Scrutatio

Martedi, 21 maggio 2024 - Santi Martiri Messicani (Cristoforo Magallanes Jara e 24 compagni) ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 27


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DIODATIBIBBIA MARTINI
1 ORA, dopo che fu determinato che noi navigheremmo in Italia, Paolo, e certi altri prigioni, furono consegnati ad un centurione, chiamato per nome Giulio, della schiera Augusta.1 Dopo che fu stabilito, che Paolo andasse per mare in Italia, e che fosse consegnato con gli altri prigionieri ad un centurione della coorte Augusta, chiamato Giulio,
2 E, montati sopra una nave Adramittina, noi partimmo, con intenzion di costeggiare i luoghi dell’Asia, avendo con noi Aristarco Macedone Tessalonicese.2 Entrati in una nave di Adrumeto, facemmo vela, costeggiando i paesi dell'Asia, accompagnandoci Aristarco Macedone di Tessalonica.
3 E il giorno seguente arrivammo a Sidon; e Giulio, usando umanità inverso Paolo, gli permise di andare a’ suoi amici, perchè avesser cura di lui.3 E il di seguente arrivammo a Sidone. E Giulio trattando Paolo umanamente gli permise di andar dagli amici, e di ristorarsi.
4 Poi, essendo partiti di là, navigammo sotto Cipri; perciocchè i venti erano contrari.4 Di li fatta vela navigammo sotto Cipro, a motivo, che erano contrari i venti.
5 E, passato il mar di Cilicia, e di Panfilia, arrivammo a Mira di Licia.5 E traversando il mare della Cilicia, e della Panfilia, arrivammo a Listra della Licia:
6 E il centurione, trovata qui una nave Alessandrina che faceva vela in Italia, ci fece montar sopra.6 E quivi avendo il centurione trovata una nave Allessandrina, che andava in Italia, ci trasportò sopra di essa.
7 E, navigando per molti giorni lentamente, ed appena pervenuti di rincontro a Gnido, per l’impedimento che ci dava il vento, navigammo sotto Creti, di rincontro a Salmona.7 E per molti giorni navigando lentamente, ed essendo con difficoltà arrivati dirimpetto a Gnido, perché il vento ci impediva, costeggiammo la Candia lungo Salmone:
8 E, costeggiando quella con gran difficoltà, venimmo in un certo luogo, detto Belli porti, vicin del quale era la città di Lasea.8 E stentatamente costeggiandola, arrivammo a un certo luogo, chiamato Buoniporti, vicino al quale era la città di Talassa.
9 Ora, essendo già passato molto tempo, ed essendo la navigazione omai pericolosa; poichè anche il digiuno era già passato, Paolo ammonì que’ della nave, dicendo loro:9 E avendo consumato molto tempo, e non essendo più sicuro il navigare, perché era passato il digiuno, Paolo gli ammoniva,
10 Uomini, io veggo che la navigazione sarà con offesa, e grave danno, non solo del carico, e della nave, ma anche delle nostre proprie persone.10 Dicendo loro: Io veggo, o uomini, che la navigazione comincia ad essere con nocumento, e perdita grande non solo del carico, e della nave, ma ancora delle nostre vite.
11 Ma il centurione prestava più fede al padron della nave, ed al nocchiero, che alle cose dette da Paolo11 Ma il centurione credeva più ai piloti, e al padron della nave, che a quanto diceva Paolo.
12 E, perchè il porto non era ben posto da vernare, i più furono di parere di partirsi di là, per vernare in Fenice, porto di Creti, che riguarda verso il vento Libeccio, e Maestro; se pure in alcun modo potevano arrivarvi.12 E non essendo buono quel porto per isvernarvi, la maggior parte furono di sentimento di partirne, e se in alcun modo avessero potuto giugnere a Fenice (porto della Candia volto ad Affrico, e a Coro) ivi svernare.
13 Ora, messosi a soffiar l’Austro, pensando esser venuti a capo del lor proponimento, levate le ancore, costeggiavano Creti più da presso.13 E spirando leggermente l'Austro, credendosi sicuri del loro intento, avendo salpato da Asson, costeggiavan la Candia.
