SCRUTATIO

Saturday, 21 June 2025 - San Luigi Gonzaga ( Letture di oggi)

Iob 30


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA MARTINI
1 Ma ora fanno beffe di me li più giovani di tempo, i padri de' quali io non degnava di porre colli cani della mia gregge;1 Ma adesso mi scherniscono i più giovani di me, ai padri de' quali non mi sarei degnato di dar la cura de' cani della mia greggia:
2 de' quali la virtù delle loro mani era a me per nulla, e di quella vita pensavano essere non degni;2 De' quali io nulla stimava la forza delle braccia, ed egli eran creduti indegni anche di vivere.
3 sterili per povertade e per fame, i quali rodevano nella solitudine, straziati per la sozzezza e per miseria;3 Secchi per la povertà, e per la fame, che cercavan da rodere pel deserto, squalidi nella calamità, e miseria.
4 e mangiavano l' erbe e le corteccie degli arbori; e le radici delli ginepri erano loro cibo.4 E l'erba mangiavano, e la corteccia degli alberi, e loro cibo era la radice del ginepro.
5 I quali delle valli tagliavano queste cose: e conciosia cosa che [le] avessono trovate, a quelle con rumore correvano.5 E di simili cose andavano in cerca per le valli, e trovate che ne avessero correvano a prenderle con grande schiamazzo.
6 Nelli deserti abitavano delli torrenti, e nelle caverne della terra, ovvero sopra le spine.6 Abitavano nelle buche dei torrenti, e nelle caverne della terra, o sopra de' massi.
7 I quali a questa medesima cosa si dilettavano, e così si computavano d' essere assai delicati;7 E in tale stato erano allegri, e per delizia contavano lo star sotto i pruni.
8 (Mali) figliuoli delli sciocchi e delli non nobili, i quali non erano arditi di apparire nella terra.8 Figliuoli di gente stolta, e ignobile, i quali nemmen compariscono sopra la terra.
9 Ora nello loro canto sono vôlto, e fatto sono a loro in proverbio.9 Or io sua divenuto argomento delle loro canzoni, e oggetto de' loro schemi.
10 Abbòminano me, e fuggonsi da lunga da me, e non si vergognano di sputarmi nella mia faccia.10 Mi hanno in abominazione, e fnggon lungi da me, e non han ribrezzo di sputarmi in faccia.
11 Lo carcasso suo aperse, e afflissemi; e lo freno pose nella mia bocca.11 Perocché egli apri il suo turcasso, e mi trafisse, e il morso pose alla mia bocea.
12 Certo alla dritta parte dell' oriente le mie miserie si dirizzarono; li miei piedi sovvertirono e oppressono, quasi come onde di mare, colle sue vie.12 Nel mio fiorire spuntarono subitamente accanto a me le mie sciagure, mi hanno roversciato per terra, e venendomi sopra come una piena mi hanno oppresso.
13 Dissiparono gli andamenti miei, e hannomi insidiato; soprastetteno, e non fu chi mi desse aiuto.13 Mi hanno rotte le strade; coloro mi teser de' lacci, e la vinsero, perché non v'ebbe chi m'aiutasse.
14 Quasi come rotto lo muro e aperta la porta, rovinarono sopra me, e rivolti sono alle mie miserie.14 Quasi rotto il muro, e sforzata la porta si scagliaron sopra di me, e incrudelirono sopra la mia miseria.
15 Ritornato sono in nulla; portonne come vento lo mio desiderio; e sì come nuvola trapassò la mia salute.15 Fui ridotto nel nulla; tu mi rapisti qual vento, i miei desiderj, ed ogni mio bene se n'andò come nebbia.
16 Ma ora in me medesimo marcisce l'anima mia, e possiede me lo dì della afflizione.16 Ed ora dentro di me si strugge l'anima mia, e i giorni di afflizione si sono impossessati di me.
17 Nella notte la bocca mia è forata colli dolori; e coloro che mangiano me, non dormono.17 La notte i dolori fiedono le mie ossa, e non assomma quelli che mi divorano.
18 Nella moltitudine loro si consuma lo mio vestimento, e quasi come lo cappuccio della tunica (che s'intornia al collo), così cinsono me.18 Il grande lor numero consuma il mio vestimento, ed ei mi cingono come tonaca, che serra il collo.
19 Assomigliato sono al fango, e alla favilla e alla cenere.19 Sono considerato come fango, e son fatto simile alla polvere, ed alla cenere.
20 Chiamo a te, e non esaudisci me; io sto, e non mi ragguardi.20 Alzo a te le mie grida, e tu non mi ascolti, e non volgi a me uno sguardo.
21 E mutato se' a me in crudele, e avversasti me nella durezza della tua mano.21 Ti se' cambiato in crudele per me, e colla dura tua mano mi tratti come nemico.
22 Levasti me, e sì come ponente sopra lo vento gettasti a terra me molto.22 Mi innalzasti, e quasi ponendo mi sopra del vento mi desti orribil tracollo.
23 E (sopra ciò) io so che tu mi darai la morte, dove ordinata è la casa a ciascheduno vivente.23 Io so, che in balìa di morte tu mi darai là dove è assegnata abitazione ad ogni vivente.
24 Ma pertanto alla consumazione loro [non] metterai la tua mano; se elli scorreranno, tu medesimo li salverai.24 Tu però la tua man non adopri a consumarli del tutto, e quando saranno abbattuti, tu li salverai.
25 Di qui adietro io piagnea già sopra colui ch' era tormentato, e avea compassione l'anima mia al povero.25 Io piangeva una volta le altrui afflizioni, ed era pietosa col povero l'anima mia.
26 Aspettava li beni, e vennero a me li mali; aspettava la luce, e scorsono le tenebre.26 Mi aspettai felicità, e mi venner sciagure, sperai luce, e sopraggiunser le tenebre:
27 Le mie cose dentro bollirono senza riposo alcuno; sopravennero a me li dì dell' afflizioue.27 Sono infuocate le mie viscere, e non mi dan posa: mi han sorpreso i giorni di afflizione.
28 Piangendo andava, senza furore; levandomi, nella turba chiamai.28 Io me ne vo malinconico, ma senza trasporti d'ira; mi alzo, e grido in mezzo alla gente.
29 Fui io fratello delli dragoni, e compagno delle distruzioni.29 Divenni fratello dei dragoni, e compagno degli struzzoli.
30 La mia cotica annegrita è sopra me; l'ossa mie si seccano per caldo.30 Mi si è annerita addosso la pelle, le mie ossa sono inaridite pel grande ardore.
31 Tornata è in pianto la mia cetera, e l' organo mio nella voce delli piagnenti.31 Rivolta in pianto è la mia cetra, e in voce di dolor la mia lira.