Scrutatio

Venerdi, 7 giugno 2024 - Sant' Andronico di Perm ( Letture di oggi)

Qoelet 9


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA VOLGARE
1 - Tutte queste cose riandai in cuor mio, per intenderle accuratamente: c'è i giusti e i saggi, e le opere loro sono in mano di Dio, eppur non sa l'uomo s'è degno d'amore e d'odio.1 E tutte queste cose disputai io (e questionai) nel mio cuore, acciò che chiaramente io le sapessi, (e tutto integramente per propria ragione e veritade). Sono savie e giuste le tue opere, e sono in mano di Dio; e con tutto ciò non sa l'uomo, se è degno di amore ovvero di odio.
2 Ma tutto è riservato nella sua incertezza al futuro; perchè tutto accade a un modo per il giusto e per l'empio, per il buono e per il malvagio, per il puro e l'impuro, per chi soffre sacrifizi e chi li disprezza: come [è trattato] il buono, così il peccatore, come lo spergiuro, così chi giura il vero.2 Ma tutte le cose si riserba Iddio celatamente infino all' ultimo; onde veggiamo che ogni cosa viene mescolatamente al giusto e allo stolto, e al buono uomo e al reo, è al santo e al peccatore, e a chi fa sacrificio e a chi il biasima; e così diviene infermo il buono (come il cattivo, il giusto) come il peccatore, così il veritiero come colui che è mentitore.
3 Quest'è il più gran male di quanto accade sotto il sole: che la stessa sorte tocca a tutti! Onde il cuor de' figliuoli degli uomini è pieno di malvagitàe di [folle] spregio durante la lor vita; e dopo se ne scendono tra i morti.3 E questa si è la peggiore cosa che intervegna sotto il sole, però che ogni cosa, bene e male, vegna ugualmente; per la quale cosa li cuori degli uomini (si turbano molto e) riempionsi di malizia, e hanno a vile (e tengono) il tempo di fare bene, e quasi inanzi che s' avveggano, muoiono e vanno allo inferno.
4 Ma per chi è nel numero de' viventi c'è sempre una speranza; meglio è un cane vivo che un leone morto!4 E veggono bene che niuno è il quale sempre viva, e pure quello cotanto che qui deve vivere, non sa, e non ha credenza quale sia; meglio è il cane vivo, che il lione morto.
5 I vivi infatti sanno di dover morire, ma i morti non sanno più nulla, e nulla più han da sperare, perchè caduta in oblio è la loro memoria.5 (E questa è la cagione, che) quando è vivo J'uomo (puote fare bene, e) sa bene ch' elli dee morire; ma coloro che sono morti (hanno trapassato il tempo del meritare, e) non sanno niuna cosa dond' elli si possano aiutare, e non hanno più mercede; e la loro condizione sì è fatta come fossa dimenticata.
6 Anche l'amore e l'odioe l' invidia perirono insieme [con loro], e non avran più parte a questo secolo, e a quanto si fa sotto il sole.6 E amore e odio e invidia insieme passarono; e (non v' hanno luogo) in questo secolo non hanno parte, nè delle cose che sono sotto il sole.
7 Va' dunque e mangia allegramente il tuo pane, e bevi con gioia il tuo vino; poichè Dio ha gradito le tue opere.7 Or va dunque, e manuca con letizia il tuo pane, e il tuo vino bèi in allegrezza, se a Dio piaceranno l'opere tue.
8 Sian candide le tue vesti in ogni tempo, e l'unguento non manchi sul tuo capo.8 D' ogni tempo siano bianchi li tuoi vestimenti, e l'olio non venga meno (e non scemi) del tuo capo.
9 Goditi la vita con la moglie che ami, tutti i giorni della tua vita caduca, che ti son concessi sotto il sole, per tutto il tempo della tua vanità: chè questa è la tua parte nella vitae nel lavoro con cui ti travagli sotto il sole.9 Usa adunque il matrimonio con mogliata, la quale tu ami, per tutto il tempo della tua vita del tuo mutamento, il quale tempo ti fia dato sotto il sole, tutto il tempo della tua vanitade. Questa è la parte, nella vita tua, della fatica del sudore tuo sotto il sole.
10 Tutto quello che la tua mano può fare, fallo prontamente; poichè nè opera nè pensiero, nè scienza nè sapienzav'è giù nel mondo de' morti dove ten vai!10 Tieni mente che ciò che le mani tue possono fare (che sia bene), fallo incontenente; imperò che là dove tu vai, non vi vale senno nè ragione nè forza nè iscienza, cio è nello inferno.
11 Mi volsi ad altro e vidi sotto il sole, come non appartiene agli agili la corsa, nè ai valorosi la guerra, nè ai savi il panenè agl'intelligenti la ricchezza, nè ai bravi il favore; ma il tempo e il caso [ci entran di mezzo] per tutti,11 Anche mi volsi in altra parte, e vidi sotto il sole, che nè spigliato corriere ha tosto corso, nè uomini forti hanno vittoria, nè li savi hanno assai possessioni, nè li maestri sì sanno procacciare, nè artefici piacciono per loro grazia; ma ciò che fanno, per la loro avventura (o vero grazia) fanno, (se Iddio non lo dà loro per grazia).
12 nè l'uomo conosce il suo destino. Come i pesci son presi all'amoe gli uccelli acchiappati al laccio, così gli uomini son colti nel tempo dell'avversità, che precipita loro addosso a un tratto.12 Non sa l'uomo', a che s' abbia a venire lo stato suo; però che così si pigliano gli uomini, disavventuratamente per tribulazione di tempo o d'altro, come si pigliano li pesci all' amo, e li uccelli al lacciuolo.
13 Anche questa [prova di] sapienza vidi sotto il sole, e mi parve assai grande:13 Questa altra sapienza vidi sotto il sole, e provai che era assai grande.
14 c'era una piccola città con pochi abitanti, e venne contr'essa un gran re e la circondò, e fabbricò grandi torri all'intorno, e l'assedio fu completo;14 Piccola cittade, e pochi uomini vi sono dentro; e vennevi ad assedio uno grande re, e cerchiolla dintorno, e assediolla.
15 ma ci si trovava un uomo povero, ch'era saggio, il quale liberò la città con la sua sapienza. E[ppure] niuno si ricordò più tardi di quel pover uomo!15 E trovasi uno povero uomo, il quale si è savio, che la difende per sua. sapienza; e perchè egli è povero (nullo gliene sa grado, e) niuno si ricorda poi di lui. (Or dunque se egli fosse ricco tutti gliene renderebbono onore).
16 Ond'io dissi: «Meglio la sapienza che la forza. Come mai dunque la sapienza del povero è disprezzata, e alle sue parole non si dà retta?».16 E io dico che migliore è la sapienza, che la fortezza; dunque come la sapienza del povero è avuta (in disdegno e) in dispregio, e le parole del savio non sono ascoltate?
17 Le parole de' savi, [che] si ascoltano nella quiete, [valgon] più che le grida di un condottiero tra gli stolti.17 Parole de' savii devono essere ascoltate chetamente, più che le parole del principe stolto.
18 Meglio la sapienza che le armi guerresche: chi invece falla, anche in una cosa sola, rovina gran bene.18 Migliore è la sapienza, che l'arme di battaglia; e chi pecca in uno, perde molte buone cose.