14 Ma, poco stante, un vento turbinoso, che si domanda Euroclidone percosse l’isola.14 Ma poco dopo si spinse contro di essa un vento procelloso, che si chiama Euro aquilone.
15 Ed essendo la nave portata via, e non potendo reggere al vento, noi la lasciammo in abbandono; e così eravamo portati.15 Ed essendo portata via la nave, né potendo far fronte al venuto, abbandonata al vento la nave, eravamo portati.
16 E scorsi sotto una isoletta, chiamata Clauda, appena potemmo avere in nostro potere lo schifo.16 E correndo sotto una certa isoletta,chiamata Cauda, a mala pena potemmo renderci padroni dello schifo.
17 Il quale avendo pur tratto sopra la nave, i marinari usavano tutti i ripari, cingendo la nave di sotto; e, temendo di percuoter nella secca, calarono le vele, ed erano così portati.17 Ma tiratolo su, si valevano degli aiuti, fasciando con funi la nave, e temendo di dar nelle secche, calato l'albero cosi erano portati.
18 Ed essendo noi fieramente travagliati dalla tempesta, il giorno seguente fecero il getto.18 Ma essendo noi battuti gagliardamente dalla tempesta, il dì seguente fecer getto delle merci:
19 E tre giorni appresso, con le nostre proprie mani gettammo in mare gli arredi della nave.19 E il terzo giorno colle loro mani gittarono via gli attrezzi della nave.
20 E non apparendo nè sole, nè stelle, già per molti giorni, e soprastando non piccola tempesta, omai era tolta ogni speranza di scampare20 E non essendo comparso né sole, né stelle per più giorni, e premendoci la burrasca non piccola, era già tolta a noi ogni speranza di salute.
21 Ora, dopo che furono stati lungamente senza prender pasto, Paolo si levò in mezzo di loro, e disse: Uomini, ben conveniva credermi, e non partir di Creti; e risparmiar quest’offesa, e questa perdita.21 Ed essendo già lungo il digiuno, allora stando in piedi Paolo in mezzo di essi, disse: Conveniva, o uomini, che fecendo a modo mio, non vi foste allontanati dalla Candia, e vi foste risparmiato questo strapazzo, e questo danno.
22 Ma pure, al presente vi conforto a star di buon cuore, perciocchè non vi sarà perdita della vita d’alcun di voi, ma sol della nave.22 Ma ora vi esorto a star di buon animo: Imperocché non si perderà anima di voi altri, ma solo la nave.
23 Perciocchè un angelo dell’Iddio, di cui sono, ed al qual servo, mi è apparito questa notte, dicendo:23 Imperocché mi è apparso questa notte l'Angelo di quel Dio, di cui io sono, e a cui servo,
24 Paolo, non temere; ei ti conviene comparir davanti a Cesare; ed ecco, Iddio ti ha donati tutti coloro che navigan teco.24 Dicendomi: non temere, o Paolo, fa d'uopo, che tu sii presentato a Cesare: Ed ecco, che Dio ti ha fatto dono di tutti quelli, che teco navigano.
25 Perciò, o uomini, state di buon cuore, perciocchè io ho fede in Dio che così avverrà, come mi è stato detto.25 Per la qual cosa state di buon animo, o uomini: Imperocché ho fede in Dio, che sarà, come è stato a me detto.
26 Or ci bisogna percuotere in un’isola.26 Noi dobbiamo dare in una certa isola.
27 E la quartadecima notte essendo venuta, mentre eravamo portati qua e là nel mare Adriatico, in su la mezzanotte i marinari ebbero opinione ch’erano vicini di qualche terra.27 Ma venuta la quartadecima notte, navigando noi pel mare Adriatico, circa la metà della notte i marinari sospicavano, che si avvicinasse loro qualche paese.
28 E, calato lo scandaglio, trovarono venti braccia; ed essendo passati un poco più oltre, ed avendo scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia.28 E gettato lo scandaglio, trovarono venti passi: e tirando un pochetto innanzi, trovarono quindici passi.
29 E temendo di percuotere in luoghi scogliosi, gettarono dalla poppa quattro ancore, aspettando con desiderio che si facesse giorno.29 E temendo di non dare in luoghi aspri, calate da poppa quattro ancore, bramavano, che venisse il giorno.
