Scrutatio

Domenica, 26 maggio 2024 - San Filippo Neri ( Letture di oggi)

Salmi 9


font

1Nella fine, per le cose occulte del figliuolo, salmo di David.2Signore, io mi confesserò a te in tutto il cuore mio; io racconterò tutte le tue maraviglie.3Io mi farò lieto, e rallegrerommi in te; e salmeggerò, o Altissimo, al tuo nome,4In convertendo addietro lo inimico mio; infirmerannosi, e periranno dalla faccia della terra.5Però che tu hai fatto il giudicio mio e la causa mia; sedesti sopra il trono (tuo), tu che giudichi con giustizia.6Tu hai ripreso le genti, ed è perito lo empio; tu hai disfatto il nome loro in eterno, e nel secolo del secolo.7L'arme delli nemici mancarono nella fine; e le loro città tu hai distrutte.8La memoria loro è perita collo (loro) strepito; ma il Signore rimane sempre.9Egli ha apparecchiato nel giudicio la sedia sua; egli giudicherà il mondo nella equità, e giudicherà il popolo in giustizia.10E fatto è il Signore rifugio al povero; il qual presta favore in quelle cose che bisognano nelle tribulazioni.11E spereranno in te quelli i quali conobbero il tuo nome; però che non abbandonasti tutti coloro che addimandarono te, Signore.12Cantate al Signore, il quale abita in Sion; annunciate tra le genti li suoi studii.13Però che cercando il sangue [di] loro si arricordò; e non s'è dimenticato il clamore delli poveri.14Abbi misericordia di me, Signore mio; vedi la umiltà mia delli miei nemici;15tu, che me esalti delle porte della morte; acciò annuncii le tue laude nelle porte della figliuola di Sion.16Rallegrerommi nel salutare tuo. Inficcate sono le genti nella morte, che s'hanno fatta. In questo lacciuolo, il quale hanno ascoso, è stato pigliato il piè loro.17Sarà conosciuto Iddio, facendo giudicio; nelle opere delle sue mani è compreso il peccatore.18Siano rivoltati i peccatori nello inferno, tutte le genti che si dimènticano di Dio.19Però che il povero non sarà dimenticato nella fine; la pazienza del povero non perirà nella fine.20Lèvati, Signore; non sia confortato l'uomo; sieno giudicate le genti nel tuo conspetto.21Signore, ordina sopra di loro uno formator della legge, acciò che sappino le genti, che sono uomini.22Per che Signore sei tu (partito e) andato dalla lunga, e hai in dispregio il suo bisogno nelle tribulazioni?23Quando l'uomo empio insuperbisce, il povero s'accende; saranno presi ne' consigli nelli quali24Però che lo peccatore è laudato nelli desiderii dell' anima sua; e lo iniquo è benedetto.25Il peccatore ha irritato il Signore; e secondo la moltitudine dell' ira sua non lo cercherae.26Iddio non è dinanzi a lui; le vie sue ha bruttate in ogni tempo. Sono tolti i tuoi giudicii dinanzi dalla faccia sua; egli avrà la signoria di tutti i suoi nemici.27E disse nel suo cuore: non sarò mosso da generazione in generazione, sanza male.28La bocca del quale è piena di maledizione, d' amaritudine e d'inganno; sotto alla lingua sua è fatica e dolore.29Siede nelle insidie con li ricchi nelli luoghi celati, acciò che uccida li innocenti.30Gli occhi suoi ragguardano nel povero; pone le insidie ascostamente, sì come leone nella sua spelonca. Pone le insidie per pigliare il povero; e (massimamente) cerca di pigliarlo, mentre li persuade.31Nel lacciuolo suo umiliarà lui; chinerassi, e cadrà, quando avrà signoreggiato sopra i poveri.32E disse nel cuore suo: Iddio s'è dimenticato, rivolse la faccia sua acciò che non vegga nella fine.33Signore Iddio, lèvati, sia esaltata la mano tua; non ti dimenticare del povero.34Per che cagioné il malvagio vae irritando il Signore? E' disse nel cuore suo: elli non lo richiederà.35Vedi però, che tu consideri la fatica e il dolore, acciò che tu te li poni nelle mani tue. A te è stato lasciato il povero; all' orfano tu darai aiuto.36Spezza il braccio del peccatore e del malvagio; sarà cercato il peccato suo, e non sarà trovato.37Iddio regnerà in eterno, e nel secolo del secolo; perirete, genti, della terra di colui.38Il desiderio delli poveri, Iddio lo esaudisce; la preparazione del cuore loro hae udito l'orecchio tuo.39Giudica (Signore) in favore del pupillo e dell' umile, acciò che non ardisca più l'uomo di magnificarsi sopra della terra.