Scrutatio

Martedi, 14 maggio 2024 - San Mattia ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 14


font
LA SACRA BIBBIABIBBIA CEI 1974
1 Accogliete amichevolmente chi è debole nella fede, senza mettervi a discutere i suoi pensieri.1 Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni.
2 Chi crede pienamente, pensa di poter mangiare di tutto; colui invece che è debole nella fede mangia solo legumi.2 Uno crede di poter mangiare di tutto, l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi.
3 Chi mangia non disprezzi chi non mangia, chi non mangia non condanni chi mangia: Dio infatti lo ha accolto amichevolmente.3 Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto.
4 E chi sei tu che giudichi un domestico altrui? Che stia in piedi o cada, riguarda il suo padrone: e starà in piedi, poiché il Signore ha la forza di sostenerlo.4 Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare.
5 C'è chi ritiene un giorno differente dall'altro, c'è chi ritiene uguale ogni giorno: ciascuno approfondisca le proprie convinzioni.5 C'è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali; ciascuno però cerchi di approfondire le sue convinzioni personali.
6 Chi si dà pensiero del giorno, si dà pensiero per il Signore; chi mangia, lo fa per il Signore, poiché rende grazie a Dio; e anche chi non mangia, non mangia per il Signore e rende grazie a Dio.6 Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio.
7 In effetti nessuno di noi vive per se stesso, né muore per se stesso.7 Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso,
8 Se viviamo, viviamo per il Signore; se moriamo, moriamo per il Signore: quindi sia che viviamo, sia che moriamo, siamo sempre del Signore;8 perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore.
9 per questo, infatti, Cristo morì e visse, per esercitare il suo dominio sui morti e sui vivi;9 Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
10 ma tu, perché giudichi il tuo fratello? O perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti saremo presentati al tribunale di Dio.10 Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio,
11 Sta scritto infatti: Io vivo, dice il Signore: davanti a me si piegherà ogni ginocchio, e ogni lingua riconoscerà Dio.11 poiché sta scritto:

'Come è vero che io vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio'.

12 E allora ciascuno di noi renderà conto a Dio per se stesso.12 Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso.
13 Non giudichiamoci gli uni gli altri; piuttosto datevi pensiero di una cosa: di non porre al fratello inciampo o scandalo.13 Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.
14 So con certezza, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che niente è impuro di per se stesso; se non che, per chi giudica che una cosa è impura, per lui lo è.14 Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo.
15 Perciò se tuo fratello è addolorato a causa del cibo, tu non ti comporti più secondo l'amore. Non mandare in rovina per il tuo cibo colui per il quale Cristo è morto.15 Ora se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Guardati perciò dal rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto!
16 Non sia dunque denigrato ciò che per voi è bene:16 Non divenga motivo di biasimo il bene di cui godete!
17 il regno di Dio, infatti, non è cibo o bevanda, ma giustificazione e pace e gioia nello Spirito Santo.17 Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo:
18 Chi serve a Cristo in queste cose, è gradito a Dio e accetto agli uomini.18 chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini.
19 Perciò diamoci da fare per le cose riguardanti la pace e l'edificazione reciproca.19 Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole.
20 Non distruggere, a causa di un cibo, l'opera di Dio! Tutto è puro, ma è male per chi mangia dando scandalo.20 Non distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è mondo, d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo.
21 Perciò è bene non mangiare carne né bere vino né fare alcunché per cui il tuo fratello possa prendere occasione d'inciampo.21 Perciò è bene non mangiare carne, né bere vino, né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi.
22 Hai la fede: conservala in te stesso davanti a Dio. Beato chi non condanna se stesso in ciò che ha deciso di fare.22 La fede che possiedi, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato chi non si condanna per ciò che egli approva.
23 Chi invece dubita, se mangia è già condannato, poiché fa ciò non guidato dalla fede: ora tutto ciò che non viene dalla fede è peccato.23 Ma chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce per fede; tutto quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato.