Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 10


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 OR io Paolo vi esorto per la benignità, e mansuetudine di Cristo; io dico, che fra voi presente in persona ben sono umile; ma, assente, sono ardito inverso voi.1 E io medesimo Paulo prego voi, per la mansuetudine e per la benignità di Cristo, il quale certamente in faccia son umile davanti da voi, e non presente confidomi in voi.
2 E vi prego che, essendo presente, non mi convenga procedere animosamente con quella confidanza, per la quale son reputato audace, contro ad alcuni che fanno stima di noi, come se camminassimo secondo la carne.2 Ma vi prego, chè io presente non ardisco, per quella confidanza che io mi penso d'ardire in alquanti, li quali pensano che noi andiamo secondo la carne.
3 Poichè, camminando nella carne, non guerreggiamo secondo la carne3 Imperò che andando in carne, non combattiamo secondo la carne.
4 perciocchè le armi della nostra guerra non son carnali, ma potenti a Dio alla distruzione delle fortezze,4 Ma certo l'arme del nostro combattimento non son carnali, ma sono potenza di Dio a distruggimento de' nemici; e siamo distruggitori de' malvagi consigli (del corpo),
5 sovvertendo i discorsi, ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio; e cattivando ogni mente all’ubbidienza di Cristo.5 e d'ogni altezza che si leva (in superbia e) contro la scienza di Dio, recando in cattività ogni intelletto al servizio di Cristo.
6 Ed avendo presta in mano la punizione d’ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà compiuta6 E siamo (inanimati e) pronti per vendicare ogni inobbedienza, quando sarà compiuta la vostra obbedienza.
7 Riguardate voi alle cose che sono in apparenza? se alcuno si confida in sè stesso d’esser di Cristo, reputi altresì da sè medesimo questo: che, siccome egli è di Cristo, così ancora noi siam di Cristo.7 Vedete quelle cose che sono secondo faccia. Se alcuno si pensa d' essere di Cristo, queste cose pensi appo sè; chè secondo ch' egli è di Cristo, così siamo ancora noi.
8 Perciocchè, benchè io mi gloriassi ancora alquanto più della nostra podestà, che il Signore ci ha data, ed edificazione, e non a distruzion vostra, io non ne sarei svergognato.8 Ma se alcuna cosa più che io non debbia mi son gloriato della signoria, la qual ci diede il Signore per edificamento, e non per distruggimento vostro, non me ne vergognerò.
9 Ora, non facciasi stima di me, come se vi spaventassi per lettere.9 Adunque, imperò che io non voglio che altri pensi che io vi voglia spaventare (e impaurire) con mie epistole;
10 Perciocchè, ben sono, dice alcuno, le lettere gravi e forti; ma la presenza del corpo è debole, e la parola dispregevole.10 chè certo le epistole, dicono alquanti intra noi, son gravi e forti; ma la presenza del (suo) corpo è debile, la e (sua) parola è contendibile (e da nulla);
11 Il tale reputi questo: che, quali siamo assenti, in parola, per lettere; tali saremo ancora presenti, in fatti11 or si pensino questi, che sì dicono, che tali quali noi siamo di lungi con parole nell' epistole, altrettali saremo a loro presenti col fatto.
12 Perciocchè noi non osiamo aggiungerci, nè paragonarci con alcuni di coloro che si raccomandano loro stessi; ma essi, misurandosi per sè stessi, e paragonandosi con sè stessi, non hanno alcuno intendimento.12 Chè certo noi non avemo ardire d' agguagliarci a molti li quali lodano sè medesimi; ma noi, misurando noi medesimi, agguagliamo noi a noi.
13 Ma, quant’è a noi, non ci glorieremo all’infinito; anzi, secondo la misura del limite che Iddio ci ha spartito come misura del nostro lavoro, ci glorieremo d’esser pervenuti infino a voi.13 E ancora noi (se avanziamo in grandezza) [non ci glorieremo] oltra misura, ma secondo la misura della regola la qual Dio ha ordinata in noi, misura di potere venire (e durare) insino alla fine di voi.
14 Perciocchè noi non ci distendiamo oltre il convenevole, come se non fossimo pervenuti infino a voi; poichè siam pervenuti eziandio fino a voi nella predicazione dell’evangelo di Cristo;14 E non ci soprastendiamo noi, secondo che quelli che non ci vergogniamo; a voi noi veramente venimmo con l' evangelio di Cristo.
15 non gloriandoci all’infinito delle fatiche altrui; ma avendo speranza, che crescendo la fede vostra, saremo in voi abbondantemente magnificati, secondo i limiti assegnatici.15 Chè noi non siamo vantatori in grandezza con l'altrui fatica; ma avemo speranza nella fede vostra che cresce, e d' essere pagati secondo la d'essere nostra regola in abbondanza,
16 Ed anche che noi evangelizzeremo ne’ luoghi, che son di là da voi; e non ci glorieremo nei limiti assegnati ad altrui, di cose preparate per altri.16 in quelle cose che son oltra di voi evangelizzanti; e non in aliena regola, in quelle cose che son apparecchiate, ci dobbiamo gloriare.
17 Ora, chi si gloria, gloriisi nel Signore.17 Quelli che si vanta (e che si prega), in Dio si vanti.
18 Poichè, non colui che raccomanda sè stesso è approvato, ma colui che il Signore raccomanda18 Chè non è lodato quello che si loda; ma quello è lodato, il quale loda il Signore.