Scrutatio

Domenica, 12 maggio 2024 - Santi Nereo e Achilleo ( Letture di oggi)

Giudici 14


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DIODATIBIBBIA RICCIOTTI
1 OR Sansone discese in Timnat, e vide quivi una donna delle figliuole de’ Filistei.1 - Sansone adunque discese in Tamnata e, avendovi veduto una donna delle figlie dei Filistei
2 E, ritornato a casa, dichiarò il fatto a suo padre e a sua madre, dicendo: Io ho veduta in Timnat una donna delle figliuole de’ Filistei; ora dunque, prendetemela per moglie.2 ascese e l'annunziò a suo padre e a sua madre dicendo: «Ho visto una donna di Tamnata delle figlie dei Filistei, che vi prego di prendermi in moglie».
3 E suo padre e sua madre gli dissero: Non v’è egli alcuna donna fra le figliuole de’ tuoi fratelli, o fra tutto il nostro popolo, che tu vada a prendere una moglie d’infra i Filistei incirconcisi? Ma Sansone disse a suo padre: Prendimi costei; perciocchè ella piace a’ miei occhi.3 Gli risposero il padre e la madre: «Non v'è dunque tra le figlie dei tuoi fratelli e in tutto il nostro popolo una donna [per te], perchè tu voglia prendere una moglie tra i Filistei, che sono incirconcisi?». Ma Sansone disse al padre suo: «Prendimi costei, poichè essa piacque a' miei occhi».
4 Or suo padre e sua madre non sapevano che questa cosa procedesse dal Signore; perciocchè egli cercava che i Filistei gli dessero cagione. Or in quel tempo i Filistei signoreggiavano sopra Israele.4 I suoi genitori però non sapevano che questa cosa era volontà di Dio, che cercava un'occasione contro i Filistei, i quali in quel tempo dominavano sopra Israele.
5 Sansone adunque, con suo padre e con sua madre, discese in Timnat; e, come furono giunti alle vigne di Timnat, ecco, un leoncello veniva ruggendo incontro a lui.5 Discese pertanto Sansone col padre e colla madre in Tamnata; giunti alle vigne di quella borgata, venne loro incontro un leoncello feroce, che mandava ruggiti.
6 E lo Spirito del Signore si avventò sopra Sansone, ed egli lacerò quel leoncello, come se avesse lacerato un capretto, senza aver cosa alcuna in mano; e non dichiarò a suo padre, nè a sua madre, ciò ch’egli avea fatto.6 Ma lo spirito del Signore investì Sansone, che, senza aver nulla in mano, squarciò il leone, come avrebbe fatto a pezzi un capretto; ma non volle dir nulla al padre ed alla madre.
7 Poi discese, e parlò alla donna, ed ella piacque agli occhi di Sansone.7 Discese adunque e parlò alla donna che gli era piaciuta,
8 E alquanti giorni appresso, tornando per menarla, si torse dalla via, per vedere la carogna del leone; ed ecco, dentro della carogna del leone v’era uno sciame d’api, e del miele.8 e dopo alcuni giorni ritornò colà per prenderla. Avendo però deviato dalla via per vedere la carcassa del leone, osservò uno sciame d'api nelle fauci della belva e un favo di miele,
9 Ed egli ne prese nelle palme delle mani, e ne andava mangiando; e andò a suo padre e a sua madre, e ne diede loro, ed essi ne mangiarono; ma non dichiarò loro che avesse tolto il miele dalla carogna del leone9 che si prese in mano e lo mangiò cammin facendo. Venuto poi dove si trovavano il padre e la madre ne fece loro parte ed essi pure ne mangiarono. Tuttavia non volle dir loro d'aver preso quel miele dal corpo del leone.
10 Suo padre adunque discese alla donna; e Sansone fece quivi un convito; perciocchè così solevano fare i giovani.10 Disceso allora il padre di Sansone alla donna, fece un banchetto per il figliuolo, essendo tale il costume dei giovani.
11 E, come i Filistei l’ebbero veduto, presero trenta compagni per esser con lui.11 Come i cittadini di quel paese lo videro, gli assegnarono trenta compagni per stare in compagnia di lui.