30 Ora, cercando i marinari di fuggir dalla nave, ed avendo calato lo schifo in mare, sotto specie di voler calare le ancore dalla proda.30 E cercando i marinari di fuggir della nave, e avendo messo in mare lo schifo col pretesto di cominciare a stendere le ancore dalla prora,
31 Paolo disse al centurione, ed a’ soldati: Se costoro non restano nella nave, voi non potete scampare.31 Disse Paolo al centurione, e a' soldati: se costoro non restano nella nave, voi non potete essere salvi.
32 Allora i soldati tagliarono le funi dello schifo, e lo lasciarono cadere.32 Allora i soldati troncaron le funi dello schifo, e lasciaron che se n' andasse.
33 Ed aspettando che si facesse giorno, Paolo confortava tutti a prender cibo, dicendo: Oggi sono quattordici giorni che voi dimorate digiuni, aspettando, senza prender nulla.33 E principiando a farsi giorno, Paolo esortava tutti a prender cibo, dicendo: oggi è il quartodecimo giorno, che appellando ve ne state digiuni senza prendere cosa alcuna.
34 Perciò, io vi esorto di prender cibo: perciocchè, questo farà la vostra salute; imperocchè non caderà pur un capello dal capo d’alcun di voi.34 Il perché vi esorto a prender cibo, affine di salvare voi stessi: imperocché non perirà un capello della testa di alcun di voi.
35 E, dette queste cose, prese del pane, e rendè grazie a Dio, in presenza di tutti; poi rottolo, cominciò a mangiare.35 E detto questo, prese del pane; ringraziò Dio alla presenza di tutti: e sprezzatolo cominciò a mangiare.
36 E tutti, fatto buon animo, presero anch’essi cibo.36 E tutti ripreso coraggio, anch'essi pigliarono nudrimento.
37 Or noi eravamo in su la nave fra tutti dugensettantasei persone.37 Eravamo nella nave in tutto duegensettantasei anime.
38 E quando furono saziati di cibo, alleviarono la nave, gittando il frumento in mare.38 E saziati di cibo alleggiavano la nave, gettando in mare il grano.
39 E, quando fu giorno, non riconoscevano il paese; ma scorsero un certo seno che avea lito, nel qual presero consiglio di spinger la nave, se potevano.39 E fattosi giorno, non riconoscevano quella terra: ma osservarono un certo seno, che aveva lido, al quale avevano pensato di spinger la nave, se avesser potuto.
40 Ed avendo ritratte le ancore, ed insieme sciolti i legami de’ timoni, si rimisero alla mercè del mare; ed alzata la vela maestra al vento, traevano al lito.40 E tirate su le ancore, si abbandonavano il mare avendo insiememente allargati i legami de' timoni: e alzato l'artimone secondo il soffiare del vento andavano verso il lido.
41 Ma, incorsi in una piaggia, che avea il mare da amendue i lati, vi percossero la nave; e la proda, ficcatasi in quella, dimorava immobile; ma la poppa si sdruciva per lo sforzo delle onde.41 Ma essendoci imbattuti in una punta di terra, che aveva da' due lati il mare, arrenarono: e la prora affondatasi rimanea immobile; la poppa poi per la violenza del mare veniva a sfasciarsi.
42 Or il parer de’ soldati era d’uccidere i prigioni, acciocchè niuno se ne fuggisse a nuoto.42 Il disegno de' soldati si fu di ammazzare i prigioni: affinchè qualcheduno salvatosi a nuoto non iscapasse.
43 Ma il centurione, volendo salvar Paolo, li stolse da quel consiglio, e comandò che coloro che potevano nuotare si gettassero i primi, e scampassero in terra.43 Ma il centurione bramoso di salvar Paolo, impedì loro di ciò fare: e ordinò, che quelli, che potean nuotare si gettassero giù i primi, e andassero a terra.
44 E gli altri, chi sopra tavole, chi sopra alcuni pezzi della nave; e così avvenne che tutti si salvarono in terra44 Gli altri poi li portarono parte sopra tavole, parte sopra gli sfasciumi della nave. E cosi ne avvenne, che tutti scamparono a terra.