in Ierusalem; eziandio di autorità del principe de' sacerdoti10 quod et feci Hierosolymis, et multos sanctorum ego incarceribus inclusi, a principibus sacerdotum potestate accepta, et cumocciderentur, detuli sententiam;
11 andava per le sinagoghe (e per le contrade, d' uno animo) tutto furioso; e prendendo e aiutando uccidere li cristiani, (induceali e) costringeali quanto poteva di fare loro negare la fede.11 et per omnes synagogas frequenter punienseos compellebam blasphemare, et abundantius insaniens in eos persequebar usquein exteras civitates.
12 Or avvenne che andando io in Damasco con autorità del principe de' sacerdoti (e seniori e de' maggiori giudei),12 In quibus, dum irem Damascum cum potestate et permissu principum sacerdotum,
13 uno giorno in sul mezzo dì (essendo io già presso a Damasco) una luce smisurata circonfulse me e li compagni miei,13 die media in via vidi, rex, de caelo supra splendorem solis circumfulgens melumen et eos, qui mecum simul ibant;
14 sì che tutti cademmo in terra (abbagliati per quello splendore); e (stando così a terra prostrato) udii una voce che mi disse in lingua ebrea: Saulo, Saulo, per che mi persèguiti? Dura cosa t'è di ricalcitrare contra allo stimolo.14 omnesque nos cum decidissemus in terram,audivi vocem loquentem mihi Hebraica lingua: “Saul, Saul, quid me persequeris?Durum est tibi contra stimulum calcitrare”.
15 E io allora dissi: chi se' tu, Signore, (che mi parli)? E il Signore rispose: io son Iesù Nazareno, il quale tu persèguiti.15 Ego autem dixi: “Quis es,Domine?”. Dominus autem dixit: “Ego sum Iesus, quem tu persequeris.
16 Ma sta su ritto in piedi; e sappi che ti sono apparito per farti uno ministro, e perchè mi sii testimonio di quelle cose che hai vedute e che io ti mostrarò.16 Sedexsurge et sta super pedes tuos; ad hoc enim apparui tibi, ut constituam teministrum et testem eorum, quae vidisti, et eorum, quibus apparebo tibi,
17 E liberarotti dalli popoli e dalle genti alle quali lo ti mandarò17 eripiens te de populo et de gentibus, in quas ego mitto te
18 per alluminarle della fede vera, sì che si convertano dalle tenebre alla luce, e dalla potestà di satana a Dio (vivo), sì che ricevano remissione de' loro peccati, e (siano degni d'avere parte) con li santi per la fede mia.18 aperire oculoseorum, ut convertantur a tenebris ad lucem et de potestate Satanae ad Deum, utaccipiant remissionem peccatorum et sortem inter sanctificatos per fidem, quaeest in me”.
19 Onde io, o re Agrippa, (udendo queste cose) non fui incredulo (ma diedi fede) a questa visione celeste.19 Unde, rex Agrippa, non fui incredulus caelestis visionis,
20 E così (mutato e convertito) entrai in Damasco, e cominciai a predicare Cristo, e così feci poi in Ierusalem e per molte altre contrade, annunziando e predicando a' giudei e a' pagani, e adducendoli a penitenza, e che si convertissero a Cristo facendo degne opere di penitenza.20 sed his, quisunt Damasci primum et Hierosolymis, et in omnem regionem Iudaeae et gentibusannuntiabam, ut paenitentiam agerent et converterentur ad Deum dignapaenitentiae opera facientes.
21 Ecco, questa è la cagione per la quale li giudei mi presero, essendo nel tempio, e volevanmi uccidere.21 Hac ex causa me Iudaei, cum essem in templocomprehensum, tentabant interficere.
22 Ma per l'aiuto di Dio pur sono scampato insino al dì d' oggi, e pure sto fermo testificando a' maggiori e a' minori, che io non predico altro se non come Moisè e gli altri profeti predissero (e pronunziarono) che doveva venire,22 Auxilium igitur assecutus a Deo usque inhodiernum diem sto testificans minori atque maiori, nihil extra dicens quam ea,quae Prophetae sunt locuti futura esse et Moyses:
23 cioè della (incarnazione e) passione di Cristo e della resurrezione de' morti, della quale egli fu primo (e cagione), e venne come luce vera ad alluminare li giudei e li pagani.23 si passibilis Christus, siprimus ex resurrectione mortuorum lumen annuntiaturus est populo et gentibus ”.
24 Le quali parole dicendo Paulo, il predetto Porzio Festo gridò con grande voce, e disse: tu sei fuori del senno, Paulo, e (parmi che) la troppa lettera ti fa uscire dal senno.24 Sic autem eo rationem reddente, Festus magna voce dixit: “ Insanis, Paule;multae te litterae ad insaniam convertunt! ”.
25 Allora Paulo rispose: non sono (pazzo nè sono) fuora del senno, o ottimo Porzio Festo, ma parlo parole di sobrietà e di verità.25 At Paulus: “ Non insanio,inquit, optime Feste, sed veritatis et sobrietatis verba eloquor.
26 E bene mi intende il re Agrippa, e parlogli con fidanza; e non credo ch' elli sia ignorante di queste cose, però che non sono fatte (nè dette) per li cantoni (in secreto, ma in pubblico).26 Scit enimde his rex, ad quem et audenter loquor; latere enim eum nihil horum arbitror,neque enim in angulo hoc gestum est.
27 (E poi disse): credi, o re Agrippa, alli profeti? Ben so che vi credi.27 Credis, rex Agrippa, Prophetis? Scioquia credis ”.
28 Ed elli disse: per poco lascio, che io non doventi cristiano.28 Agrippa autem ad Paulum: “ In modico suades me Christianumfieri! ”.
29 E Paulo rispose: io vorrei (e desidero) che in poco e in molto e tu e gli altri che quivi siete congregati (fuste e) diventaste oggi tali quale sono io, salvo che non fuste incatenati come io.29 Et Paulus: “ Optarem apud Deum et in modico et in magno nontantum te sed et omnes hos, qui audiunt me hodie, fieri tales, qualis et egosum, exceptis vinculis his! ”.
30 (Del cui fervente e savio parlare) il re (molto meravigliato) si levò (e trassesi in disparte) con Bernice; e col tribuno e con altri molti.30 Et exsurrexit rex et praeses et Berenice et qui assidebant eis;
31 E ragionando insieme di Paulo, tutti (determinarono e) dissero ch' egli non era reo, nè degno di morte, nè di prigione.31 et cumsecessissent, loquebantur ad invicem dicentes: “ Nihil morte aut vinculisdignum quid facit homo iste ”.
32 E il re Agrippa disse a Porzio Festo: lasciare si potrebbe questo uomo, se non ch' elli ha appellato all' imperatore; (ma poi ch' elli ha appellato all' imperatore, màndavelo).32 Agrippa autem Festo dixit: “ Dimittipoterat homo hic, si non appellasset Caesarem ”.