12 E Sansone disse loro: Io vi proporrò ora un enimma; e se pur voi me lo dichiarate infra i sette giorni del convito, e lo rinvenite, io vi darò trenta panni lini, e trenta mute di vesti;12 E Sansone disse loro: «Vi voglio proporre un quesito: se voi lo scioglierete durante i sette giorni del banchetto, vi darò trenta sindoni e trenta tuniche;
13 ma, se voi non potete dichiararmelo, mi darete trenta panni lini, e trenta mute di vesti. Ed essi gli dissero: Proponi pure il tuo enimma, che noi l’udiamo.13 ma se voi non saprete risolverlo dovrete dare a me le trenta sindoni e le trenta tuniche». E avendo essi risposto: «Proponi il tuo problema e noi l'ascolteremo»,
14 Ed egli disse loro: Da colui che divorava è uscito del cibo, e dal forte è uscita della dolcezza. E per lo spazio di tre giorni essi non poterono dichiarar l’enimma.14 disse loro: «Da colui che mangia è uscito il cibo, e dal forte venne fuori la dolcezza.» Per tre giorni essi non poterono sciogliere l'enigma
15 E, al settimo giorno, dopo ch’ebbero detto alla moglie di Sansone: Induci il tuo marito a dichiararci l’enimma, che talora noi non bruciamo col fuoco te, e la casa di tuo padre; che? ci avete voi chiamati per avere il nostro?15 e avvicinandosi il settimo giorno, dissero alla moglie di Sansone: «Accarezza tuo marito e persuadilo a indicarti il significato del suo quesito; che se ti rifiuterai daremo fuoco a te e alla casa del padre tuo. Siamo forse stati invitati alle nozze per dover essere spogliati?».
16 e che la moglie di Sansone gli ebbe pianto appresso, e dettogli: Tu mi hai pure in odio, e non mi ami; non hai tu proposto un enimma a’ figliuoli del mio popolo? e tu non me l’hai dichiarato; e ch’egli le ebbe detto: Ecco, io non l’ho dichiarato nè a mio padre, nè a mia madre, e lo dichiarerei a te?16 Essa allora si fece vedere in lagrime presso Sansone e si lamentò con lui, dicendo: «Tu mi odii e non mi vuoi bene, se ti rifiuti di farmi conoscere l'enigma da te proposto ai figli del mio popolo». Ma egli rispose: «Non lo volli indicare nè a mio padre nè a mia madre; come potrei indicarlo a te?».
17 e ch’ella gli ebbe pianto appresso per lo spazio de’ sette giorni, che fu loro fatto il convito; al settimo giorno egli glielo dichiarò, perchè lo premeva; ed ella dichiarò l’enimma ai figliuoli del suo popolo.17 Per tutti i sette giorni del convito essa non cessò dal piangere dinanzi a lui, finchè al settimo giorno, per togliersene la molestia, glielo fece conoscere ed essa subito lo manifestò ai suoi concittadini,
18 Laonde gli uomini della città dissero a Sansone al settimo giorno, avanti che il sole tramontasse: Che cosa è più dolce che il miele? e chi è più forte che il leone? Ed egli disse loro: Se voi non aveste arato con la mia giovenca, non avreste rinvenuto il mio enimma.18 i quali il settimo giorno, prima che tramontasse il sole, dissero a Sansone: «Che v'ha di più dolce del miele e di più forte del leone?». Al che Sansone disse: «Se voi non aveste arato colla mia giovenca, non avreste trovato [la chiave] del quesito.»
19 E lo Spirito del Signore si avventò sopra lui, ed egli discese in Ascalon, e uccise trenta nomini di quella gente, e prese le loro spoglie, e diede quelle mute di vesti a quelli che aveano dichiarato l’enimma. Ed egli si accese nell’ira, e se ne ritornò alla casa di suo padre.19 Lo investì allora lo spirito del Signore e disceso in Ascalone, vi uccise trenta uomini, a cui tolse le vesti, per darle a quelli che avevano sciolto l'enigma; poi adiratosi grandemente ascese alla casa del padre suo,
20 E la moglie di Sansone fu data al compagno di esso, il quale era il suo intimo amico20 mentre la moglie prese per marito uno fra i suoi amici e compagni di nozze.